Napoli, finti incidenti per ottenere rimborsi: maxi truffa alle assicurazioni

Le indagini hanno svelato un vero e proprio sistema collaudato che, tramite la dichiarazione di falsi incidenti o di sinistri avvenuti in modo differente da quanto dichiarato, si faceva rimborsare dalle assicurazioni, truffano le maggiori compagnie italiane. Nove persone sono state arrestate.

Era una vera e propria associazione a delinquere, operante con un sistema collaudato che, però, è stato scoperto dalle forze dell’ordine. Questa mattina, agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione a nove mandati di custodia cautelare emessi dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura. L’attività investigativa ha infatti permesso di accertare, tramite intercettazioni telefoniche e acquisizioni di atti e documenti, l’esistenza di una associazione a delinquere dedita alla truffa delle compagnie assicurative italiane, nella provincia di Napoli, diretta dall’avvocato Gianluca Piccirillo del Foro di Napoli, legale specializzato nel trattare casi di sinistri stradali.

Nella fattispecie, gli inquirenti hanno notato che l’avvocato Piccirillo, quasi in maniera seriale, denunciava incidenti mai avvenuti, oppure verificatisi con modalità differenti da quelle dichiarate, al fine di ottenere dalle compagnie assicurative rimborsi che in realtà non gli spettavano. Per farlo, il legale si avvaleva di una serie di collaboratori fidati che lo aiutavano ad inscenare i sinistri posticci. Sugli atti processuali, poi, venivano apposte marche da bollo che le indagini hanno rivelato essere contraffatte.

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Generalicar – La ricostruzione e l’analisi degli incidenti stradali

Generalicar, centro d’eccellenza a livello nazionale e internazionale nella formazione e ricerca in ambito assicurativo, organizza nella sua sede di Pero (MI) un corso teorico e pratico incentrato sulla ricostruzione e analisi degli incidenti stradali. Il corso risponde all’interesse di molte figure professionali (periti, ingegneri, consulenti d’infortunistica, forze dell’ordine) operanti in ambito assicurativo e nella circolazione stradale.

È sempre più richiesta, infatti, la figura del Tecnico Ricostruttore, il quale, sulla base di un’attenta indagine della scena del sinistro, individua sia i fatti che le loro modalità di accadimento. I dati raccolti risultano preziosi non solo in ambito giuridico e assicurativo, ma anche in chiave preventiva, come linee guida per la progettazione stradale e per la valutazione della sicurezza dei veicoli. L’importanza del risultato è proporzionale alla complessità dell’analisi, che richiede un ampio spettro di competenze, dalla giurisprudenza alla biomeccanica, dalla fisica di base alla tecnologia dei materiali.

Generalicar Academy, in prima linea nella formazione in ambito assicurativo e automotive, offre agli interessati la possibilità di formare o affinare le proprie conoscenze nel campo dell’analisi e  ricostruzione degli incidenti stradali, grazie alla preparazione dei suoi docenti e alle tecnologie del suo Centro di ricerca. La partnership fra Generalicar e AICQ SICEV – Federperiti Servizi Innovativi offrirà ai partecipanti al corso la possibilità di ottenere la Certificazione di “Tecnico per la ricostruzione ed analisi degli incidenti stradali” secondo la norma UNI 11294, che si propone di ridefinire gli standard professionali per la figura del ricostruttore, rendendo giustizia al suo elevato grado di qualificazione, specializzazione e competenza.

La partenza del corso, prevista per metà maggio 2017, si articolerà per un totale di 80 ore in 5 moduli erogati mensilmente. I partecipanti affiancheranno l’apprendimento in aula alle prove pratiche, con un riscontro immediato e stimolante degli insegnamenti trattati. Saranno così introdotti a un mondo affascinante quanto stratificato, che porta la valutazione dei danni e dei rischi automobilistici a un nuovo livello di precisione.

“Generalicar: tecnica, didattica e consulenza al servizio del mercato assicurativo.”

Per informazioni info@generalicar.com tel. 02.38100356

Guidatori indaffarati, 81% parla, beve, mangia e chatta

Indagine LeasePlan, miglioramento (era 84%) ma resta un rischio

Guidatori indaffarati, 81% parla, beve, mangia e chatta   ROMA – Con la complicità di ingorghi, tempi lunghi del rosso e diffusione degli smartphone, gli italiani restano ancora molto ‘indaffarati’ quando sono al volante, confessando nell’81% dei casi di parlare, mangiare, bere, digitare messaggi o navigare nei social network mentre guidano. Il dato resta preoccupante, ma evidenzia per fortuna un seppur minimo calo dato che in precedenza era l’84%. Lo rivela l’indagine globale LeasePlan Mobility Monitor condotta intervistando quasi 4.000 guidatori in 17 Paesi, Italia compresa. Il dettaglio evidenzia qualche piccolo cambiamento: le attività più comuni sono ”parlare al telefono” (76% nel 2015, 76% nel 2014) ”bere” (31% nel 2015, 32% nel 2014) ”mangiare” (18% nel 2015, 16% nel 2014). Nella più recente indagine, il 17% di tutti i guidatori dichiara di ”mandare messaggi di testo” mentre sono al volante (22% nel 2015, 24% nel 2014), mentre l’8% usa i social media (6% nel 2014). La ricerca di LeasePlan ha analizzato in particolare i comportamenti dei guidatori appartenenti alla generazione Y (nati tra il 1982 e il 1999), alla generazione X (nati tra il 1965 e il 1981) e alla generazione baby-boomers (nati tra il 1946 e il 1964).

