Addio a Nicola Pugliese, il primo Carrozziere di Genova

  Ricevuta la notizia della morte di Nicola Pugliese non posso fare a meno di fermarmi a pensare a lui. Gli occhi si inumidiscono e la mente rincorre i momenti in ci siamo incontrati.

Nicola era un carrozziere già quando avevo 14 anni nel ’71ed era il mio carrozziere, come di tutti noi ragazzi del quartiere in San Fruttuoso. Mi ha sempre trattato con affetto, così come faceva con tutti, grandi e piccini, dando importanza alla persona che aveva di fronte a prescindere dall’età e dal ceto sociale.

Quando poi ho cominciato a frequentarlo per motivi di lavoro, ho trovato un amico che sapeva consigliare sempre nella maniera più saggia. Se ho avuto bisogno di una mano per qualcosa è sempre stato disponibile, come lo era per tutti. Oltre al lato umano bisogna riconoscergli il talento professionale. Una memoria di ferro che quando non c’erano i computer era l’unica arma per trovare le pratiche velocemente in base a degli elementi che non erano quelli con i quali erano state messe sul registro.

Ha inventato, primo in Italia, il metodo poi seguito da tutti della cessione del credito e riparava il veicolo aspettando lui i soldi dalle assicurazioni quando gli altri ancora consegnavano l’auto a fronte di contanti o assegni. Ha aiutato molti facendo prendere dei soldi che sono serviti a tanti ad andare avanti invece che riparare il mezzo danneggiato.

Ma a parte tutto, io che ho avuto la fortuna di frequentarlo anche fuori dagli ambienti di lavoro posso dire che è sempre stato l’uomo che ho ammirato per il suo carisma ed intelligenza, capacità e intraprendenza ma soprattutto per questo suo senso paternalistico che infondeva sulle persone che mi ha fatto usare il suo riferimento quando dovevo decidere qualcosa e pensavo: come farebbe Nicola?

Questo non gliel’ho mai detto e non l’ho mai ringraziato. Lo faccio ora augurandogli un Riposa in Pace e se è vero che i morti ci vedono gli auguro che possa vedere i suoi cari beneficiare e godere in serenità di tutto quello che ha costruito in vita.

Nicola Pugliese è morto. Il rosario per salutare Nicola si terrà domenica 19 maggio 2019 alle ore 18 nella chiesa di Santa Zita in corso Buenos Aires e il funerale lunedì 20 maggio alle 10 sempre a Santa Zita

Confermati arresti per due rapinatori del dottor Benghi. Un perito assicurativo ed un disoccupato

Rimini – Il Gip ha confermato la custodia cautelare in carcere per Nicola Milani e Gennaro Terracciano che hanno confessato la tentata rapina nei confronti del dottor Marcello Benghi avvenuta venerdì scorso all’uscita dal suo studio medico. I tre colpi din pistola in aria esplosi dal medico, li hanno messi in fuga. L’arma, una scacciacani (nella foto), è quella utilizzata per la rapina.

