A day in the life: Vehicle inspector – Un giorno con: Il Perito Auto Ispettore

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Dealing with drivers is a constant challenge for BCA vehicle inspector Andy Kendall, especially when it comes to signing for a repair estimate that may reach thousands of pounds.
Kendall has been with BCA for more than 16 years, originally starting his career in the bodyshop and then progressing to a vehicle inspector’s role.
He is one of BCA’s 45 field inspectors in the UK, who travel around the country assessing fleet vehicles either on-site or at one of BCA’s auction centres.
Their job is to estimate the total cost to restore and repair a vehicle which is being defleeted, either for the leasing company to use as a guide when setting recharges or for fleets prior to sending vehicles off to auction. All inspectors have a ready-made office in the boot of their car which includes a printer, hand-held devices and camera.
The inspection process
The inspectors use a grading process to assess a vehicle’s body and trim, with grade one being the best condition and grade five indicating that substantial repair work needs to be carried out.
“The whole thing about vehicles going into a bodyshop is time,” says Kendall.
“Time is money in terms of company vehicles, and the grading helps highlight to potential buyers how much work would be needed.
“This is invaluable so our clients know what it is going to cost them to be able to sell the vehicle.” The companies that commission BCA’s inspectors may also have requirements and standards they expect the vehicles to be returned in with their own damage checklist with different associated costs.
There will be slightly different views on wear and tear and damage between leasing companies and manufacturers. On the flip side, some may not charge for things others will.
For example, leasing companies differ on whether they issue a fine when a vehicle’s service history is missing. During a vehicle inspection, all damage is photographed and uploaded into BCA’s reporting system.
Natural light has to be present to be able to carry out the inspection correctly and all drivers are instructed to clean their vehicles beforehand.
If the inspector turns up and the car or van is too dirty, they can refuse to perform the inspection with the charge still payable by the company.
“Dealing with the driver is a particular challenge and getting a signature from them, especially when they are faced with a particularly high bill, can sometimes be difficult,” says Kendall.
“People will deny they have had an accident and say that damage has happened without their knowledge.”
Repair damage promptly and properly
Repair early and professionally is a key message the inspectors try and get through to drivers, stressing the extra costs associated with badly carried out smart repairs or damage that goes untreated.
“Quite often we do come across smart repairs that are not always done well, which then ends up being counter-productive because the client ends up paying more to get the work re-done,” says Kendall.
“The key thing for us in the broader scheme of things is the message to get repairs done early rather than later. In our experience, damage left untreated ends up costing more in the long run and causes more damage when left.”
Wheels, tyres and bumpers are the most common damages, while incidents of air vents damaged by phone holders are becoming more frequent.
Communication is key
“Our role is to deliver a transparent audit trail for the client’s asset so they can see the condition of the vehicle when it came from fleet and decide on how to cost the vehicles back,” says Kendall.
To keep vehicle recharges down, he urges fleet operators to keep communicating to drivers the importance of reporting damage and keeping vehicles in a good condition.
“It is down to good fleet management, monthly checks and good communication to keep the vehicles in good condition,” he said.
“Not having a blame culture is also a good thing, as this can make it easier for drivers to report any damage rather than avoid doing it.”

                                                           TRADUZIONE:

Trattare con i drivers è una sfida costante per l’ispettore di veicoli della BCA Andy Kendall, soprattutto quando si tratta di sottoscrivere  un preventivo di danno che può raggiungere migliaia di sterline.
Kendall è con BCA da oltre 16 anni, ha iniziato la sua carriera in carrozzeria e poi è diventato un Perito Auto Ispettore.
Egli è uno dei 45 ispettori in campo di BCA nel Regno Unito, che viaggiano in tutto il paese per valutare i veicoli della flotta sia presso i clienti che presso uno dei centri di vendita all’asta di BCA.
Il loro compito è quello di stimare il costo totale per ripristinare e riparare un veicolo che viene tolto dalla flotta, sia per la società di leasing per fissare il prezzo di vendita o per le flotte prima di inviare i veicoli all’asta.
Tutti gli ispettori hanno un ufficio pronto all’uso nel bagagliaio della loro auto, che comprende una stampante, dispositivi palmari e macchina fotografica.
Il processo di ispezione
Gli ispettori utilizzano un processo di classificazione da 1 a 5 per valutare la carrozzeria del veicolo e assegnare, con un valore tra 1 per la migliore condizione e il grado 5 che  indica che i lavori di riparazionecon sostituzione del ricambio deve essere effettuato.
“La cosa più importante per i veicoli che entrano in una carrozzeria è tempo”, dice Kendall.
“Il tempo è denaro per i veicoli aziendali, e la classificazione aiuta molto i potenziali acquirenti indicando quanto lavoro sarà necessario.
“Questo ha un valore inestimabile e i nostri clienti sanno cosa verrà a costare loro riparare il veicolo prima di venderlo.”
Le società forniscono agli ispettori della Commissione di BCA calibri di valutazione diversi che indicano come i veicoli devono essere restituiti e danno specifiche checklist con differenti costi da abbinare ad ogni singolo danno.
Ci saranno leggere differenze di valutazione  su usura e danni tra le società di leasing e produttori o NLT. Il rovescio della medaglia è che alcuni non pagheranno riparazioni che altri faranno.
Ad esempio, le società di leasing si differenziano se emettono una penale quando il libretto di manutenzione  di un veicolo è mancante.
Nel corso di una ispezione del veicolo, tutto il danno viene fotografato e caricato nel sistema di reporting di BCA.
La luce naturale deve essere presente per poter effettuare l’ispezione correttamente e tutti i driver sono incaricati di pulire i loro veicoli in anticipo.
Se l’ispettore vede  l’auto o il furgone ed è troppo sporco, può rifiutarsi di eseguire l’ispezione addebitando il costo dell’ispezione alla società.
“Trattare con il conducente è una sfida particolare e ottenere una firma da loro, soprattutto quando sono di fronte a un conto particolarmente elevato, a volte può essere difficile”, spiega Kendall.
“La gente nega di aver avuto un incidente e dice che il danno è avvenuto a loro insaputa.”
Riparare i danni prontamente e correttamente
Riparare presto e professionalmente è un messaggio chiave che gli ispettori cercano di dare attraverso i conducenti, sottolineando i costi aggiuntivi associati con le riparazioni  da fare  o  male effettuate.
“Molto spesso noi incontriamo riparazioni  che non sono sempre fatte bene, e poi finisce per essere controproducente perché il cliente finisce per pagare di più per un lavoro rifatto”, spiega Kendall.
“La cosa fondamentale per noi in linea di massima è il messaggio per ottenere riparazioni fatte presto e bene piuttosto che male o più tardi. Nella nostra esperienza, il danno non trattato finisce per costare di più nel lungo periodo e provoca più costi quando si ripara. “
Ruote, pneumatici e paraurti sono sede dei danni più comuni, mentre gli episodi di prese d’aria danneggiati dai titolari di telefonia sono sempre più frequenti.
La comunicazione è la chiave
“Il nostro ruolo è quello di fornire una linea di controllo trasparente per gli asset del cliente in modo che possano vedere la condizione del veicolo quando è arrivato dalla flotta e decidere come dare il veicoli indietro”, spiega Kendall.
Per mantenere il veicolo in forma, egli esorta i gestori di flotte per mantenere la comunicazione ai conducenti sull’importanza di riportare danni e mantenere i veicoli in buone condizioni.
“Per una buona gestione della flotta sono necessari controlli mensili e una buona comunicazione che obblighi i conducenti a  mantenere i veicoli in buone condizioni”, ha detto.
“Non avendo una cultura di responsabilità  è anche una buona cosa per i conducenti di segnalare prontamente eventuali danni, piuttosto che evitare di farlo.”

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Presentazione NOI Mutua, la nostra mutua sanitaria

noi mutua meeting limbiate

Martedì 29 Aprile 2014 alle ore 18 si è tenuto, presso il Centro Congressi AS Hotel di Corso Como a Limbiate (MB) l’evento di presentazione di NOI Mutua, mutua sanitaria integrativa.

Erano presenti  circa 100 partecipanti tra agenti assicurativi, brokers, intermediari, mediatori creditizi, consulenti finanziari, periti auto e collaboratori vari. Hanno presenziato  i soci fondatori e gli amministratori: il presidente Daniela Mantia, il vicepresidente Mario Stornaiuolo, gli amministratori Roberto Cecconi e Roberto Marino ed i consiglieri Maddalena Canevari, Antonio Caleari, Andrea Canale, Massimo Rosa, Maurizio Gatto e Stefano Ghioni.

