Le parole chiave dell’automotive

  Quando ci facciamo fare un sito da un professionista ci chiede qualche centinaio di parole chiave con cui indicizzarlo. Ma quali sono le parole chiave o Tagkeyword che di si voglia di un sito che parla di auto?

Noi abbiamo selezionato queste. Se ne avete altre inseritele tra i commenti, le metteremo nel “lago di parole” qui sotto

4X4, a matrice, Abarth, ACI, acquisto, Agency, Agenzia, ALESSANDRIA, Alfa Romeo, alienazione con aste on line, allestimenti speciali, Alta Motor, APAID, archiviazione, ASSICURAZIONI, ASSISTENZA, associative, Aston Martin, attivi, Audi, AUDIT, AUTHORITY, AUTO, AUTO DI CORTESIA, avv, aziendale, aziendali, Bentley, Berlina, Berline, BMW, Brilliance, broker, Bugatti, Buick, BYD, Cabrio/Spider, Cadillac, camion, CARROZZERIA, carrozzerie, Casalini, Castagna Milano, catene, catene negozi, centrale operativa multilingua, certificati conformità, CERTIFICAZIONE, Challenge, Chery, Chevrolet, Chrysler, Citroen, Citycar, civile, Commerciali, compagnie, Concept car, concessionaria, consorzi, consulenza, AZIENDALE, CONSULENZA LEGALE, CONSULENZA MOBILITA’, contact center, contestazione, contrattualistica, CONVENZIONAMENTI, Coupé, Crossover, CUA, CVT, cvt pluriennali, Dacia, Daewoo, Daihatsu, data base, De Tomaso, Di Mora, Dini, Dodge, domestica, DS, elettrauto, enti pubblici, Eterniti, Europ Assistance, Eurostime, Fabio, F&M Auto, Faw, fermo tecnico, Ferrari, Fiat, FIDELITY CARD, FINANZIAMENTI, Fisker Coachbuild, FLEET, FLEET MANAGEMENT, flotte, Ford, formazione, Fornasari, fornitori, fotografici, furto, gas, Geely, GENOVA, gestionali web, GESTIONE, GESTIONE FLOTTE VEICOLI, gestione flottino, GESTIONE GARANZIE E GUASTI, gestione rent, gestione sinistri, Giuntini, GMC, Gonow, gps, grandine, Great Wall Motor, Gumpert, Hispano Suiza, Honda, hotel, Hummer, Hyundai, IGIENIZZAZIONE, imbarcazioni, immatricolazioni, immobili, IMPERIA, impianti, in bound, incendio, Infiniti, inflottamento, InterCert, ISO, ISPEZIONI, Jaguar, Jeep, Jianling M.C., Kia, LA SPEZIA, Lada, Lamborghini, Lancia, Land Rover, LAVAGGIO, LEASING, Lexus, libro aperto, libro chiuso, LIBRO MATRICOLA, Lincoln, LOCALIZZATORI SATELLITARI, localizzazione, logistica, Lotus, Luxgen, macchine operatrici, Mahindra, manutenzione, Marcos, Martin Motors, Marino, Maserati, Maybach, Mazda, McLaren, MECCANICA, MECCANICHE, medico legali, Mercedes ,merci, mezzi d’opera, MG, Mini, mistery shopping, misurazioni, Mitsubishi, mobility manager, Morgan, Mosler, MOTO, multe, Multispazio, negozi, Nissan, NLT, NOLEGGI, Noleggiare, noleggio, NOLEGGIO LUNGO TERMINE, Novitec, occasione, OFFICINA, officine, Opel, out bound, ozono, Pagani, passivi, penale, Perito, PERIZIE, Perizie auto, Peter, Peugeot, piazzali, Pininfarina, POLIZZE ASSICURATIVE, Pontiac, Porsche, portE, PRA, PRATICHE AUTO, procedure, RAC, radiazioni, RCA, Rentek, Renault, replacement, reti, reti vendita, revisioni, ricambi, rientri, rilascio certificati, RILIEVI, rinotifica, Rinspeed, RIPARAZIONI, Roberto, Roewe, Rolls Royce, Rover, Saab, Saleen, sanitaria, SAVONA, Scion, Seat, service point, SERVIZI SEGRETERIA, sicurezza, singoli, SINISTRI, Skoda, Smart, società, SOFTWARE, Sportive, Ssangyong, Station Wagon, stradale, strutture, Subaru, SUV, Suzuki, sversamento, Tata, Tesla, Toyota, traduzioni, trasporti, TRASPORTI E LOGISTICA, turistica, tutti i rami, tuv, uffici, Underwriting, veicoli industriali, VENDITA VEICOLI NUOVI, Venturi, vetri, Vivida, Volkswagen, volture, Volvo

Cos’è un “Phantom Test”

Phantom test seast neutro

COS’ E’

Come fa una casa automobilistica a controllare l’efficienza, la competenza, l’onestà e tutti i valori che caratterizzano una rete di assistenza?