I risultati evidenziano che le generazioni X ed Y sono più multitasking alla guida, rispetto ai baby- boomers con differenze veramente alte: il 36% di chi ha un’età compresa tra i 35 e i 44 anni ”utilizza i messaggi di testo” mentre è alla guida, fenomeno che invece in pratica inesistente (solo il 6%) per i guidatori tra 52 e 70 anni. Colpisce poi che a scrivere più messaggi di testo mentre guidano sono le donne, il 37% contro il 19 % degli uomini. Un dato che supera persino la vecchia attitudine del truccarsi in auto ( a farlo infatti, sono solo il 9 % delle donne intervistate e solo di generazione X, con età compresa tra i 35 e 44 anni). L’attitudine a ”bere” mentre si è alla guida caratterizza il 33% dei guidatori di generazione X , il 48% della generazione Y e il 26 % dei baby- boomers.

L’attività di ”fumare in auto” è più frequente nei giovani di generazione Y (25%) e di generazione X (21%) mentre è molto bassa nei baby-boomers (8%) così come il mangiare in auto, abitudine più comune tra i giovani di generazione Y (33%) mentre è praticamente assente tra i baby-boomers (6%). ”Il comportamento alla guida può avere un enorme impatto sulla sicurezza dei driver e sui costi della flotta – ha commentato Gavin Eagle, direttore commerciale LeasePlan Italia – Multitasking e conseguente distrazione alla guida sono tra le cause principali degli incidenti stradali. In Europa, la media dei costi degli incidenti stradali è circa 700 euro per incidente. Pertanto per un nostro cliente, oltre agli aspetti legati alla sicurezza, i costi finanziari da affrontare in caso di comportamenti alla guida rischiosi, sono importanti”.

fonte

Incidenti alla guida, report allarmante: la tecnologia è causa del problema o soluzione?

incidenti-stradali  Di recente la NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) ha pubblicato un report che ha aperto le porte ad un acceso dibattito. Nei primi sei mesi del 2016, sono state ben 17.775 le morti avvenute negli Stati Uniti a causa di incidenti stradali, il che segna un aumento del 10,4% rispetto al primo semestre del 2015. Il dato in sé è già parecchio allarmante, ma a peggiorare la situazione è che si tratta in assoluto della percentuale di incremento maggiore dal 1966 ad oggi. Il record appartiene allo scorso anno, quando l’aumento delle vittime di incidenti fatali è stato del 7,2% – se si continua su questa strada, al termine del 2016 si avrà un risultato ancora più disastroso.

La tecnologia può aiutarci a diminuire gli incidenti stradali?

Nel report non si approfondiscono le cause di un tale aumento negli incidenti stradali, ma sembra evidente che la maggior parte di questi sia dovuto ad un errore umano. Come prevenire questi errori che talvolta si dimostrano fatali? Innanzitutto un maggior controllo lungo le strade e leggi più restrittive per quanto riguarda la guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Ma tutto questo non basta, e forse un aiuto può arrivarci dalla tecnologia. La guida autonoma non è più un miraggio, e sono sempre più le aziende che si avvicinano a mettere produzione su larga scala vetture in grado di eliminare la necessità dell’intervento umano.

Ad esempio Google ha alle sue spalle ben 2 milioni di miglia di esperienza sulle strade pubbliche con le sue auto senza pilota, ed è pronta a concludere i test e passare al prossimo livello. Tutto ciò è meraviglioso e al contempo preoccupante. Basti infatti pensare a quanti degli incidenti succitati sono stati causati proprio dall’avanzare della tecnologia e dalle distrazioni che essa ci ha portato. Uno studio ha dimostrato che sono oltre 11.000al giorno gli incidenti di qualsiasi portata causati da pedoni e guidatori distratti dal videogioco Pokemon Go. Dobbiamo quindi essere spaventati dal progresso tecnologico, o affidarci completamente ad esso per il futuro della nostra guida?

fonte

Buche e incidenti, l’assessore Giorgetti: “Nel 2014 meno di 700 richieste di risarcimento per meno di 49mila euro”

incidenti-stradali-il-60-dovuti-allo-stato-di-strade-e-segnaletica_1Poco meno di 700 richieste di risarcimento arrivate per una cifra di quasi 49mila euro in liquidazioni per sinistri da anomalie stradali relativi al 2014. Sono alcuni dei dati illustrati dall’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti rispondendo ad una interrogazione in consiglio comunale. In dettaglio il numero complessivo delle richieste di risarcimento arrivate nel 2014 sono state 687 e il numero dei sinistri determinati da anomalie stradali nello stesso anno 528. L’assessore ha spiegato che il meccanismo di risarcimento prevede una franchigia per i primi 25.000 euro siano messi dal Comune e la parte eccedente sia a carico della compagnia di assicurazione (la QBE Insurance Europe con cui l’Amministrazione ha attivato una polizza RTC di 1.772.625 euro). In dettaglio l’importo complessivo delle liquidazioni nel 2014 è stato pari a 48.243,49 euro: sull’entità risarcimenti l’assessore ha precisato che “molto dipende dai legali delle controparti e che comunque l’Amministrazione tendenzialmente cerca sempre di applicare le tabelle ministeriali”. Nell’interrogazione si chiedevano informazioni anche sul tipo di asfalto utilizzato per le riparazioni delle anomalie stradali. Su questo punto l’assessore Giorgetti ha sottolineato che “dal novembre 2014 viene utilizzato un asfalto a freddo modificato, migliore del tradizionale e riconosciuto a livello nazionale”. E sui soggetti che intervengono sulle pavimentazioni stradali, l’assessore ha precisato che alla Sas spetta il compito di manutenzione e conservazione delle strade, mentre per le buche che si vengono a creare nei lavori dei sottoservizi competono alle ditte esecutrici dei lavori.

