Manodopera quanto mi costi! Le differenze tra generalisti e concessionari.

Quando andiamo dal meccanico o dal carrozziere per una qualunque riparazione riceviamo una fattura che elenca le lavorazioni eseguite, le ore di manodopera impiegate, i ricambi e i materiali impiegati. Quel che appare evidente è specialmente il costo della manodopera, spesso molto caro. Tuttavia dietro questo costo sono presenti una serie di spese, anche se non si possono percepire.
Il meccanico o il carrozziere si è trovato a diventare un vero e proprio manager che deve curare molti altri aspetti organizzativi oltre a quelli strettamente inerenti alla sua attività. L’ evoluzione dei mezzi obbliga l’autoriparatore ad una formazione continua sua personale e dei dipendenti e a un rinnovamento e aggiornamento costanti delle attrezzature diagnostiche d’officina, alla sostituzione o perlomento una taratura periodica. Un peso notevole è poi il costo del personale che a causa degli oneri fiscali detti “cuneo fiscale” impongono un esborso notevole per l’azienda a fronte di uno stipendio che spesso deve essere addolcito con “premi” fuori busta per fidelizzare il dipendente.
Tutto questo porta, sempre più spesso, al non riuscire a contenere queste voci in una tariffa di manodopera adeguata. Possiamo stimare il costo orario della manodopera delle officine generaliste in circa 50 euro al nord, 40 al centro e 30 al sud.
Ci sono comunque dei fattori che possono portare a differenze anche sostanziali pur nella stessa area geografica. Incide l’aspetto esterno dei locali che hanno un costo di locazione proporzionato alla zona, alle dimensioni, alla pulizia, l’ordine, l’aspetto e lo stato generale dei locali. Il livello formativo del personale e la capacità di eseguire interventi complessi e altro ancora.
Confartigianato e le altre organizzazioni o le associazioni locali di categoria fissano annualmente le tariffe di riferimento ma il professionista in genere si tiene più basso. Le tariffe depositate per esempio a Genova per il 2019 sono 59,50 euro/ora + IVA per la manodopera con la possibilità di variarle di un più o meno 15%. Lo smaltimento dei rifiuti vale il 3% sull’imponibile (fino ad un massimo di 60 euro) + IVA. Per confronto citiamo i costi orari del Gruppo Mercedes: si va da 66 Euro + IVA, per le Smart mentre le Mercedes vengono riparate a 72 Euro l’ora. Le flotte però possono beneficiare di convenzioni che prevedono sconti sia sulla manodopera che sui ricambi dal 20% fino ad arrivare al 50%.
Sono pesanti gli oneri bancari e gli adempimenti continui.
Le voci sono molteplici e fra le più impegnative ci sono adempimenti a scadenze quasi giornaliere. Nel 2018 le imprese ne hanno espletate 279 e uno studio di Confartigianato Lombardia le ha stimate equivalere a 238 ore/anno di incombenze, 20 in più della Germania, 86 in più della Spagna e 99 di più della Francia. Queste ore, considerando un costo medio per gli impiegati di 30 euro/ora, portano il totale a circa 7.000€. Anche la voce smaltimento rifiuti ha il suo costo e i suoi oneri dati dalla compilazione di formulari e registi che implicano anche una responsabilità penale e che, se non compiuta dal titolare implica costi del personale, materiali e così via.
Si registrano 11 tipologie diverse di rifiuti (oli, vetri, solventi, plastiche ecc.) e, a parte gli pneumatici il cui costo di smaltimento è incluso in quello di acquisto, per tutti gli altri ci sono ulteriori costi che per le officine valgono mediamente 700/800 euro l’anno più il MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale), che costa circa 200 euro/anno.
Bisogna inoltre pensare che a queste voci, piuttosto prevedibili, se ne aggiungono molte altre, a volte impensabili. Partendo da quelle evidenti quali l’eventuale affiliazione a qualche Rete (A Posto, Car Clinic, Punto Pro, Bosch, Rhiag e simili), per circa 1.000 euro/anno, per finire all’iscrizione a Confartigianato o a qualche altra associazione. Occorre poi pensare alla contabilità, la gestione delle buste paga e dei Cud, che assommano a circa 6.000 euro + IVA all’anno per un’officina/carrozzeria con circa 10 addetti.
Ai costi citati bisogna aggiungere quelli imposti dal marchio della casa automobilistica di cui si è concessionario o licenziatario che incidono per oltre 40.000 euro come start up, attrezzature, insegne, impianti e base di ricambi e materiali di consumo per finire ogni anno con costi dati dalla formazione obbligatoria, dalla pubblicità e delle royalty che si aggirano sui 8.000 euro l’anno.
Quest’ultima voce oltre a quella dei locali spesso più prestigiosi, è quella che definisce anche la differenza tra costo medio dei generalisti e quelli delle officine e carrozzerie dei concessionari.