Fa effettuare ad una rete di periti auto una serie di controlli fantasma, appunto i “Panthom Test” direttamente presso le officine, con la complicità dei propri clienti, su tutto il territorio e presso tutte le sue concessionarie.

COME SI SVOLGE UN PHANTOM TEST?

La rete di periti alla quale è stato affidato l’incarico viene data la lista di tutte le concessionarie da controllare e la lista dei clienti che verosimilmente devono fare un tagliando di manutenzione della propria auto acquistata presso la concessionaria da controllare.

L’amministrazione della rete contatta il cliente ed offre un regalo al cliente che intende collaborare. Il perito della rete si incontra col cliente e spiega cosa si è in programma di fare.  Causare 5 difetti, anomalie, guasti o ammanchi alla vettura prima di sottoporla al tagliando per verificare alla riconsegna se quelle anomalie sono state individuate ed eliminate.

IL GIORNO DEL TAGLIANDO.

Il perito prende appuntamento insieme al cliente e valuta i tempi di attesa e il periodo intercorrente tra la telefonata e la prenotazione.

Il giorno nel quale si deve portare la vettura in officina il perito causa 5 anomalie, di lieve entità. Sono quello riportate nella scheda allegata.

Il giorno del ritiro il perito si presenta in officina col cliente e, oltre a valutare l’accoglienza riservata ai clienti controlla che i 5 difetti siano stati eliminati, altrimenti ovviamente li fa mettere a posto.

REPORT

Oltre al report riportato in allegato, il perito fornisce le sue valutazioni su:
tempo attesa telefonica per la prenotazione

cortesia nella telefonata

tempo tra telefonata ed appuntamento

accoglienza il giorno del tagliando

cortesia dell’ accettatore

pulizia della vettura

giudizio del cliente

QUANTI SE NE FANNO E DA CHI

Ogni casa automobilistica ha i suo SLA (Service Level Agreement) Livelli di Servizio. E’ un’attività costosa pertanto gli investimenti per effettuarla variano da casa a casa nei diversi periodi.

E’ un’attività affidata alle reti di periti, ma anche ad ispettori di altro tipo, come ad esempio quelli delle società di certificazione.

Anche la nostra associazione è stata interpellata per effettuarli ed alcuni periti registrati tra i “periti auto per provincia” hanno ricevuto gli incarichi nelle proprie zone di competenza.

 

 

 

 

 

Risparmiare sulla manutenzione dell’auto con il fai da te

classic-car-76423_640Acquistare un’auto può comportare delle grosse spese, anche per la corretta gestione e il mantenimento di essa. Per questo motivo sono in molti a voler conoscere i migliori metodi per risparmiare e, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione, la soluzione ideale è rappresentata sicuramente dal fai da te. Anche se questo può sembrare difficile, è sempre consigliabile provare ad effettuare autonomamente almeno la manutenzione ordinaria di base della propria auto. Questo può comportare un grande risparmio, ma anche la possibilità di far durare il proprio veicolo molto di più e di assicurarsi sempre delle ottime performance. A questo proposito, ecco una panoramica che vi indicherà come e perché scegliere la manutenzione fai da te e quali sono i migliori metodi per facilitare ogni procedimento.

Come ben sappiamo, portare l’auto in un’officina per controlli, manutenzioni e riparazioni può costare dai 30 euro in su, e questa è solo una cifra minima relativa alla manodopera. Perciò, questo si presenta certamente come la prima ragione per cui imparare ad effettuare almeno le piccole operazioni di manutenzione del proprio veicolo è una valida soluzione per risparmiare delle cospicue somme di denaro nel corso di ogni anno. Anche quando si tratta di interventi straordinari, recarsi da un meccanico significa pagare il prodotto (senza la certezza di non aver subito rincari) e la manodopera. Invece, decidendo di provvedere alle riparazioni e sostituzioni autonomamente, sarà possibile acquistare i pezzi di ricambio online risparmiando tramite l’utilizzo di codici sconto come quelli mister auto reperibili su advisato.it.