Ha preso la parola il Presidente che ha dato il benvenuto ed ha presentato la squadra e gli scopi della Società di Mutuo Soccorso. Subito dopo  l’Amministratore Roberto Cecconi  ha  sintetizzato lo statuto e l’organizzazione societaria. Ha poi illustrato gli strumenti di aggregazione costituiti da prodotti previdenziali, assicurativi e di servizio che possono dare agli associati una tranquillità nella vita familiare e professionale.

Molto interessanti anche le possibilità di adesione e divulgazione della mutualità sanitaria che da la possibilità a chi lo desidera di promuovere l’associazionismo e le adesioni ai sussidi con interessanti profitti economici. Si riesce con Noi Mutua a coniugare il benessere proprio con quello del prossimo.

I partner scelti sono di primo livello quali Allianz ed Europ Assistance oltre ad altri molto specialistici per garantire tranquillità in ogni ambito sociale.

Si allega la presentazione illustrata: Presentazione NOI Mutua Maggio 2014

Per contatti o ulteriori info http://www.noimutua.org/

Peri gli associati di  Periti Auto interessati scrivere a info@peritiauto.it

29 aprile 2014 alle18,00: Presentazione NOI Mutua, la nostra mutua sanitaria

Martedì 29 Aprile 2014 alle Ore 18 si terrà, presso il Centro Congressi AS Hotel di Corso Como a Limbiate (MB) l’evento di presentazione di NOI Mutua, mutua sanitaria integrativa. Per partecipare invia l’adesione all’indirizzo mail info@peritiauto.it

Segreteria Periti Auto

noi mutua meeting MB

Noi ci saremo perché abbiamo la Mutua con Noi Mutua

Le 10 lezioni che ho imparato da Steve Jobs su Life &Leadership

Screenshot 2014-03-01 08.16.58  E ‘un peccato che un visionario come Steve Jobs non stia camminando in mezzo a noi . Questo ricorda veramente a tutti noi come la vita è breve e preziosa. Proprio come non ci sarà mai un altro Parks Rosa , Wayne Gretzky , Nelson Mandela , o Gandhi , non ci sarà mai un altro Steve Jobs . Qui di seguito ci sono dieci lezioni di leadership che ho imparato da Steve nel  breve tempo che abbiamo avuto insieme .

1 . semplificare

Jobs ha chiesto che l’iPod non avesse  alcun pulsante, compreso un interruttore on / off .  Questo sembrava inverosimile  per gli ingegneri che lavorano al progetto,  ma Jobs non avrebbe cambiato idea . Gli ingegneri sono stati spinti ai loro limiti e di conseguenza le loro menti si sono ispirate. Jobs indica “che è stato uno dei miei mantra/focus la semplicità. Semplice può essere più difficile che complesso: Devi lavorare duro per mantenere il pensiero pulito per renderlo semplice. Ma ne vale la pena , alla fine, perché una volta arrivati ​​lì , si possono spostare le montagne . ”

2 . Il potere del ” NO”

Jobs è stato altrettanto orgoglioso dei tanti prodotti che ha eliminato nel corso degli anni, tra quelli che erano stati successi monumentali. A un certo punto ha lavorato sodo su un dispositivo simile al Palm Pilot, ma ugualmente eliminato nel concentrarsi sul mercato della telefonia cellulare. Il risultato fu l’iPod e iPhone. Oggi , la nostra azienda crea mensilmente un elenco “progetti da non fare “.

3 . Il denaro è sopravvalutato

“Essere l’ uomo più ricco del cimitero non ‘  a me importa… andare a letto la sera dicendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso .. questo è quello che conta per me . ”

L’innovazione non ha nulla a che fare con quanti dollari avete destinato alla Ricerca e Sviluppo. Quando Apple si avvicinò con il Mac , IBM stava spendendo almeno 100 volte di più in R. e S. Non si tratta di soldi. Si tratta di persone che hai, come si sta a concentrazione, e quanto si ottiene. [ Fortune , 9 novembre 1998 ]

4 . Non è quello che dici: è come lo si dice

Jobs fu un incantatore anche nelle parole chiave e nei lanci di prodotto. Il “suo” fattore mancante è palpabile quando non è sul palco.

Non tutti i prodotti sono la sua amministrazione stati i più all’avanguardia sul mercato, ma i consumatori percepirono come se lo fossero.  Parte di questo era data dalla segretezza che Jobs pretendeva  intorno ai prodotti . Questo segreto ha alimentato i desideri dei consumatori  per i prodotti, una volta che sono stati pubblicizzati.