Tecnico degli incidenti stradali: pubblicata la norma nazionale UNI 11294

Immagine     La norma, che ritira e sostituisce la UNI 11294:2008 e della quale abbiamo preannunciato la pubblicazione fin dal 2013 (>> VAI ALL’ARTICOLO), è relativa alla qualificazione dei tecnici per la ricostruzione e l’analisi degli incidenti stradali e ne specifica requisiti di conoscenza, abilità e competenza.

La norma stabilisce un minimo di competenze per la qualificazione dei tecnici che effettuano la ricostruzione degli incidenti stradali, delle cause tecniche che li hanno determinati e dei comportamenti delle persone coinvolte nell’evento.

UNI 11294:2015 “Attività professionali non regolamentate – Qualificazione dei tecnici per la ricostruzione e l’analisi degli incidenti stradali – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”

Euro 46,00 + iva (in lingua italiana)

La norma, disponibile sia in formato elettronico che in formato cartaceo, sarà scontata del 15% ai soci effettivi.

La norma UNI 11294 è contenuta negli abbonamenti all’OT U71 e alla SC U7100 relativi alla commissione tecnica Costruzioni stradali ed opere civili delle infrastrutture.

Per informazioni:
Settore Vendite
Tel. 0270024200 (call center dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00, dal lunedì al venerdì)
Email: diffusione@uni.com

Quando una tesi di laurea diventa azienda e finisce su Kickstarter

AdvicyDrive è un wearable device che rileva la sonnolenza alla guida analizzando il battito cardiaco. Nel 2008, con questo argomento, Vincenzo Ferreri diventa dottore in ingegneria elettronica. Nel 2014, 4 colleghi ne fanno una startup e ora hanno lanciato una campagna sulla piattaforma di crowdfunding. Guarda il VIDEO

LA STORIA

di Concetta Desando

I founder di AdvicyDrive. In alto da sinistra: Vincenzo Ferreri, Paolo Sangregorio; in basso: Giorgio Ferrari, Rodolfo PintoI founder di AdvicyDrive. In alto da sinistra: Vincenzo Ferreri, Paolo Sangregorio; in basso: Giorgio Ferrari, Rodolfo PintoIl colpo di sonno alla guida è causa di oltre il 20% degli incidenti stradali al mondo. Solo in Italia si contano più di mille morti l’anno in incidenti d’auto dovuti al colpo di sonno e più di sei miliardi di euro di spese sanitarie. I numeri crescono a dismisura negli Stati Uniti: 250mila guidatori al giorno ammettono di aver guidato in stato di sonnolenza, più di 100mila incidenti l’anno sono causati da colpo di sonno al volante e quasi 12 miliardi di dollari vengono persi in spese assicurative e sanitarie.

Partendo da questi dati, Vincenzo Ferreri ha scritto una tesi di laurea in ingegneria elettronica proponendo una soluzione innovativa al problema: AdvicyDrive, un wearable device che rileva lo stato di sonnolenza alla guida analizzando il battito cardiaco. Era il 2008. Nel 2014 il giovane ingegnere decide di fare di questa idea una startup e di lanciare una campagna di crowdfunding su Kickstarter.Obiettivo: raggiungere 70mila sterline entro 45 giorni. “Questo traguardo ci permetterà di rendere di passare dal prototipo a un piano di industrializzazione e commercializzazione”, dice Rodolfo Pinto, uno dei founder.

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La sua storia è la dimostrazione di come le buone idee sono destinate a durare. E a diventare impresa.  Dopo la laurea e diversi anni passati nella direzione marketing e vendite di multinazionali, nel 2014 Vincenzo conosce Giorgio Ferrari, 30 anni, ingegnere gestionale, che dopo aver lavorato in diverse multinazionali di consulenza, da qualche anno si occupa di startup, lavorando in una piattaforma di investimento. I due colleghi decidono che è il momento di riprendere quella tesi di laurea dal cassetto e di farne un’azienda. Con l’aiuto Paolo Sangregorio, 27 anni, una laurea in informatica e diverse esperienze all’estero, iniziano a sviluppare l’app. Poi, ai tre si unisce Rodolfo Pinto, 24 anni,amministratore di una società che investe in realtà innovative in Italia e all’estero ed esperto di startup. “Non è il tradizionale team di una startup. Tutti e quattro i cofondatori, infatti, hanno già avuto diverse esperienze lavorative nel mondo corporate e startup. Nel novembre del 2014 abbiamo creato un prototipo  e lo abbiamo testato: AdvicyDrive funziona” racconta il giovane imprenditore.

Il sistema combina un sensore indossabile a una applicazione per smartphone. Il sensore è provvisto di clip e può essere indossato o su un braccialetto prodotto dalla stessa azienda, o su qualunque altro punto del corpo, purché rimanga ben aderito alla pelle. “La tecnologia usata dal sensore, infatti, è la fotopletismografia –spiega ancora Rodolfo Pinto – attraverso cui è possibile rilevare la frequenza cardiaca, attraverso le variazioni di colore della pelle generate dal flusso sanguigno sotto l’epidermide. Una volta rilevata la frequenza cardiaca, il sensore invia i dati all’app smartphone AdvicyDrive, che grazie ad un algoritmo brevettato, rileva una soglia di attenzione che viene poi usata come termine di paragone durante la guida. Se il livello di attenzione scende al di sotto della soglia, il guidatore viene allertato attraverso un suono acuto e una luce intermittente che suggerisce, quindi, una sosta forzata”.