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Un caso (raro) nel quale i rapinatori sono più impacciati della loro vittima. E’ stato anche questo a permettere la reazione a sangue freddo del dottor Marcello Benghi, che il 7 marzo scorso, all’uscita dal suo studio medico nei pressi del complesso residenziale ‘Leon Battista Alberti’ sulla Flaminia, si è trovato di fronte tre persone il cui scopo era portargli via l’incasso della giornata: circa 2.000 euro. Grazie ai tre colpi sparati in aria con la sua Beretta Nano, regolarmente detenuta, è riuscito a metterli in fuga.
Il modus operandi del riminese Nicola Milani 42 anni perito assicuratore e di Gennaro Terracciano, napoletano di 36 anni, è da manuale di goffaggine. Spinti dalle difficoltà economiche (Terracciano non lavora da due anni, prima lavorava in una ditta di spurghi) ha detto ai carabinieri di essere disperato. Sia Terracciano che Milani conoscevano il dottor Benghi: era il dottore di alcuni familiari di Milani e aveva curato Terracciano diversi anni fa a Bellaria.
Sapevano che l’attività del medico ortopedico che svolgeva anche consulenze per il tribunale, era proficua. Ma, sin dall’inizio, le cose non sono andate come avrebbero dovuto. I due hanno infatti dato il tempo al dottore d’insospettirsi: Terracciano si era presentato una settimana prima (in orario di chiusura) nello studio medico, con la scusa di alcuni dolori al braccio. Era lì che doveva avvenire la rapina. Invece non ha avuto il coraggio, ed è uscito dallo studio dopo essersi fatto fare delle infiltrazioni. A questo punto entra in scena il terzo complice, arruolato dopo il primo flop. Probabilmente uno che non si faceva scrupoli ad usare una pistola. Infatti la pistola scacciacani a salve, senza tappo rosso, calibro 8 mm ritrovata sotto un cespuglio in via Colonna, l’ha impugnata lui. Le impronte digitali potranno fornire elementi sulla sua identità, visto che i due arrestati non hanno ancora fatto il suo nome.
Una precisazione importante quella fatta dai carabinieri durante la conferenza stampa di oggi: ‘Questa volta è andata bene – ha detto il Comandante Ferruccio Nardacci– il medico sapeva utilizzare l’arma e ha coscienziosamente sparato in aria, tuttavia la giustizia ‘fai da te’ è da evitare. A quell’ora di venerdì sera (la rapina è avvenuta intorno alle 22) la zona era molto frequentata, inoltre lì c’è un complesso residenziale. La soluzione più prudente è fare intervenire le forze dell’ordine per evitare di fare sciocchezze’.L’arma del medico è stata sequestrata.

Truffa alle assicurazioni in aula ben 108 imputati

brindisi palazzo  BRINDISI – Un altro capitolo delle tante presunte truffe alle assicurazioni si è aperto ieri mattina nel tribunale di Brindisi. Cento e otto gli imputati, tra i quali tre avvocati. Riguarda l’operazione che il 20 luglio del 2010 fu effettuata dalla Polizia stradale di Brindisi. In carcere il presunto capo del gruppo, Angelo Balestra, un carrozziere con officina in via Aniene a Brindisi, il fratello Luciano Balestra, ex dipendente dell’ospedale Perrino, e Pancrazio Vergari, di Cellino San Marco, proprietario di un’officina sempre a Cellino. Ai domiciliari, invece, Angelo Rollo, operaio in un’autocarrozzeria nella zona industriale, Massimo Martucci, Maurizio Rillo e Gianluca Palma, tutti di Brindisi. Tutti gli altri furono denunciati a piede libero.

