COLLABORA CON NOI

Sempre più spesso per incarichi urgenti e specifici, i Periti Auto registrati vengono contattati da privati e società per fare perizie di ogni tipo, ovviamente quelli che hanno lasciato i recapiti.

Ora stiamo ultimando la copertura territoriale per la verbalizzazione del sinistro appena successo. La copertura è sufficiente per garantire un intervento in tempi accettabili, ma lo standard deve essere uguale a quello del soccorso stradale per cui 23 minuti di media con tolleranza sino a 40 minuti.

app periti auto PAI

Per questo obbiettivo ci servono altri nominativi.

VI INVITIAMO A DARCI LA VOSTRA DISPONIBILITA’.  LA TARIFFA PER ORA E’ LIBERA!

 

Ovviamente sono privilegiati i PAI più efficaci, economici e vicini al luogo del sinistro.

In collaborazione con ACI Global, Assicure, Rentek e Security Group  abbiamo realizzato il programma illustrato qui  https://peritiauto.wordpress.com/2014/03/30/in-arrivo-la-app-di-periti-auto/  e la pagina www.peritiauto.it/pai da cui registrarsi.

Dall’ Apple Store e da Google Play si può già scaricare la App che serve ad individuare il luogo del sinistro e le persone che chiedono assistenza.

Se vi eravate già registrati ma non avevate ricevuto la scheda di conferma, vi invitiamo  a ripetere l’operazione dopo esservi iscritti al sito.

Per maggiori informazioni info@peritiauto.it

A day in the life: Vehicle inspector – Un giorno con: Il Perito Auto Ispettore

perito auto appraiser car

Dealing with drivers is a constant challenge for BCA vehicle inspector Andy Kendall, especially when it comes to signing for a repair estimate that may reach thousands of pounds.
Kendall has been with BCA for more than 16 years, originally starting his career in the bodyshop and then progressing to a vehicle inspector’s role.
He is one of BCA’s 45 field inspectors in the UK, who travel around the country assessing fleet vehicles either on-site or at one of BCA’s auction centres.
Their job is to estimate the total cost to restore and repair a vehicle which is being defleeted, either for the leasing company to use as a guide when setting recharges or for fleets prior to sending vehicles off to auction. All inspectors have a ready-made office in the boot of their car which includes a printer, hand-held devices and camera.
The inspection process
The inspectors use a grading process to assess a vehicle’s body and trim, with grade one being the best condition and grade five indicating that substantial repair work needs to be carried out.
“The whole thing about vehicles going into a bodyshop is time,” says Kendall.
“Time is money in terms of company vehicles, and the grading helps highlight to potential buyers how much work would be needed.
“This is invaluable so our clients know what it is going to cost them to be able to sell the vehicle.” The companies that commission BCA’s inspectors may also have requirements and standards they expect the vehicles to be returned in with their own damage checklist with different associated costs.
There will be slightly different views on wear and tear and damage between leasing companies and manufacturers. On the flip side, some may not charge for things others will.
For example, leasing companies differ on whether they issue a fine when a vehicle’s service history is missing. During a vehicle inspection, all damage is photographed and uploaded into BCA’s reporting system.
Natural light has to be present to be able to carry out the inspection correctly and all drivers are instructed to clean their vehicles beforehand.
If the inspector turns up and the car or van is too dirty, they can refuse to perform the inspection with the charge still payable by the company.
“Dealing with the driver is a particular challenge and getting a signature from them, especially when they are faced with a particularly high bill, can sometimes be difficult,” says Kendall.
“People will deny they have had an accident and say that damage has happened without their knowledge.”
Repair damage promptly and properly
Repair early and professionally is a key message the inspectors try and get through to drivers, stressing the extra costs associated with badly carried out smart repairs or damage that goes untreated.
“Quite often we do come across smart repairs that are not always done well, which then ends up being counter-productive because the client ends up paying more to get the work re-done,” says Kendall.
“The key thing for us in the broader scheme of things is the message to get repairs done early rather than later. In our experience, damage left untreated ends up costing more in the long run and causes more damage when left.”
Wheels, tyres and bumpers are the most common damages, while incidents of air vents damaged by phone holders are becoming more frequent.
Communication is key
“Our role is to deliver a transparent audit trail for the client’s asset so they can see the condition of the vehicle when it came from fleet and decide on how to cost the vehicles back,” says Kendall.
To keep vehicle recharges down, he urges fleet operators to keep communicating to drivers the importance of reporting damage and keeping vehicles in a good condition.
“It is down to good fleet management, monthly checks and good communication to keep the vehicles in good condition,” he said.
“Not having a blame culture is also a good thing, as this can make it easier for drivers to report any damage rather than avoid doing it.”

                                                           TRADUZIONE:

Trattare con i drivers è una sfida costante per l’ispettore di veicoli della BCA Andy Kendall, soprattutto quando si tratta di sottoscrivere  un preventivo di danno che può raggiungere migliaia di sterline.
Kendall è con BCA da oltre 16 anni, ha iniziato la sua carriera in carrozzeria e poi è diventato un Perito Auto Ispettore.
Egli è uno dei 45 ispettori in campo di BCA nel Regno Unito, che viaggiano in tutto il paese per valutare i veicoli della flotta sia presso i clienti che presso uno dei centri di vendita all’asta di BCA.
Il loro compito è quello di stimare il costo totale per ripristinare e riparare un veicolo che viene tolto dalla flotta, sia per la società di leasing per fissare il prezzo di vendita o per le flotte prima di inviare i veicoli all’asta.
Tutti gli ispettori hanno un ufficio pronto all’uso nel bagagliaio della loro auto, che comprende una stampante, dispositivi palmari e macchina fotografica.
Il processo di ispezione
Gli ispettori utilizzano un processo di classificazione da 1 a 5 per valutare la carrozzeria del veicolo e assegnare, con un valore tra 1 per la migliore condizione e il grado 5 che  indica che i lavori di riparazionecon sostituzione del ricambio deve essere effettuato.
“La cosa più importante per i veicoli che entrano in una carrozzeria è tempo”, dice Kendall.
“Il tempo è denaro per i veicoli aziendali, e la classificazione aiuta molto i potenziali acquirenti indicando quanto lavoro sarà necessario.
“Questo ha un valore inestimabile e i nostri clienti sanno cosa verrà a costare loro riparare il veicolo prima di venderlo.”
Le società forniscono agli ispettori della Commissione di BCA calibri di valutazione diversi che indicano come i veicoli devono essere restituiti e danno specifiche checklist con differenti costi da abbinare ad ogni singolo danno.
Ci saranno leggere differenze di valutazione  su usura e danni tra le società di leasing e produttori o NLT. Il rovescio della medaglia è che alcuni non pagheranno riparazioni che altri faranno.
Ad esempio, le società di leasing si differenziano se emettono una penale quando il libretto di manutenzione  di un veicolo è mancante.
Nel corso di una ispezione del veicolo, tutto il danno viene fotografato e caricato nel sistema di reporting di BCA.
La luce naturale deve essere presente per poter effettuare l’ispezione correttamente e tutti i driver sono incaricati di pulire i loro veicoli in anticipo.
Se l’ispettore vede  l’auto o il furgone ed è troppo sporco, può rifiutarsi di eseguire l’ispezione addebitando il costo dell’ispezione alla società.
“Trattare con il conducente è una sfida particolare e ottenere una firma da loro, soprattutto quando sono di fronte a un conto particolarmente elevato, a volte può essere difficile”, spiega Kendall.
“La gente nega di aver avuto un incidente e dice che il danno è avvenuto a loro insaputa.”
Riparare i danni prontamente e correttamente
Riparare presto e professionalmente è un messaggio chiave che gli ispettori cercano di dare attraverso i conducenti, sottolineando i costi aggiuntivi associati con le riparazioni  da fare  o  male effettuate.
“Molto spesso noi incontriamo riparazioni  che non sono sempre fatte bene, e poi finisce per essere controproducente perché il cliente finisce per pagare di più per un lavoro rifatto”, spiega Kendall.
“La cosa fondamentale per noi in linea di massima è il messaggio per ottenere riparazioni fatte presto e bene piuttosto che male o più tardi. Nella nostra esperienza, il danno non trattato finisce per costare di più nel lungo periodo e provoca più costi quando si ripara. “
Ruote, pneumatici e paraurti sono sede dei danni più comuni, mentre gli episodi di prese d’aria danneggiati dai titolari di telefonia sono sempre più frequenti.
La comunicazione è la chiave
“Il nostro ruolo è quello di fornire una linea di controllo trasparente per gli asset del cliente in modo che possano vedere la condizione del veicolo quando è arrivato dalla flotta e decidere come dare il veicoli indietro”, spiega Kendall.
Per mantenere il veicolo in forma, egli esorta i gestori di flotte per mantenere la comunicazione ai conducenti sull’importanza di riportare danni e mantenere i veicoli in buone condizioni.
“Per una buona gestione della flotta sono necessari controlli mensili e una buona comunicazione che obblighi i conducenti a  mantenere i veicoli in buone condizioni”, ha detto.
“Non avendo una cultura di responsabilità  è anche una buona cosa per i conducenti di segnalare prontamente eventuali danni, piuttosto che evitare di farlo.”

 Author

Sulle strade italiane il 47% delle auto circolanti ha più di 10 anni

Aumenta l’età media delle automobili che circolano sulle strade italiane. Secondo le analisi dell’Osservatorio SuperMoney, portale di comparazione online delle assicurazioni auto, l’età media dei veicoli sfiora i 9 anni (8 anni e 10 mesi), ma la percentuale di automobili con oltre 10 anni di vita è pari al 47%.

La maggior parte delle automobili possedute dagli italiani (29,5%) ha tra i 6 e i 10 anni di età. Seguono quelle tra i 10 e i 14 anni (25,3%) e le auto tra i 2 e i 6 anni (21,7%). I veicoli più “anziani”, tra i 14 e i 20 anni di età, rappresentano il 15,3% del parco macchine nazionale, mentre le auto fino a due anni arrivano appena all’8,3%. La Sicilia è la regione dove i veicoli sono più vecchi (l’età media delle auto è quasi dieci anni) mentre la regione più ‘giovane’ è la Valle d’Aosta, dove i veicoli hanno mediamente 7,9 anni. LA Basilicata, invece, è la regione che ha il maggior numero di auto anziane (ben il 18,37% del parco macchine ha infatti tra i 14 e i 20 anni).

L’Osservatorio si è chiesto quanto spenda un’automobilista con un veicolo più datato rispetto ad uno che possiede un’automobile nuova. I risultati mostrano che chi ha un’auto nuova risparmia sul costo dell’assicurazione, ma il risparmio maggiore si realizza a Napoli. Un libero professionista napoletano, in classe di merito 1, che voglia assicurare una Fiat Punto immatricolata e acquistata nel 1995 spenderebbe con Direct Line 879,89 euro l’anno, mentre per assicurare la stessa auto, ma acquistata e immatricolata nel 2014, spenderebbe con Quixa 764,38 euro. Un risparmio annuo di circa 115 euro, a cui va aggiunto un minor consumo di carburante e la possibilità di circolare anche durante eventuali blocchi del traffico.

“Il mercato automobilistico è in profonda crisi e questa non è certo una novità”, afferma Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney. “Bisogna sottolineare però che, in questo come in molti altri casi, la crisi non ci aiuta affatto a risparmiare. Circolare con un’auto vecchia, infatti, significa spendere di più per il carburante, per visite più frequenti dal meccanico e per l’assicurazione auto”.

Tra le automobili più vecchie, immatricolate prima del 1994, spiccano le Fiat Uno e le Volkswagen Passat, mentre le auto più diffuse immatricolate nel 1995 sono Peugeot 106, Renault Clio e Ford Fiesta. Seguono, negli anni successivi, i modelli Fiat Punto, Bravo e Cinquecento, la Volvo Serie 40 (prima serie), Renault Megane e Ford Ka. Tra le auto più giovani, invece, le più diffuse sono Smart ForTwo, Fiat Punto Evo, Alfa Romeo Mito (immatricolazione nel 2012), Alfa Romeo Giulietta, Opel Astra, Renault Clio (immatricolazione nel 2013), e tra le giovanissime immatricolate quest’anno Nissan Qashqai, Citroen C3 e Dacia Duster.