A questo proposito, è opportuno sapere anche che le spazzole dei tergicristalli sono gli elementi più semplici da sostituire, e perciò non è obbligatorio affidarsi al personale di un’officina meccanica per questo: cinque minuti del vostro tempo vi permetteranno di evitare una spesa quasi inutile. Le persone più intraprendenti possono provvedere autonomamente anche alla sostituzione del filtro dell’aria. Questa operazione di manutenzione è un po’ più complessa rispetto alla precedente, ma è perfettamente fattibile. Nel libretto del veicolo è possibile trovare tutti i dati utili per acquistare il prodotto giusto e anche molte valide indicazioni che consentono di eseguire la sostituzione in poco tempo.

Sappiate anche che controllare periodicamente il filtro è un’altra buona mossa valida per risparmiare. Infatti, questo elemento potrebbe otturarsi facilmente, comportando problemi al motore, una maggiore emissione di gas inquinanti e un incremento del consumo del carburante. Perciò, il consiglio è di studiare bene le indicazioni riportate sul libretto della propria auto e imparare ad effettuare i vari controlli e le sostituzioni da soli. In questo caso, non solo si potranno risparmiare le spese del meccanico, ma sarà anche possibile evitare di spendere cifre più elevate per il carburante.

Un’altra semplice operazione di manutenzione fai da te è il cambio delle lampadine. Anche in questa eventualità, sul libretto si potranno trovare le istruzioni per comprare il prodotto giusto e montarlo in pochissimo tempo. Lo stesso vale per il cambio dell’olio: in officina utilizzeranno probabilmente il liquido più costoso e aggiungeranno la manodopera. Scegliendo la manutenzione fai da te, per effettuare l’operazione basteranno circa 15 euro e due minuti del proprio tempo (almeno ogni 15mila km). Così come il filtro dell’aria, è opportuno controllare periodicamente anche le candele, in modo da prevenire problematiche al motore. Pulirle è molto semplice: basterà munirsi di uno spazzolino di ottone per strofinarle con un po’ di benzina e utilizzare un panno per asciugare. Se sono troppo annerite, significa che vanno sostituite. Anche in questo caso il libretto della vostra auto si rivelerà un ottimo alleato.

Queste erano le operazioni di manutenzione dell’auto più semplici e che si possono eseguire anche in maniera autonoma. Tuttavia, ci sono anche altre preziose abitudini che permettono di risparmiare sulle spese di gestione dei veicoli. Una di queste è il controllo periodico della pressione delle gomme, un’operazione da effettuare almeno una volta al mese per garantirsi una maggiore sicurezza e un minor rischio di forare e consumare inutilmente troppo carburante.

Oltre all’olio, ogni liquido presente nell’auto (come quello dei freni e del raffreddamento) va periodicamente monitorato. Infine, è bene ricordare che è doveroso fare il tagliando dal meccanico almeno una volta all’anno, o ogni 20mila km. Tuttavia, la frequenza di controllo e manutenzione di ogni auto dipende da quanto la utilizziamo e da molti altri fattori correlati alla tipologia del motore. Perciò, il suggerimento finale è quello di cercare di calcolare i tempi in base all’utilizzo del veicolo e alle indicazioni contenute sul libretto: effettuando le giuste operazioni a tempo debito sarà possibile risparmiare, prevenire i danni e garantire una costante sicurezza a tutti coloro che viaggiano su quella determinata auto.

Risparmiare sulla manutenzione auto? Ti aiuta CarPlanner

E’ possibile risparmiare sulla manutenzione auto senza rischiare? Ne abbiamo parlato con Giuliano Cosimetti, amministratore di GenesiSaw azienda con cui CarPlanner ha stretto una collaborazione per offrire ai propri utenti risparmio, qualità e sicurezza quando si parla di manutenzione auto.

GenesiSaw è una società specializzata nella gestione dei parchi auto aziendali e possiede tutti gli strumenti necessari per verificare i preventivi di meccanica, negli ultimi anni, grazie al blog, GenesiSaw ha seguito migliaia di automobilisti alle prese con la manutenzione auto, quello che emerge è molti acquistano i ricambi per conto proprio (dal web o direttamente dal ricambista) per farli montare successivamente da un meccanico compiacente oppure da qualche amico “pratico”.
Altri si affidano ciecamente al meccanico di fiducia, senza però ottenere un preventivo dettagliato e spesso senza ricevere la fattura dei lavori (vedremo i rischi che comporta), i più timorosi portano l’auto esclusivamente in concessionaria, sicuri di ottenere un servizio tecnico superiore a qualunque altra rete di assistenza.

manutenzione autoQuali sono i tre aspetti sui cui focalizzare l’attenzione senza correre rischi inutili?

