Gli pneumatici delle auto elettriche sono diversi rispetto a quelli delle auto con motore termico. Ecco in cosa si differenziano.
Sorgente: Come sono le gomme delle auto elettriche? | Fleet Magazine
Gli pneumatici delle auto elettriche sono diversi rispetto a quelli delle auto con motore termico. Ecco in cosa si differenziano.
Sorgente: Come sono le gomme delle auto elettriche? | Fleet Magazine
La maggior parte delle vetture in circolazione ha gomme estive con cui, secondo una cattiva abitudine, percorre migliaia di chilometri prima della sostituzione. Pochi si preoccupano di cambiare le gomme quando all’estate segue l’inverno.
Con il calo delle temperature, però, in molte città italiane scatta l’obbligodi circolare con gli pneumatici invernali o di avere le catene a bordo in quei tratti stradali esposti al rischio di gelate e nevicate.
Per evitare la scocciatura di dover scendere dalla vettura, in pieno inverno, per montare alle vostre gomme le catene da neve, l’acquisto degli pneumatici invernali diventa la soluzione migliore per affrontare qualsiasi tipo di manto stradale (con pioggia, ghiaccio o neve).
Non solo per non incorrere in sanzioni ma soprattutto per la sicurezza è, quindi, importante l’uso delle gomme invernali, senza esporci a inutili rischi o alla preoccupazione di non riuscire a raggiungere una meta durante la stagione fredda.
Così, il modo migliore di prepararsi all’inverno in macchina è affidarsi a una guida completa nella scelta, tra le varie marche in commercio, degli pneumatici più adatti alle nostre esigenze.
Con l’arrivo dell’inverno facciamo il cambio di stagione: i vestiti estivi lasciano il posto a quelli invernali per poter affrontare le basse temperature.
Come noi non usciamo in inverno con gli infradito, così la nostra vettura ha bisogno delle gomme adatte per affrontare l’asfalto freddo, innevato o ghiacciato.
Nel momento in cui decidiamo di cambiare con delle ruote invernali quelle estive facciamo una scelta saggia per l’auto e per tutti i nostri passeggeri.
Quando, infatti, la temperatura scende sotto i 10 gradi, le gomme invernali con la mescola di silicio e polimeri garantiscono una migliore aderenza a terra rispetto a quelle estive, ma sono sconsigliate con l’aumento termico superiore ai 15 gradi.
In commercio ci sono due tipologie di gomme invernali a mescola morbida distinte secondo i tasselli: meno pronunciati per le “termiche”e più pronunciati per le “lamellari”. L’aderenza al suolo è garantita dai tasselli che si riempiono di neve.
Dobbiamo fare attenzione ad alcune indicazioni simboliche che troveremo in rilievo sulla gomma:
M+S (Mud+Snow) indica che il nostro treno di pneumatici invernali è adatto anche al fango.
Montagna con cristalli di neve indica che la natura delle nostre gomme invernali è adatta a percorsi montuosi.
Se sulle vostre gomme non troverete il simbolo della neve, non allarmatevi perché è solo una convenzione dei produttori.
Prima di passare alla guida completa tra le marche in commercio, dobbiamo considerare la vettura su cui andremo a montare le gomme da neve per i codici di carico, cioè il peso supportato dalle ruote.
Milena Talento
articolo originale
NDR: Perché vi parliamo di gomme da neve alla vigilia delle vacanze estive? Perché è il momento migliore per acquistarle. Anche al 50% in meno di quello che le pagherete ad inizio inverno!
Riduce anche l’inquinamento
Questa gomma potrà fare a meno dell’aria grazie ad una struttura a raggi in resina termoplastica che collega la parte centrale al battistrada, fornendo il supporto necessario. Una rivoluzione per gli automobilisti che non correranno più il rischio di forare. Né dovranno preoccuparsi della pressione. Aspetto, quest’ultimo, che dovrebbe avere una positiva ricaduta sull’inquinamento: le gomme sgonfie (una gran parte di quelle in circolazione, secondo la Polstrada), oltre a compromettere la sicurezza del veicolo, fanno consumare più carburante e, di conseguenza, aumentano l’emissione di CO2. «Nel 2011, nel mondo, c’erano 6 miliardi di persone e 900 milioni di veicoli – spiega Hiroshi Morinaga, responsabile pianificazione ambientale di Bridgestone in Giappone –. Nel 2050 si stima che arriveremo a 9 miliardi di individui e 2,3 miliardi di veicoli. Il nostro obiettivo è dimezzare da qui a quella data la CO2 prodotta dalle gomme».
Sempre più sostenibili
Sulla strada che porta a quel traguardo, Bridgestone persegue anche altri obiettivi. Innanzitutto la promozione degli pneumatici runflat (consentono di viaggiare anche con una foratura, sia pure a bassa velocità), perché riducono gli scarti e eliminano la necessità della ruota di scorta. Poi ci sono le gomme rigenerate, cioè usate e riportate alle condizioni originarie, o quasi: fanno risparmiare il 68% di materie prime. Infine, lo studio di materiali alternativi per sostituire i componenti più inquinanti con altri sostenibili e rinnovabili, tipo il guayule e il Dente di Leone.
Una filiera sostenibile
La tecnologia «ologica», invece, appartiene già al presente: viene applicata all’elettrica Bmw i3. In pratica consiste in pneumatici di maggiore diametro, ma dalla sezione inferiore: si ottengono prestazioni simili a quelle delle gomme «normali», ma con una minore resistenza aerodinamica ed al rotolamento, quindi – rieccoci al punto – consumi di carburante inferiori. La riduzione degli inquinanti coinvolge naturalmente anche gli stabilimenti produttivi di Bridgestone: sono undici solo in Europa, di cui uno a Modugno, in provincia di Bari, aperto nel lontano 1962 e di recente ammodernato con un investimento di 41,3 milioni di euro. Nella fabbrica di Tochigi, invece, a due ore di distanza da Tokyo, il 35% del fabbisogno energetico produttivo viene da un inceneritore di pneumatici usati, acquistati sul mercato dalle prefetture vicine.