Autore: Gillespie

Gli articoli più letti della settimana passata

EUROTAX – Quotazioni auto usate Giallo e Blu 3.969
Finalmente EUROTAX giallo e blu gratis in internet 3.376
Homepage/Archivi 1.884
SITI WEB E PEC COMPAGNIE RAMO AUTO 537
Elenco indirizzi PEC delle principali compagnie assicurative 498
SITI DI VENDITA AUTO ON LINE E ASTE AUTO 325
CARROZZERIE CONVENZIONATE UNIPOL 246
29 aprile 2014 alle18,00: Presentazione NOI Mutua, la nostra mutua sanitaria 198
Oggi al Parlamento 187
TRUFFA ALLE ASSICURAZIONI NELL’AGRO INDAGATI ANCHE A SANT’AGNELLO E VICO EQUENSE 167
Falsi incidenti stradali In 22 rinviati a giudizio 139
Genialloyd: Da oggi un “Esperto Incidenti” sempre a disposizione dei clienti 138
Presentazione NOI Mutua, la nostra mutua sanitaria 125
Usura e chilometraggio secondo Eurotax 109
In arrivo la APP di Periti Auto 108
Incontro con il perito assicurativo per liquidazione danni auto kasko? 104
Libera circolazione delle polizze e Perito Terzo 103
Norma UNI 11472 – Rilievi degli incidenti stradali (relazione di Virginio Rivano) 102
PERITI AUTO PER PROVINCIA 100
CARD and APP 95

Ricambi auto, paese che vai prezzo che trovi

In Europa Francia la più cara, Germania la più economica

07 maggio, 19:31

Ricambi auto, paese che vai prezzo che troviRicambi auto, paese che vai prezzo che trovi

(di Graziella Marino)

ROMA – Hai subito un incidente che ha distrutto il paraurti anteriore della tua Fiat 500? Meglio acquistare il ricambio in Germania, dove costa oltre il 20% in meno rispetto al prezzo di listino applicato in Italia. E lo stesso vale, ma questo è quasi scontato, per i portelloni, paraurti e portiere di una Volkswagen Golf o di una Mercedes Classe A, con ribassi in Germania, rispetto al prezzo italiano, che oscillano da un minimo di circa il 7% ad un massimo di quasi il 18%. E’ quanto emerge da un’inchiesta condotta da DAT in Italia, Francia, Germania e Spagna sui ricambi più usati per le auto più vendute nel nostro Paese e coinvolte nell’80% dei sinistri. L’analisi, che confronta i prezzi nei diversi paesi delle parti auto di Fiat Panda e 500, Volkswagen Golf, Ford Fiesta, Opel Corsa, Renault Megane e Mercedes Classe A, assegna alla Germania il titolo di paese più economico per i ricambi, mentre la Francia è il più caro. Italia e Spagna si collocano invece nel mezzo. In Francia – rileva Dat Italia (società leader europea nel settore automotive specializzata nelle valutazioni dei veicoli usati e calcolo dei costi di riparazione) – gli stessi ricambi costano molto di più, con incrementi di prezzo che viaggiano tra il 20 ed il 30%. Come nel caso della Volkswagen Golf (parabrezza, portiera anteriore, paraurti), Fiat 500 e Ford Fiesta. Clamoroso il fatto che anche i ricambi della Renault costano di più nella madrepatria che in Italia e ancora meno in Spagna. Per esempio, un gruppo ottico anteriore sinistro della Megane in Italia costa quasi il 14% in meno, un paraurti anteriore oltre il 10% e un radiatore quasi l’11% in meno. Unica eccezione in Francia è costituita dalla politica commerciale Mercedes che fa pagare i ricambi meno che in Italia, mentre in Spagna si paga qualcosina in meno per gli stessi ricambi rispetto all’Italia.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Evento 9 aprile

Più Concorrenza Più Diritti – Verso una riforma della RC Auto

Mercoledi 9 aprile dalle 10 alle 13.
Roma – Auletta dei gruppi parlamentari
Via di Campo Marzio 74 – Roma

Organizzazioni promotrici:

Mobast
Federcarrozzieri
Associazione Familiari Vittime Strada
Assoutenti
CUPSIT
Associazione Valore Uomo
OUA – Commissione Resposabilità Civile
UNARCA
SISMLA

La manifestazione di gennaio a Bologna e quella di febbraio a Genova, con l’ulteriore tappa di Torino del 29 marzo, sono stati un prezioso tassello per consolidare un movimento composto da artigiani, consumatori, Vittime della Strada e professionisti che si battono per un mercato assicurativo concorrenziale e in grado di garantire le opportunità di scelta del danneggiato di scegliere il proprio medico e il proprio riparatore e di ottenere un giusto ed equo risarcimento.

Il movimento che si è creato ha sparigliato le carte di rappresentanze che ragionano con logiche ambigue o consociative. Le Compagnie assicuratrici, abituate a dialogare solo con gli anelli deboli delle categorie interessate, si sono ritrovate spiazzate. L’inedita coalizione della Carta di Bologna ha fatto comprendere al Legislatore che le proposte avanzate non erano frutto di un ragionamento corporativo ma di una elaborazione complessa e sofisticata di proposte liberali e del tutto in linea con i più recenti orientamenti giurisprudenziali e legislativi sia in Italia che all’estero.

I punti della carta di Bologna diventeranno una proposta di legge che sarà presentata a Roma il prossimo 9 aprile nell’Auletta dei Gruppi Parlamentari, il luogo più prestigioso e ampio per far percepire ai parlamentari la nostra presenza. Sarà un giorno memorabile dove la nostra protesta diventerà una proposta, dove la nostra partecipazione attiva sarà il segno del nostro interesse a proseguire uniti per una seria riforma della RC Auto.

Di seguito il programma provvisorio e il form di registrazione che dovrà essere scrupolosamente compilato per agevolare le procedure di registrazione che saranno gestite dal personale della Camera previa presentazione di un documento di identità.

IL CONVEGNO HA NATURA FORMATIVA

Considerato il luogo è consigliabile (non obbligatorio) indossare giacca e cravatta.

PROGRAMMA DRAFT

9:30 – 10:00 Registrazione
A seguire fino alle 13:00 Rappresentanti delle Associazioni PromotriciProf.ssa Giuseppa Cassaniti Mastrojeni – Presidente AIFVS Associazione Familiari Vittime della StradaDott. Furio Truzzi – Presidente AssoutentiDott. Stefano Mannacio – Presidente CUPSIT Comitato Unitario Patrocinatori Stragiudiziali ItalianiDavide Galli – Presidente FedercarrozzieriAvv. Settimio Catalisano – Coordinatore Commissione Responsabilità Civile Organismo Unitario dell’AvvocaturaAvv. Marco Bona – PEOPIL, Pan-European Organisation of Personal Injury LawyersMario De Crescenzio – Presidente MO BAST!Avv. Giuseppe Mazzucchiello – Presidente Associazione Valore UomoAvv. Francesco d’Agata – Portavoce Sportello dei Diritti

Avv. Massimo Perrini – Responsabile scientifico UNARCA

Dott. Giampaolo Bizzarri – Confederazione Libertà del Danneggiato

Prof. Dott. Raffaele Zinno – Segretario SISMLA Sindacato italiano specialisti medicina legale e delle assicurazioni

