Nasce Periti Uniti, la confederazione dei periti non auto

Il 14 aprile a Milano è stato siglato l’atto fondativo della nuova entità che raccoglie le associazioni Aipai, Anpre, Assit e Collegio Lombardo

periti non auto

Il 14 aprile scorso a Milano è stata posata la prima pietra di quella che è destinata a diventare la casa comune di tutti i periti assicurativi non auto: i vertici di Aipai, Anpre, Assit e Collegio Lombardo hanno infatti firmato l’atto costitutivo di Periti Uniti, la confederazione sotto cui si riuniranno le quattro associazioni che attualmente contano un totale di circa 800 iscritti. Per il mondo peritale si può parlare di un vero e proprio risultato storico, visto che da decenni si parla di concretizzare questa iniziativa.

Il percorso che ha portato alla firma di ieri è partito lo scorso 7 maggio con gli Stati generali dei periti: nell’occasione era stata analizzata “la situazione di disagio nella quale versa l’intera categoria”, e la conseguente necessità di “intraprendere iniziative per valorizzare e tutelare la professionalità” dei periti. Sul fronte delle opportunità da cogliere era stata individuata la legge n.4 del 14 gennaio 2013 sulle associazioni professionali: in particolare, le associazioni hanno visto nell’articolo 3 di questa legge il principio che consente un riconoscimento giuridico da parte dello Stato alle aggregazioni di associazioni che rappresentano “libere professioni intellettuali” del sistema associativo non ordinistico. Nel dettaglio, la confederazione sarà guidata da un consiglio direttivo composto da un rappresentante per ogni associazione, più un rappresentante supplente. Al momento non è stato ancora stabilito chi sarà il presidente, ma tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di affidare l’incarico a rotazione a ciascuno dei presidenti delle associazioni che ne fanno parte.

Non sarà un sindacato

“Dallo scorso anno a oggi ci siamo riuniti più volte attraverso delle apposite commissioni di lavoro – ha ricordato Riccardo Campagna, presidente di Assit – fino a mettere nero su bianco il documento firmato in questa occasione”. Il presidente di Aipai, Francesco Cincotti, ha parlato di “un risultato storico”, il cui principale obiettivo principale sarà “quello di riportare la categoria dei periti dove merita, facendo capire a tutti i nostri interlocutori che il nostro è un ruolo cruciale”.  La sede della neo nata confederazione sarà ospitata presso gli uffici di Collegio Lombardo, in corso Vittorio Emanuele, a Milano, “dove ci sarà la presenza fissa del personale di segreteria a favore di tutti gli associati: un grande valore per la confederazione perché la rende immediatamente operativa”, ha spiegato Gino Attilio Timo, consigliere di Collegio Lombardo. I due presidenti di Anpre, ben consapevoli della maggiore forza fornita dalla sintesi delle rappresentanze (l’associazione era infatti a sua volta nata dalla fusione di Anpaerd e Preas) hanno sottolineato come la nascita di Periti Uniti sia solo l’inizio. “Il traguardo finale – ha spiegato Aldo Baggioli – è arrivare a un’unica associazione che rappresenti tutti i periti non auto. Oggi più che mai è importante trovare un metodo per parlare con un’unica voce”. Gli fa eco Fabio Fossati, ricordando che “le nostre associazioni hanno preso atto di quella che era una necessità molto sentita e diffusa nella base”. Riccardo Campagna ha poi osservato che “quella della confederazione non sarà un’attività di tipo sindacale, anche se, chiaramente, intendiamo operare a tutela della professionalità di tutti i periti”.
👤Autore: Beniamino Musto

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Evento 9 aprile

Più Concorrenza Più Diritti – Verso una riforma della RC Auto

Mercoledi 9 aprile dalle 10 alle 13.
Roma – Auletta dei gruppi parlamentari
Via di Campo Marzio 74 – Roma

Organizzazioni promotrici:

Mobast
Federcarrozzieri
Associazione Familiari Vittime Strada
Assoutenti
CUPSIT
Associazione Valore Uomo
OUA – Commissione Resposabilità Civile
UNARCA
SISMLA

La manifestazione di gennaio a Bologna e quella di febbraio a Genova, con l’ulteriore tappa di Torino del 29 marzo, sono stati un prezioso tassello per consolidare un movimento composto da artigiani, consumatori, Vittime della Strada e professionisti che si battono per un mercato assicurativo concorrenziale e in grado di garantire le opportunità di scelta del danneggiato di scegliere il proprio medico e il proprio riparatore e di ottenere un giusto ed equo risarcimento.

