PERCHÉ UN’AUTO BRUCIA?

Stabilire le cause di un incendio di un’auto non è una cosa facile. Specialmente se l’incendio è totale, se l’auto è stata rimossa dal luogo del rogo e se passa tanto tempo tra evento e rilevamento.

Innanzi tutto bisogna differenziare l’indagine tra auto a benzina o diesel.

Nel caso dell’alimentazione a benzina l’incendio dei vapori di carburante può essere una probabile causa, specialmente in caso di incidente stradale e nelle vetture di vecchia generazione senza cut-off. Il gasolio non ha questa particolarità. Il rifornimento con benzina fatto su vetture a gasolio può portare ad un pericoloso innalzamento delle temperature di motore e della linea di scarico con possibili principi di incendio. Oltre a queste eventualità e soprattutto in caso di incendio di auto in sosta, le altre cause sono comuni ai due tipi di alimentazione. Una causa potrebbe essere un difetto del tappo di tenuta olio lubrificante. A causa di una perdita l’olio entra in contatto con il collettore di scarico e potrebbe prendere immediatamente fuoco.

L’incendio doloso perpetrato con liquidi infiammabili si può individuare per la localizzazione in un punto del maggior danno e dei segni di calore paralleli al terreno per la combustione a terra del liquido infiammabile utilizzato per l’innesco. I segni dati dalle differenze di temperatura sui lamierati indicano infatti la zona di sviluppo della fiamma o la maggior durata della combustione. L’innesco può avvenire in qualsiasi punto della vettura, in corrispondenza di un corto circuito dell’impianto elettrico, ma più frequentemente si verifica in corrispondenza di relé, circuiti elettronici che si bruciano o resistenze che si surriscaldano come nel caso del lunotto termico che potrebbe non spegnersi dopo lo spegnimento e l’abbandono della vettura. Ci sono poi i motorini elettrici quali quello di avviamento o l’alternatore  che in caso di malfunzionamento o bloccaggio raggiungono temperature che possono innescare incendi.

I catalizzatori hanno dato dei problemi di incendio specialmente in occasione di collisioni sottoscocca. Il surriscaldamento dei freni, anche se più frequente nei veicoli industriali può essere anche causa di incendio di vetture, specialmente in moto.   Spesso le cause sono da ricercare in manomissioni dell’impianto per inserire accessori non omologati, surriscaldamento di tratte di impianto elettrico per impiego di fusibili sovradimensionati, deformazione di plafoniere interne per lampadine troppo potenti.

Il consiglio è quindi quello di non modificare l’impianto elettrico e verificare che un eventuale piccolo danno non comprometta la linea di scarico o l’impianto elettrico.

Prima di compiere qualsiasi indagine è consigliato di leggere il bollettino dei richiami per vedere che l’evento incendio non sia stato segnalato sul veicolo interessato: https://peritiauto.wordpress.com/2018/05/02/bollettino-semestrale-di-richiamo-dei-veicoli-difettosi/

I FURBETTI DELLA RC AUTO

Allarmi sociali

 Allarmi sociali

Quattroruote lo dice da tempo: sono in aumento le vetture che circolano prive di assicurazione obbligatoria. L’operazione di ieri della Polizia Stradale, che ha visto il sequestro di 231 veicoli e la denuncia di 23 persone in sette regioni d’Italia, non fa altro che testimoniare la fondatezza dell’allarme lanciato. Controlli a tappeto. Gli agenti, suddivisi in 178 pattuglie, hanno passato al setaccio 3.550 veicoli nelle province di Roma, Viterbo, l’Aquila, Pescara, Napoli, Salerno, Brindisi, Lecce, Taranto, Cosenza, Reggio Calabria, Messina, Ragusa, Siracusa, Agrigento e Trapani. Il risultato di questi sforzi ha portato al sequestro di 231 veicoli senza copertura e la denuncia di 23 persone tra cui 13 con tagliandino fasullo. Il dato statistico ricavato è sostanzialmente in linea con quello di un’altra operazione fatta a dicembre 2012. Guai seri. Ricordiamo che circolare senza Rc auto comporta una sanzione che va da 841 a 3.366 euro, oltre al sequestro del veicolo. Inoltre chi circola con documenti alterati o contraffatti subisce la confisca dell’auto, cioè se la prende lo Stato e la vende all’asta. Cosimo Murianni

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