n° 01 2008

STIMA S.R.L – Piazza Dante 8/7 – 16121 GENOVA – tel 010/59981.1 – Redazione: Via Iris Versari 36 00121 ROMA ANNO 3 N 1

NON SOLO AUTO

Abbiamo incontrato l’architetto

Emanuele Borra, socio con Gianluca e

Giorgio Rovero della Borra Rovero

Associati, uno Studio Associato di

architettura con sede a Torino ed

importanti commesse in tutta Italia.

Di cosa vi occupate?

Lo studio si occupa di “progettare per

l’uomo”, dal dettaglio al complesso, dal

design all’architettura, con particolare

attenzione all’ambiente che ci circonda,

cercando di far dialogare la storia con la

ricerca del nuovo nel rispetto della natura.

Quali sono i progetti in corso?

Al momento stiamo progettando e

seguendo la costruzione di un’area a

destinazione civile abitazione avendo

cura di mantenere un basso impatto

ambientale facendo leva anche sulle

opere di sistemazione a verde.

La disposizione planimetrica degli edifici,

i profili e le caratteristiche tipologiche

delle abitazioni sono state scelte al fine di

ottenere la posizione più ottimale dal

punto di vista di confort ambientale e in

special modo dall’asse eliotermico.

Il progetto presenta così una soluzione

che è movimentata come è movimentato

il territorio in cui si sviluppa, con all’interno

piste ciclabili, panchine e quanto

altro possa allietare e piacere all’animo

del fruitore.

Il nostro obiettivo è riscoprire sia le tipologie,

rivisitandole, degli edifici con muratura

portante, ove possibile compatibilmente

alle normative proprie di un territorio

sismico, sia soluzioni impiantistiche e

tecnologiche tali da permettere soluzioni

con miglior impatto ambientale e miglior

caratteristica termica dell’organismo. Per

gli impianti termici cerchiamo di procedere

all’integrazione con energia solare e

centrali di produzione di energia anche

unitamente a modesti impianti di teleriscaldamento.

Abbiamo appena terminato un progetto

molto interessante, benché di piccole

dimensioni, che ci poneva di fronte ad

un confronto con la storia: si trattava di

inserire un locale BAR nel porticato del

Peso Comunale di Cavour (TO), locale

storico vincolato, e locali di servizio da

recuperare all’interno del manufatto oggi

interamente destinato ad alloggio del

custode.

Il progetto prevedeva la realizzazione di

un manufatto ad un piano fuori terra,

arretrato dal perimetro del porticato,

avente forma ad “L” destinato interamente

a locale BAR.

La struttura realizzata è in acciaio (colonne)

verniciato grigio antracite antichizzato

(ferro micaceo) con serramento che si

sviluppa all’interno della struttura e da

esso indipendente; l’intervento, arretrato

rispetto al filo di facciata, si propone

come di minimo impatto visivo, riproponendo

come “suggestione” la tipologia

dei “giardini d’inverno” ottocenteschi.

Il serramento in alluminio, verniciato

anch’esso in grigio antracite (ferro micaceo),

è fisso e presenta una divisione orizzontale

a circa 2 m da terra che individua

una porzione apribile di 30 cm tale

da garantire una corretta aerazione

naturale; sono presenti due accessi, uno

a doppio battente di circa 1,8 m sul fronte

nord (via Giolitti), l’altro all’estremo del

lato corto della “L” sul lato della piazza

Solforino lato Est. La struttura del locale è

in acciaio con colonne a vista antistanti il

serramento di impostazione “classica”,

mentre la struttura orizzontale interna al

locale è formata da putrelle scatolate

lasciate a vista con soprastante pannello

di copertura realizzato in lastre in acciaio

coibentate; gli elementi di connessione e

tamponamento non in vetro quali il profilo

delle lastre di copertura, sono state

realizzate in lamiera verniciata dello stesso

colore delle altre strutture.

Ma il progetto più impegnativo è quello

che ci vede in partnership con il Gruppo

Stima per la ristrutturazione delle sedi sul

territorio di Alleanza Assicurazioni

Quale approccio è stato scelto il progetto

Alleanza Assicurazioni?

La prassi progettuale, nel nostro modus

operandi, assegna ai materiali un ruolo

determinante nella costruzione dell’architettura.

Non solo sul piano della loro

capacità figurativa nel tradurre le nostre

intenzioni espressive, ma anche e soprattutto

nel rigore e nella chiarezza costruttiva

con cui vengono trattati i reciproci

rapporti tra materiali diversi e tra questi

ultimi e la struttura complessiva dell’organismo

edilizio.

Abbiamo così analizzato :

– i posti di Lavoro con un approccio ergonomico.