Un sistema innovativo che offre diversi vantaggi  rispetto alle soluzioni già esistenti. “Molte case automobilistiche, soprattutto di lusso, hanno già sviluppato sistemi di rilevamento della sonnolenza alla guida, per evitare incidenti dovuti al colpo di sonno – continua il founder -. I parametri utilizzati, però, spesso sono poco sicuri: alcuni sistemi valutano il movimento delle palpebre del guidatore, che può però essere influenzato da altri fattori quali occhiali o bagliori. Altri sistemi valutano il controllo attivo dello sterzo, ma chi è abituato a guidare sa bene che il più delle volte si guida con una sola mano sul volante. AdvicyDrive, invece, valuta un dato biologico quale la frequenza cardiaca, che numerosi studi dimostrano essere oggettivamente correlato all’addormentamento”.

AdvicyDrive richiede una configurazione da eseguire solo al primo utilizzo, in modo da poter effettuare un’analisi “personalizzata” del battito cardiaco del guidatore, rilevando la sua specifica soglia di addormentamento: ciascuno infatti ha un comportamento cardiaco che varia a seconda delle abitudini di vita. Un altro vantaggio rispetto agli attuali sistemi è che AdvicyDrive non è incorporato al veicolo, ma segue il guidatore, che può quindi utilizzarlo con qualunque vettura, dall’auto a noleggio all’auto di un familiare.

Una volta verificato che il prodotto funziona e che il mercato ne è attratto, i quattro imprenditori decidono che è il momento di affacciarsi al mercato globale e, anziché percorrere la tradizionale via della ricerca di investitori o di chiedere finanziamenti alle banche, optano per una campagna di crowdfunding, attraverso la quale chiunque potrà supportare l’azienda preordinando il prodotto o facendo un’offerta. “Rispetto alle classiche startup, noi abbiamo un prodotto pronto e funzionante. Ecco perché abbiamo preferito il crowdfunding all’investitore” spiega.

Dal 1° aprile, infatti, è possibile supportare AdvicyDrive su kickstarter.com, la più grande piattaforma di crowdfunding al mondo. Gli utenti possono preacquistare il prodotto o fare un’offerta acquistando altri gadget, a partire da  5 sterline.

Ecco il nuovo rendering del prodotto che verrà rilasciato sul mercato se la campagna di crowdfunding verrà completata con successo:

Istat, pubblicato il rapporto incidentalità nelle regioni d’Italia, anno 2013

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ROMA – L’incidentalità nelle regioni d’Italia – Anno 2013. Pubblicato da Istat un rapporto che analizza l’andamento degli incidenti stradali in Italia nel 2013 e nell’arco temporale 2001-2013. Luoghi e circostanze, giovani e anziani, conducenti o passeggeri, le strade critiche, il rispetto degli obiettivi di programma UE.

181.227 sono stati gli incidenti stradali con lesioni a persone rilevati in Italia nel 2013, 3.385 le persone decedute, 257.421 le persone ferite. 497 di media gli incidenti che ogni giorno hanno causato lesioni.

Le strade urbane le più pericolose, con 136.438 incidenti, 35.524 su tutte le extraurbane, 9.265 invece per le autostrade. Per quanto riguarda il rapporto percentuale tra incidenti – morti – feriti “sulle autostrade, la variazione percentuale di incidenti, morti e feriti è più contenuta rispetto agli altri ambiti stradali ed è pari rispettivamente a -1,5 per cento, -2,7
per cento, -2,6 per cento”.

Tra i il 2010 e il 2013 il numero di morti sulle strade si è ridotto del 17,7%. Tra “il 2001 e il 2013 gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati […] da 263.100 a 181.227, con un calo complessivo del 31,1 per cento; i morti sono passati da 7.096 a 3.385 (-52,3 per cento) e i feriti da 373.286 a 257.421 (-31,0 per cento)”.12,5 il tasso di mortalità nel 2001, 5,6 del 2013″.

In dimuinuzione progressiva dal 2001 al 2013 le morti nella fascia d’età 25-59 anni, in calo anche tra i 15-24. In lieve aumento invece tra il 2012 e il 2013 i decessi di persone superiori ai 60 anni ed è in questa fascia di età che per le donne dal 2009 si concentra il maggior numero di vittime.

Nel 2013 le autovetture sono state il mezzo più coinvolto con il 67,5% dei casi, quindi i motocicli con il 12,8%, autocarri 6,4%, biciclette 5,3% ciclomotori, 4,5%, minicar 0,2%.

Ancora nel 2013 i conducenti hanno rappresentato il 67,9% dei decessi, 15,9% i passeggeri, 16,2% i pedoni. “Focalizzando l’attenzione sulle utenze deboli della strada (pedoni, centauri e ciclisti) e sull’andamento temporale negli ultimi anni, si rileva che tra il 2001 e il 2013 il numero di pedoni morti in incidente stradale è diminuito del 46,8 per cento, per i conducenti e passeggeri di motocicli e ciclomotori la riduzione del numero di morti è stata pari al 40,5 per cento. Per i ciclisti gli eventi di decesso sono diminuiti del 31,4
per cento”.

Per quanto riguarda le regioni, nel 2013 i livelli di mortalità più alti si sono registrati in Molise, Emilia-Romagna, Sardegna, Umbria e Friuli-Venezia Giulia con tassi compresi tra l’8,3 e il 6,8 per mille, mentre i più bassi in Basilicata, Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia, con tassi compresi tra il 3,8% e il 5 per mille, al di sotto della media nazionale che è di 5,6 per mille.

Gli obiettivi europei. Il rapporto presenta un’analisi delle performance nazioni e regionali rispetto al Terzo e al Quarto programma (in corso) d’azione per la sicurezza stradale, con valutazioni e dati i vista dell’obiettivo del 2020 di riduzione dei feriti sulle strade.