Questo è il punto critico – la percezione diventa realtà . Parte del successo di Jobs si è basata sul concetto che ” I vostri clienti sognano una vita più felice e migliore. Non muovere prodotti. Invece percepiscono che quel  prodotto arricchire la vita . ”

5 . Riconoscere le Buone Idee

Jobs e Apple non hanno creato il mouse del computer , il podcasting o il touch screen , ma hanno riconosciuto il loro valore e integrate queste innovazioni nei loro prodotti . A volte non si tratta di inventare la “cosa” si tratta di inventare un modo per rendere la “cosa” migliore .

6 . Evita la Maggioranza

Le azioni di Jobs hanno esemplificato il mantra “se la maggioranza avesse sempre ragione  saremmo tutti ricchi” . Come Henry Ford prima di lui ha indicato « Se chiedo al pubblico quello che vuole direbbe un cavallo più veloce “,  il gruppo di Jobs in genere lo ha evitato e ha dato al pubblico ciò che pensava avesse  bisogno . Questo ha funzionato per la maggior parte del tempo , quando non c’era un’opzione sicura prima del progetto c’erano delle  lezioni con lui .

” Ecco i pazzi , i disadattati , i ribelli , i facinorosi , i pioli rotondi in fori quadrati … perché quelli che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo , sono quelli che lo fanno. ”

7 . Mangia il Tuo Pranzo

C’è un detto nella Silicon Valley che dovete mangiare il vostro pranzo prima che qualcun altro lo faccia . Jobs ha avuto la convinzione di fare questo con l’introduzione di iPhone, ben sapendo che avrebbe come ha cannibalizzare le vendite della nave ammiraglia iPod . Lasciare la strada vecchia  per abbracciare l’ignoto è una vera prova di leadership.

8 . Tendere alla perfezione

La notte prima dell’apertura del primo negozio Apple,  a Jobs non piaceva l’aspetto delle piastrelle così le staccò tutte e le fece sostituire. Anche prima del lancio dell’ iPod ha voluto che tutti i jack per le cuffie fossero sostituiti in modo che fossero più “Cliccanti “.

9 . Piccole Squadre

Jobs non ha voluto che la sua squadra iPhone si conformasse con le nozioni preconcette di tutto il mercato della telefonia mobile e ha collocato la squadra in un edificio separato . Questo urtò alcuni dipendenti che quindi non furono  selezionati, ma i risultati sono inconfutabili .

Il team originale Macintosh aveva 100 membri . Ogni volta che ha raggiunto 101 membri avrebbero dovuto rimescolare e rimuovere qualcuno dalla squadra. la convinzione di Jobs era che lui riusciva a ricordare solo 100 nomi . [ Fonte : Leaner Kahney, The 10 Commandments of Steve,” Newsweek , pagina 35 , settembre 2011]

10 . Segui Il Tuo Cuore

“Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita , avrei voglia di fare quello che sto per fare oggi ? ” E ogni qualvolta la risposta è stata “No” per troppi giorni di seguito, so che ho bisogno di cambiare qualcosa . “E ‘ triste pensare che Jobs è morto alla giovane età di 56 . Eppure la sua eredità vive nelle lezioni che ha instillato in altri, come me .

La mia speranza è che si trovino queste lezioni utili tanto da inserirle nella vostra vita, come ho e comincio a fare io.

10 Lessons I learned from Steve Jobs on Life & Leadership

It is unfortunate visionary Steve Jobs is no longer walking among us. It truly reminds all of us how short and precious life is. Just like there will never be another Rosa Parks, Wayne Gretzky, Nelson Mandela, or Gandhi, there will never be another Steve Jobs. Below are ten leadership lessons that I learned from Steve in our short time together.

1. Simplify

Jobs demanded that the iPod not have any buttons on it; including an on/off switch. This seemed implausibility for the engineers working on the project, but Jobs wouldn’t bend. The engineers were pushed to their limits and as a result the scroll wheel was inspired. Jobs indicates “that’s been one of my mantras — focus and simplicity. Simple can be harder than complex: You have to work hard to get your thinking clean to make it simple. But it’s worth it in the end because once you get there, you can move mountains.”

2. The power of “NO”

Jobs is just as proud of the many products he killed over the years as the ones that were monumental successes. At one point he worked hard on a device similar to the Palm Pilot, but appropriately killed it to focus on the cell phone market. What resulted was the iPod and iPhone. Today, my company monthly create’s a “Don’t Do These Projects” list.

