Come contestare rimborso assicurazione auto se si è stati pagati meno di quanto desiderato. Procedura e leggi 2021

Spetta al perito assicurativo determina la responsabilità dopo aver esaminato le prove disponibili. Ma il conducente può contestare l’importo proposto.

Come contestare rimborso assicurazione a

Rimborso assicurazione auto, come sottoscriverlo se è basso?

Se il rimborso proposto dalla compagnia di assicurazione è insoddisfacente, l’automobilista può procedere per via civile ovvero rivolgendosi a un tribunale e opporsi al calcolo dell’offerta di risarcimento.

Capire come funziona l’assicurazione auto in caso di incidente stradale aiuta a prendere decisioni consapevoli in caso di risarcimento dei danni ovvero del rimborso assicurazione auto. Spetta infatti a un perito assicurativo procedere con la stima, ma l’automobilista può contestare il rimborso se pensa che sia stato pagato meno di quanto dovuto. La valutazione tiene sostanzialmente conto di 3 elementi: l’effettività del sinistro, i danni riportati dall’assicurato e l’entità dei danni.

Novelodge: Place A Bag On Your Car Mirror When Traveling (Ad)A quel punto l’assicurazione formula una proposta di risarcimento danni entro 60 giorni in caso di danni solo alle cose entro entro 90 giorni in caso di danni a persone. Approfondiamo adesso:
  • Rimborso assicurazione auto, come contestarlo se è basso
  • Il ruolo del perito assicurativo secondo procedura e leggi 2021

Rimborso assicurazione auto, come contestarlo se è basso

Quando si sottoscrive una Rc auto, l’intestatario stipula un contratto con la compagnia. Quest’ultima accetta di proteggere finanziariamente i danni involontariamente causati agli altri quando si usa l’auto in cambio del pagamento del premio. La polizza è obbligatoria e copre un veicolo anche quando è in sosta o senza il conducente. Come anticipato, nel caso in cui il rimborso proposto dalla compagnia di assicurazione non sia soddisfacente, l’automobilista può avviare una formale contestazione.

Per farlo deve procedere per via civile ovvero rivolgendosi a un tribunale e opporsi al calcolo dell’offerta di risarcimento. L’esito è incerto e i tempi sono lunghi, ben sapendo che la stessa impresa di assicurazione difenderà le proprie posizioni anche con l’esperienza di situazioni simili affrontate in passato. Di conseguenza è certamente consigliabile prevedere le mosse e dunque un tentativo della società assicurativa di limitare l’esborso economico. Cosa fare? Presenziare alle operazioni del perito assicurativo, magari facendosi affiancare da un tecnico di fiducia di parte per la verifica dell’esistenza, della natura e dell’entità del danno.

Novelodge: Place A Bag On Your Car Mirror When Traveling (Ad)In merito alla procedura di risarcimento, secondo il Codice delle assicurazioni, l’obbligo di proporre al danneggiato congrua e motivata offerta per il risarcimento del danno, ovvero di comunicare i motivi per cui non si ritiene di fare offerta, sussiste anche per i sinistri che abbiano causato lesioni personali o il decesso.

E ancora: la richiesta di risarcimento deve contenere l’indicazione del codice fiscale degli aventi diritto al risarcimento e la descrizione delle circostanze nelle quali si è verificato il sinistro ed essere accompagnata, ai fini dell’accertamento e della valutazione del danno da parte dell’impresa, dai dati relativi all’età, all’attività del danneggiato, al suo reddito, all’entità delle lesioni subite, da attestazione medica comprovante l’avvenuta guarigione con o senza postumi permanenti.

Il ruolo del perito assicurativo secondo procedura e leggi 2021

Quando si verifica un incidente automobilistico, occorre agire sempre con cautela. Innanzitutto bisogna verificare le condizioni di salute di tutte le persone a bordo delle auto interessate dal sinistro. Quindi chiamare l’assistenza medica in caso di necessità e le forze dell’ordine per fare un rapporto sull’incidente. La compagnia assicurativa esamina attentamente la relazione durante le indagini.

Ecco perché è importante per gli automobilisti prendere appunti che coprano tutti i dettagli dell’incidente, annotare i nomi, le informazioni di contatto e i dati sull’assicurazione dell’altro conducente e le informazioni di eventuali testimoni dell’incidente. Queste informazioni saranno utili in sede di presentazione di una richiesta di risarcimento.

Spetta al perito assicurativo determinare la responsabilità dopo aver esaminato le prove disponibili. Non solo, ma guarda e scatta foto dei danni alla tua auto, visita la scena dell’incidente, parla con i guidatori coinvolti e i testimoni della collisione, esamina il rapporto della polizia sull’incidente, le cartelle cliniche. Quindi propone un importo per la liquidazione dei danni.