Definiamo ergonomia “l’adattamento

del lavoro all’uomo” pertanto

l’obiettivo che ci poniamo è di permettere

di minimizzare il costo per il lavoratore,

togliendo quelle caratteristiche della progettazione

che, probabilmente a lungo

termine, sono causa di inefficienza o di

inabilità fisica.

– gli impianti e le risorse necessarie al funzionamento

dell’attività mediante l’analisi

del fabbisogno termico-igrometrico per

migliorare la sensazione di benessere

ambientale. Definiamo l’equilibrio termico

come la condizione in cui il corpo riesce,

facendo eventualmente ricorso ai

suoi meccanismi di autoregolazione, ad

eguagliare i termini positivi e negativi

relativi alla produzione interna di calore

ed agli scambi di calore con l’ambiente,

così da definire il benessere termoigrometrico

come la condizione mentale

che esprime soddisfazione nei confronti

dell’ambiente termico.

– il contesto attraverso l’analisi delle caratteristiche

dei materiali che si intendono

introdurre (colore, aspetto superfciale,

resistenza meccanica ecc.), le loro

dimensioni e la loro forma, così da contribuire

e a determinare, unitamente al

rapporto con quelli esistenti, la struttura

funzionale e figurativa dell’ambiente

lavoro.

Tutto questo si traduce nella creazione di

posti di lavoro e luoghi di incontro con la

clientela che si possono definire ottimali.

Come dire che stiamo preparando degli

spazi che saranno come una persona

moderna si aspetta, e la sfida è proprio

quella di coniugare l’innovazione con

quello che già esiste. La partnership con

il Gruppo Stima e quindi con la Rete di

Stima ci permette inoltre di essere sempre

presenti in ogni Comune Italiano con

un tecnico fiduciario delegato a tutte

quelle attività necessarie in loco. Con

questo sistema siamo in questo momento

presenti in otto cantieri sparsi sul territorio

nazionale.

L’ AUTO CHE VERRA’

Febbraio 08

BMW Serie 1

coupè

Marzo 08

Audi A3

Aprile 08

Kia Picanto

Aprile 08

Citroen C5

La nuova BMW Serie 1 Coupé offre un alto livello di funzionalità, al centro dell’attenzione

si trova il piacere di guida, dimostrando come può essere intenso il divertimento di

guida di un modello compatto, soprattutto quando viene combinato con un’efficienza

esemplare.

Il modello top di gamma, riconoscibile esternamente dal pacchetto aerodinamico M

leggermente modificato, fornito di serie, e al labbro sullo spoiler (gurney), viene alimentato

da un motore 3,0 litri sei cilindri in linea con Twin Turbo ed iniezione diretta di benzina

della seconda generazione (High Precision Injection). 225 kW/306 CV e una coppia

massima di 400 newtonmetri creano le premesse perfette per definire dei nuovi parametri

di riferimento nel campo della dinamica di guida.

Il potenziale sportivo della BMW 135i Coupé offre una relazione eccellente a livello di

economia di gestione, nonostante sia un motore Turbo. Le prestazioni dinamiche non

temono confronto: accelera in soli 5,3 secondi da 0 a 100 km/h. Il consumo medio di

carburante nel ciclo di prova UE è di soli 9,2 litri per 100 chilometri. Con la BMW 123d

Coupé, accompagna il debutto mondiale del nuovo propulsore diesel 2.0 litri 4 cilindri

con Variable Twin Turbo e iniezione Common-Rail. Il motore costruito interamente in alluminio

eroga una potenza di 150 kW/204 CV e consente delle prestazioni sportive che si

esprimono ad esempio in un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,0 secondi. Con un

consumo medio di solo 5,2 litri per 100 chilometri nel ciclo ECE e un valore di CO2 di

138 grammi per chilometro, la BMW 123d Coupé si assicura il primo posto nella propria

categoria.

Le due motorizzazioni top di gamma vengono completate da un propulsore diesel.

Come variante più “economica” della sportiva, la BMW 120d Coupé, con una potenza

di 130 kW/177 CV, erogata dal motore diesel a quattro cilindri, il consumo medio di 4,8

litri per 100 Km.

guasto (infatti memorizza solo se il debimetro

non produce segnale!) ma il valore

letto e’ sufficiente a smagrire eccessivamente

la miscela riportando i diversi

difetti elencati.

I sintomi:

– Il motore perde elasticità.

– La macchina può singhiozzare a regimi

costanti (dai 1000 ai 2800).

– Calo di potenza appena il motore entra

in coppia.

– Perdita di accelerazione (sorpassi che

non finiscono mai).