Ivano Vernazzano – Consorzio fra Carrozzieri della provincia di Genova

Dott.ssa Annamaria Gandolfi – Inretecar

Dott. Enrico Pedoja – Segretario SMLT Società Medico Legale del Triveneto

Dott. Claudio Cangialosi – Direttore SicurAUTO.it

Avv. Matteo Mion – Giornalista Quotidiano Libero

Esponenti politiciDott. Cosimo Maria Ferri – Sottosegretario Ministero GiustiziaSen. Altero Matteoli (Forza Italia) – Presidente Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni – SenatoOn. Daniele Capezzone (Forza Italia) – Presidente Commissione Finanze – CameraOn. Alessandro Bonafede (Movimento 5 Stelle) – Vice presidente Commissione Giustizia – CameraOn Antonio Boccuzzi (Partito Democratico) – Commissione Lavoro – CameraOn. Andrea Colletti (Movimento 5 Stelle) – Commissione Giustizia – CameraOn. Marco Di Stefano (Partito Democratico) – Commissione Finanze – CameraOn. Leonardo Impegno (Partito Democratico) – Commissione Attività Produttive – CameraOn. Giovanna Palma (Partito Democratico) – Commissione Agricoltura – Camera

Sen. Sergio Puglia (Movimento 5 Stelle) – Commissione Lavoro – Senato

On. Mario Sberna (Per l’Italia) – Commissione Finanze – Camera

On. Paolo Russo (Forza Italia) – Commissione Agricoltura – Camera

Moderatore: Tommaso Caravani (Car Carrozzeria)

Promotori della Carta di Bologna

partecipanti all'evento

Aderenti alla carta di Bologna

partecipanti all`evento

partecipanti all`evento

CARTA DI BOLGNA

CARTA DI BOLGNA

In arrivo la APP di Periti Auto

 mockup_2 Sono in fase avanzate le operazioni per diffondere la APP dei Periti Assicurativi. Conterrà la posizione sul territorio dei Periti Auto registrati che possono intervenire nell’immediatezza del sinistro per “cristallizzare” la situazione e la chiamata automatica di soccorso con l’invio del carro attrezzi o dell’ambulanza nel punto preciso in cui ce n’è bisogno rilevato in automatico dallo smartphone.

Ma vediamo nel dettaglio le funzionalità di questa nuova APP Android / Iphone.

In avvio l’app provvede subito a localizzare la persona, mostrando il livello di qualità di ricezione del segnale (Gps piu’ alto, Wifi medio, 3G meno preciso), anche con la precisione in metri con la quale si segnalerà la posizione dell’utente. Ci sono poi due pulsanti della stessa dimensione:

RICHIESTA INTERVENTO
mockup

e  CHI SIAMO

premendo il pulsante “CHI SIAMO” si apre una pagina di spiegazioni sul servizio, chi ne e’ titolare, ed un disclaimer sulla privacy ed altre informazioni.

Premendo il pulsante dell’ intervento, viene richiesto all’utente se si tratta di sinistro o guasto. In caso di sinistro è data la possibilità, dopo la richiesta di soccorso se necessario, di aggiungere 4 foto georeferenziate ed inserire altre informazioni come ad esempio feriti, eventuali testimoni ecc ecc. e di chiedere se si desidera l’invio di un Perito Auto per “cristallizzare” il sinistro o semplicemente per un aiuto nella compilazione della CAI.

In caso di guasto si va direttamente all’invio di richiesta di soccorso.

La schermata della richiesta di soccorso richiederà :

nome e cognome della persona
targa del mezzo (pre-impostabili)

eventuali note descrittive (che vengono inviate al server per “apertura pratica”) ed un pulsante “invia segnalazione” alla pressione del quale è precompilato un sms da inviare ad un numero verde predefinito, con testo anch’esso predefinito, contenente i dati di localizzazione, nome cognome dell’utente e modello e targa del veicolo. Viene aggiunto anche il dato dell’ IMEI che identifica univocamente il telefonino.

In caso di sinistro, oltre all’ sms è previsto un invio al server delle foto, più i dati dell’utente, targa e tutti i dati inseriti dall’utente. In caso di mancanza di connettività, l’app sospende l’invio fino a che non sarà nuovamente disponibile una connessione ad internet.

E’ previsto, per semplificare la richiesta di soccorso in caso di emergenza,  il censimento della persona  che può inserire nome, cognome, targa del mezzo, da riproporre poi direttamente nella schermata di richiesta di soccorso.

mockup_1 Cari Colleghi Periti Auto, Investigatori, Accertatori, Ricostruttori, Avvocati, Periti R.E., Agenti di Assicurazione, Broker, Patrocinatori, Carrozzieri o di altre categorie legate al mondo dell’Infortunistica Stradale, se siete disponibili ad intervenire nell’immediatezza del sinistro per fare una rilevazione “light” (solo per sinistri senza feriti) con la compilazione della CAI, affrettatevi a registrarvi con gli orari e le zone di reperibilità e l’email, oltre al n° di telefonino ovviamente.

Scarica la App per Android https://play.google.com/store/apps/details?id=it.peritiauto.app

registrazione periti periti auto

registrazione-altre-categorie-periti-auto

Le 10 lezioni che ho imparato da Steve Jobs su Life &Leadership

Screenshot 2014-03-01 08.16.58  E ‘un peccato che un visionario come Steve Jobs non stia camminando in mezzo a noi . Questo ricorda veramente a tutti noi come la vita è breve e preziosa. Proprio come non ci sarà mai un altro Parks Rosa , Wayne Gretzky , Nelson Mandela , o Gandhi , non ci sarà mai un altro Steve Jobs . Qui di seguito ci sono dieci lezioni di leadership che ho imparato da Steve nel  breve tempo che abbiamo avuto insieme .

1 . semplificare

Jobs ha chiesto che l’iPod non avesse  alcun pulsante, compreso un interruttore on / off .  Questo sembrava inverosimile  per gli ingegneri che lavorano al progetto,  ma Jobs non avrebbe cambiato idea . Gli ingegneri sono stati spinti ai loro limiti e di conseguenza le loro menti si sono ispirate. Jobs indica “che è stato uno dei miei mantra/focus la semplicità. Semplice può essere più difficile che complesso: Devi lavorare duro per mantenere il pensiero pulito per renderlo semplice. Ma ne vale la pena , alla fine, perché una volta arrivati ​​lì , si possono spostare le montagne . ”

2 . Il potere del ” NO”

Jobs è stato altrettanto orgoglioso dei tanti prodotti che ha eliminato nel corso degli anni, tra quelli che erano stati successi monumentali. A un certo punto ha lavorato sodo su un dispositivo simile al Palm Pilot, ma ugualmente eliminato nel concentrarsi sul mercato della telefonia cellulare. Il risultato fu l’iPod e iPhone. Oggi , la nostra azienda crea mensilmente un elenco “progetti da non fare “.

