Le carrozzerie piemontesi si appellano al Consiglio regionale

Loredana Porcelli (presidente del Gruppo Regionale Carrozzieri di Confartigianato Imprese Piemonte): “Oltre che con crisi energetica e rincari, dobbiamo fare i conti anche con le scorrettezze delle compagnie assicurative”

Nei giorni scorsi, Confartigianato Imprese Piemonte e altre organizzazioni regionali dell’artigianato hanno incontrato, presso la segreteria del Gruppo Consigliare Lega Salvini Piemonte, i consiglieri Sara Zambaia (prima firmataria dell’ordine del giorno presentato in Consiglio Regionale a tutela delle carrozzerie piemontesi e approvato all’unanimità la scorsa settimana ) e Michele Mosca.

L’incontro era finalizzato a discutere la proposta di legge elaborata dalle associazioni di rappresentanza dei carrozzieri a favore del settore, per superare la limitazione del mercato causata dalle Compagnie assicurative.

In Piemonte ci sono 2.600 carrozzerie artigiane che impiegano circa 8mila dipendenti. La proposta di legge è stata presentata dai rappresentanti delle carrozzerie per affrontare la problematica che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di questo comparto ed è attualmente in studio presso i Consiglieri regionali.

Durante l’incontro, il consigliere Mosca ha analizzato le dinamiche del settore e ha sottolineato l’importanza di unire le richieste dei carrozzieri a quelle dei periti assicurativi, che chiedono l’iscrizione in un apposito albo. Inoltre, il confronto ha evidenziato la necessità di tutelare la terzietà del perito per garantire l’interesse del sistema e dei consumatori.

Secondo Mosca, le compagnie assicurative stanno utilizzando gli esuberi degli uffici amministrativi per fare perizie sui danni subiti dai clienti. Questo ha portato alla criticità del settore delle carrozzerie, che sta attraversando una fase molto difficile.

La presidente del Gruppo Regionale Carrozzieri di Confartigianato Imprese Piemonte, Loredana Porcelli, ha denunciato la crisi energetica e l’aumento dei prezzi dei materiali di ricambio che hanno ulteriormente ridotto i margini di redditività delle imprese del settore.

Sorgente: Le carrozzerie piemontesi si appellano al Consiglio regionale – Lavocediasti.it

Leggi anche: https://www.alessandria24.com/2023/02/10/tutelare-le-carrozzerie-piemontesi-iniziativa-di-confartigianato-piemonte/

Istat, pubblicato il rapporto incidentalità nelle regioni d’Italia, anno 2013

rapporto-Istat-incidenti-regioni-italia-2013

ROMA – L’incidentalità nelle regioni d’Italia – Anno 2013. Pubblicato da Istat un rapporto che analizza l’andamento degli incidenti stradali in Italia nel 2013 e nell’arco temporale 2001-2013. Luoghi e circostanze, giovani e anziani, conducenti o passeggeri, le strade critiche, il rispetto degli obiettivi di programma UE.

181.227 sono stati gli incidenti stradali con lesioni a persone rilevati in Italia nel 2013, 3.385 le persone decedute, 257.421 le persone ferite. 497 di media gli incidenti che ogni giorno hanno causato lesioni.

Le strade urbane le più pericolose, con 136.438 incidenti, 35.524 su tutte le extraurbane, 9.265 invece per le autostrade. Per quanto riguarda il rapporto percentuale tra incidenti – morti – feriti “sulle autostrade, la variazione percentuale di incidenti, morti e feriti è più contenuta rispetto agli altri ambiti stradali ed è pari rispettivamente a -1,5 per cento, -2,7
per cento, -2,6 per cento”.

Tra i il 2010 e il 2013 il numero di morti sulle strade si è ridotto del 17,7%. Tra “il 2001 e il 2013 gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati […] da 263.100 a 181.227, con un calo complessivo del 31,1 per cento; i morti sono passati da 7.096 a 3.385 (-52,3 per cento) e i feriti da 373.286 a 257.421 (-31,0 per cento)”.12,5 il tasso di mortalità nel 2001, 5,6 del 2013″.

In dimuinuzione progressiva dal 2001 al 2013 le morti nella fascia d’età 25-59 anni, in calo anche tra i 15-24. In lieve aumento invece tra il 2012 e il 2013 i decessi di persone superiori ai 60 anni ed è in questa fascia di età che per le donne dal 2009 si concentra il maggior numero di vittime.

Nel 2013 le autovetture sono state il mezzo più coinvolto con il 67,5% dei casi, quindi i motocicli con il 12,8%, autocarri 6,4%, biciclette 5,3% ciclomotori, 4,5%, minicar 0,2%.

Ancora nel 2013 i conducenti hanno rappresentato il 67,9% dei decessi, 15,9% i passeggeri, 16,2% i pedoni. “Focalizzando l’attenzione sulle utenze deboli della strada (pedoni, centauri e ciclisti) e sull’andamento temporale negli ultimi anni, si rileva che tra il 2001 e il 2013 il numero di pedoni morti in incidente stradale è diminuito del 46,8 per cento, per i conducenti e passeggeri di motocicli e ciclomotori la riduzione del numero di morti è stata pari al 40,5 per cento. Per i ciclisti gli eventi di decesso sono diminuiti del 31,4
per cento”.

Per quanto riguarda le regioni, nel 2013 i livelli di mortalità più alti si sono registrati in Molise, Emilia-Romagna, Sardegna, Umbria e Friuli-Venezia Giulia con tassi compresi tra l’8,3 e il 6,8 per mille, mentre i più bassi in Basilicata, Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia, con tassi compresi tra il 3,8% e il 5 per mille, al di sotto della media nazionale che è di 5,6 per mille.

Gli obiettivi europei. Il rapporto presenta un’analisi delle performance nazioni e regionali rispetto al Terzo e al Quarto programma (in corso) d’azione per la sicurezza stradale, con valutazioni e dati i vista dell’obiettivo del 2020 di riduzione dei feriti sulle strade.

Questo l’indice del volume:

  • Livello e dinamiche dell’incidentalità stradale (Analisi temporale dei dati sugli incidenti stradali con lesioni a persone: periodo 2001-2013 8;  Il contributo delle regioni al fenomeno dell’incidentalità stradale);
  • Le regioni d’Italia a confronto sugli obiettivi europei (Gli obiettivi 2010 e 2020 di riduzione del numero di morti sulle strade: la posizione dell’Italia e le differenze tra le regioni; Verso l’obiettivo strategico 2020 di riduzione del numero di feriti sulle strade; Gli utenti vulnerabili della strada: la situazione dell’Italia e le differenze tra le regioni);
  • Differenziali di sicurezza stradale in ambito urbano e sulla rete stradale primaria (La sicurezza stradale nelle strade urbane; Gli incidenti su autostrade e strade statali negli ultimi 10 anni; Le principali tipologie di incidente; Le differenze territoriali; Autostrade e strade statali con maggior numero di incidenti);
  • Le conseguenze degli incidenti (Costo sociale degli incidenti; Costi immateriali degli incidenti stradali: anni di vita potenziali perduti per ruolo, età e sesso; Ospedalizzazione per incidentalità stradale; Struttura della scheda di dimissione ospedaliera; Il flusso informativo sanitario per incidentalità stradale).

Corrado De Paolis

Info: Istat incidentalità regioni d’Italia 2013

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Rapporto Istat Aci incidenti stradali 2013