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When we go to the mechanic or body shop for any repairs we receive an invoice that lists the work performed, the hours of labor used, the spare parts and the materials used. What is evident is especially the cost of labor, which is often very expensive. However, behind this cost there are a series of expenses, even if they cannot be perceived.
The mechanic or the coachbuilder has found himself becoming a real manager who must take care of many other organizational aspects in addition to those strictly related to his activity. The evolution of the vehicles obliges the repairer to carry out continuous training of his staff and to constantly renew and update the workshop diagnostic equipment, to replace or perhaps periodically calibrate. A considerable weight is also the cost of personnel which, due to the tax burdens called “tax wedge”, impose a considerable outlay for the company in the face of a salary that often has to be sweetened with “prizes” outside the envelope for retain the employee.
All this leads, more and more often, to not being able to contain these items in an adequate labor rate. We can estimate the hourly cost of labor for generalist workshops to be around 50 euros in the north, 40 in the center and 30 in the south.
However, there are factors that can lead to even substantial differences even in the same geographical area. It affects the external appearance of the premises which have a rental cost in proportion to the area, size, cleanliness, order, appearance and general condition of the premises. The training level of the staff and the ability to perform complex interventions and more.
Confartigianato and other organizations or local trade associations set the reference rates annually, but the professional generally stays lower. The rates filed for example in Genoa for 2019 are 59.50 euros / hour + VAT for labor with the possibility of varying them by more or less 15%. Waste disposal is worth 3% of the taxable amount (up to a maximum of 60 euros) + VAT. For comparison, we mention the hourly costs of the Mercedes Group a Genova: they range from 66 Euros + VAT, for Smart cars while Mercedes are repaired at 70 Euros per hour. However, fleets can benefit from agreements that provide discounts on both labor and spare parts from 20% up to 50%.
Also Bank charges and ongoing obligations are heavy. The items are many and among the most demanding there are fulfilments at almost daily deadlines. In 2018, completed 279 and a study by Confartigianato Lombardia estimated them to be equivalent to 238 hours / year of tasks, 20 more than Germany, 86 more than Spain and 99 more than France. These hours, considering an average cost for employees of € 30 / hour, bring the total to about € 7,000. The waste disposal item also has its cost and its charges given by the compilation of forms and directors which also imply criminal responsibility and which, if not carried out by the owner, implies costs for personnel, materials and so on.
There are 11 different types of waste (oils, glass, solvents, plastics, etc.) and, apart from tires whose disposal cost is included in the purchase cost, for all the others there are additional costs that are worth on average for workshops, 700/800 euros a year plus the MUD (Single Environmental Declaration Model), which costs around 200 euros / year.
We must also think that to these rather predictable rumors, there are many others, sometimes unthinkable. Starting from the obvious ones such as the possible affiliation to some Network (A Posto, Car Clinic, Punto Pro, Bosch, Rhiag and the like), for about 1,000 euros / year, and to end up registering with Confartigianato or some other association. It is then necessary to think about accounting, the management of payrolls and Cud (tax declaration) , which amount to about 8,000 euros + VAT per year for a workshop / body shop with about 10 employees.
To the costs mentioned must be added those imposed by the brand of the car manufacturer of which you are the concessionaire or licensee which affect for over 40,000 euros such as start-ups, equipment, signs, systems and spare parts and consumables base, to end every year with costs given by the compulsory training, advertising and royalties that are around 12,000 euros a year.
This last item, in addition to that of the often more prestigious premises, is the one that also defines the difference between the average cost of generalists and those of the workshops and body shops of dealers.

 

I costi medi di carrozzeria

Ogni anno le varie Camere di Commercio registrano le variazioni dei prezzi di tutti i parametri che compongono la perizia. Il costo medio della manodopera, il materiale di consumo, lo smaltimento rifiuti, le dime. Questi ad esempio sono quelli di Genova ma anche le altre camere di commercio, in ottemperanza alla loro funzione di terzietà e trasparenza che il legislatore, in una logica di  volontà di regolazione dei mercati, ha ribadito essere in capo agli enti camerali (D.Lgs.219/16).

Tra i compiti che qualificano il ruolo delle Camere di commercio per la regolazione del mercato rientrano storicamente l’insieme di attività di monitoraggio e informazione economica relative alla dinamica dei prezzi di rilevante interesse per imprese e operatori economici.

