Il Presidente dell’Ania alla Camera: Sì alla forma specifica e al divieto di cessione del credito

Il Presidente dell'Ania alla Camera: Sì alla forma specifica e al divieto di cessione del credito In un’audizione alla VI Commissione Finanze della Camera, il presidente dell’Ania Minucci ha presentato le posizioni delle Compagnie, che sono sostanzialmente in linea con quanto previsto dalla risoluzione 7-00060 Gutgeld. Pieno appoggio quindi alla forma specifica e al divieto di cessione del credito

Il Presidente di Ania Aldo Minucci è stato ascoltato ieri (30 ottobre) dalla VI Commissione Finanze della Camera dei deputati in merito alla risoluzione n. 7-00060 presentata dall’Onorevole Gutgeld.
Minucci ha presentato le proposte del settore assicurativo per giungere ad una riduzione strutturale dei prezzi dell’assicurazione obbligatoria, che appaiono sostanzialmente in linea (quasi una fotocopia) con i provvedimenti contenuti nella risoluzione. Minucci, a nome del settore assicurativo, appoggia infatti pienamente l'”incentivo del risarcimento in “forma specifica”, affermando che “significativi risparmi di spesa possono essere realizzati prevedendo, in via generalizzata, la facoltà per l’impresa di offrire direttamente la riparazione dei mezzi danneggiati in alternativa al risarcimento pecuniario. In caso di rifiuto della riparazione da parte del danneggiato, il risarcimento pecuniario andrebbe limitato al costo che l’impresa avrebbe sostenuto provvedendo direttamente alla stessa riparazione”.
Pieno appoggio inoltre anche alla riduzione dei termini di richiesta di risarcimento per i danni subiti in seguito ad un incidente, che “sono attualmente troppo elevati (due anni) e sono spesso sfruttati per pratiche fraudolente, alterando i mezzi di prova ed impedendo verifiche da parte della compagnie. Un termine più ragionevole, novanta giorni (salvaguardando reali situazioni di forza maggiore), limiterebbe simili abusi e contribuirebbe ad accelerare tempi dei risarcimenti”.

L’Ania ritiene inoltre opportune alcune modifiche nelle procedure di liquidazione dei danni. In particolare si propone di ampliare da 5 a 8 giorni i termini a disposizione di una compagnia per svolgere perizie sui mezzi danneggiati; di identificare immediatamente gli eventuali testimoni dei sinistri impedendo la tardiva segnalazione di testimoni che attualmente consente pratiche scorre
tte; di ampliare da 30’ a 90 giorni i termini previsti per gli approfondimenti in caso di sospetta frode.
Ma oltre a questo l’Ania chiede di vietare la cessione del credito del diritto al risarcimento, “impiegata attualmente per aumentare il costo del sinistro a favore di intermediari professionali”.
Minucci ha anche parlato di “scatola nera”, affermando che l’Ania sottolinea che l’offerta di simili dispositivi debba essere lasciata alla facoltà delle imprese, e dell’attuazione delle nuove tabelle di risarcimento per i danni gravi alla persona. “Da queste potrebbe scaturire un abbattimento delle tariffe r.c. auto nell’ordine del 3-5%: si tratta di circa 20 euro in meno per veicolo, pari a un risparmio per gli italiani di oltre 800 milioni in ciascun anno”.