3. Money is overvalued

“Being the richest man in the cemetery doesn’t’ matter to me…Going to bed at night saying we’ve done something wonderful..that’s what matters to me.”

Innovation has nothing to do with how many R&D dollars you have. When Apple came up with the Mac, IBM was spending at least 100 times more on R&D. It’s not about money. It’s about the people you have, how you’re led, and how much you get it. [Fortune, November 9, 1998]

4. It’s not what you say; it’s how you say it

Jobs keynotes and product launches spellbound audiences. The missing “it” factor is palpable when he’s not on stage.

Not all products under Jobs were the most cutting edge on the market, however consumers perceived them to be. Part of this was Jobs overzealous demand of secrecy around products. This secrecy helped feed consumers desires for the product once they were revealed.

That is the critical point – perception becomes reality. Part of Jobs success was based on the notion that “Your customers dream of a happier and better life. Don’t move products. Instead, enrich lives.”

5. Recognize Good Ideas

Jobs and Apple did not create the computer mouse, podcasting or the touch screen, but they recognized their value and integrated these innovations into their products. Sometimes it’s not about inventing the “thing” it’s about inventing a way to make the “thing” better.

6. Shun the Majority

Jobs actions epitomized the mantra of if the majority was always right than we’d all be rich. Like Henry Ford before him who indicated “If I asked the public what they wanted they would say a faster horse,” Jobs typically eschewed focus groups and gave the public what he thought they needed. This worked the majority of the time, when it didn’t it was a chance for him to fail forward into the next project taking the lessons with him.

“Here’s to the crazy ones, the misfits, the rebels, the troublemakers, the round pegs in the square holes… because the ones who are crazy enough to think that they can change the world, are the ones who do.”

7. Eat Your Own Lunch

There is a saying in Silicon Valley that you need to eat your own lunch before someone else does. Jobs had the conviction to do this with the introduction of the iPhone, knowing full well it would and did cannibalize the sales of the flagship iPod. Letting go of the familiar and embracing the unknown is a real test of leadership.

8. Strive for perfection

The night before the opening of the first Apple store, jobs didn’t like the look of the tiles so he had them all ripped up and replaced. Right before the iPod launch job also had all the headphone jacks replaced so that they were more “clicky.”

9. Small Teams

Jobs didn’t want his iPhone team to be muddled with pre-conceived notions around the mobile market and had the team placed in a separate building. While this rubbed some employees the wrong way for not being selected, the results are irrefutable.

The original Macintosh team had 100 members. Whenever it reached 101 members they would have to reshuffle and remove someone from the team. Jobs belief was that he could only remember 100 names. [Source: Leaner Kahney, The 10 Commandments of Steve,” Newsweek, page 35, September, 2011]

10. Follow Your Heart

“If today were the last day of my life, would I want to do what I am about to do today?” And whenever the answer has been “No” for too many days in a arrow, I know I need to change something.” It’s sad to think that Jobs passed at the young age of 56. Yet his legacy lives on in the lessons he’s instilled in others, like me.

My hope is you find these lessons as helpful as I have and begin to incorporate them into your life.

Erik Q.

NOI MUTUA

NOI MUTUA

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Noi Mutua è una Società di Mutuo Soccorso (SMS) con la quale Periti Auto a.d.c. ha sottoscritto una convenzione per i propri iscritti.

Per essere Soci è necessario presentare la domanda come Persona Fisica o come Società o Studio e versare la relativa quota annuale di 60 €. Quando la domanda verrà accettata sarà possibile sottoscrivere uno dei sussidi erogati da Allianz o Afi-Esca.  Per i dettagli vedi www.noimutua.eu .

NOI Mutua offre ai propri Associati una linea completa di sussidi, la caratteristica principale dell’ offerta è la costante applicazione di valori quali l’accessibilità, la capillarità del servizio di consulenza, la qualità del servizio offerto, la reperibilità delle informazioni, ma soprattutto la sicurezza.

NOI Mutua affida la gestione economica/tecnica/gestionale a primarie Compagnie di Assicurazione attraverso la consulenza di un Broker specialist, al fine di eliminare completamente il rischio di incapacità finanziaria ad adempiere agli impegni assunti.

La detrazione dei contributi associativi versati ad una Società di Mutuo Soccorso è autonoma fino all’importo di € 1.291,14 e non fa cumulo con altre detrazioni previste ad esempio per le polizze vita, infortuni o previdenziali.

