Venerdì mattina i rappresentanti dell’ati locale hanno incontrato il prefetto. Solo a Terni l’arretrato supera i 500 mila euro
UN INTERVENTO DI SOCCORSO
Loro i mezzi continuano a recuperarli e custodirli, anche se gli spazi dove metterli si stanno esaurendo. Il problema grosso è che dei soldi che gli deve lo Stato, ad oggi non si vede neanche l’ombra. Per questo le aziende impegnate nel soccorso stradale e nella custodia giudiziaria dei veicoli sono scese sul piede di guerra. Solo a Terni, l’arretrato supera i 500 mila euro.
Protesta Lo scorso 8 marzo l’associazione nazionale che rappresenta i centri soccorso autoveicoli ha inviato una lettera al ministro dell’interno e a quello dell’economia per lanciare il grido d’allarme su una situazione che rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto, formato da tante imprese che svolgono compiti indispensabili per la sicurezza stradale e di sussidio nei confronti delle forze dell’ordine.
L’incontro Venerdì mattina quella lettera è stata consegnata a tutti i prefetti e così è stato anche a Terni, dove i rappresentanti dell’ati di soccorso stradale composta da Ternana Soccorso, Grillofer, Latini, Cesarini, Frittella e Rinaldi, hanno incontrato il prefetto Gianfelice Bellesini. Oltre a ribadire i contenuti della missiva – che fa riferimento allo stato di agitazione proclamato a gennaio e lascia aperta l’ipotesi di forme di protesta più radicali – i responsabili dell’ati hanno fatto presente la situazione ‘locale’. «Purtroppo – spiega Roberto Nardi della Ternana Soccorso – non si intravede ancora una soluzione. Dal 2012 ad oggi non abbiamo visto un solo euro e la situazione continua a peggiorare».
La richiesta Al ministero dell’economia, i custodi giudiziari chiedono di mettere a disposizione i fondi necessari al pagamento delle spettanze che crescono vertiginosamente, al ritmo di 300 mila euro al giorno. Il prefetto ha mostrato la consueta disponibilità e attenzione verso un problema che rappresenta uno dei tanti limiti della pubblica amministrazione italiana. Ai presenti il rappresentante del governo ha spiegato che estenderà la missiva ai ministeri interessati, sollecitando – per quanto nelle sue possibilità – un intervento diretto e concreto, per veder riconosciuti i diritti delle imprese. In primis quello alla loro sopravvivenza.