Aneis presenta il suo “Libro nero delle assicurazioni” e denuncia la mancanza di ogni attività di garanzia a tutela dei consumatori e la tendenza a voler comprimere i diritti delle vittime della strada.
Dura denuncia da parte dell’ANEIS – Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale – contro le compagnie assicuratrici, accusate di “farsi legge” ignorando il diritto vivente e procedendo a colpi di provvedimenti e prassi unilaterali verso i propri obiettivi, mettendo il proprio profitto davanti agli interessi delle vittime.
Una situazione, questa, che l’associazione denuncia da anni, lamentando, inoltre, “la mancanza di controlli e di garanzie per i consumatori, costretti a pagare premi assicurativi sempre più alti a fronte di risarcimenti in caso di sinistri sempre più contenuti”, come illustrato nel dossier redatto dall’ANEIS a cura dell’Avv. Marco Bordoni.
Nel documento l’avvocato evidenzia come negli ultimi anni “la lobby assicurativa è riuscita a far approvare alcuni provvedimenti normativi che, di fatto, comprimono in modo sostanziale l’entità dei risarcimenti in caso di lesioni riportate in incidenti stradali. I risarcimenti vengono infatti trattati con procedure simili a quelle applicate per le polizze infortuni, con una franchigia mascherata che nega il risarcimento a decine di migliaia di persone che ogni anni subiscono incidenti con lesioni permanenti. Anche i risarcimenti in casi di macrolesioni invalidanti sono attualmente oggetto di pressioni intese ad ottenerne la riduzione per decreto”.
“La sinistrosità italiana delle vetture nel settore privato è scesa negli ultimi 5 anni di quasi un quarto: dall’8,41% del 2007 al 6,13% del 2012; se si estende l’analisi alla metà degli anni novanta il dato è ancora più significativo: il calo risulta di circa il 40% – Ha commentato Luigi Cipriano (nella foto), Presidente ANEIS. – A tale riduzione non ha corrisposto una diminuzione dei costi dei premi assicurativi, anzi. Secondo uno studio Adusbef Federconsumatori a tale calo non è corrisposta una diminuzione dei prezzi delle polizze: anzi, a partire dalla liberalizzazione del 1994 il costo dell’r.c. auto risulta lievitato del 245%”.
“Va, inoltre, sottolineato come questa compressione dei diritti degli assicurati e questa situazione di accordi al limite della legalità stabiliti tra compagnie assicuratrici e autofficine, oltre ad essere moralmente criticabile, non ha avuto alcun beneficio per la comunità, ma solamente per le casse delle compagnie assicuratrici” ha concluso Cipriano.
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