Durante l’audizione Minucci fatto inoltre riferimento alla suddivisione del costo del sinistro
“Nel 2012 il premio medio della Rc auto si attestava a 560 euro. L’80% di questa cifre era rappresentato dai costi dei risarcimenti e dagli oneri fiscali e parafiscali. I costi di gestione erano pari al 16% del prezzo finale in linea se non inferiori alla media europea. Il margine operativo ed i rendimenti finanziari pesavano per il 4%, una percentuale anch’essa comparabile con lamedia europea. Nel corso degli ultimi due anni la tassazione nel ramo della rc auto è progressivamente aumentata. Se si aggiungono gli oneri parafiscali,pari al 10,5%, si arriva ad un’aliquota complessiva prossima al 26%, superiore di circa otto punti percentuali alla media europea. L’attuale situazione dei conti pubblici rende difficile agire sul fronte fiscale. La strada maestra per realizzare una significativa riduzione della spesa è pertanto quella di incidere sul costo dei risarcimenti(12,1 miliardi nel 2012) che per il 68% del totale (8,3 miliardi) è rappresentato dal rimborso dei danni fisici subiti in conseguenza di un incidente. Il resto, (32%, pari a 3,8 miliardi) è imputabile al risarcimento dei danni a cose, relativi al costo dei ricambi ed alle spese per le riparazioni”.

Sintesi: http://www.ania.it/it/Come-ridurre-prezzi-rc-auto/Per-ridurre-i-prezzi-della-rc-auto.html

Testo Completo: Audizione-Comm.-Finanze-Risoluzione-Gutgeld

ANTITRUST, RC AUTO: CHIUSA INDAGINE CONOSCITIVA

  Per ridurre gli oneri a carico degli automobilisti bisogna riformare il sistema del risarcimento diretto e introdurre nuovi modelli contrattuali finalizzati al controllo dei costi per ridurre i premi. Facilitare la mobilità tra una compagnia e l’altra, introducendo sistemi di confronto semplici e rivedendo il meccanismo delle classi di merito interne. In Italia polizze più care che negli altri paesi europei, più sinistri ma minori frodi scoperte. Maggiori anche i costi dei risarcimenti. Pensionati, giovani e quarantenni i più penalizzati

 

 Modificare il sistema del risarcimento diretto introducendo meccanismi che incentivino il controllo dei costi da parte delle compagnie assicurative, per recuperare efficienza e trasferirne i benefici ai consumatori in termini di premi più bassi. Prevedere, inoltre, nuovi modelli contrattuali che consentano, a fronte di sconti consistenti da garantire all’assicurato, la riduzione dei costi tramite lo sviluppo del risarcimento in forma specifica o dietro fattura. Sono alcune delle proposte avanzate dall’Antitrust nella chiusura dell’indagine conoscitiva sulla Rc Auto, decisa il 6 febbraio scorso, finalizzate a rendere meno onerose le polizze obbligatorie che gravano sugli automobilisti.

L’Autorità – riporta il comunicato ufficiale – suggerisce anche soluzioni che facilitino la mobilità tra un’assicurazione e un’altra, rivedendo il meccanismo delle classi di merito interne e mettendo a punto preventivatori che aiutino i consumatori a scegliere la polizza più conveniente. Vediamole in sintesi:

GLI INTERVENTI POSSIBILI

L’indagine, svolta su un campione rappresentativo dell’82% del mercato e delle polizze effettivamente pagate, conferma numerose criticità di natura concorrenziale che si riflettono, da una parte, in livelli, tassi di crescita e variabilità dei premi non concorrenziali; dall’altra, in strutture dei risarcimenti a carico delle compagnie non efficienti in senso produttivo, anch’esse proprie di un equilibrio non concorrenziale. L’introduzione della procedura di risarcimento diretto nel 2007 non sembra aver interrotto questo circolo vizioso.

Gli ultimi interventi normativi, che vanno nella giusta direzione, richiedono ulteriori perfezionamenti oltreché la loro puntuale attuazione e un’attenta verifica. L’Antitrust suggerisce tra l’altro:

  1. Il rimborso alla compagnia che risarcisce il proprio assicurato danneggiato dovrebbe avvenire, sempre tramite stanza di compensazione, come accade oggi, sulla base di un forfait definito secondo le modalità attualmente in vigore, ma decurtato di una percentuale (cd. il “recupero di efficienza“). Andrebbero in sostanza previsti livelli via via decrescenti all’ammontare che oggi le compagnie si pagano reciprocamente a fronte di un danno causato da un proprio assicurato. Ciò avverrebbe introducendo un “cap” sul forfait, così modificando l’attuale sistema di rimborso basato sul mero costo storico. Verrebbe in questo modo innescato un incentivo per le compagnie a controllare e contenere i costi (in parte dovuti anche alle frodi).
  2. Vanno adottati modelli contrattuali che aumentino, da una parte, la capacità di controllo dei risarcimenti da parte delle compagnie e, dall’altra, le possibilità di autoselezione da parte degli assicurati. Il regolatore dovrebbe operare affinché vengano introdotte clausole, facoltative per l’assicurato, associate a congrui sconti di premio (ad esempio risarcimento in forma specifica, con riparazione presso autofficine convenzionate con l’assicurazione, prestazioni di servizi medico-sanitari resi da professionisti individuati e remunerati dalle compagnie). Anche l’installazione della ‘scatola nera’ deve avvenire a fronte di una forte scontistica.
  3. Dal lato dei costi occorre eliminare qualunque elemento di incertezza sulle lesioni micro permanenti rendendo risarcibili solo quelle che emergono da indagini strumentali e va prevista la possibilità di ispezionare i veicoli danneggiati nel corso di un sinistro (CARD) anche per la compagnia del responsabile.
  4. Vanno introdotte certezza e chiarezza in merito alle classi interne, prevedendo, in caso di cambiamento dell’assicuratore, che la ‘nuova’ compagnia attribuisca all’assicurato una classe interna non inferiore a quella che verrebbe assegnata ad un proprio assicurato avente le stesse caratteristiche di rischio.
  5. Va favorito lo sviluppo di nuovi ed efficaci strumenti on line utili alla comparazione di un ampio numero di premi per l’RC Auto di facile e immediato utilizzo e, grazie a idonee icone grafiche, con la specificazione delle principali esclusioni e rivalse connesse a ciascuna offerta.

IN ITALIA PREMI DOPPI RISPETTO A FRANCIA E PORTOGALLO

L’indagine conferma che i premi Rc Auto in Italia sono in media più elevati e crescono più velocemente rispetto a quelli dei principali paesi europei: il premio medio è più del doppio di quelli di Francia e Portogallo, supera quello tedesco dell’80% circa e quello olandese di quasi il 70%. La crescita dei prezzi per l’assicurazione sul periodo 2006-2010 è stata quasi il doppio di quella della zona Euro e quasi il triplo di quella registrata in Francia.

Parallelamente il nostro Paese si caratterizza per la frequenza sinistri e il costo medio dei sinistri più elevati tra i principali paesi europei: in particolare, la frequenza sinistri è quasi il doppio di quella in Francia e in Olanda e supera di circa il 30% quella in Germania; il costo medio dei sinistri in Italia supera quello della Francia di circa il 13%, quello della Germania di oltre il 20% ed è più del doppio di quello del Portogallo. Tuttavia il numero delle frodi accertate ai danni delle compagnie in Italia appare quattro volte inferiore a quello accertato dalle compagnie nel Regno Unito e la metà di quello accertato in Francia.