Trentasei gli incidenti stradali ritenuti fasulli. Il processo è stato aggiornato dopo che il giudice ha sciolto la riserva su una eccezione sollevata dall’avv. Fabio Di Bello.
Gli imputati sono: Rocco Andriulo di Brindisi; Antonio Antico di Ceglie Messapica; Giuseppe Bagnato, di Brindisi; Angelo Balestra, di Brindisi; Luciano Balestra, di Brindisi; Andrea Barbonetti, di Brindisi; Silvia Bellino, di Brindisi; Benedetto Blasi, di Brindisi; Luigi Blasi, di Brindisi; Laerte Braga, di Brindisi; Annamaria Buccarella di Brindisi; Eupremio Canario, di Brindisi; Antonella Castellana, di Brindisi; Iordanka Keranova, bulgara residente a Bologna; Angelo Chiatante, di Brindisi; Carmelo Ciullo, di Brindisi; Stefano Ciullo, di Brindisi; Assunta Corlianò, di Brindisi; Marco D’Aversa, di Brindisi; Giovanna De Fazio, di Brindisi; Massimo De Fazio, di Brindisi; Maria De Leo, di Brindisi; Antonio De Salvo, di Brindisi; Giuseppe De Tommaso, di Brindisi; Salvatore Del Monte, di Brindisi; Francesco Della Giorgia, di Brindisi; Vincenzo D’Ignazio, di Brindisi; Francesco Elia, di Mesagne; Mario Epifani, di Brindisi; Nicola Fabrizio, di Cellino San Marco; Angelo Fortunato, di San Pietro Vernotico; Luca Fortunato, di San Pietro Vernotico; Concetta Francioso, di Brindisi; Francesco Fraticelli, di Brindisi; Barbara Fusco, di Tricase (Lecce); Domenico Gaudino, di Brindisi; Francesco Giglio, di Brindisi; Antonio Greco, di Brindisi; Roberto Greco, di Brindisi; Archimede Guadalupi, di Brindisi; Federica Guerra, di Brindisi; Carlo Landolfa, di Brindisi; Marco Lavino, di Brindisi; Sara Lazoi, di Brindisi; Luigi Leo, di Copertino, Lecce; Massimiliano Leo, di Copertino; Cosima Libardo, di Brindisi; Alessandro Licastro, di Brindisi; Roberto Licastro, di Brindisi; Angela Ligorio, di Brindisi; Sandra Litti di San Pietro Vernotico; Riccardo Lodedo, di Ostuni; Gennaro Lovecchio, di Brindisi; Alessandro Manni, di Brindisi; Angela Marra, di Cellino San Marco; Cristian Martina, di Mesagne; Massimo Martucci, di Brindisi; Giuseppe Mazza, di Brindisi; Vito Miceli, di Brindisi; Manuel Mignogna, di Alatri (Frosinone); Anna Muccio, di Brindisi; Ilaria Muccio, di Brindisi; Giovanna Murgia, di Brindisi; Damiano Napolitano, di Brindisi; Gianluca Narcisi, di Brindisi; Antonio Olimpio, di Brindisi; Vittorio Olimpio, di Brindisi; Giuseppe Ordinanza, di Brindisi; Gianluca Palma, di Brindisi; Diego Perrone, di Brindisi; Cosimo Pignataro, di Brindisi; Cristian Quarta, di Varese; Giuseppina Quarta, di Brindisi; Antonio Ragusa, di Brindisi; Mauro Rametta, di Brindisi; Pietro Randino, di Brindisi; Maurizio Rillo, di Brindisi; Antonio Rizzello, di Veglie (Lecce); Carmine Rizzello, di Lecce; Angelo Rollo, di Brindisi; Maria Rollo, di Brindisi; Giuseppina Romanelli, di Brindisi; Paola Rosa, di Brindisi; Daniela Rosafio, di Brindisi; Santino Rosafio, di Brindisi; Giuseppina Rospi, di Brindisi; Marco Rospi, di Brindisi; Federico Sarcinella, di Brindisi; Gianluca Schirinzi, di Brindisi; Luigi Salvatore Sergi, di Brindisi; Gianluca Sgura, di Brindisi; Angelo Spagnolo, di Brindisi; Filomena Turi, di Brindisi; Antonio Vergari, di Brindisi; Pancrazio Vergari, di Brindisi; Fabio Vinci, di Brindisi; Angelo Zimbari, di Cellino San Marco; Davide Zimbari, di Mesagne; Elvira Zullino, di Brindisi; Gianluca Re, di San Donaci; Silvestro Tafuro, di Brindisi; Ivano Nani, di Brindisi; Luana Curto, di Brindisi; Luca Altavilla, di Brindisi; Damiano Licciulli, di Brindisi; Roberta Lamarina, di Brindisi; Anna Manni, di Brindisi; Andrea Iunco, di Brindisi. [Pi. Arg]

Caserta: TRUFFA ALLE ASSICURAZIONI

 Il Pubblico Ministero chiede 48 rinvii a giudizio. Alcuni sono anche dell’Alto Casertano. Tra gli indagati anche un Primario dell’ospedale Civile di Caserta