3 . Il denaro è sopravvalutato

“Essere l’ uomo più ricco del cimitero non ‘  a me importa… andare a letto la sera dicendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso .. questo è quello che conta per me . ”

L’innovazione non ha nulla a che fare con quanti dollari avete destinato alla Ricerca e Sviluppo. Quando Apple si avvicinò con il Mac , IBM stava spendendo almeno 100 volte di più in R. e S. Non si tratta di soldi. Si tratta di persone che hai, come si sta a concentrazione, e quanto si ottiene. [ Fortune , 9 novembre 1998 ]

4 . Non è quello che dici: è come lo si dice

Jobs fu un incantatore anche nelle parole chiave e nei lanci di prodotto. Il “suo” fattore mancante è palpabile quando non è sul palco.

Non tutti i prodotti sono la sua amministrazione stati i più all’avanguardia sul mercato, ma i consumatori percepirono come se lo fossero.  Parte di questo era data dalla segretezza che Jobs pretendeva  intorno ai prodotti . Questo segreto ha alimentato i desideri dei consumatori  per i prodotti, una volta che sono stati pubblicizzati.

Questo è il punto critico – la percezione diventa realtà . Parte del successo di Jobs si è basata sul concetto che ” I vostri clienti sognano una vita più felice e migliore. Non muovere prodotti. Invece percepiscono che quel  prodotto arricchire la vita . ”

5 . Riconoscere le Buone Idee

Jobs e Apple non hanno creato il mouse del computer , il podcasting o il touch screen , ma hanno riconosciuto il loro valore e integrate queste innovazioni nei loro prodotti . A volte non si tratta di inventare la “cosa” si tratta di inventare un modo per rendere la “cosa” migliore .

6 . Evita la Maggioranza

Le azioni di Jobs hanno esemplificato il mantra “se la maggioranza avesse sempre ragione  saremmo tutti ricchi” . Come Henry Ford prima di lui ha indicato « Se chiedo al pubblico quello che vuole direbbe un cavallo più veloce “,  il gruppo di Jobs in genere lo ha evitato e ha dato al pubblico ciò che pensava avesse  bisogno . Questo ha funzionato per la maggior parte del tempo , quando non c’era un’opzione sicura prima del progetto c’erano delle  lezioni con lui .

” Ecco i pazzi , i disadattati , i ribelli , i facinorosi , i pioli rotondi in fori quadrati … perché quelli che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo , sono quelli che lo fanno. ”

7 . Mangia il Tuo Pranzo

C’è un detto nella Silicon Valley che dovete mangiare il vostro pranzo prima che qualcun altro lo faccia . Jobs ha avuto la convinzione di fare questo con l’introduzione di iPhone, ben sapendo che avrebbe come ha cannibalizzare le vendite della nave ammiraglia iPod . Lasciare la strada vecchia  per abbracciare l’ignoto è una vera prova di leadership.

8 . Tendere alla perfezione

La notte prima dell’apertura del primo negozio Apple,  a Jobs non piaceva l’aspetto delle piastrelle così le staccò tutte e le fece sostituire. Anche prima del lancio dell’ iPod ha voluto che tutti i jack per le cuffie fossero sostituiti in modo che fossero più “Cliccanti “.

9 . Piccole Squadre

Jobs non ha voluto che la sua squadra iPhone si conformasse con le nozioni preconcette di tutto il mercato della telefonia mobile e ha collocato la squadra in un edificio separato . Questo urtò alcuni dipendenti che quindi non furono  selezionati, ma i risultati sono inconfutabili .

Il team originale Macintosh aveva 100 membri . Ogni volta che ha raggiunto 101 membri avrebbero dovuto rimescolare e rimuovere qualcuno dalla squadra. la convinzione di Jobs era che lui riusciva a ricordare solo 100 nomi . [ Fonte : Leaner Kahney, The 10 Commandments of Steve,” Newsweek , pagina 35 , settembre 2011]

10 . Segui Il Tuo Cuore

“Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita , avrei voglia di fare quello che sto per fare oggi ? ” E ogni qualvolta la risposta è stata “No” per troppi giorni di seguito, so che ho bisogno di cambiare qualcosa . “E ‘ triste pensare che Jobs è morto alla giovane età di 56 . Eppure la sua eredità vive nelle lezioni che ha instillato in altri, come me .

La mia speranza è che si trovino queste lezioni utili tanto da inserirle nella vostra vita, come ho e comincio a fare io.

10 Lessons I learned from Steve Jobs on Life & Leadership

It is unfortunate visionary Steve Jobs is no longer walking among us. It truly reminds all of us how short and precious life is. Just like there will never be another Rosa Parks, Wayne Gretzky, Nelson Mandela, or Gandhi, there will never be another Steve Jobs. Below are ten leadership lessons that I learned from Steve in our short time together.

1. Simplify

Jobs demanded that the iPod not have any buttons on it; including an on/off switch. This seemed implausibility for the engineers working on the project, but Jobs wouldn’t bend. The engineers were pushed to their limits and as a result the scroll wheel was inspired. Jobs indicates “that’s been one of my mantras — focus and simplicity. Simple can be harder than complex: You have to work hard to get your thinking clean to make it simple. But it’s worth it in the end because once you get there, you can move mountains.”

2. The power of “NO”

Jobs is just as proud of the many products he killed over the years as the ones that were monumental successes. At one point he worked hard on a device similar to the Palm Pilot, but appropriately killed it to focus on the cell phone market. What resulted was the iPod and iPhone. Today, my company monthly create’s a “Don’t Do These Projects” list.

3. Money is overvalued

“Being the richest man in the cemetery doesn’t’ matter to me…Going to bed at night saying we’ve done something wonderful..that’s what matters to me.”

Innovation has nothing to do with how many R&D dollars you have. When Apple came up with the Mac, IBM was spending at least 100 times more on R&D. It’s not about money. It’s about the people you have, how you’re led, and how much you get it. [Fortune, November 9, 1998]

4. It’s not what you say; it’s how you say it

Jobs keynotes and product launches spellbound audiences. The missing “it” factor is palpable when he’s not on stage.

Not all products under Jobs were the most cutting edge on the market, however consumers perceived them to be. Part of this was Jobs overzealous demand of secrecy around products. This secrecy helped feed consumers desires for the product once they were revealed.