PENSIONATI, GIOVANI E QUARANTENNI I PIU’ PENALIZZATI

L’indagine conferma, analizzando le polizze reali, aumenti molto forti successivi all’introduzione del risarcimento diretto. E’ stata condotta su sette ipotetici profili di assicurati diversi, ciascuno dei quali con caratteristiche di rischio diverse. Ad ogni compagnia è stato quindi chiesto di fornire informazioni sui premi effettivamente corrisposti da ciascun profilo di assicurato in ciascuna delle trenta province analizzate. I premi per l’RC Auto sono cresciuti sull’arco temporale analizzato (2007-2010)  a tassi piuttosto significativi per quasi tutti i profili di assicurato e in larga parte degli ambiti provinciali considerati nell’indagine, sia per i maschi che per le femmine. I pensionati con vetture di piccola cilindrata, i giovani con ciclomotori e i quarantenni con i motocicli sono le categorie di assicurati per le quali i premi sono aumentati in gran parte delle province incluse nel campione analizzato. Ad esempio, gli aumenti annui medi delle polizze RC Auto a livello provinciale sul periodo 2007-2010 hanno raggiunto il 20% all’anno nel caso di un neo-patentato con un’autovettura di piccola cilindrata, il 16% all’anno per un quarantenne con un’autovettura di media cilindrata, il 9-12% all’anno per un pensionato (donna o uomo) con un’autovettura di piccola cilindrata, il 12-14% all’anno per un diciottenne (donna o uomo) con un ciclomotore e superato il 30% annuo per un quarantenne (donna o uomo) che assicura un motociclo. Le province nelle quali sono stati riscontrati gli aumenti più significativi sono localizzate nella gran parte dei casi nel Centro-Sud Italia; tali province si caratterizzano, infatti, per una crescita dei premi superiore a quella riscontrata nel Nord Italia.

DIFFICILE CAMBIARE COMPAGNIA

Il tasso di mobilità tra una compagnia e l’altra, che rappresenta un’arma a disposizione dei consumatori per stimolare la concorrenza, resta in realtà ancora basso, intorno al 10 per cento: nel periodo 2007-2010 solo le compagnie telefoniche, che tuttavia rappresentano solo un 5% del mercato, sono state caratterizzate da maggiore mobilità in termini di ingressi (16-18%) rispetto alle compagnie tradizionali.

Eppure l’indagine mostra un’estrema variabilità dei premi richiesti: sul mercato è dunque possibile trovare polizze maggiormente convenienti, a patto di avere gli strumenti giusti per trovarle. La spesa per l’RC Auto sostenuta da ciascun consumatore (con il profilo indicato) può variare anche considerevolmente all’interno della provincia di residenza. In particolare, utilizzando il coefficiente di variazione, la variabilità della spesa per l’RC Auto assume valori nell’ordine del 20-30% per un numero significativo di profili in ciascuna macroarea sia per gli assicurati di sesso femminile.

I consumatori non riescono tuttavia a sfruttare queste possibilità perché gli strumenti di informazione e di confronto tra le diverse offerte sono complicati e non si è sviluppata la figura dell’agente plurimandatario. Inoltre la peculiare articolazione delle classi interne e delle regole evolutive adottate dalle compagnie impatta negativamente sulla mobilità degli assicurati: cambiando assicurazione il cliente viene inserito in classi interne più svantaggiate rispetto a quella di provenienza.

POCHI SCONTI PER CHI INSTALLA LA SCATOLA NERA O SCEGLIE IL RISARCIMENTO IN FORMA SPECIFICA

Sia l’andamento della frequenza sinistri che quello del costo (medio) dei sinistri, che congiuntamente determinano il costo per il risarcimento dei sinistri, risultano crescenti: la frequenza sinistri in Italia è aumentata in tutti gli anni successivi all’introduzione della procedura di risarcimento diretto ad eccezione del 2010; l’aumento del costo medio dei sinistri CARD (Convenzione Assicuratori Risarcimento Diretto) sul periodo 2008-2010 è stato pari al 12,4% per i sinistri CARD e al 28,1% per quelli NO CARD. Le compagnie non hanno inoltre sfruttato le possibilità offerte dalla procedura CARD per controllare in maniera più efficace il costo dei risarcimenti: gli sconti offerti agli automobilisti a fronte della clausola del  “risarcimento in forma specifica” non hanno superato il 5% del premio e i contratti di questa tipologia non sia stato più del 6% del totale.

Anche il ricorso alla ‘scatola nera’ non è stato incentivato: gli oneri contrattuali a carico della clientela per l’istallazione della scatola nera risultano superiori alla scontistica offerta dalle compagnie. Il risultato è che il numero di contratti con la “scatola nera” non ha superato il 3% del totale.

Consulta e scarica testo-indagine-conoscitiva-rcauto

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