Il movimento che si è creato ha sparigliato le carte di rappresentanze che ragionano con logiche ambigue o consociative. Le Compagnie assicuratrici, abituate a dialogare solo con gli anelli deboli delle categorie interessate, si sono ritrovate spiazzate. L’inedita coalizione della Carta di Bologna ha fatto comprendere al Legislatore che le proposte avanzate non erano frutto di un ragionamento corporativo ma di una elaborazione complessa e sofisticata di proposte liberali e del tutto in linea con i più recenti orientamenti giurisprudenziali e legislativi sia in Italia che all’estero.

I punti della carta di Bologna diventeranno una proposta di legge che sarà presentata a Roma il prossimo 9 aprile nell’Auletta dei Gruppi Parlamentari, il luogo più prestigioso e ampio per far percepire ai parlamentari la nostra presenza. Sarà un giorno memorabile dove la nostra protesta diventerà una proposta, dove la nostra partecipazione attiva sarà il segno del nostro interesse a proseguire uniti per una seria riforma della RC Auto.

Di seguito il programma provvisorio e il form di registrazione che dovrà essere scrupolosamente compilato per agevolare le procedure di registrazione che saranno gestite dal personale della Camera previa presentazione di un documento di identità.

IL CONVEGNO HA NATURA FORMATIVA

Considerato il luogo è consigliabile (non obbligatorio) indossare giacca e cravatta.

PROGRAMMA DRAFT

9:30 – 10:00 Registrazione
A seguire fino alle 13:00 Rappresentanti delle Associazioni PromotriciProf.ssa Giuseppa Cassaniti Mastrojeni – Presidente AIFVS Associazione Familiari Vittime della StradaDott. Furio Truzzi – Presidente AssoutentiDott. Stefano Mannacio – Presidente CUPSIT Comitato Unitario Patrocinatori Stragiudiziali ItalianiDavide Galli – Presidente FedercarrozzieriAvv. Settimio Catalisano – Coordinatore Commissione Responsabilità Civile Organismo Unitario dell’AvvocaturaAvv. Marco Bona – PEOPIL, Pan-European Organisation of Personal Injury LawyersMario De Crescenzio – Presidente MO BAST!Avv. Giuseppe Mazzucchiello – Presidente Associazione Valore UomoAvv. Francesco d’Agata – Portavoce Sportello dei Diritti

Avv. Massimo Perrini – Responsabile scientifico UNARCA

Dott. Giampaolo Bizzarri – Confederazione Libertà del Danneggiato

Prof. Dott. Raffaele Zinno – Segretario SISMLA Sindacato italiano specialisti medicina legale e delle assicurazioni

Ivano Vernazzano – Consorzio fra Carrozzieri della provincia di Genova

Dott.ssa Annamaria Gandolfi – Inretecar

Dott. Enrico Pedoja – Segretario SMLT Società Medico Legale del Triveneto

Dott. Claudio Cangialosi – Direttore SicurAUTO.it

Avv. Matteo Mion – Giornalista Quotidiano Libero

Esponenti politiciDott. Cosimo Maria Ferri – Sottosegretario Ministero GiustiziaSen. Altero Matteoli (Forza Italia) – Presidente Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni – SenatoOn. Daniele Capezzone (Forza Italia) – Presidente Commissione Finanze – CameraOn. Alessandro Bonafede (Movimento 5 Stelle) – Vice presidente Commissione Giustizia – CameraOn Antonio Boccuzzi (Partito Democratico) – Commissione Lavoro – CameraOn. Andrea Colletti (Movimento 5 Stelle) – Commissione Giustizia – CameraOn. Marco Di Stefano (Partito Democratico) – Commissione Finanze – CameraOn. Leonardo Impegno (Partito Democratico) – Commissione Attività Produttive – CameraOn. Giovanna Palma (Partito Democratico) – Commissione Agricoltura – Camera

Sen. Sergio Puglia (Movimento 5 Stelle) – Commissione Lavoro – Senato

On. Mario Sberna (Per l’Italia) – Commissione Finanze – Camera

On. Paolo Russo (Forza Italia) – Commissione Agricoltura – Camera

Moderatore: Tommaso Caravani (Car Carrozzeria)

Promotori della Carta di Bologna

partecipanti all'evento

Aderenti alla carta di Bologna

partecipanti all`evento

partecipanti all`evento

CARTA DI BOLGNA

CARTA DI BOLGNA

Usa, con ‘auto parlanti’ calo incidenti dell’80%

Legislatori lavorano su norma che preveda chip sulle auto nuove

Iimmagine del Dipartimento dei trasporti USA  L’immagine del Dipartimento dei trasporti USA

ROMA – I legislatori degli Stati Uniti sono al lavoro su una regolamentazione che preveda l’installazione, per tutte le auto nuove, di un “chip wireless” che utilizzi le onde radio per la comunicazione tra veicoli. Un’innovazione, questa delle ‘talking car’, che secondo gli esperti potrebbe ridurre addirittura dell’80% il numero di incidenti stradali. Le nuove norme potrebbero entrare in vigore all’inizio del 2017, cioè col presidente Barack Obama ancora alla Casa Bianca.

