Auto, il mercato italiano a marzo ancora positivo (+4,96%)

20130622-065007.jpg Modesta, ma continua. La ripresa del mercato italiano dell’auto si consolida a marzo, con 139.337 immatricolazioni ed una crescita del 4,96%. È il quarto segno positivo consecutivo – ricorda Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – ma «è soprattutto significativo che il rilancio del mercato automobilistico sia stato accompagnato prima da quello dei veicoli commerciali ed industriali, e da febbraio anche dall’aumento di vendite delle moto».
Ed anche se, per i prossimi mesi, il rafforzamento del mercato dell’auto sarà limitato, secondo le previsioni dei concessionari, pur sempre di crescita si tratta. Senza troppa enfasi perché, sottolinea Quagliano, il 2013 si era comunque concluso con un calo del 47,7% delle immatricolazioni rispetto al periodo precedente alla crisi.
Ma l’ottimismo degli operatori, e dei consumatori, deve fare i conti con le decisioni concrete del governo. Quagliano ritiene che il clima di fiducia in miglioramento sia legato alle aspettative di iniziative concrete da parte dell’Esecutivo. Ma se le attese venissero deluse, allora lo spettro della deflazione rischierebbe di diventare realtà.
E mentre l’Italia festeggia l’incremento intorno ai 5 punti, la Francia a marzo cresce dell’8,9%. Un rimbalzo consistente anche se gli operatori invitano alla cautela. Va meglio la Spagna, in progresso del 10% grazie alla prosecuzione degli incentivi governativi. Intanto Fiat-Fca festeggia sui merctai americani. Negli Stati Uniti il gruppo ha registrato un progresso del 13%, con il 48° mese consecutivo di crescita ed il miglior marzo dal 2007. Ancor meglio in Canada, con il 52% incremento mensile consecutivo e un progresso del 2% per il mese di marzo.

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di Augusto Grandi

Carburanti, in aprile il consumo è aumentato

Il segnale è debole (+0,6%), ma non accadeva dall’agosto 2011. Quagliano: «Presto per dire se è tornata la fiducia»

Auto in coda a una stazione di servizioMILANO – Prima il segnale positivo delle immatricolazioni europee (+1,7% in aprile rispetto allo stesso mese dell’anno scorso: ), ora un altro indizio incoraggiate: per la prima volta dall’agosto 2011, i consumi di carburante crescono. «L’incremento è molto modesto (+0,6%) ed è dovuto soltanto al gasolio (+0,9%) – spiega Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor -, mentre il consumo di benzina si attesta sul livello dello stesso mese dell’anno precedente». Non è al momento possibile stabilire se si tratta di un «effetto di calendario», un rimbalzo dei consumi dopo una lunga caduta o di una inversione di tendenza.UN’INVERSIONE DI TENDENZA? Il dato comunque è coerente con altri segnali, sia pure molto deboli. Spiega Quagliano: «Innanzitutto il fatto che in Italia, in aprile, il calo delle immatricolazioni è stato più contenuto. Anzi: per la prima volta da mesi si è registrato un incremento degli ordini. Allargando l’orizzonte, c’è poi il fatto che, sempre in aprile, c’è stata una piccola crescita anche per le immatricolazioni in Europa». L’insieme di questi segnali, secondo Quagliano, fa pensare a un recupero della propensione ai consumi, causato dalla «relativa tranquillità sui mercati finanziari e, forse, anche dal ritorno alla fiducia dopo il superamento della crisi politica».VEDREMO IN MAGGIO La verifica non tarderà: vedremo se i dati sulle immatricolazioni di maggio, che saranno resi noti il 3 giugno, confermeranno o no la tendenza. Nonostante l’exploit di aprile, il consuntivo del primo quadrimestre 2013 sulla spesa e sui consumi di carburanti auto è negativo. La banca dati Promotor rileva un calo dei consumi del 3,7%, mentre la spesa ha toccato i 20,6 miliardi di euro, con un calo del 4,8% dovuto a contrazioni del gettito fiscale di 178 milioni (-1,5%) e della quota che va alle compagnie petrolifere e alla distribuzione (componente industriale) di 869 milioni (-8,7%).

Redazione Motori

20 maggio 2013

(modifica il 21 maggio 2013)

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Auto: il crollo non si ferma più A gennaio vendite a -17,5%

I RISULTATI DEL PRIMO MESE 2013

Batoste pesanti per quasi tutti i costruttori

Fiat perde meno del mercato, i coreani avanzano

 vortice auto

MILANO- L’anno dell’automobile inizia come era finito. Con un altro pesante tonfo. Le vendite a gennaio sono calate del 17,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Quando già si era verificata una drastica contrazione del 17%. Segni di ripresa? Macché. Le auto immatricolate sono state 113.525.

I DATI MARCA PER MARCA

PERDONO TUTTI-Il gruppo Fiat apre il 2013 con 34.160 vetture, il 15,8 in meno di gennaio 2012, ma aumenta leggermente la quota di mercato superando i 30 punti percentuali e registra un buon successo per 500L con oltre 34 mila ordini raccolti. Batoste pesanti anche per Volkswagen, Psa Peugeot Citroen, Gm tiene un po’ meglio degli altri, Ford perde addirittura il 44%. Fra i pochi a crescere i coreani: Kia avanza del 30% superando le 3 mila unità.