Il preventivo
E’ importante richiedere al meccanico un preventivo completo di codici ricambi, listini ufficiali, eventuale sconto applicato, ore di manodopera e tariffa applicata. Difficilmente un meccanico rilascia un preventivo scritto, è cattiva abitudine dare al cliente un importo finale a voce con un’approssimativa descrizione dei lavori.

I ricambi
Acquistare i ricambi on-line comporta diversi rischi.
Facciamo un esempio con i dischi freno anteriori: alcuni veicoli montano dischi con diametri differenti, molti siti web non evidenziano questo particolare e siccome l’automobilista non conosce i listini ufficiali dei ricambi è impossibile capire se il prezzo pubblicato è coerente con lo sconto dichiarato (questo problema è riscontrabile anche sul preventivo emesso dall’officina).
Acquistando autonomamente i ricambi, l’automobilista diventa responsabile qualora risultassero errati o difettosi.
In caso di ricambio errato, oltre a doverne chiedere la sostituzione, si rischia di pagare due volte la manodopera visto che il meccanico non è responsabile di ciò che fornisce l’automobilista.
E se il ricambio è difettoso occorre acquistarne un altro in attesa che il produttore ne decreti lo stato di difettosità.

Le garanzie
Molti automobilisti pur di risparmiare non chiedono al meccanico la fattura, quel 22% sul totale è indigesto soprattutto a chi non ha la possibilità di scaricarla dalle tasse!
Cosa si rischia l’auto dovesse manifestare ancora lo stesso problema?
Secondo il Codice del Consumo l’automobilista ha diritto a due anni di garanzia sul ricambio e un anno sulla manodopera prestata dal meccanico, può quindi chiedere conto all’officina della mancata eliminazione del difetto.
Senza una fattura non si ha alcuna garanzia sui ricambi ne tantomeno sulla manodopera, salvo il buon senso del meccanico.

Controllare tutti questi aspetti è difficile, e ancor più difficile è valutare il reale risparmio.
CarPlanner ha pensato di offrire in maniera del tutto gratuita ai propri utenti la possibilità di rivolgersi ad una rete di officine che garantisca risparmio, qualità e sicurezza.
Per questo motivo ha scelto GenesiSaw come partner che gestisca la rete di officine operando il controllo sulla manutenzione auto, in modo da offrire all’automobilista un risparmio concreto e tutte le garanzie previste dalla legge.

CarPlannerGenesiSaw

Quando un utente registrato CarPlanner richiede tramite il form o tramite App mobile un appuntamento presso un’officina del network viene indirizzato presso quella più vicina, l’officina emette un preventivo che GenesiSaw controlla in tempo reale e solo dopo la sua approvazione scritta il meccanico può presentare il preventivo all’utente.

I vantaggi non si limitano al controllo del preventivo, gli utenti CarPlanner usufruiscono di una tariffa oraria di manodopera inferiore alla media di mercato nazionale.
Il risparmio è concreto anche sul costo dei ricambi: ove possibile i meccanici utilizzano i ricambi Aftermarket originali, identici a quelli marchiati dalla Casa auto ma venduti con il logo dell’azienda costruttrice (la Casa auto non fabbrica filtri, cinghie, candele, freni, frizioni, ecc.).
In alternativa vengono utilizzati gli Equivalenti,: ricambi di ottima fattura non utilizzati nella catena di montaggio dalla Casa auto ma garantiti comunque due anni.
In entrambi i casi l’utente CarPlanner ottiene uno sconto sul listino ufficiale (anche per i lubrificanti) ed un controllo sui processi di preventivazione e di lavorazione.

Se devi effettuare il tagliando o hai bisogno di un meccanico di fiducia e vuoi risparmiare sulla manutenzione auto, prova subito il servizio Officine utilizzando questo Form

COME POSSO CHIEDERE IL FERMO TECNICO?

COME POSSO CHIEDERE IL FERMO TECNICO?

Questa è la domanda di un imprenditore che si è visto distruggere il suo camion dalle fiamme per responsabilità di terzi.

Innanzi tutto bisogna porre la domanda ad un legale e

“per  Avv. Chiara Valente del Foro di Trieste;

Email: chiara.valente.it@gmail.com

Il danno da fermo tecnico ha come presupposto che il danneggiato per un certo periodo abbia sopportato le spese di gestione dell’auto, pur senza poterla utilizzare, poiché la stessa era in riparazione.

