Da oltre un anno si può parlare di cannabis legale in Italia, ma quella che viene commercialmente definita Cannabis Light, si può consumare prima di mettersi alla guida? La risposta è “meglio di no”. La cannabis legale non ha effetti psicotropi (in quanto priva o con dosi bassissimi di THC) ma potrebbe lo stesso farvi perdere la patente.
Infatti, a un controllo delle Forze dell’Ordine, il consumatore può risultare comunque positivo alla sostanza stupefacente. L’assoluzione è quasi scontata, ma non prima di essere stati sottoposti alla misura cautelare della sospensione della patente.
CANNABIS LEGALE IN ITALIA
Prima di addentrarci nell’argomento che ci interessa maggiormente, ossia su quello che può succedere a guidare sotto gli effetti della cannabis light, facciamo un po’ di chiarezza in merito a cosa si intende con Cannabis legale. In particolare, in questo articolo parleremo di:
COSA RENDE LA CANNABIS LEGALE IN ITALIA
Il termine Cannabis light in Italia è, come detto, il nome commerciale dato alla canapa che è da poco permesso coltivare e commercializzare nel nostro paese. La legge del 2 dicembre 2016, n. 242, entrata in vigore il 14 gennaio 2017, dà nuove disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della Cannabis legale in Italia.

Cosa dice nel concreto la legge sulla cannabis?
La coltivazione di questa sorta di marijuana legale è permessa se la pianta ha un tasso di THC entro lo 0,2%, come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6% l’agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6%, cifra che aumenterebbe esponenzialmente gli effetti collaterali della Cannabis, l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa.
La cannabis legale in Italia può essere consumata non solo fumandola, ma commercializzata anche tramite prodotti alimentari, bevande, decotti, prodotti per il corpo.
COSA SIGNIFICANO THC E CBD (E QUALI SONO GLI EFFETTI)
Il delta-9-tetraidrocannabinolo, detto comunemente THC, è uno dei maggiori principi attivi della cannabis, è una sostanza psicotropa (cioè capace di alterare l’attività mentale), con proprietà antidolorifiche, euforizzante e antinausea. È questa la sostanza psicoattiva a essere limitata per legge, per rendere la cannabis legale.
Ma la cannabis contiene anche il cannabidiolo (CBD), sostanza non psicotropa molto usata anche in ambito terapeutico, che potenzia l’efficacia analgesica del THC prolungandone la durata di azione. Ha effetti rilassanti, antinfiammatori, favorisce il sonno ed è distensivo contro ansia e panico. La cannabis light può essere di diverse varietà, i diversi tipi di erba legale possono essere poveri o ricchi di CBD.

Ma quindi, com’è fumare della cannabis legale? Innanzi tutto ha il pregio di poter essere consumata “alla luce del sole” e senza dovere ricorrere a canali non legali. Questo la rende più appetibile per consumatori adulti e professionisti. A livello olfattivo non c’è differenza con la cannabis tradizionale, ma non dà alcuno “sballo”. Al massimo, se il CBD è in buona quantità, può regalare un senso di calma e benessere.
GLI EFFETTI DELLA CANNABIS LEGALE ALLA GUIDA
Si può risultare positivi alla cannabis anche consumando cannabis legale. Il rischio è basso, ma esiste: dipende dal metabolismo di ognuno, dal tipo e dalla quantità di sostanza consumata. Malgrado si tratti di una sostanza legale, che non altera l’attività mentale, può quindi dare dei problemi legali.
La disciplina è molto recente e con diverse zone grigie: “Non me ne sono mai occupato in prima persona, ma ho sentito di due o tre casi di persone che avevano consumato cannabis light ritenute positive al controllo antidroga”, racconta l’avvocato Carlo Alberto Zaina, penalista, autore di diverse pubblicazioni sul tema della disciplina delle sostanze stupefacenti, ex consulente dell’ ASAPS (Amici della polizia stradale). Da sottolineare anche che la cannabis può essere rilevata nell’organismo anche a distanza di circa 30 giorni.

Da un punto di vista fisico, mettersi alla guida dopo avere assunto cannabis light non dovrebbe dare problemi (il condizionale è d’obbligo), anche se è meglio non mettersi al volante subito dopo il consumo.
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Gli effetti collaterali della cannabis legale sono decisamente minimi. Senz’altro si tratta di rischi non paragonabili a guidare sotto effetto di cocaina, eroina, ecstasy o anche alcol. Il rischio maggiore è quello di vedersi ritirata la patente.
UN PUNTO DI VISTA LEGALE
Riconoscere alla vista, o anche a un esame più attento, la cannabis legale da quella non legale è impossibile. Per farlo serve un piccolo laboratorio chimico. Da qui sono intuibili le difficoltà cui vanno incontro le Forze dell’Ordine. L’articolo 187 del codice della strada, sulla guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti, recita:
Chiunque guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l’arresto da sei mesi ad un anno. All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni.
“Il problema è che gli accertamenti svolti per rilevare la presenza di sostanze psicoattive sono approssimativi perché si parla di una generica positività, non ci sono soglie precise come nel caso della guida sotto effetto di alcol”, spiega l’avvocato Carlo Alberto Zaina. La Corte di Cassazione, però, ha stabilito che per incorrere nel reato non basta essere “positivi”, ma bisogna essere sotto l’effetto di sostanza stupefacenti.
UN CONTROLLO CHE PUÓ COSTARE CARO
La positività al “drogometro” non è una prova sufficiente per la sospensione della patente, un medico deve confermare che l’automobilista è in evidenti condizioni di alterazione psico-fisica. Tutto a posto, quindi? Non proprio.

Spiega l’avvocato Zaina: “La persona è invitata a sottoporsi al controllo dei liquidi biologici o ematici in ospedale, il medico rilascia un certificato dove afferma se la persona è o meno sotto l’effetto di stupefacenti, ma non è detto che le Forze dell’Ordine ne tengano conto né che il medico smentisca il verbale degli agenti”. In tal caso scatta la sospensione della patente e per riaverla bisogna fare ricorso al Giudice di Pace: “Anche se la persona successivamente viene assolta, rimane 3-4 mesi senza patente”, conclude l’avvocato. Un danno non da poco per chi lavora con l’auto.