La manutenzione stradale carente è la maggior causa di incidenti

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Secondo una nota rilasciata dall’Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale, la gran parte degli incidenti è dovuta al pietoso stato delle strade e alla segnaletica, in molti casi errata o illeggibile. I dati dicono che quasi la metà dei cartelli è fuori legge

Negli ultimi anni il numero di incidenti stradali è sempre in calo, purtroppo non abbastanza. Sono ancora molti, troppi, coloro i quali perdono la vita o rimangono feriti in un incidente stradale. Secondo i dati ISTAT (Istituto nazionale di statistica) nel 2013 si sono verificati in Italia 182.700 incidenti con lesioni a persone, 3.400 i decessi e oltre 259.000 feriti. Numeri inammissibili, soprattutto se si considera che la maggior parte degli incidenti avviene per colpa della mancanza di manutenzione delle nostre strade e della segnaletica stradale, in molti casi illeggibile o errata. Così afferma l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale).

SEGNALETICA SPESSO FUORI LEGGE

Basta circolare per qualche ora nelle nostre città per rendersi conto dell’effettivo stato delle strade: buche, lavori in corso, manto stradale spesso rattoppato non nel migliore dei modi, corsie a larghezza ridotta, deviazioni, strade dissestate, insomma… un continuo disagio per motociclisti e automobilisti. Nella gallery trovate alcune foto che documentano lo stato di degrado. A denunciare l’incuria delle nostre strade è l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale), secondo la quale il 60 % degli incidenti è causato dalla scarsa manutenzione. I dati, rilevati dalla SIIV (Società Italiana di Infrastrutture Viarie), sostengono che solo il 40 % dei sinistri avviene per responsabilità del conducente, mentre il 30 % è causato dalla mancata manutenzione delle strade e il restante 30 % dalla segnaletica inadeguata. Questo problema era già stato portato alla luce nel 2007, ma nel frattempo nulla è stato fatto, anzi… la situazione sembra essere peggiorata. Secondo l’ANEIS, buona parte dei 12 milioni di cartelli stradali presenti nel nostro Paese sono errati o fuorvianti e per mettere a norma di legge tutti i segnali stradali sbagliati ci vorrebbero tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro.

LA RESPONSABILITÀ È DEGLI ENTI (MA NON SEMPRE)

Della manutenzione e della segnaletica stradale sono responsabili gli Enti proprietari della strada, ma in caso di incidente non sempre è possibile rivalersi su di essi; queste le parole di Luigi Cipriano, Presidente ANEIS: “L’incidente deve avere le connotazioni della imprevedibilità. Per esempio, per un incidente causato da una buca sulla strada si viene risarciti solo se si prova che non era visibile ed era oltretutto imprevedibile, in caso contrario il conducente avrebbe dovuto individuarla ed evitarla; mentre per quanto riguarda i cartelli stradali posti in modo errato, la responsabilità resta sempre dell’Ente, purché si riesca a fornire la prova che la segnaletica era inadeguata”.

Negli ultimi anni qualche comune si è inventato delle soluzioni “alternative” per cercare di ridurre il problema dei danni causati dalle buche e dall’incuria delle strade; è stato scritto anche un libro composto dai tweet degli utenti con lo scopo di sensibilizzare i cittadini e le autorità sul tema delle infrastrutture stradali e sul attuale stato dei manti di asfalto. Speriamo che la situazione delle nostre strade migliori! In ogni caso quando si parla di sicurezza, non ci si può dimenticare che il primo passo da fare è sempre quello di stare ben attenti. E se capita qualcosa, scattate più foto possibile!

di Giuseppe Cucco

ANEIS – La metà della segnaletica stradale in Italia è fuori legge: la scarsa manutenzione delle strade causa il 60% degli incidenti

aneisSecondo la giurisprudenza l’Ente proprietario è responsabile, ma l’insidia deve essere “imprevedibile”

La segnaletica stradale insufficiente, deteriorata, poco visibile o incomprensibile è un problema che da sempre riguarda le strade d’Italia. I dati ISTAT parlano chiaro, la distrazione o l’indecisione risultano tra le cause più ricorrenti di incidente stradale, ma gran parte di questi sinistri è dovuta anche all’inadeguatezze della segnaletica, infatti, quasi la metà dei segnali stradali in Italia non è conforme alle norme e la manutenzione delle strade è del tutto insufficiente.