Per approfondimenti vedi gli allegati

Bozza estratto Rsm Noi Mutua

Persone Fisiche_Domanda di Ammissione a Socio di NOI Mutua

Scheda di Adesione_Sussidio AllianzSocietà_

Domanda di Ammissione a Socio di NOI Mutua

Schede Tecniche NOI Mutua (1)

Per comunicare o trasmettere le domando o le richieste invia a noimutua@peritiauto.it

Se poi sei interessato a diventare un consulente per i tuoi colleghi o conoscenti scrivi a info@peritiauto.it

VIAGGIO NEL FUTURO

Girare il mondo mi piace per questo. Il più delle volte sembra di viaggiare nel tempo, tanta è la differenza tra il nostro paese e quello che si incontra. A volte si va nel passato, visitando paesi dell’Africa o del sud America. Altre volte si va nel futuro andando in certe città dove sono già stati risolti problemi che invece a noi ancora ci impegnano.

Qui siamo a Miami. Potremmo dire Italia del nord 2040?

Non un’auto in sosta per strada. Tutte in silos che sembrano palazzi. Poco traffico. Poche auto in centro. Come mai? Il trasporto pubblico funziona!

Gratuito, frequente, comodo, bello ed ecologico.

Gratuito: non si paga. È a carico della collettività, anche di quelli che usano la macchina. Comunque la spesa più grossa, quella del personale, non c’è. Si guida da solo come un ascensore.

Frequente ne passa uno ogni 5 minuti.

Comodo, ci sono tante fermate e trovi sempre posto a sedere.

Bello, è un circuito che gira intorno alla città, tutto sopraelevato.

Ecologico, è elettrico senza emissioni.

Miami MetromoverQuesta è  Metromover per il centro, ma attenzione, c’è anche Metrorail la metropolitana normale!

Voi cosa ne pensate?

Intervista al dott. Stefano Re, nuovo direttore di UCI Ufficio Centrale Italiano (Carta Verde)

Mappa dei paesi in cui è operativo il servizio Carta Verde. Si segnala il recente ingresso del Montenegro come Bureau autonomo, la richiesta di ingresso da parte di Kazhakhstan (prevista per il 2014), di Armenia e Georgia (in fase di analisi), mentre rimane sempre sospesa la questione Kossovo, che ha tutte le carte in regola salvo il riconoscimento da parte dell’ONU quale Stato indipendente.