That is the critical point – perception becomes reality. Part of Jobs success was based on the notion that “Your customers dream of a happier and better life. Don’t move products. Instead, enrich lives.”

5. Recognize Good Ideas

Jobs and Apple did not create the computer mouse, podcasting or the touch screen, but they recognized their value and integrated these innovations into their products. Sometimes it’s not about inventing the “thing” it’s about inventing a way to make the “thing” better.

6. Shun the Majority

Jobs actions epitomized the mantra of if the majority was always right than we’d all be rich. Like Henry Ford before him who indicated “If I asked the public what they wanted they would say a faster horse,” Jobs typically eschewed focus groups and gave the public what he thought they needed. This worked the majority of the time, when it didn’t it was a chance for him to fail forward into the next project taking the lessons with him.

“Here’s to the crazy ones, the misfits, the rebels, the troublemakers, the round pegs in the square holes… because the ones who are crazy enough to think that they can change the world, are the ones who do.”

7. Eat Your Own Lunch

There is a saying in Silicon Valley that you need to eat your own lunch before someone else does. Jobs had the conviction to do this with the introduction of the iPhone, knowing full well it would and did cannibalize the sales of the flagship iPod. Letting go of the familiar and embracing the unknown is a real test of leadership.

8. Strive for perfection

The night before the opening of the first Apple store, jobs didn’t like the look of the tiles so he had them all ripped up and replaced. Right before the iPod launch job also had all the headphone jacks replaced so that they were more “clicky.”

9. Small Teams

Jobs didn’t want his iPhone team to be muddled with pre-conceived notions around the mobile market and had the team placed in a separate building. While this rubbed some employees the wrong way for not being selected, the results are irrefutable.

The original Macintosh team had 100 members. Whenever it reached 101 members they would have to reshuffle and remove someone from the team. Jobs belief was that he could only remember 100 names. [Source: Leaner Kahney, The 10 Commandments of Steve,” Newsweek, page 35, September, 2011]

10. Follow Your Heart

“If today were the last day of my life, would I want to do what I am about to do today?” And whenever the answer has been “No” for too many days in a arrow, I know I need to change something.” It’s sad to think that Jobs passed at the young age of 56. Yet his legacy lives on in the lessons he’s instilled in others, like me.

My hope is you find these lessons as helpful as I have and begin to incorporate them into your life.

Erik Q.

Bravi (I promessi sposi) e Bravi Periti

liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera.   
I bravi aspettano don Abbondio
« a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de’ bravi. »
(Alessandro ManzoniI promessi sposi capitolo I)

Per bravi si intende la soldataglia al servizio dei signorotti di campagna, che comandavano nell’Italia settentrionale del Cinquecento e Seicento. De facto braccio armato e spesso prepotente del potere locale, avevano il compito di garantire nel contado di spettanza del padrone (riconoscibile per l’appellativo don, che nell’intera penisola era riservato ai personaggi di una certa importanza oltre che ai membri del clero) che il volere di chi comandava fosse rispettato, con le buone o con le cattive.

La loro fama è dovuta alla loro presenza nel romanzo I promessi sposi di Alessandro Manzoni, dove lo scrittore all’inizio dell’opera ne fa un’ampia descrizione e dove appaiono come sgherri di Don Rodrigo e dell’Innominato. In particolare il Manzoni specifica precise date nella quale osserva il manifestarsi del fenomeno dei bravi. Citando delle gride locali, scrive come nel 1583 la loro presenza sul suolo italiana sia non solo accertata, ma anche condannata. La data tuttavia più importante risulta essere quella della grida del 1632: essa serve al Manzoni per testimoniare storicamente che, nel periodo in cui si svolgono i fatti dei promessi sposi, i bravi fossero ancora presenti.

Un altro bravo famoso, personaggio di fantasia come quelli manzoniani è Sparafucile, presente nel Rigoletto di Giuseppe Verdi.

Per assimilazione esistono i Bravi Periti.  Si intende la manovalanza al servizio delle compagnie multinazionali, che comandano nell’Italia intera dei giorni nostri. De facto braccio armato di fotocamera e spesso prepotenti del potere assicurativo, hanno il compito di garantire nel contado di spettanza del padrone (riconoscibile con l’appellativo di dott. liquidatore, che nell’intera penisola era riservato ai personaggi di una certa importanza oltre che ai membri del PD) che il volere di chi comandava fosse rispettato, con le buone o con le cattive.

La loro fama è dovuta alla loro presenza in tutti i sinistri RC Auto e CVT, dove gli agenti, le controparti, gli assicurati ed anche i carrozzieri ne fanno un’ampia descrizione e dove appaiono come sgherri degli ispettorati. In particolare gli avvocati specificano precise date nella quale osserva il manifestarsi del fenomeno dei bravi fino al 2014, immediatamente dopo ogni sinistro auto. Citando conversazioni in carrozzeria, la loro presenza sul suolo italiana sia non solo accertata, ma anche condannata. La data tuttavia più importante risulta essere quella della grida del febbraio 2014, essa serve al Governo per introdurre l’indennizzo diretto con riparazione delle vetture presso le Carrozzerie Convenzionate che trasmettono il preventivo direttamente in Compagnia senza sottoporre il veicolo ad ispezione. Si può testimoniare storicamente che, nel periodo in cui si svolgono i fatti delle CARD (Convenzione Assicuratori Risarcimento Diretto), i bravi periti fossero ancora presenti.

Un altro bravo famoso, personaggio di fantasia come quelli menzionati è Sparafucile, presente nel Rigoletto di Giuseppe Verdi.

Etimologia

Probabilmente il nome “bravo” deriva dal latino pravus che significa “cattivo, malvagio” e che si ritrova nello spagnolo bravo, con il significato di “violento”, “selvaggio” e “impetuoso”.

I bravi dei Promessi sposi

Quelli di seguito elencati sono tutti bravi alle dipendenze di Don Rodrigo, ad eccezione del Nibbio che lavora per l’Innominato, il quale ne ha sotto il suo comando molti altri di cui però non si fanno i nomi. Il Biondino e il Carlotto è possibile che siano semplici servitori piuttosto che uomini in armi.

Biondino

« Biondino! Carlotto! aiuto! son assassinato!” grida don Rodrigo; caccia una mano sotto il capezzale, …. »
(Cap. XXXIII)

Carlotto

« Carlotto! aiuto! son assassinato!” grida don Rodrigo; caccia una mano sotto il … »
(Capitolo XXXIII)

Grignapoco

Il Grignapoco, al servizio di Don Rodrigo, proviene dal contado di Bergamo, dove nel locale dialetto il verbo ridere si dice grignar, quindi il bravo è uno che ride poco. Per ingannare Agnese e sviare le indagini, era stato impartito al Grignapoco di parlare in dialetto durante il rapimento di Lucia Mondella affinché le ricerche si svolgessero a Bergamo.