Oltre all’aspetto sicurezza, ha detto il segretario ai Trasporti degli Stati Uniti Anthony Foxx, Foxx, “la comunicazione da veicolo a veicolo (V2V) contribuirebbe anche a ridurre il traffico congestionato e a risparmiare carburante”.

La nuova generazione di ‘auto collegate’ con chip wireless, utilizza una speciale frequenza chiamata Dedicated Short Range Communications, DSRC, da affiancare alle reti cellulari 3G e 4G già installate dai costruttori per i servizi che operano su Internet. Il sistema DSRC, sistema simile al Wi-fi utilizzato da smartphone e computer, permette di ricevere ed elaborare i segnali di altre auto con il DSRC e di rilevarne posizione, direzione e velocità, così da allertare il guidatore, fino a frenare in automatico per evitare un incidente. L’agenzia per la sicurezza NHTSA si dice fiduciosa in una tecnologia basata su prove concrete, come quelle effettuate per un anno sulle strade di Ann Arbor, nel Michigan, su circa 3.000 vetture con DSRC. Con un investimento di 25 milioni di dollari, ha detto l’U.S. Department of Transportation, ”lo studio ha permesso di provare che prodotti di costruttori e fornitori diversi possono comunicare tra loro ‘lavorando’ in ambienti del mondo reale”.

In Europa le case automobilistiche sono già impegnate nella creazione di auto connesse, con le prime previste per il 2015.

Un rapporto della società di consulenza ABI Research, con sede a Londra, prevede che la penetrazione globale della tecnologia nei veicoli nuovi crescerà del 10% nel 2018 e del 70% nel 2027. Ma c’è anche chi esprime qualche preoccupazione. Nonostante i potenziali vantaggi, la tecnologia crea infatti alcuni rischi su privacy e sicurezza, come è avvenuto con la diffusione dei telefoni cellulari.

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TED Sullo stesso argomento (imposta i sooottitoli in italiano)

http://new.ted.com/talks/jennifer_healey_if_cars_could_talk_accidents_might_be_avoidable

When we drive, we get into a glass bubble, lock the doors and press the accelerator, relying on our eyes to guide us — even though we can only see the few cars ahead of and behind us. But what if cars could share data with each other about their position and velocity, and use predictive models to calculate the safest routes for everyone on the road? Jennifer Healey imagines a world without accidents. (Filmed at TED@Intel.)

Quando guidiamo, entriamo in una bolla di vetro, chiudiamo le porte e schiacciamo l’acceleratore, facendo affidamento sui nostri occhi che ci guidano anche se possiamo vedere solo poche auto davanti e dietro di noi. Ma cosa succederebbe se le auto potessero condividere dati con le altre circa la loro posizione e velocità, e utilizzare modelli predittivi per calcolare i percorsi più sicuri per tutti sulla strada? Jennifer Healey immagina un mondo senza incidenti. (Girato a TED @ Intel.)

ANIA e PD tagliano il danno da morte e alla persona

danno da morte

A pagare i profitti delle compagnie assicurative saranno le vittime della strada e gli artigiani carrozzieri, costretti a stringere patti con le compagnie per sopravvivere.

Continua il dibattito sulla riforma delle RC Auto e sull’introduzione di nuovi parametri di riferimento per il calcolo del risarcimento in caso di sinistro stradale. Unica costante nella vicenda, però, sembra essere il tentativo di favorire la lobby delle compagnie assicurative a spese dei contribuenti e delle vittime.Il Gruppo Pd, infatti, anziché concentrarsi sui punti contenuti nella Carta di Bologna, sostenuta da oltre 30 associazioni del settore, ha deciso di sposare l’emendamento presentato in Parlamento da CNA e le Confederazioni, tramite rete Imprese Italia che obbligherà i riparatori a concordare preventivamente il costo della riparazione con il perito assicurativo.E’ stata inoltre manifestata la volontà di intervenire sulle lesioni gravi e gravissime e sul danno da morte.