Il dott. Silvio Lovetti, da molti anni Direttore dell’UCI, Ufficio Centrale Italiano, ha terminato l’attività ed il dott. Stefano Re, funzionario dello stesso ente, ne ha assunto le mansioni.
Cos’è l’UCI è la prima domanda che nasce spontanea.
L’UCI è un ente nazionale che opera dal 1953 quale ufficio italiano per la gestione della Carta Verde. Le sue attività sono disciplinate per legge in concerto con gli altri uffici nazionali europei ed extraeuropei detti Bureaux.
L’ Ufficio Centrale Italiano, UCI, è l’Ufficio Nazionale di Assicurazione per l’Italia per i veicoli a motore in circolazione internazionale.
Costituito nel 1953, opera come Bureau per l’Italia nell’ambito del sistema della Carta Verde istituito in Europa dal Sottocomitato dei Trasporti su strada della Commissione per l’Europa dell’ONU.
L’attività dell’UCI è disciplinata dagli articoli 125 e 126 del decreto legislativo 7 settembre 2005, numero 209 (Codice delle assicurazioni private ).
L’UCI si occupa principalmente di gestire le problematiche relative al risarcimento dei danni causati sul territorio italiano da veicoli immatricolati o registrati in Stati esteri che circolano temporaneamente in Italia. L’UCI è anche responsabile degli incidenti provocati all’estero da veicoli italiani, in relazione ai quali è tenuto a rimborsare gli omologhi uffici esteri.
Tutto questo avviene appunto sulla base di convenzioni stipulate con gli omologhi Uffici Nazionali di Assicurazione (Bureaux) costituiti negli altri paesi aderenti al sistema della Carta Verde.
L’UCI è abilitato a provvedere al risarcimento dei danni causati da veicoli esteri che temporaneamente si trovano sul territorio italiano, nella Repubblica di San Marino e nella Città del Vaticano.
L’impegno comporta per l’UCI l’obbligo di liquidare i danni e di pagare agli aventi diritto i relativi risarcimenti. Ha sede a Milano ed occupa circa 30 persone.
Chi sono i soci di UCI?
Sono le compagnie di assicurazione che esercitano il ramo auto in Italia, sia Italiane che estere, purché autorizzate. Quelle che lo sono da anni e quelle che vogliono entrare nel mercato che chiedono di essere soci provvisori per un anno, sottoscrivendo 1000 quote per 510 €, sino al perfezionamento della pratica, dopo l’autorizzazione diventano di diritto soci di UCI.
Con tutti questi soci, alle riunioni ci sarà un sacco di gente?
Una volta era così, oggi con 7 gruppi assicurativi che coprono il 92% del mercato, non c’è neanche bisogno che andiamo a fare le riunioni in un altro locale.
Quanti sinistri gestisce UCI ogni anno?
Sono circa 50.000, affidati alle varie compagnie o società mandatarie delle compagnie estere. Solo circa 3.000 sono gestiti direttamente da UCI e sono quelli che hanno alcune problematiche di gestione. O sono causati da veicoli esteri non assicurati o sono stati restituiti dalle varie società mandatarie.
Come si diventa società mandataria di una compagnia estera?
Anzitutto è necessario sottoscrivere una convenzione con l’UCI, impegnandosi a rispettare le norme a cui è sottoposto l’UCI e fornendo delle qualifiche e garanzie. Va poi contattata direttamente una compagnia estera non rappresentata per proporre la propria candidatura e sottoscrivere con essa un contratto per la gestione dei sinistri avvenuti in Italia con tale compagnia estera non rappresentata. Poiché il mandatario dovrà anticipare i risarcimenti ai danneggiati per conto della Compagnia estera, il contratto dovrà prevedere delle garanzie di ritorno dei capitali.
Ottenuto il mandato di una compagnia estera, questa segnalerà al proprio Bureau nazionale l’intenzione di nominare un mandatario in Italia. Tale richiesta nomina verrà comunicata ad UCI, dopodiché si sottoscrive un accordo con UCI per accettare le regole della procedura ed UCI a quel punto accetterà la nomina dandone conferma al Bureau estero.
Inoltre, ma qui l’UCI non è coinvolto, si può diventare mandatari anche per i sinistri occorsi ad un assicurato italiano con una compagnia estera avvenuta all’estero. Questi ultimi sono i sinistri regolati dalla IV direttiva Auto della Comunità Europea.
Quali sono i paesi che riconoscono la Carta Verde sono scritti sulle varie carte verdi presenti in ognuna delle nostre auto. Ma i confini sono stabili?
No, si era partiti negli anni 60 con alcune delle nazioni europee e ora siamo arrivati a tutto il continente. Le nuove frontiere sono quelle dei paesi dell’ex Unione Sovietica e dei Balcani. Nel 2009 quando è entrata la Russia pensavamo che avendo oltre 150.000 di veicoli avremmo avuto un forte impatto. Fortunatamente l’incremento è stato solo di 2000 sinistri.
Qual è il corrispettivo che una compagnia paga per la gestione di un sinistro?
La tariffa è del 15% del valore liquidato con un minimo di 200 € ed un massimo di 3.500. Ma è possibile, in base ai volumi gestiti o altri parametri di valutazione, che le società mandatarie e le compagnie estere si accordino diversamente.
Date anche un servizio di informazione all’utenza?
Questa attività era demandata per legge all’ISVAP che con le nuove regolamentazioni sta cedendo l’incarico alla CONSAP che è diventato organismo di indennizzo per tutti i sinistri. Noi diamo informazioni solo per i sinistri che derivano dalla gestione della Carta Verde. Non dimentichiamo che il servizio Carta Verde è nato come servizio privato e non pubblico. Anche dopo il 69 con l’RCA obbligatoria, la Carta Verde era facoltativa. Veniva venduta solo in alcune agenzia convenzionate ed ai posti di frontiera. Poi è stato fatto un accordo con le associazioni delle compagnie ed infine è stato regolamentato per legge.
Sul nostro sito è possibile trovare ulteriori informazioni sull’UCI: www.ucimi.it

LE OCCASIONI DI EUROPCAR

da Aute e Stima di gennaio 2009.