Secondo dati SIIV – Società italiana di infrastrutture viarie – la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano solo il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale. In Italia sono presenti oltre 12 milioni di cartelli (Asaps), un numero eccessivo si segnalazioni spesso errate o fuorvianti, inoltre l’ultima ricerca sullo stato della segnaletica in Italia, che risale al 2007, denuncia un’insufficiente qualità dei segnali stradali e un peggioramento rispetto al 1998, data dell’ultimo studio. Sempre secondo SIIV per mettere a norma tutti i segnali stradali ci vorrebbero tra i 2,5 e 3,5 miliardi di euro.

In caso di incidente causato dalla scarsa manutenzione del manto stradale o dal deterioramento e inadeguatezza della segnaletica stradale collocata in modo non idoneo ad avvisare gli automobilisti del pericolo, l’Ente proprietario della strada è sempre responsabile. “L’incidente, tuttavia, deve avere le connotazioni della imprevedibilità, ad esempio, per un incidente causato da una buca sulla strada si viene risarciti solo se si prova che non era visibile ed era oltretutto imprevedibile, in caso contrario l’automobilista avrebbe dovuto individuarla ed evitarla” spiega Luigi Cipriano, Presidente ANEIS – Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale – “mentre per quanto riguarda i cartelli stradali posti in modo errato, la responsabilità resta sempre dell’Ente, purché si riesca a fornire la prova che non sempre è possibile”.

 

Caserta: TRUFFA ALLE ASSICURAZIONI

 Il Pubblico Ministero chiede 48 rinvii a giudizio. Alcuni sono anche dell’Alto Casertano. Tra gli indagati anche un Primario dell’ospedale Civile di Caserta

Un’associazione a delinquere smantellata tre anni orsono, scoperta da un’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Il Pubblico Ministero Domenico Musto chiede il giudizio per gli indagati…
Medici, avvocati, cancellieri di tribunale, dipendenti di istituti di credito e procacciatori d’affari. Un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe assicurative smantellata nel 2011 da un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Per 48 persone il pubblico ministero Domenico Musto ha adesso chiesto il rinvio a giudizio contestando i reati di associazione per delinquere, truffa, falso in atto pubblico e corruzione. A conclusione delle indagini la procura ha, infatti, chiesto di procedere nei confronti di Roberto Adelini, di S. Maria Capua Vetere, Carmine Angrisani , di Caserta, Gaetano Battaglia, di Poggiomarino, Concetta Becchimanzi, di San Marcellino, Giuseppe Belfiore, di Caserta, Carmine Bernardo, di Capodrise, Clara Bondetti, di Napoli, Michele Buono, di Napoli, Santino Busiello, di Aversa, Silvio Cardone, di Maddaloni, Paolo Decoro, di San Cipriano d’Aversa, Vincenzo Ciccarelli, di San Cipriano d’Aversa, Antonio Coppola, di S. Maria Capua Vetere, Francesco Corvino, di Casal di Principe, Luciano Curci, di Itri (Latina), Giuseppe Dalena, di S. Maria Capua vetere, Stanislao Di Bello, di Villa di Briano, Angelo Di Caterino, di Casal di Principe, Mauro Di Costanzo, di Pignataro Maggiore, Domenico Di Dona, di Villa Literno, Franco Di Fabio, di Frattamaggiore, Giancarlo Filippelli, di Sessa Aurunca, Aldo Garofalo, di San Cipriano d’Aversa, Raffaele Gentile, di Napoli, Fausto Ibello, di Trentola Ducenta, Franco Mancini, di Carinola, Armando Martucci, di Formia, Maria Migallo, di Melito di Napoli, Luigi Musto, di Trentola Ducenta, Arrigo Narducci, di San Nicola la Strada, Francesco Pacia, di Villa Literno, Francesco Panaro, di Gattarico, Giuseppe Pastore, di Sessa Aurunca, Luciano Peluso, di Sessa Aurunca, Pasquale Petrillo, di Casal di Principe, Gennaro Pizza, di Sessa Aurunca, Antonio Rossi, di Caserta, Francesco Russo, di Casal di Principe, Salvatore Russo, di Teverola, O.N.S., di Napoli, Carmine Sardaro, di Frignano, Vincenzo Scalera, di Maddaloni, Vincenzo Schiavone, di Casal di Principe, Fabrizio Sergio, di Formia, Giuseppe Sorrentino, di Carinola, Alfredo Stozzetti, di Napoli, Anna Taglierina, di Aversa, Marilù Tiseo, di Aversa, Luigi Vitale, di Sant’Arpino. L’udienza preliminare è fissata per questa estate. Nel collegio difensivo gli avvocati Nello Sgambato, Angelo Raucci, Vincenzo Guida e Guglielmo Ventrone.