Questa competenza ha trovato ulteriore e definitiva conferma nel D.lgs 219/2016 che, oltre alla rilevazione delle dinamiche dei prezzi, affida alle Camere di commercio anche il compito, più innovativo, di rilevazione delle tariffe.

Per mettere a disposizione degli operatori economici e delle istituzioni analisi periodiche a carattere nazionale sull’andamento dei prezzi all’ingrosso e delle tariffe, Unioncamere si avvale della sua società in house Borsa merci telematica (BMTI), che gestisce l’infrastruttura del mercato telematico regolamentato dei prodotti agricoli, agroenergetici, agroalimentari, ittici e dei servizi logistici, ed ha inoltre ampia conoscenza del patrimonio informativo sui prezzi rilevati dalle Camere di commercio.

Scarica: https://peritiauto.files.wordpress.com/2020/11/tabellacarozzerie.pdf

https://www.ge.camcom.gov.it/it/tutela/prezzi-e-tariffe/tariffe-medie-del-costo-orario-della-manodopera-per-le-imprese-di-carrozzeria-1/tabellacarozzerie.pdf

Carrozziere nei guai: senza permessi demoliva auto a insaputa dei proprietari

Smaltimento illecito, una denuncia

rifiuti

SASSARI. Quei pezzi di carrozzeria ammucchiati fuori dalla sua officina – che si trova nella zona industriale di Predda Niedda – avevano insospettito gli agenti della polizia municipale di Sassari. E infatti in seguito a perlustrazioni e segnalazioni varie erano partite le indagini per far luce sui numerosi rottami di veicoli abbandonati. Anche perché il titolare dell’attività sosteneva di non saperne nulla e quindi era più che mai necessario andare a fondo e individuare i presunti responsabili. In realtà, stando almeno ai controlli successivi, sarebbe emerso che il carrozziere in questione non era poi così ignaro e infatti proprio lui è stato denunciato per il reato presunto di gestione e smaltimento illecito di rifiuti.

Gli uomini del nucleo ambientale della polizia municipale, in un controllo congiunto con in tecnici della Provincia competenti per questo tipo di indagini, avrebbero infatti accertato che le macchine erano tutte, in un modo o nell’altro, affidate al titolare di quell’attività di Predda Niedda. Gli venivano lasciate dai rispettivi proprietari o per effettuare riparazioni o direttamente per la vendita. Ma c’era anche di più. La polizia municipale ha appurato che alcune automobili, a insaputa dei proprietari, erano state demolite direttamente dallo stesso carrozziere senza che quest’ultimo fosse in possesso dell’autorizzazione alla rottamazione e allo smaltimento.

Una serie di irregolarità che hanno messo l’artigiano nei guai. A seguito del controllo all’interno della carrozzeria è stato scoperto che il proprietario aveva installato una camera di verniciatura con l’impianto di emissione in atmosfera dei residui, senza l’autorizzazione della Provincia (obbligatoria in casi di questo tipo).

Il carrozziere inoltre non era in possesso dei registri di carico e scarico aggiornati degli ultimi cinque anni, ecco perché è stato ipotizzato il reato di gestione illecita di rifiuti. Secondo il nucleo ambientale della polizia municipale, in sostanza, l’attività del carrozziere in questi anni ha sicuramente prodotto dei rifiuti speciali e pericolosi che potrebbero esser stati, come spesso accade, abbandonati nelle strade o nelle campagne cittadine. Il titolare della carrozzeria di Predda Niedda è stato quindi denunciato alla magistratura di Sassari per i reati ambientali relativi alla mancanza di autorizzazione per l’emissione in atmosfera e per gestione e smaltimento illecito di rifiuti, «così come previsti dagli articoli 279 e 256 D. Lgs 152/2006 (Testo Unico Ambientale)».

A carico dell’artigiano sassarese sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per una somma totale di 15mila e cinquecento euro per aver tenuto incompleto il registro di carico e scarico.

di Nadia Cossu

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Genova, rifiuti speciali abbandonati in strada: carrozziere nei guai

corpo forestale

Genova. Un cumulo di rifiuti contenenti, tra le altre cose, decine di pneumatici, cerchioni, porte e decine di paraurti di automobili.

Questo il ritrovamento fatto ai bordi di una strada di Genova da una pattuglia del Corpo Forestale dello Stato.

Proprio grazie ad uno dei paraurti presenti, che riportava evidenti tracce di un codice alfanumerico, gli agenti della Forestale sono però riusciti, attraverso accurate indagini, a risalire al responsabile originario dello smaltimento illegale dei rifiuti.