Griso

Per approfondire, vedi Griso.

Il Griso è il capo dei bravi al servizio di Don Rodrigo, dal quale ha piena fiducia, complice di molti crimini e malefatte. Pur godendo della stima del padrone, non esita a tradirlo quando quest’ultimo contrae la peste; chiama i monatti perché lo portino al lazzaretto, poi lo deruba e fugge, ma avendo commesso l’imprudenza di toccare i vestiti del padrone si ammala anch’esso di peste, e muore prima di lui.

Nibbio

Per approfondire, vedi Nibbio (personaggio).

Il Nibbio è alle dipendenze dell’Innominato e sembra esserne, tra i servitori, il più fidato, l’unico che venga nominato e che ha una parte attiva nella storia.
Nel romanzo appare poche volte, ma la più significativa è nell’occasione del rapimento di Lucia, dove davanti al suo padrone appare turbato dall’umanità della protagonista femminile dell’opera. Questo episodio sembra il prologo della successiva conversione dell’Innominato.

Montanarolo

« Si levò lo schioppo, e lo consegnò al Montanarolo, come per isgravarsi d’un peso inutile… »
(Capitolo XX)

Sfregiato

« Piglia con te un paio de’ meglio lo Sfregiato, e il Tiradritto; e va di buon animo, e sii il Griso. Che diavolo! »
(Capitolo XI)

Squinternotto

« Intanto i tre bravi sopraddetti, e lo Squinternotto ch’era il quarto (oh! vedete che bei nomi, da serbarceli con tanta cura), rimasero coi tre dell’innominato… »
(Cap. XX)

Tanabuso

« Si cavò poi di tasca alcune berlinghe, e le diede al Tanabuso, dicendogli: «voi altri state ad aspettarmi; e intanto starete un po’ allegri con questa brava gente». »
(Capitolo XX)

Tiradritto

« Piglia con te un paio de’ meglio… lo Sfregiato, e il Tiradritto; e va di buon animo, e sii il Griso. Che diavolo! »
(Capitolo XI)
« Don Rodrigo […] smontò da cavallo, e buttò la briglia al Tiradritto, uno del suo seguito. »
(Capitolo XX)

Mercato italiano: Finalmente, torna il segno piu’ a dicembre

image

Dopo quarantadue mesi consecutivi di ribasso, il mercato italiano e’ tornato per la prima volta al segno piu. A segnare questa prima inversione di tendenza e’ stato l’ultimo mese del 2013: a dicembre sono state vendute 88.705 auto, l’1,4% in piu’ rispetto al (catastrofico) mese di dicembre dell’anno precedente. Si chiude comunque con un consuntivo pesantissimo il 2013: in Italia sono state vendute 1.303.534 auto negli ultimi dodici mesi.   Il 2013 in archivio al -7,1%. Inesorabile la traduzione in termini percentuali: l’anno scorso e’ andato in archivio con un pesante -7,1%. E i motivi per frenare gli entusiasmi sono tanti: quest’anno dicembre ha avuto un giorno lavorativo in piu’, e soprattutto, come non manca di far notare da tempo l’Unrae, il 2013 non ha visto significativi interventi per ridurre l’imposizione fiscale e favorire la ripresa dell’occupazione. L’attivazione della Consulta Permanente dell’Automotive, che quest’anno si occupera’ dei problemi del settore, rappresenta in ogni caso uno spiraglio di luce, un importante segnale dal ministero dello Sviluppo Economico. Scarica i dati delle vendite per gruppo di dicembre I risultati dei Gruppi a dicembre. Il 2013 e’ stato un anno molto negativo per tutti i maggiori Costruttori, ma la crisi non ha colpito tutti con la stessa intensita’ a dicembre. E cosi’, se il Gruppo Fiat ha in qualche modo arginato le perdite (-2,45%), il Gruppo Volkswagen, la General Motors e la Ford sono stati autori di ottime performance (+9,36%, +9,54% e +15,41% rispettivamente), mentre al contrario e’ stata ancora una volta durissima la “botta” subita dal Gruppo Psa (-10,58%). Scarica la top ten di dicembre 2013 I bilanci dei “big” da inizio anno. Con il -13,01% sui dodici mesi, proprio Peugeot-Citroen e’ la realta’ che conferma il risultato peggiore, anche se gli altri non si sono discostati di molto: nel 2013 la Gm ha chiuso al -11,96%, la Ford al -11,73%, il Gruppo Fiat al -9,92% e il Gruppo VW al -6,60%. Resta in controtendenza la Renault, che con il +3,61% di dicembre ha chiuso un 2013 egregio (+7,91%). Scarica la top ten per carrozzeria Giapponesi e coreane. Contrastati i risultati delle asiatiche: i gruppi Hyundai-Kia e Nissan hanno ottenuto numeri positivi a dicembre (+3,27% e +0,70% rispettivamente), ma hanno chiuso entrambe in territorio negativo (-3,40% e -5,35% sui dodici mesi). Diverso il caso della Toyota, che con il catastrofico dicembre andato in archivio (-19,85%) ha visto sfumare la possibilita’ di chiudere l’anno col segno piu’ (-1,48%). Scarica la struttura del mercato di dicembre 2013 Le Case premium tedesche. Tra i Costruttori di prestigio, il Gruppo Daimler ha ottenuto ancora un buon risultato a dicembre (+1,19%), chiudendo l’anno al +3,34%. Nonostante lo scivolone di quest’ultimo mese (-3,41%), il marchio Mercedes-Benz ha archiviato un anno da incorniciare (+7,47%). Bene anche la BMW (+7,81% il marchio, +9,29% il Gruppo a dicembre), che ha chiuso il 2013 in zona parita’ (+0,14% il marchio, -0,75% il Gruppo), mentre l’Audi (-3,37% a dicembre) chiude con un pesante rosso (-6,56% sui dodici mesi).   L’anno di metano e ibride. Il 2013 e’ stato un anno molto negativo per i modelli a benzina: scesi dell’8,57% a dicembre, hanno perso nell’arco dell’anno il 14,12% rispetto al 2012. Nonostante il rimbalzo dell’ultimo mese (+6,50%), anche le auto a gasolio sono scese di parecchio (-5,86%). Flessione pesante anche per i modelli a Gpl (-20,11% a dicembre, -10,29% nell’arco dell’anno). Grandi protagoniste dell’anno sono state le auto a metano (+35,16% a dicembre, 2013 chiuso al +26,61%) e le ibride (+94,91% a dicembre, +118,44 sui dodici mesi), mentre l’elettrico rimane una realta’ di peso statistico ridottissimo. Tra i modelli, le prime tre di dicembre (Panda, Punto e Ypsilon) sono le stesse che hanno prevalso nell’arco dei dodici mesi.   Fabio Sciarra

Chi va piano va sano e va lontano … e con qualche euro in più in tasca!