Questo l’indice del volume:

  • Livello e dinamiche dell’incidentalità stradale (Analisi temporale dei dati sugli incidenti stradali con lesioni a persone: periodo 2001-2013 8;  Il contributo delle regioni al fenomeno dell’incidentalità stradale);
  • Le regioni d’Italia a confronto sugli obiettivi europei (Gli obiettivi 2010 e 2020 di riduzione del numero di morti sulle strade: la posizione dell’Italia e le differenze tra le regioni; Verso l’obiettivo strategico 2020 di riduzione del numero di feriti sulle strade; Gli utenti vulnerabili della strada: la situazione dell’Italia e le differenze tra le regioni);
  • Differenziali di sicurezza stradale in ambito urbano e sulla rete stradale primaria (La sicurezza stradale nelle strade urbane; Gli incidenti su autostrade e strade statali negli ultimi 10 anni; Le principali tipologie di incidente; Le differenze territoriali; Autostrade e strade statali con maggior numero di incidenti);
  • Le conseguenze degli incidenti (Costo sociale degli incidenti; Costi immateriali degli incidenti stradali: anni di vita potenziali perduti per ruolo, età e sesso; Ospedalizzazione per incidentalità stradale; Struttura della scheda di dimissione ospedaliera; Il flusso informativo sanitario per incidentalità stradale).

Corrado De Paolis

Info: Istat incidentalità regioni d’Italia 2013

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Rapporto Istat Aci incidenti stradali 2013

E’ Milano la città con più incidenti stradali ogni 1000 auto

incidenti E’ Milano è la città con più incidenti stradali ogni 1.000 autovetture circolanti. Lo rivela il X Rapporto dell’Ispra

È Milano è la città con più incidenti stradali ogni 1.000 auto circolanti. A dirlo è il X Rapporto dell’Ispra, che monitora la sicurezza stradale in 74 comuni italiani analizzando i dati forniti dalle statistiche degli incidenti di Aci-Istat (2013). Seguono in classifica Genova, Firenze e Bergamo. Roma non figura sul podio, nonostante sia la città più congestionata d’Italia. Se però si condidera il numoro assoluto di incidenti – e non ogni 1000 auto – ovviamente compare anche la Capitale. Nei grandi comuni di Roma, Milano, Genova, Torino e Firenze si è verificato infatti il maggior numero di incidenti in assoluto per tutti gli anni dal 2006 al 2012. Milano, Genova, Firenze e Bergamo hanno tutte registrato più di 15 incidenti ogni mille auto. Il valore più basso risulta essere nel comune di Cosenza con 1,2 incidenti ogni 1.000 autovetture circolanti.

Per quanto riguarda gli incidenti, il 2014 chiude in Italia con un calo del 6% degli incidenti sulle strade rispetto all’anno precedente.
Le infrazioni invece non diminuiscono, con 1,8 milioni di infrazioni del codice della strada rilevate e oltre 2 milioni di punti patente decurtati.

La manutenzione stradale carente è la maggior causa di incidenti

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Secondo una nota rilasciata dall’Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale, la gran parte degli incidenti è dovuta al pietoso stato delle strade e alla segnaletica, in molti casi errata o illeggibile. I dati dicono che quasi la metà dei cartelli è fuori legge

Negli ultimi anni il numero di incidenti stradali è sempre in calo, purtroppo non abbastanza. Sono ancora molti, troppi, coloro i quali perdono la vita o rimangono feriti in un incidente stradale. Secondo i dati ISTAT (Istituto nazionale di statistica) nel 2013 si sono verificati in Italia 182.700 incidenti con lesioni a persone, 3.400 i decessi e oltre 259.000 feriti. Numeri inammissibili, soprattutto se si considera che la maggior parte degli incidenti avviene per colpa della mancanza di manutenzione delle nostre strade e della segnaletica stradale, in molti casi illeggibile o errata. Così afferma l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale).

SEGNALETICA SPESSO FUORI LEGGE

Basta circolare per qualche ora nelle nostre città per rendersi conto dell’effettivo stato delle strade: buche, lavori in corso, manto stradale spesso rattoppato non nel migliore dei modi, corsie a larghezza ridotta, deviazioni, strade dissestate, insomma… un continuo disagio per motociclisti e automobilisti. Nella gallery trovate alcune foto che documentano lo stato di degrado. A denunciare l’incuria delle nostre strade è l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale), secondo la quale il 60 % degli incidenti è causato dalla scarsa manutenzione. I dati, rilevati dalla SIIV (Società Italiana di Infrastrutture Viarie), sostengono che solo il 40 % dei sinistri avviene per responsabilità del conducente, mentre il 30 % è causato dalla mancata manutenzione delle strade e il restante 30 % dalla segnaletica inadeguata. Questo problema era già stato portato alla luce nel 2007, ma nel frattempo nulla è stato fatto, anzi… la situazione sembra essere peggiorata. Secondo l’ANEIS, buona parte dei 12 milioni di cartelli stradali presenti nel nostro Paese sono errati o fuorvianti e per mettere a norma di legge tutti i segnali stradali sbagliati ci vorrebbero tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro.

LA RESPONSABILITÀ È DEGLI ENTI (MA NON SEMPRE)

Della manutenzione e della segnaletica stradale sono responsabili gli Enti proprietari della strada, ma in caso di incidente non sempre è possibile rivalersi su di essi; queste le parole di Luigi Cipriano, Presidente ANEIS: “L’incidente deve avere le connotazioni della imprevedibilità. Per esempio, per un incidente causato da una buca sulla strada si viene risarciti solo se si prova che non era visibile ed era oltretutto imprevedibile, in caso contrario il conducente avrebbe dovuto individuarla ed evitarla; mentre per quanto riguarda i cartelli stradali posti in modo errato, la responsabilità resta sempre dell’Ente, purché si riesca a fornire la prova che la segnaletica era inadeguata”.