Apriamo il 2009 affrontando il tema molto attuale della vendita di auto usate e la dismissione di parchi auto aziendali e lo facciamo intervistando una persona estremamente esperta in materia, il Dott. Gaetano Fania, responsabile del settore “Remarketing” di Europecar. Buongiorno, Fania, Europcar è sicuramente fra le società leader nel noleggio autoveicoli ma non solo. Nello specifico voi di cosa vi occupate?

(nella foto: Gaetano Fania)

La sua affermazione è corretta. Siamo leader in Italia ed in Europa nel noleggio a breve termine. Noi, nello specifico, ci occupiamo di Remarketing, Ovvero, l’attività legata alla “dismissione” dei veicoli della nostra flotta. In termini tecnici parliamo quindi di dismissione, in quanto i veicoli che compongono la flotta Europcar autoveicoli e veicoli commerciali, rappresentano a tutti gli effetti beni strumentali necessari per l’esercizio dell’attività di impresa. In pratica, si tratta di vendita dei veicoli usati.

Come nasce l’idea del Remarketing Europcar ?
Per natura ed esigenza stessa del business del noleggio a breve termine. Infatti, la necessità di rinnovare costantemente il parco auto ci “induce” ad acquistare unità nuove per avere sempre prodotto “giovane”, e ad esitare le vetture in flotta attraverso due canali principali: il Buy Back, tramite cui le case costruttrici riacquistano una parte della flotta a condizioni già stabilite, ed il Remarketing, che attraverso un network dedicato, gestisce i volumi restanti.

Come è composto il network del Remarketing?
Da una rete capillare di validi agenti di vendita. Per esattezza, sette agenti monomandatari, che operano dalle loro sedi, su tutto il territorio nazionale con il compito di procacciare clienti, tra tutti gli operatori del settore auto.

Quali sono i vostri punti di forza?

Direi: la rete vendita, il nostro prodotto, decisamente in linea con le richieste del mercato e poi, in ultimo la nostra struttura di certo non ultima, per importanza. Dal punto di vista commerciale, come operate sul mercato?

Una buona percentuale dei nostri clienti è rappresentata da Dealers, venditori di auto multibrand, e vari salonisti. Per cui, la nostra politica commerciale è rivolta prevalentemente ad un target di commercianti di auto.

Come risponde il mercato?

La attuale congiuntura economica, le generali condizioni di incertezza che caratterizzano questo periodo, coinvolgono tutti i settori dell’economia. Il mercato dell’auto risente naturalmente, di tutto questo. La sostituzione dell’auto oggi è rimandata il più possibile, alla stessa si preferisce la riparazione ove possibile, o un acquisto meno “oneroso” con particolare orientamento all’usato in ottime condizioni. Quindi, mentre il nuovo fatica non poco rispetto al recente passato, il mercato dell’usato si mantiene sostanzialmente stabile, con una lieve flessione rispetto all’anno precedente.

Gaetano Fania

Quali progetti avete per il futuro?

Avremo un crescente numero di vetture da vendere. Quindi implementeremo e potenzieremo la rete di vendita, incrementeremo la nostra offerta attraverso nuovi canali divendita,peresempioleasteonline, già in uso nel nostro business, ma con la consapevolezza che in futuro, rappresenteranno sempre di più uno strumento utile ed efficace in questo settore. E ancora; allargheremo la base clienti attraverso campagne di direct marketing e punteremo a diventeremo sempre più “europei” orientandoci soprattutto verso i mercati emergenti.

Qual è il vostro rapporto di collaborazione con Stima S.r.l ?
A parte una infinita…“stima” nei confronti dei soci fondatori, testimoniata da una crescente e comune “voglia di fare”, attualmente la nostra collaborazione ha come oggetto la verifica tecnica dei veicoli in tutte le condizioni possibili nell’ambito del noleggio a breve termine, quindi consegna, riparazione e vendita. Non si tratta però di una mera valutazione tecnica del danno, quanto più di un servizio di consulenza mirato al raggiungimento di prefissati obiettivi di certificazione, controllo del processo e quindi Qualità. Tale particolare declinazione di processo è frutto di un congiunto lavoro di analisi che ha visto le nostre aziende lavorare a stretto contatto per molti mesi di questo anno.

Allora: perché scegliere Europcar?

Se Europcar è leader in Italia ed Europa, abbiamo già risposto! Se devo convincerLa ulteriormente, la invito ad acquistare…una delle nostre auto!!!

Intervista realizzata nel dicembre 2008, presso la sede Europcar Italia S.p.a.