“Questi emendamenti uccideranno un’intera categoria di artigiani, i carrozzieri, e il diritto delle vittime ad essere risarcite. – Ha commentato Stefano Mannacio, membro CUPSIT – Comitato Unitario Patrocinatori Stragiudiziali Italiani. – Ora succederà ciò che è già successo per i colpi di frusta: i periti saranno istruiti dalle direzioni generali a risarcire sulla base di parametri rigorosamente stabiliti dalle compagnie. Le trattative stragiudiziali si bloccheranno. Per ottenere un risarcimento integrale bisognerà fare cause defatiganti. E, come se questo non fosse un quadro già abbastanza tragico, ben presto le compagnie avranno in pugno anche gli artigiani carrozzieri, costretti a piegarsi alle loro richieste per mantenere in vita la propria officina.”

“Stanno cercando di svendere il nostro lavoro al miglior offerente, ma Federcarrozzieri venderà cara la pelle dei propri associati! – Ha dichiarato Davide Galli, Presidente di Federcarrozzieri. – Il settore degli artigiani carrozzieri si trova in un momento di profonda difficoltà, con la più alta pressione fiscale d’Europa, che uccide ogni giorno decine di officine e limita la concorrenza, favorendo il lavoro sommerso, ingrassando le tasche di artigiani abusivi e favorendo le aziende che hanno personale a nero. Con i nuovi emendamenti saranno le Compagnie a stabilire il costo del nostro lavoro. Abbiamo incontrato tutti, dalla commissione finanza alla senatrice Vicari, ora è rimasto sola una persona da incontrare, appuntamento confermato.

Consegneremo le chiavi delle carrozzerie associate e i documenti dei consorzi che insieme a Federcarrozzieri prendono le distanze dalle confederazioni invitando i propri iscritti ad abbandonare la nave non rinnovando le
tessere confederali.”

Indignato il commento alla vicenda da parte dell’Associazione Italiana Familiari delle Vittime della Strada Onlus, che ha deciso di inviare una lettera aperta ai rappresentanti delle Istituzioni e dei Partiti presenti in parlamento. “Siete ancora in tempo per riaffermare agli occhi dei cittadini la Vostra dignità e il vostro ruolo di rappresentanza sociale, impedendo che si compia un vergognoso colpo di mano nella definizione del decreto “Destinazione Italia”, a danno delle vittime. – Scrive il Presidente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni. – Non possiamo accettare che addirittura la sinistra sia a favore della diminuzione dei risarcimenti alle vittime. Smettetela di raccontare la favola dei risarcimenti e delle tariffe più basse in Europa rispetto all’Italia.”

Di seguito l’elenco completo dei punti contenuti all’interno della Carta di Bologna:

1. Portabilità delle polizze (Loi Hamon )

2. Riduzione tasso concentrazione sul mercato delle compagnie assicuratrici

3. Reale indipendenza di Ivass e Antitrust

4. Rottamazione risarcimento diretto

5. Libertà di scelta del riparatore (Loi Hamon )

6. Libera circolazione dei diritti di credito

7. Tutela delle Vittime con integrali risarcimenti

8. Libertà di scelta nelle cure

9. Libertà di valutazione del medico legale

10. Pene certe per i pirati della strada

11. Attenzione alla sicurezza attiva e passiva

12. Agenzia antifrode in campo assicurativo

La Carta di Bologna è stata promossa da: Federcarrozzieri, Associazione Familiari Vittime della Strada

(AIFVS), il Sindacato Italiano Specialisti in Medicina Legale e delle Assicurazioni (SISMLA), Assoutenti, il

Comitato Unitario Patrocinatori Stragiudiziali Italiani (CUPSIT), la Commissione RC dell’Organismo Unitario

dell’Avvocatura (OUA), l’Unione Avvocati Responsabilità Civile e Assicurativa (UNARCA), l’Associazione

Culturale Mo Bast!, l’Associazione Valore Uomo e lo Sportello dei Diritti.

Oltre alle associazioni promotrici, hanno sostenuto l’iniziativa Associazioni Carrozzieri Sardegna, Banca del

Veicolo, Consorzio Carrozzerie Artigiane, Consorzio Carrozzieri Artigiani, Consorzio Carrozzieri Bresciani,

Consorzio Autoriparatori Pontini, Consorzio In Rete Car, Rete Amica Carrozzeria della Val d’Aosta,

Associazione Periti Campani, Consorzio Carrozzieri Trentini, Consorzio TUO Torino, Carrozzeria Aperta,

Centro Tutela Consumatori Risparmiatori, Consorzio Gruppo Carrozzieri, Evolgo! Rete Impresa Carrozzeria

Italiane, Rete Carrozzeria Trasparente, SISCESA CISL – Sindacato Italiano Consulenti ed Esperti del Settore

Assicurativo, SISPA UGL – Sindacato Italiano Periti Assicurativi, UNILPI – Unione Nazionale Italiana Liberi

Professionisti e Infortunistiche, Consorzio Carrozzerie Riunite, Associazioni Carrozzieri della Provincia di

Genova, Centro Artigiano di Revisione, Gruppo Autoriparatori Uniti e SicurAUTO.it.