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PRESENTATION VA (EN)

Per maggiori info www.vanameyde.com infoitaly@vanameyde.com

 

Truffa milionaria sui mutui Il pm chiude la maxi inchiesta

False perizie per «gonfiare» dei prestiti mai rimborsati Verso il rinvio a giudizio di tre immobiliaristi bresciani  Irrisolto il nodo delle presunte complicità di alto livello

False perizie e stime «gonfiate»: era un giro milionario

False perizie e stime «gonfiate»: era un giro milionario

Perizie compiacenti avevano trasformato dei ruderi in case di lusso gonfiando in modo fraudolento il valore degli immobili. Attraverso acquirenti di comodo, riuscirono a ottenere dalle banche mutui rimborsati poi solo in minima parte. In questo modo truffarono dieci istituti di credito e riuscirono ad intascare cinque milioni di euro attraverso 42 raggiri messi a segno nel Cremonese e nel Bresciano dal giugno del 2006 fino all’estate del 2011.
Ora la procura ha chiuso l’indagine nei confronti di settanta indagati, tra cui cinque professionisti finiti un anno fa in manette nell’ambito dell’inchiesta «Domus» della Guardia di finanza di Cremona, coordinata dal sostituto procuratore Fabio Saponara. Fra i presunti registi della truffa figurano un immobiliarista di Rovato e due di Manerbio. Per loro e altre 67 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, si va verso la richiesta di rinvio a giudizio. Dieci venditori degli immobili al centro della truffa – uno residente in Franciacorta e tre nella Bassa – sono usciti dall’inchiesta. Assistiti dall’avvocato Paolo Carletti, hanno dimostrato di essere stati vittime e non complici del raggiro, ha detto l’avvocato Paolo Carletti. Il blitz scattò nel maggio del 2013, quando furono arrestati Cristian S. e la sua compagna Simona D., entrambi residenti a Ostiano. In cella finirono anche i titolari di tre agenzie immobiliari: Stefano B. e Mario S. di Manerbio e Pierluigi T. di Rovato. Tutti sono attualmente in libertà.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il meccanismo della truffa era semplice «ma – si leggeva nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip, Guido Salvini -, seriale e portata avanti con grande capacità organizzativa in un momento in cui era facile accendere mutui». Individuate le case da acquistare, generalmente immobili fatiscenti, i titolari delle agenzie stilavano false perizie di stima. Poi assoldavano i compratori fittizi, pregiudicati o sinti reclutati nei campi nomadi di Pavia, come Athos, 30 anni, nipote di Mafalda, «la regina dei rom» morta nel ’77. Contraffatte erano anche le attestazioni di reddito degli acquirenti di comodo.
OTTENUTO IL MUTUO, gli immobiliaristi intascavano la differenza fra il prezzo reale e quello gonfiato, ne consegnavano una parte ai complici neointestatari della casa che nel frattempo si erano resi irreperibili, interrompendo il rimborso del prestito fondiario. Quarantatre gli episodi contestati: fra questi compravendite ad Alfianello, Cerveno, San Gervasio, Urago d’Oglio, Verolanuova, Pontevico, Seniga, Borgo San Giacomo, Gambara, Milzano, Comezzano-Cizzato, Rovato e Palazzolo.
Nell’indagine restano alcuni punti oscuri. «Non vi è dubbio alcuno che gli indagati, per portare a compimento la truffa – ha scritto fra l’altro il Gip -, potevano contare stabilmente su non ancora individute complicità di funzionari di banca, promotori finanziari, professionisti incaricati della stima degli immobili nonchè sui notai incaricati di redigere i contratti».

R.PR.

Depositata dalla Corte Costituzionale la sentenza che boccia la Mediazione obbligatoria

Depositata a dicembre la sentenza della Corte Costituzionale relativa  alla non obbligatorietà della Mediazione. Ricorrere alla Conciliazione anziché alla giustizia ordinaria per risolvere una controversia civile o commerciale, per la Consulta, non può essere un obbligo ma deve restare una facoltà.

Lo scorso 23 ottobre la Corte Costituzionale aveva dichiarato con un comunicato stampa l’illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, del d.lgs. 4 marzo 2010 n. 28, nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio della Mediazione.

Il procedimento finalizzato alla Conciliazione, opportunamente sfruttato da parti sensibili ai problemi della giustizia e da Mediatori adeguatamente preparati ad “aprire” l’ambito a interessi delle parti anche estranei al caso concreto esaminato, poteva essere una “scorciatoia” verso il risarcimento del danno, con notevole risparmio di tempo e denaro per tutti. Di contro lo stesso strumento, se utilizzato scorrettamente da menti esperte nel ricercare profitti da ingiustificabili ritardi nel risarcimento del danno e da Mediatori inesperti e/o scarsamente preparati, poteva condurre a un “allungamento” dei tempi del rimborso. In questo caso, dunque, sarebbe stato inutile l’aggravio di spese per una Mediazione destinata a fallire, a carico del povero – già tartassato – automobilista.

Bocciati inoltre gli emendamenti alla legge finanziaria che volevano reintrodurre l’obbligatorietà.