– Scalate di marce più frequenti.

– Consumi aumentati.

Vi sono dei sintomi che possono esser

comuni ad altri parti meccaniche.

Quindi non e’ da ritenere il debimetro

causa principale, ma una possibile

causa. Nel caso i malfunzionamenti

siano persistenti si consiglia una verifica

ed una pulizia del debimetro.

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COME SI SVOLGE IN SINTESI UNA CAUSA

PER RISARCIMENTO DANNI? (Laura

Brisigotti)

Quando un danneggiato che ha inoltrato

una richiesta danni non si sente soddisfatto

o è soddisfatto solo parzialmente

può, decorsi 60 giorni dalla richiesta

danni, chiamare a giudizio davanti ad un

Giudice Civile o un Giudice di Pace,

secondo importo e tipo di sinistro, colui il

quale gli ha procurato il danno oppure,

nei sinistri stradali, la sua Compagnia di

assicurazione. L’atto introduttivo del giudizio

si chiama Citazione ed è predisposta

dall’avvocato della parte attorea o attrice,

quella che agisce per ottenere il risarcimento.

Chi deve risarcire, nel giudizio si

chiama convenuto ed il suo avvocato

predisporrà la comparsa di costituzione e

risposta. Mentre nella citazione c’era

sostanzialmente la descrizione del fatto

e l’illustrazione del danno, nella comparsa

ci saranno i motivi per i quali il convenuto

non ha ritenuto di dover risarcire

quel danno o di risarcirlo per un importo

inferiore a quello reclamato oppure solo

parzialmente.

Se il giudice non riesce a far trovare alle

parti un accordo, per poter decidere

incarica un consulente detto C.T.U.

Consulente Tecnico d’Ufficio al quale formula

alcuni quesiti. Generalmente i quesiti

vertono sul tipo di danno, sulle operazioni

di ripristino e sul valore del danno. A

volte viene richiesta la ricostruzione della

dinamica del sinistro o un esame comparativo

tre i veicoli coinvolti.

Parte attrice nomina un suo consulente

così come parte convenuta. I tre periti si

incontrano una o più volte e se non si

trova un accordo il C.T.U. chiede ai periti

delle parti le loro memorie che sono le

relazioni delle parti su come intenderebbero

loro rispondere ai quesiti posti dal

giudice. Il C.T.U., esaminate le memorie

delle parti redige la sua relazione e la

deposita in cancelleria. Le parti ne prendono

visione e se non ritengono di

accettare quanto il C.T.U. ha valutato

presentano una relazione di critica alla

Consulenza del C.T.U.. Il C.T.U. replica alle

obiezioni sollevate dalle parti e consegna

la relazione definitiva sulla quale il

Giudice basa la sua sentenza. La sentenza

può essere contestata (appellata) ma

intanto è provvisoriamente esecutiva per

cui quanto è stato stabilito dal giudice

deve essere eseguito..

CHE COS’E’ IL DEBIMETRO?

Il debimetro è un dispositivo impiegato in

molti sistemi di iniezione, in grado di misurare

il flusso dell’aria che viene aspirato

dal motore (e di fornire l’informazione

relativa alla centralina di controllo del

sistema di iniezione stesso). I debimetri

più frequentemente impiegati sono quelli

del tipo a “piatto basculante” o ad “aletta

fulcrata” (flap). In molti sistemi di iniezione

delle ultime generazioni si impiegano

misuratori a filo caldo della massa di

aria aspirata dal motore. Tali dispositivi

forniscono direttamente questa informazione

alla centralina senza che quest’ultima

sia costretta a fare calcoli di sorta,

come avviene invece nel caso dei debimetri

di tipo tradizionale, cioè a piatto o

ad aletta. (la quantità di benzina che

deve essere emessa dagli iniettori dipende

dalla massa di aria aspirata a non dal

volume)

 

 

.

 

Quando sono riscontrati dei malfunzionamenti

del debimetro, occorre effettuare

una verifica e una pulizia. In diversi casi il

malfunzionamento del debimetro a “film

caldo” e’ difficile da diagnosticare.

Poiché non si rompe, ma si inquina.

La centralina elettronica non rileva il codice

difetto perché il sensore che rileva la

quantità d’aria aspirata perde sensibilità

di misurazione (possibile causa di vapori

olio motore, polveri aspirate, aria ricca di

umidità) provocando un segnale variabile,

ma più basso dell’origine. Di conseguenza

se abbiamo un picco di corrente

minore, la centralina elettronica non

rileva il segnale debole del debimetro,

sufficiente da non provocare il codice

Il Paddock

domande e risposte su argomenti tecnici proposti dai lettori

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