Negli ultimi anni qualche comune si è inventato delle soluzioni “alternative” per cercare di ridurre il problema dei danni causati dalle buche e dall’incuria delle strade; è stato scritto anche un libro composto dai tweet degli utenti con lo scopo di sensibilizzare i cittadini e le autorità sul tema delle infrastrutture stradali e sul attuale stato dei manti di asfalto. Speriamo che la situazione delle nostre strade migliori! In ogni caso quando si parla di sicurezza, non ci si può dimenticare che il primo passo da fare è sempre quello di stare ben attenti. E se capita qualcosa, scattate più foto possibile!

di Giuseppe Cucco

ANEIS – La metà della segnaletica stradale in Italia è fuori legge: la scarsa manutenzione delle strade causa il 60% degli incidenti

aneisSecondo la giurisprudenza l’Ente proprietario è responsabile, ma l’insidia deve essere “imprevedibile”

La segnaletica stradale insufficiente, deteriorata, poco visibile o incomprensibile è un problema che da sempre riguarda le strade d’Italia. I dati ISTAT parlano chiaro, la distrazione o l’indecisione risultano tra le cause più ricorrenti di incidente stradale, ma gran parte di questi sinistri è dovuta anche all’inadeguatezze della segnaletica, infatti, quasi la metà dei segnali stradali in Italia non è conforme alle norme e la manutenzione delle strade è del tutto insufficiente.

Secondo dati SIIV – Società italiana di infrastrutture viarie – la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano solo il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale. In Italia sono presenti oltre 12 milioni di cartelli (Asaps), un numero eccessivo si segnalazioni spesso errate o fuorvianti, inoltre l’ultima ricerca sullo stato della segnaletica in Italia, che risale al 2007, denuncia un’insufficiente qualità dei segnali stradali e un peggioramento rispetto al 1998, data dell’ultimo studio. Sempre secondo SIIV per mettere a norma tutti i segnali stradali ci vorrebbero tra i 2,5 e 3,5 miliardi di euro.

In caso di incidente causato dalla scarsa manutenzione del manto stradale o dal deterioramento e inadeguatezza della segnaletica stradale collocata in modo non idoneo ad avvisare gli automobilisti del pericolo, l’Ente proprietario della strada è sempre responsabile. “L’incidente, tuttavia, deve avere le connotazioni della imprevedibilità, ad esempio, per un incidente causato da una buca sulla strada si viene risarciti solo se si prova che non era visibile ed era oltretutto imprevedibile, in caso contrario l’automobilista avrebbe dovuto individuarla ed evitarla” spiega Luigi Cipriano, Presidente ANEIS – Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale – “mentre per quanto riguarda i cartelli stradali posti in modo errato, la responsabilità resta sempre dell’Ente, purché si riesca a fornire la prova che non sempre è possibile”.

 

Se la telecamera a bordo fosse resa obbligatoria?

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Un quarto degli automobilisti del Regno Unito pensa che le telecamere in auto debbano  essere obbligatorie Photo: RAC

Un aumento dei cosiddetti “incidenti falsi”,  le truffe alle assicurazioni ha portato ad un aumento degli automobilisti che utilizzando le telecamere in auto, con il 26% di rimborso, l’azione  per rendere obbligatoria la tecnologia che  la ricerca dal RAC (Royal Association Car) ha trovato.

Quasi il 39% dei conducenti stanno prendendo in considerazione il montaggio di una macchina fotografica in auto e il 71% degli automobilisti intervistati credono che contribuirebbero a ridurre i falsi risarcimenti delle assicurazione auto da incidenti stradali.

La pratica è diventata un’industria miliardi di sterline per i criminali d’ auto, con un aumento del 34% dei sinistri fasulli fatte lo scorso anno, secondo l’Associazione degli assicuratori britannici.

I reclami falsi aggiungono 90 £ l’anno al premio del automobilista medio.

traffico autostrada
Richieste danni per sinistri falsi  aggiungono circa 90 sterline l’anno al premio medio rc auto ‘ Credit: PA

Il capo degli affari esterni del RAC Pete Williams ha detto: “Finché sono utilizzate correttamente, le road scan  sono una preziosa testimonianza delle circostanze che si sono verificati intorno a un incidente e come tale possono contribuire a ridurre il costo dei sinistri e le  lesioni personali che, a loro volta, dovrebbe in ultima analisi, ridurre il costo di assicurazione.

“Fare diventare le telecamere in auto obbligatoria darebbe un costo iniziale, ma si potrebbe pagare con forme alternative e potrebbero tagliare i premi della nazione.”

Assicurazioni: arriva cervellone informatico anti-furbetti dei falsi incidenti

verniciatura all'aperto  ROMA – Assicurazioni: arriva cervellone informatico anti-furbetti dei falsi incidenti. Tempi duri, si spera, per i “furbetti” delle assicurazioni, chi ci marcia sugli incidenti finti o gli infortuni simulati: banca dati unica e incrocio intelligente delle informazioni individueranno in anticipo i soggetti a rischio, ogni sinistro sarà contrassegnato da unindicatore di anomalia. Per dire, si saprà prima quante volte un soggetto ha testimoniato in cause assicurative. In teoria, una gestione più efficiente nell’individuazione delle frodi, potrebbe portare alla diminuzione del costo delle polizze Rc Auto, visto che le compagnie assicurative hanno sempre attribuito i suoi alti costi al livello altissimo dei comportamenti fraudolenti.

Il Garante per la privacy ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto per l’istituzione e il funzionamento dell’“archivio informatico integrato” contro le frodi assicurative. In base alla bozza di regolamento, predisposto dal ministro dello Sviluppo economico e dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il nuovo archivio – ricorda la Newsletter dell’Autorità – sarà istituito presso l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (Ivass) per fornire dati alle imprese di assicurazione (per la valutazione del livello di anomalia di ogni sinistro e per la loro liquidazione) e agli altri soggetti previsti dal regolamento come autorità giudiziaria e forze di polizia (per finalità antifrode).