Schermata 09-2456544 alle 11.04.42

 

Leggere le prestazioni ed i consumi di un’auto sul giornale non ci impressiona come vederlo di persona. Il video ci fa partecipare alla prova di Quattroruote.

Tra 80 e 140 all’ora la differenza è di oltre il doppio. Ne vale sempre la pena?

 

 

 

http://tv.quattroruote.it/quattroruote-lab/video/andare-veloci-fa-risparmiare-tempo-/

 

Periti Assicurativi: Aggiornate le vostre iscrizioni

Schermata 08-2456532 alle 15.08.57Capita sempre più spesso che aziende, compagnie, società di servizi, leasing, noleggi  e privati cerchino su internet un professionista.

Capita che ci chiedano i recapiti dei periti auto per provincia che si sono registrati ma non hanno lasciato dei recapiti ai quali contattarli.

Anche la CONSAP che  istituzionalmente tiene il Ruolo, non ha i dati completi o aggiornati.

Per aggiornare i dati di periti auto per provincia basta inviare una email a info@peritiauto.it oppure commentare la propria scheda inserendo i dati voluti. E’ anche possibile inviare una presentazione che verrà allegata o spiegare le proprie specializzazioni.

Per aggiornare CONSAP vai sul sito e segui la procedura di aggiornamento.

Privatizzazione incidenti: pagheremo noi quel che lo Stato e le assicurazioni non vogliono pagare

Schermata 03-2456376 alle 10.11.09  Diciamolo chiaro: la privatizzazione degli incidenti, che dovrebbe essere varata oggi dal Consiglio dei ministri, non convince. Quindi è auspicabile che il Parlamento modifichi il testo che uscirà da Palazzo Chigi (e che nel frattempo non entrerà in vigore, perché si tratta di un disegno di legge e non di un decreto-legge).

Ecco i punti che non convincono:

  • La rilevazione degli incidenti senza morti né feriti diventa un’esclusiva dei privati, per cui paradossalmente se una pattuglia interviene a sedare una rissa tra i guidatori coinvolti deve poi alzare le mani quando c’è da verbalizzare il sinistro;
  • E’ vero che gli ausiliari sarebbero inquadrati come pubblici ufficiali e quindi in caso di errori o corruzione rischierebbero praticamente quanto un agente delle forze dell’ordine, ma nei corpi di polizia c’è maggior controllo su quello che fa il personale e quindi ci sono anticorpi più efficaci per far venire a galla la corruzione (almeno a livello di singolo reparto, c’è più “controllo” reciproco tra colleghi);
  • Gli incidenti rilevati dalle forze dell’ordine confluiscono (sia pure a fatica) nei dati Istat, mentre ora – come giustamente nota Stefano Giannini, della Polizia Roma Capitale (i vigili di Roma) – non è chiaro se ciò avverrà anche con i sinistri rilevati dai privati (o poi dovranno pensarci le stesse forze dell’ordine, che secondo la bozza di disegno di legge dovranno essere avvertite dagli ausiliari ogni volta che arriva una chiamata?);
  • Non è detto che si risolva il problema del sovraccarico di lavoro per gli agenti, perché comunque gli atti finiranno nei loro uffici per far partire i verbali relativi alle infrazioni  rilevate dagli ausiliari intervenendo sull’incidente e – verisimilmente – permetterne la consultazione alle assicurazioni e agli interessati.

In sostanza, capiamo che le forze dell’ordine non hanno tempo e uomini per intervenire sugli incidenti banali, per i quali in Italia c’è il vizio di chiamarle anche quando non necessario (la malafede sugli incidenti stradali è massima). Per questo sono nate società di ausiliari. Ma finora i loro bilanci sono negativi (la prima in assoluto è durata solo pochi mesi), perché le assicurazioni non sono interessate al servizio (probabilmente perché costa, mentre è più comodo trasferire il peso delle frodi pari pari sulle tariffe Rc auto). Ora non si vede perché questi bilanci debbano essere raddrizzati dando a queste società l’esclusiva della rilevazione degli incidenti con soli danni a cose.

Peraltro, già nella scorsa legislatura era stato proposto di far intervenire periti specializzati (avevano depositato proposte i deputati Alberto Fluvi del Pd e l’attuale ministro pidiellino dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo). Quindi non pattuglie private, ma professionisti esperti che affiancassero il lavoro delle forze dell’ordine, sgravandolo e rendendolo più preciso. Come mai non si è proseguito su questa strada?

Autore: Maurizio Caprino – Strade sicure (Articolo originale)

Flotte aziendali: Danni dimezzati rispetto ai privati

20130622-065007.jpg
Più chilometri percorsi della media ma incidenti ridotti e polizze sotto controllo

Non solo il manager con l’auto aziendale a noleggio viaggia di più sulle quattro ruote rispetto all’automobilista medio, ma rimane anche meno coinvolto in incidenti gravi. Per questo le società di leasing spendono anche la metà in sinistri. E’ quanto emerge da una ricerca presentata dalla società specializzata in brokeraggio assicurativo Aon su elaborazione di dati Ania.

Quello che viene disegnato è un profilo assicurativo completamente diverso del cliente flotte rispetto a quello di un privato, ovvero un comune cittadino dotato di patente che circola normalmente sulle nostre strade e autostrade. Innanzitutto il manager che può contare sulla flotta in un anno percorre mediamente circa 31 mila chilometri, rispetto agli 11 mila del privato. Ma la cosa interessante è che chi guida una company car rimane anche meno coinvolto in infortuni. Appena il 6,5% è vittima di un incidente ogni 10 mila chilometri, rispetto al doppio (12,6%) di un qualsiasi altro retail.

Inoltre, solo il 14% dei conducenti di una macchina a noleggio a lungo termine coinvolti in un incidente subisce lesioni gravi, la metà di un privato (23%). Per questo, riassume Aon, facendo i conti risulta che anche il premio assicurativo finale dista parecchio tra i due utenti. Il costo medio per sinistro di un cliente flotte è di 2.120 euro, la metà esatta di quello che deve invece sborsare un privato: 4.337 euro.

Fonte: Il Mondo