Un’associazione a delinquere smantellata tre anni orsono, scoperta da un’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Il Pubblico Ministero Domenico Musto chiede il giudizio per gli indagati…
Medici, avvocati, cancellieri di tribunale, dipendenti di istituti di credito e procacciatori d’affari. Un’associazione a delinquere finalizzata alle truffe assicurative smantellata nel 2011 da un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Per 48 persone il pubblico ministero Domenico Musto ha adesso chiesto il rinvio a giudizio contestando i reati di associazione per delinquere, truffa, falso in atto pubblico e corruzione. A conclusione delle indagini la procura ha, infatti, chiesto di procedere nei confronti di Roberto Adelini, di S. Maria Capua Vetere, Carmine Angrisani , di Caserta, Gaetano Battaglia, di Poggiomarino, Concetta Becchimanzi, di San Marcellino, Giuseppe Belfiore, di Caserta, Carmine Bernardo, di Capodrise, Clara Bondetti, di Napoli, Michele Buono, di Napoli, Santino Busiello, di Aversa, Silvio Cardone, di Maddaloni, Paolo Decoro, di San Cipriano d’Aversa, Vincenzo Ciccarelli, di San Cipriano d’Aversa, Antonio Coppola, di S. Maria Capua Vetere, Francesco Corvino, di Casal di Principe, Luciano Curci, di Itri (Latina), Giuseppe Dalena, di S. Maria Capua vetere, Stanislao Di Bello, di Villa di Briano, Angelo Di Caterino, di Casal di Principe, Mauro Di Costanzo, di Pignataro Maggiore, Domenico Di Dona, di Villa Literno, Franco Di Fabio, di Frattamaggiore, Giancarlo Filippelli, di Sessa Aurunca, Aldo Garofalo, di San Cipriano d’Aversa, Raffaele Gentile, di Napoli, Fausto Ibello, di Trentola Ducenta, Franco Mancini, di Carinola, Armando Martucci, di Formia, Maria Migallo, di Melito di Napoli, Luigi Musto, di Trentola Ducenta, Arrigo Narducci, di San Nicola la Strada, Francesco Pacia, di Villa Literno, Francesco Panaro, di Gattarico, Giuseppe Pastore, di Sessa Aurunca, Luciano Peluso, di Sessa Aurunca, Pasquale Petrillo, di Casal di Principe, Gennaro Pizza, di Sessa Aurunca, Antonio Rossi, di Caserta, Francesco Russo, di Casal di Principe, Salvatore Russo, di Teverola, O.N.S., di Napoli, Carmine Sardaro, di Frignano, Vincenzo Scalera, di Maddaloni, Vincenzo Schiavone, di Casal di Principe, Fabrizio Sergio, di Formia, Giuseppe Sorrentino, di Carinola, Alfredo Stozzetti, di Napoli, Anna Taglierina, di Aversa, Marilù Tiseo, di Aversa, Luigi Vitale, di Sant’Arpino. L’udienza preliminare è fissata per questa estate. Nel collegio difensivo gli avvocati Nello Sgambato, Angelo Raucci, Vincenzo Guida e Guglielmo Ventrone.

Truffa alle assicurazioni: il pm chiede 8 condanne

L’inchiesta del 2008: per altre posizioni i reati sono già prescritti. Sentenza a marzo
Benevento. Richieste di condanne, assoluzioni e prescrizioni per i 18 imputati di truffa e falso ai danni di assicurazioni per incassare risarcimenti per incidenti stradali in qualche caso mai avvenuti. Una vicenda che risale al gennaio 2008 quando vi furono anche cinque ordinanze di custodia cautelare, di cui quattro ai domiciliari e una in carcere. Le indagini furono condotte dalla Squadra Mobile e l’operazione fu denomimata «Crime crash», incidenti criminosi. In alcuni casi, secondo l’accusa, c’erano sinistri del tutto falsi, in altri venivano aggravate le ferite che le persone coinvolte avevano riportato e anche i danni subiti dai veicoli.

Ieri il processo davanti al magistrato monocratico Fallarino. Il pubblico ministero Felaco (ha sostituito il pubblico ministero che aveva coordinato le indagini Clemente ora a Roma) ha chiesto otto condanne, per Antonio di Dio una pena a due anni di reclusione per Gabriella Addonizio 8 mesi, Antonio Calvanese 8 mesi, Giusy Ciriello 17 mesi, per Maria Girardi 9 mesi, Maurizio Luongo 13 mesi, Pio Tomaciello 8 mesi, Ugo Pruscino otto mesi. Inoltre assoluzione perchè il fatto non sussiste per Amalia Boccalone, Giulio Castiello, Nicola Castiello, Maria Festa, Giovanna Mazzariello, Luigi Napolitano. Per sopravvenuta prescrizione Raffaele Corbo, Sergio Ievolella, Emilia Mincione. Infine assoluzione perchè il fatto non è punibile per Pasquale Di Stefano. La sentenza è prevista per marzo.