L’Ivass raccoglierà in un unico database le informazioni di numerose banche dati come quella dei sinistri, l’anagrafe testimoni e l’anagrafe danneggiati (già istituite presso l’Ivass), della banca dati dei contrassegni assicurativi, dell’archivio nazionale dei veicoli, dell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida e del Pra (Pubblico registro automobilistico), della banca dati contenente le informazioni relative al ruolo dei periti assicurativi. All’archivio informatico integrato confluiranno anche le informazioni sull’installazione e attivazione delle cosiddette “scatole nere”, raccolte a fini antifrode.

Dai dati raccolti, l’Ivass sarà in grado di calcolare per ogni sinistro un cosiddetto “indicatore di anomalia” sul rischio di fenomeni fraudolenti, per poi comunicarlo alle imprese di assicurazione coinvolte. L’Autorità, prima del via libera, considerando i potenziali rischi per la privacy di un progetto così ampio, ha indicato agli uffici competenti adeguate tutele poi inserite nella bozza di decreto. In particolare il Garante ha richiesto che vengano utilizzati solo dati pertinenti e non eccedenti, oltre che espressamente individuati, rispetto alle specifiche finalità perseguite dall’Ivass con questa iniziativa. Dovranno inoltre essere individuati con precisione tempi e modalità di conservazione dei dati. Particolari misure, infine, dovranno essere adottate per garantire la sicurezza dei dati, anche in fase di trasmissione e conservazione.

Incidenti stradali in Germania

Migliaia d’italiani sono coinvolti ogni anno in incidenti stradali all’estero – ovviamente anche in Germania.

 Incidente stradale in Germania – cosa fare?

 In caso d’incidente stradale in Germania si applicano il diritto tedesco in materia di circolazione stradale, il Codice della Strada tedesco (StVO), connesso alle disposizioni del diritto in materia di responsabilità civile ed eventualmente della legge sulle violazioni amministrative e del diritto penale.

 Una domanda importante è sapere se il diritto al risarcimento dei danni di un italiano lesionato in Germania sarà liquidato ai sensi del diritto tedesco, o di quello italiano o di un altro diritto.

 In caso d’incidente stradale verificatosi in Germania si applica in linea di massima il diritto tedesco. Qualora però, in via eccezionale, entrambi i soggetti coinvolti nell’incidente (il danneggiante e il danneggiato) avessero la loro dimora abituale in Italia, si applicherebbe il diritto italiano al risarcimento dei danni – ma appunto soltanto in quel caso!

 In caso d’incidente è raccomandabile, per ragioni probatorie, chiamare la polizia. Tuttavia in Germania la polizia, in caso d’incidenti lievi senza danni alle persone, si limita spesso ad accertare i dati dei soggetti coinvolti nell’incidente e dei testimoni, senza però redigere un verbale sullo svolgimento dei fatti. Qualora la polizia dovesse tuttavia fare accertamenti sull’andamento dei fatti, è possibile richiedere la visione degli atti – la quale è tuttavia concessa soltanto agli avvocati. In caso d’incidenti gravi con dei morti interviene il Procuratore della Repubblica in loco. In tali casi viene conferito mandato di eseguire una perizia analitica dell’incidente allo scopo di accertare la dinamica precisa dell’incidente. Una tale perizia può anche essere prodotta su richiesta in una causa civile sull’andamento dei fatti. È da sottolineare che gli analitici d’incidenti lavorano in modo molto professionale ed usufruiscono dei metodi più moderni.

Spesso è utile verbalizzare la dinamica dell’incidente assieme al danneggiante sull’usuale modulo, la cosiddetta Constatazione amichevole d’incidente, messo a disposizione dalle associazioni automobilistiche e dalle assicurazioni.

Per una successiva liquidazione dei danni è necessario annotare la targa installata sulla vettura della controparte, mentre il detentore della vettura è desumibile dallaKraftfahrzeugschein/Zulassungsbescheinigung Teil I {carta di circolazione/certificato di immatricolazione parte I} che il conducente della vettura deve sempre portare con sé.

Oltre a ciò le assicurazioni forniscono spesso ai loro assicurati una specie di biglietto da visita, che dovrebbe essere consegnata alle parti coinvolte nell’incidente, e che contiene le indicazioni relative alla targa del veicolo, al detentore e all’assicurazione di responsabilità civile. Tuttavia non è obbligatorio avere un biglietto da visita del genere.

In base alla targa del veicolo può essere verificato, tramite il numero centrale degli assicuratori automobilistici www.zentralruf.de, dove una macchina tedesca è assicurata. Per le autovetture immatricolate in Germania vige l’obbligo d’assicurazione r.c. legale; sono usuali somme assicurative di 7,5 milioni di euro o superiori. La guida di un veicolo senza copertura assicurativa r.c. costituisce reato.

 È naturalmente vantaggioso produrre fotografie e schizzi da diversi angoli d’osservazione del luogo del sinistro.

 La liquidazione stragiudiziaria del danno conseguente all’incidente per il tramite delle assicurazioni di responsabilità civile avviene di regola in modo spedito. Sovente le assicurazioni tedesche versano anticipi forfetari. Secondo il diritto tedesco in materia di assicurazione di responsabilità civile, il danneggiato ha diritto al rimborso delle sue spese di riparazione, oppure al risarcimento del valore attuale che l’autovettura possedeva prima dell’incidente, ciò se le spese di riparazione superano notevolmente il valore della vettura (il cosiddetto danno economico totale). Oltre a ciò devono essere rimborsati in conformità al diritto tedesco sia le spese del perito per la valutazione del danno sull’autoveicolo, sia il mancato godimento che insorge ai danni del proprietario del veicolo per il periodo intercorrente dall’incidente fino alla riparazione eseguita nel limite di tempo determinato dal perito del danno.