«ACCANIMENTO FISCALE» Fra gli operatori di settore un grido comune: «Il mercato è schiacciato dalle tasse». Per Federauto, l’associazione dei concessionari, «solo con la manovra «Salva Italia» del 2012 gli autoveicoli hanno “donato” all’Erario oltre 5 miliardi di euro, fra aumenti di accise, superbollo e Iva». Aumenti che vanno cumulati a quelli del 2011, ricorda il presidente Filippo Pavan Bernacchi per il quale «i numeri di oggi sono il risultato dell’accanimento fiscale». Jacques Bousquet, presidente dell’ Unrae prevede il peggio: «Gennaio vale storicamente il 10% dell’immatricolato dell’anno, il consuntivo di questo mese proietterebbe a fine anno un risultato che non voglio nemmeno immaginare». «Non poteva essere diversamente» aggiunge poi «in assenza di interventi di alleggerimento dell’enorme pressione fiscale sulle famiglie e del credito alle imprese». Perché la crisi delle automobili -secondo un’analisi del Centro Studi Promotor- è persino peggiore di quella dell’economia reale: «Il livello di tassazione è ormai controproducente pure per il fisco», sostiene Gian Primo Quagliano spiegando che «gli ultimi dati sui consumi di carburante rivelano che nel dicembre scorso vi è stato un calo delle vendite di benzina e gasolio alle pompe di ben il 13,5% e questo andamento ha per la prima volta prodotto il cosiddetto effetto Laffer: il fortissimo rincaro della tassazione ha avuto infatti un impatto così negativo sui consumi che il gettito fiscale di dicembre, invece di aumentare, è calato di ben il 7,2% con una perdita secca per l’Erario di 229 milioni».

Daniele Sparisci
danielesparisci

1 febbraio 2013 | 19:10

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Corriere della Sera

L’anno orribile dell’automobileil mercato torna ai livelli del 1979

Nel 2012 vendute poco di 1 un milione e 400 mila vetture.
Fiat perde 100 mila unità ma in Brasile fa il record

LA CRISI DEL SETTORE AUTO   unrae 2012

Nel 2012 vendute poco di 1 un milione e 400 mila vetture.
Fiat perde 100 mila unità ma in Brasile fa il record

MILANO- Indietro tutta di trentatre anni. Le vendite di auto in Italia tornano ai livelli del 1979: poco più di un milione e 400 mila unità, il 20% in meno del 2011 quando ne erano state immatricolate 1 un milione e 749 mila. A dicembre il calo è stato persino superiore rispetto ad altri mesi: -22%.

 

FIAT, DOLORI IN CASA E RECORD IN BRASILE-Per quanto riguarda il gruppo Fiat, le vendite in dicembre sono scese del 20,2% a 25.385 unità, mentre nell’intero 2012 il Lingotto ha immatricolato esattamente 100mila auto in meno, per una flessione del 19,4% a 414.925. Piccole consolazioni: la quota di mercato è salita al 29,26% in dicembre (dal 28,42% di un anno prima) e al 29,59% per l’intero 2012 (29,43% nel 2011); Panda e Punto si confermano ai primi due posti nella classifica dei modelli più popolari. Le soddisfazioni, invece, arrivano da altri paesi: in Brasile Fiat vende il doppio che in Italia. Nel 2012 ha immatricolato 838 mila veicoli (e ne ha prodotti 759 mila), il migliore risultato in 36 anni di attività. Rispetto al 2011 la crescita è dell’11%, la casa torinese così mantiene il primato interno . Giovedì arriveranno i dati della Chrysler, anche questi positivi sull’onda della ripresa americana.

 

GLI SCONTI NON FUNZIONANO– Ma torniamo all’Italia. A poco sono serviti sconti con importi spesso superiori ai 5 mila euro: più delle promozioni influiscono i rincari dei prezzi della benzina, dell’Rc Auto e gli aumenti delle imposte provinciali e dal primo gennaio pure quelli delle multe e dei pedaggi autostradali. «La crisi economica, la pressione fiscale sulle famiglie, le restrizioni al credito alle imprese hanno determinato una domanda totalmente anelastica rispetto alle straordinarie offerte» spiega Jacques Bosquet, presidente dell’Unrae. Altre conferme arrivano dagli acquisti delle famiglie: -22,9%, uno dei dati più bassi mai registrati.

«MERCATO FALSATO DALLE KM ZERO»- Secondo i concessionari poi la situazione è ancora più grave di quanto emerge dai dati: per Federauto «solo grazie a un massiccio intervento di chilometri zero dicembre si è riusciti a raggiungere quota 1,4 milioni». In dodici mesi – secondo i dealer- si sono perse 347.650 unità equivalenti a un fatturato di circa 7 miliardi di euro. E il 2013 non promette nulla di buono: per gli analisti è atteso un ulteriore calo, anche se in misura minore.

MALE ANCHE L’USATO– Ma i segnali non sono incoraggianti, va male anche l’usato: i passaggi di proprietà sono calati del 9,8.« Di solito quando il nuovo non tira il mercato dell’usato è in ripresa, ma nelle fasi veramente difficili quest’ultimo rallenta», spiega Gian Primo Quagliano direttore del centro studi Gl Events. Che non esclude qualche spiraglio di luce: «A partire da aprile-maggio potrebbe esserci un’inversione di tendenza: oggi l’automobile soffre di più dell’economia reale. Ma solo se ci sarà una politica economica meno punitiva ». Cioè se il prossimo governo metterà in atto un piano di rilancio, come quello richiesto dall’Anfia: «Rivedere provvedimenti troppo penalizzanti: come la riduzione della deducibilità del costo delle vetture aziendali, imposta sulle autovetture sportive e IPT».

Daniele Sparisci
danielesparisci

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