Soccorso stradale, nasce la prima rete italiana per auto elettriche e ibride

   Novità nel campo dell’assistenza stradale: arriva in Italia il primo servizio dedicato ai veicoli ibridi ed elettrici. Il gruppo IMA Italia Assistance lancia il network di soccorso specializzato per le auto più ecologiche: una rete di assistenza certificata e completa, capace di intervenire per la messa in sicurezza delle auto ibride ed elettriche su tutto il territorio nazionale. «Davanti ad un mercato in profonda espansione, abbiamo predisposto un network specializzato», spiega Nicola Albarino, responsabile direzione rete fornitori di IMA Italia Assistance. «Le auto ibride ed elettriche necessitano una particolare specializzazione: non chiunque può soccorrere un automobilista in panne. Abbiamo formato ogni singolo Centro Ima con uno specifico corso per arrivare a quella che tecnicamente viene chiamata “abilitazione di livello 1″: IMA è la prima società di assistenza certificata ad avere un network interamente abilitato». Con un costo carburante elevato (il prezzo della sola benzina negli ultimi 8 anni è lievitato del 70% circa) e una crescente sensibilità ambientale imposta anche dai continui limiti alla circolazione per le auto inquinanti, l’attenzione degli automobilisti verso i veicoli elettrici e ibridi è aumentata in modo esponenziale. I dati Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) descrivono un incremento impressionante negli ultimi dieci anni: le auto ibride ed elettriche immatricolate sono passate da 153 nel 2002 a 7.660 nel 2012; con un balzo del 40% delle vendite nei soli ultimi due anni. Il trend di crescita viene confermato anche dai primi due mesi del 2013 con 2.001 veicoli immatricolati.«È cresciuta l’attenzione che le case automobilistiche hanno messo nella progettazione di nuove soluzioni ibride, studiando soluzioni sempre più ecologiche, ma al contempo complesse, e proponendo modelli altamente innovativi», prosegue Nicola Albarino. L’ultima nata è la nuova meccanica che abbina l’alimentazione a gasolio a quella elettrica che ha visto il suo esordio nel 2011: in due soli anni le auto immatricolate sono passate da 14 a 1.487. «Sono ancora numeri piuttosto piccoli se confrontati all’intero mercato auto, ma sono numeri che evidenziano nuove esigenze e richiedono nuove soluzioni», osserva Nicola Albarino. «Nessuna auto è immune dagli imprevisti. Ma cosa fare quando si resta in panne con una macchina elettrica o ibrida? Una cosa è fondamentale sapere: non tutti possono intervenire. Non sono applicabili le modalità di intervento utilizzate per i tradizionali veicoli termici (benzina e diesel). Le auto elettriche hanno delle specifiche caratteristiche e sono diverse tra loro. Per esempio, prima di intervenire è necessaria la messa in sicurezza, quindi occorre scaricare le tensioni capacitative del veicolo. Inoltre, è vietato il traino con le ruote anteriori sospese perché si potrebbe generare corrente ad alta tensione durante il trasporto. Servono specialisti, tecnici opportunamente formati per evitare di amplificare eventuali danni o addirittura provocare incidenti». Il Gruppo IMA Italia Assistance può vantare una crescente rete capillare composta ad oggi da 500 soccorritori stradali in grado di intervenire ovunque, in modo tempestivo 24 ore su 24 in tutta Italia. «La formula “all in one” dei nostri centri – specifica Albarino – è un ulteriore elemento distintivo del network: il centro IMA, oltre a svolgere l’attività di soccorso stradale si occupa anche della riparazione del veicolo (officina e carrozzeria) e della fornitura del veicolo sostitutivo. Tutto h24. Questa è la “la carta di qualità IMA” basata su azioni di selezione, valutazione e formazione».

Massimiliano Montulli

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