 Qualora l’autovettura italiana danneggiata si trovi ancora in condizioni di marcia e debba essere riportata a breve termine in Italia, è tuttavia raccomandabile far costatare da un perito tedesco immediatamente dopo l’incidente il danno sulla vettura.

Le grandi officine dispongono spesso di un ufficio peritale in sede. Molte assicurazioni hanno un cosiddetto servizio per la liquidazione veloce del danno {Schadenschnelldienst}, cosicché può aver senso chiamare l’assicurazione di responsabilità civile della controparte subito dopo l’incidente e di richiederle questo servizio. Qualora non dovesse sussistere la necessità di agire immediatamente, si dovrebbe dapprima chiedere consiglio a un avvocato.

 Le assicurazioni tedesche rimborsano inoltre anche le spese legali. In caso di danni alle persone, la liquidazione avviene mediante il pagamento delle spese di guarigione, del mancato guadagno dimostrato e di un pretium doloris. L’ammontare del pretium doloris è rimessa alla discrezione della trattativa degli interessati o del tribunale. In quanto a ciò ci si ricorre a valori dall’esperienza ricavata da sentenze d’uffici giudiziari di secondo grado. In Germania non esiste una codificazione legale del pretium doloris ai sensi del „danno biologico“ italiano. Di regola il pretium doloris tedesco è notevolmente inferiore rispetto alle somme riconosciute dal diritto italiano per il „danno biologico“.

 Dopo che la Corte di Giustizia Europea ha approvato la promozione dell’azione del danneggiato dal sinistro nel suo Paese d’origine e ciò è stato adottato dall’ultima direttiva sulle assicurazioni di responsabilità civile autoveicoli dell’UE, non sussiste in linea di massima alcun dubbio sul fatto la promozione dell’azione al domicilio del dannegiato si presta. Si deve tuttavia considerare che i giudici al domicilio del danneggiato, come pure l’avvocato locale del danneggiato, devono all’occorenza essere esperti del diritto di risarcimento dei danni tedesco, se l’incidente si è verificato in Germania. Seppur è vero che la direttiva sull’assicurazione di responsabilità civile autoveicoli ha ampliato le possibilità d’azione, essa non ha modificato il principio secondo cui i diritti del risarcimento dei danni del danneggiato si orientano al diritto al luogo del sinistro.

 Tuttavia nei casi un po’ più complessi è da sconsigliare al danneggiato (italiano) di proporre l’azione in Italia quando il regolamento del danno deve avvenire secondo il diritto tedesco.

Non si può né presupporre che i tribunali italiani abbiano conoscenze del diritto tedesco né, viceversa, non ci si può neppure aspettare che i tribunali tedeschi abbiano conoscenze del diritto italiano.

Incidenti stradali in calo: quale conseguenza per le Rc auto?

L’ANIA, Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici, ha diffuso un report tramite il quale viene fotografata la situazione degli incidenti stradali in Italia e del loro costo medio di risarcimento: in questo modo si mira a stabilire quanto i sinistri stradali vadano effettivamente a ripercuotersi sulla determinazione dell’assicurazione auto.

Two Vehicle accident at a busy intersection

Secondo l’analisi in questione, nel corso del 2013 sono accaduti 2.139.311 incidenti con una diminuzione del 7.1% rispetto all’anno precedente nell’ambito del quale si sono verificati 2.302.570 sinistri. Il costo medio dei sinistri, risultato del rapporto tra il costo totale degli incidenti e il numero degli eventi avvenuti, parla di una cifra che per il 2013 è stata di 4.597 euro: +2.3% rispetto ai 4.495 euro del 2012. Ad influenzare questo dato sono stati i danni alle persone che sono aumentati dai 14.804 euro del 2012 ai 15.766 euro del 2013 (+6.5%), mentre i danni alle cose sono rimasti piuttosto stabili (1.899 nel 2012, 1.908 nel 2013). Anche il numero generale di sinistri ha segnato un decremento attestandosi su quota 19.3%, quando invece i sinistri di lieve entità nel 2012 erano stimati nella misura del 20.1%.

Questa situazione generale ha perciò contribuito a ridurre il costo finale della RCauto nella misura media del 4.7%. Tuttavia rimane ancora immutata (e irrisolta) quella situazione per la quale una Rc auto stipulata in determinate città viene a costare talvolta anche il doppio o il triplo di altri comuni. E’ questo quanto accade a Napoli, città con l’assicurazione auto più cara d’Italia probabilmente dovuta al fatto che qui, la frequenza dei sinistri è del 60% più elevata della media nazionale. Se la cavano meglio le città del Nord Est dove la frequenza incidenti è ridotta al minimo, con particolare riferimento alla città di Rovigo che ad oggi è quella meno incidentata d’Italia (3.66%) e che viene seguita da alcune province del Veneto, del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia.

Al di là di questa analisi resta il fatto che stipulare un’assicurazione autooggi, rispetto a ieri, può persino divenire motivo di risparmio. Probabilmente motivate da una crisi economica che sta riducendo di molto le possibilità di spesa delle famiglia nonché limitando al massimo le opportunità di acquistare un’auto, le imprese assicuratrici stanno via via proponendo pacchetti mirati e promozioni varie mirate a ridurre il peso di una polizza.

Purtroppo la situazione generale continua a rimanere critica, tant’è che le stesse compagnie di assicurazione si vedono costrette a reinventarsi in una chiave più economica e rispondente alle necessità imperanti.

B&T News