 

Alcune parti di tali rifiuti sono state sottoposte a sequestro probatorio da parte degli agenti e il titolare di una società di autocarrozzeria genovese è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Genova per abbandono incontrollato di rifiuti da parte di titolare di impresa.

Per lui la pena prevista potrebbe arrivare fino ad un anno di reclusione.

 Genova24.it | IL VOSTRO GIORNALE

 

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing

Oggi le auto elettriche sono meno dell’1% del mercato. Nulla rispetto agli investimenti che l’industria sta sostenendo in un settore in profonda crisi. Ma è sorprendente sapereche in un passato lontano, nel 1900, il 34% della auto circolanti tra New york, Boston e Chicago erano elettriche! Cosa è successo allora? David Kirsch, professore associato dell’Università del Maryland nel suo libro “The Electric Vehicle and the Burden History” illustra una teoria tanto semplice quanto vera anche nei nostri giorni. Un’industria potente ha “soppresso” la tecnologia elettrica in favore di un’altra (a benzina in questo caso), spostando massicci investimenti in quella direzione e sviluppando i motori a combustione.

Il libro spiega come anche ai nostri giorni, le tecnologie che si diffondono non sono sempre necessariamente le “migliori”, ma sono quelle che hanno dietro maggiori forze (politiche, economiche o culturali), che modellano i comportamenti (o in taluni casi vengono modellati dalle abitudini). Torniamo all’auto elettrica, ai primi del ’900 quel prodotto era più semplice da guidare, non emettevano fumi inquinanti e richiedevano molte meno manutenzione, percorrendo per lo più piccole distanze (ideale per le ridotte

source: electricauto.org

autonomie). Ma le sorprese non finiscono. La compagnia elettrica (The electric vehicle company) dell’epoca era anche il più grosso produttore e possessore di auto degli Stati Uniti. Infatti già allora i veicoli erano per lo più forniti sotto forma di noleggio, a breve (poche ore) o per settimane o mesi. Quindi oltre 100 anni fa il mercato aveva già sviluppato forme di car sharing elettrico. E c’è voluto oltre un secolo per accorgersi che, forse, era un sistema intelligente per la mobilità nelle città. Purtroppo, le lobby industriali di allora (anche le regole non scritte del mercato esistevano già)  in pochi anni hanno portato la compagnia alla bancarotta ed ecco comparse le case automobilistiche che in breve tempo hanno sviluppato prodotti più economici e performanti. E tutti ci siamo semplicemente abituati a questo concetto di automobile.

Questa analisi evidenzia il concetto di Socio-tecnologia, cioè come le innovazioni tecnologiche in realtà siano soggette a diretto influenzamento da parte di variabili sociologiche e culturali, apparentemente irrazionali. L’auto elettrica non è l’unico caso. Lo storico americano Ruth Schwartz Cowan scrisse un saggio dove dimostrò la diffusione di massa dei frigoriferi elettrici in funzione delle enormi somme investite da parte di GE (General Electric), mentre esistevano in commercio anche frigoriferi a gas altrettanto performanti e silenziosi. Anche i sistemi di riciclo dei rifiuti sono soggette a queste dinamiche. Le tecnologie per il riuso del vetro, metalli e carta, esiste dal 1960, ma solo negli ultimi anni la gente realmente fa la raccolta differenziata. E non certo per soldi, ma perchè ha maturato la consapevolezza di un problema ambientale e, lentamente, adatta i propri comportamenti.

Ma ora come si può andare avanti.. o forse meglio dire..tornare indietro? In assenza della macchina del tempo, la via più

source: 20somethingfinance.com

efficace per il prof Kirsch è quella di avvicinare i consumatori alle nuove tecnologie rendendole sempre più simili a quanto di consuetudinario. Sarà difficile fare il “salto” completo verso l’auto elettrica al 100% mentre molto più facilmente si potrà avvicinare il pubblico alle auto ibride, che nell’accezione comune si presentano a tutti gli effetti come auto tradizionali  con qualche tecnologia in più. Forse per questo, in attesa dei numeri di mercato, gli investimenti delle case auto sempre di più si indirizzano verso gli ibridi. A meno che qualche mega lobby di nuove tecnologie (a idrogeno o ad aria compressa ad esempio) non decida di ripetere la storia.

(thanks to Maggie Koerth-Baker – BoingBoing)

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing.

http://greenvalueblog.wordpress.com/2012/10/03/la-vera-storia-dellauto-elettrica-quando-nel-1900-circolavano-a-new-york-in-car-sharing/