ASSICURAZIONI RCA, IL “LIBRO NERO” DI ANEIS

Aneis presenta il suo “Libro nero delle assicurazioni” e denuncia la mancanza di ogni attività di garanzia a tutela dei consumatori e la tendenza a voler comprimere i diritti delle vittime della strada.

Luigi Cipriano Imc Dura denuncia da parte dell’ANEIS – Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale – contro le compagnie assicuratrici, accusate di “farsi legge” ignorando il diritto vivente e procedendo a colpi di provvedimenti e prassi unilaterali verso i propri obiettivi, mettendo il proprio profitto davanti agli interessi delle vittime.

Una situazione, questa, che l’associazione denuncia da anni, lamentando, inoltre, “la mancanza di controlli e di garanzie per i consumatori, costretti a pagare premi assicurativi sempre più alti a fronte di risarcimenti in caso di sinistri sempre più contenuti”, come illustrato nel dossier redatto dall’ANEIS a cura dell’Avv. Marco Bordoni.

Nel documento l’avvocato evidenzia come negli ultimi anni “la lobby assicurativa è riuscita a far approvare alcuni provvedimenti normativi che, di fatto, comprimono in modo sostanziale l’entità dei risarcimenti in caso di lesioni riportate in incidenti stradali. I risarcimenti vengono infatti trattati con procedure simili a quelle applicate per le polizze infortuni, con una franchigia mascherata che nega il risarcimento a decine di migliaia di persone che ogni anni subiscono incidenti con lesioni permanenti. Anche i risarcimenti in casi di macrolesioni invalidanti sono attualmente oggetto di pressioni intese ad ottenerne la riduzione per decreto”.

Sempre nel dossier, viene denunciata la pratica del “risarcimento diretto”, che consente alla compagnia del danneggiato di risarcire i sinistri in sostituzione del responsabile materiale. Grazie a questa procedura le compagnie “stanno tentando di limitare alcuni diritti che spettano al danneggiato, come quello di riparare il mezzo presso un’officina di sua fiducia, farsi curare dai suoi medici, noleggiare un’auto sostitutiva e avvalersi di un patrocinatore. In uno scenario simile gli accordi tra compagnie assicuratrici ed alcuni centri per le riparazioni auto, stanno decretando, di fatto, la fine delle autofficine indipendenti a discapito degli interessi dell’assicurato”.

La sinistrosità italiana delle vetture nel settore privato è scesa negli ultimi 5 anni di quasi un quarto: dall’8,41% del 2007 al 6,13% del 2012; se si estende l’analisi alla metà degli anni novanta il dato è ancora più significativo: il calo risulta di circa il 40% – Ha commentato Luigi Cipriano (nella foto), Presidente ANEIS. – A tale riduzione non ha corrisposto una diminuzione dei costi dei premi assicurativi, anzi. Secondo uno studio Adusbef Federconsumatori a tale calo non è corrisposta una diminuzione dei prezzi delle polizze: anzi, a partire dalla liberalizzazione del 1994 il costo dell’r.c. auto risulta lievitato del 245%”.

Va, inoltre, sottolineato come questa compressione dei diritti degli assicurati e questa situazione di accordi al limite della legalità stabiliti tra compagnie assicuratrici e autofficine, oltre ad essere moralmente criticabile, non ha avuto alcun beneficio per la comunità, ma solamente per le casse delle compagnie assicuratrici” ha concluso Cipriano.

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