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing

Oggi le auto elettriche sono meno dell’1% del mercato. Nulla rispetto agli investimenti che l’industria sta sostenendo in un settore in profonda crisi. Ma è sorprendente sapereche in un passato lontano, nel 1900, il 34% della auto circolanti tra New york, Boston e Chicago erano elettriche! Cosa è successo allora? David Kirsch, professore associato dell’Università del Maryland nel suo libro “The Electric Vehicle and the Burden History” illustra una teoria tanto semplice quanto vera anche nei nostri giorni. Un’industria potente ha “soppresso” la tecnologia elettrica in favore di un’altra (a benzina in questo caso), spostando massicci investimenti in quella direzione e sviluppando i motori a combustione.

Il libro spiega come anche ai nostri giorni, le tecnologie che si diffondono non sono sempre necessariamente le “migliori”, ma sono quelle che hanno dietro maggiori forze (politiche, economiche o culturali), che modellano i comportamenti (o in taluni casi vengono modellati dalle abitudini). Torniamo all’auto elettrica, ai primi del ’900 quel prodotto era più semplice da guidare, non emettevano fumi inquinanti e richiedevano molte meno manutenzione, percorrendo per lo più piccole distanze (ideale per le ridotte

source: electricauto.org

autonomie). Ma le sorprese non finiscono. La compagnia elettrica (The electric vehicle company) dell’epoca era anche il più grosso produttore e possessore di auto degli Stati Uniti. Infatti già allora i veicoli erano per lo più forniti sotto forma di noleggio, a breve (poche ore) o per settimane o mesi. Quindi oltre 100 anni fa il mercato aveva già sviluppato forme di car sharing elettrico. E c’è voluto oltre un secolo per accorgersi che, forse, era un sistema intelligente per la mobilità nelle città. Purtroppo, le lobby industriali di allora (anche le regole non scritte del mercato esistevano già)  in pochi anni hanno portato la compagnia alla bancarotta ed ecco comparse le case automobilistiche che in breve tempo hanno sviluppato prodotti più economici e performanti. E tutti ci siamo semplicemente abituati a questo concetto di automobile.

Questa analisi evidenzia il concetto di Socio-tecnologia, cioè come le innovazioni tecnologiche in realtà siano soggette a diretto influenzamento da parte di variabili sociologiche e culturali, apparentemente irrazionali. L’auto elettrica non è l’unico caso. Lo storico americano Ruth Schwartz Cowan scrisse un saggio dove dimostrò la diffusione di massa dei frigoriferi elettrici in funzione delle enormi somme investite da parte di GE (General Electric), mentre esistevano in commercio anche frigoriferi a gas altrettanto performanti e silenziosi. Anche i sistemi di riciclo dei rifiuti sono soggette a queste dinamiche. Le tecnologie per il riuso del vetro, metalli e carta, esiste dal 1960, ma solo negli ultimi anni la gente realmente fa la raccolta differenziata. E non certo per soldi, ma perchè ha maturato la consapevolezza di un problema ambientale e, lentamente, adatta i propri comportamenti.

Ma ora come si può andare avanti.. o forse meglio dire..tornare indietro? In assenza della macchina del tempo, la via più

source: 20somethingfinance.com

efficace per il prof Kirsch è quella di avvicinare i consumatori alle nuove tecnologie rendendole sempre più simili a quanto di consuetudinario. Sarà difficile fare il “salto” completo verso l’auto elettrica al 100% mentre molto più facilmente si potrà avvicinare il pubblico alle auto ibride, che nell’accezione comune si presentano a tutti gli effetti come auto tradizionali  con qualche tecnologia in più. Forse per questo, in attesa dei numeri di mercato, gli investimenti delle case auto sempre di più si indirizzano verso gli ibridi. A meno che qualche mega lobby di nuove tecnologie (a idrogeno o ad aria compressa ad esempio) non decida di ripetere la storia.

(thanks to Maggie Koerth-Baker – BoingBoing)

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing.

http://greenvalueblog.wordpress.com/2012/10/03/la-vera-storia-dellauto-elettrica-quando-nel-1900-circolavano-a-new-york-in-car-sharing/