Un tanto afferma una recentissima sentenza della Suprema Corte di Cassazione (Cass. civ., sez. III, n. 2070, 30.01.2014) chiamata a pronunciarsi sulla comune questione del risarcimento dei danni per il fermo tecnico dell’auto, da un’automobilista al quale in secondo grado sarebbe stato negato il risarcimento, in quanto ritenuto non provato il nesso eziologico tra il pregiudizio alla vita di relazione da questi dedotto e l’indisponibilità dell’autovettura.

Orbene, secondo i giudici di legittimità, tale voce di danno si ravvisa ogni qualvolta vi sia uno stato transitorio dell’auto che procuri danni al suo proprietario o utilizzatore che si trovi nelle condizioni di dovere sopportarne inutilmente i costi. Se, diversamente, l’auto e definitivamente inservibile, si realizza una vera e propria perdita definitiva per il patrimonio del danneggiato che non potrà configurare fermo tecnico bensì vi saranno i presupposti per una liquidazione del danno per la perdita del bene. 

Ne conseguirà, che in tale caso, al danneggiato potrà essere riconosciuto non solo il danno da perdita del veicolo, bensì anche il diverso danno relativo alle spese di gestione dell’auto nella parte in cui essa non è inutilizzata, e quindi, il residuo del bollo di circolazione e del premio assicurativo, quest’ultimo, fino al momento della sospensione della relativa copertura.

Si osserva che più e più volte la Suprema Corte di Cassazione è stata invocata al fine di definire il c.d. “danno da fermo tecnico”, danno di per se di datata origine giurisprudenziale, ma solo secondo la più recente impostazione, si è chiarito che con tale locuzione non si identificano solo delle conseguenze pregiudizievoli specifiche e determinate bensì sia le spese che il proprietario dell’automobile ha dovuto sostenere per l’impossibilità materiale dell’utilizzo del mezzo durante la sosta forzosa in officina, che tutte le più svariate ed eventuali voci di danno. Tra queste, si può citare a titolo esemplificativo, spese sostenute per il noleggio di un’altra vettura, o per l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici, o altrimenti, per l’impossibilità di esercitare una determinata attività lavorativa con consequenziale lucro cessante.

Ad onore del vero, in un primo tempo, tale danno veniva riconosciuto solo alle vetture del trasporto pubblico, in funzione della perdita di guadagno aziendale correlata alla loro inutilizzabilità per il tempo in cui in  riparazione; tuttavia, con il passare del tempo si è andato sempre più sviluppando la tesi della riconoscibilità di tale pregiudizio anche ai privati in relazione alle più svariate esigenze personali.

E, quindi, tra le tante sentenze sull’argomento, si ricorda a conferma di quanto sopra esposto, Cass. civ. Sez. VI – 3 Ordinanza, 04/10/2013, n. 22687, secondo la quale il danno da “fermo tecnico”, patito dal proprietario di un autoveicolo a causa della impossibilità di utilizzarlo durante il tempo necessario alla sua riparazione, può essere liquidato anche in assenza di una prova specifica, rilevando a tal fine la sola circostanza che il danneggiato sia stato privato del veicolo per un certo tempo, anche a prescindere dall’uso effettivo a cui esso era destinato. L’autoveicolo, infatti, anche durante la sosta forzata è una fonte di spesa per il proprietario (tenuto a sostenere gli oneri per la tassa di circolazione e il premio di assicurazione), ed è altresì soggetto a un naturale deprezzamento di valore.

Tuttavia, non può non rilevarsi che  tale forma di risarcimento deve essere valutata con riferimento al caso concreto, e così che come specifica altra recente pronuncia, Cass. civ. Sez. III, 19/04/2013, n. 9626, il risarcimento del danno da fermo tecnico del veicolo non è dovuto quando la durata della riparazione sia stata particolarmente breve, tale da rendere irrilevante l’entità della spesa per tassa di circolazione, per premio di assicurazione e per deprezzamento di valore del veicolo ai quali si fa abitualmente riferimento per giustificare la liquidazione equitativa di tale tipo di danno.

E ancora sempre per quanto attiene al profilo probatorio della questione, si cita la sentenza Cass. civ. Sez. III, 08/05/2012, n. 6907, per la quale già si riconosceva la possibilità di una liquidazione equitativa del danno, anche in assenza di prova specifica, rilevando a tal fine la sola circostanza che il danneggiato sia stato privato del veicolo per un certo tempo, anche a prescindere dall’uso effettivo a cui esso era destinato.

Orbene, in tal senso, tale pregiudizio, in funzione dello stato transeunte dell’automobile, è risarcibile in via consequenziale e automatica, per cui il danneggiato è tenuto a dimostrare solo i giorni in cui il veicolo è rimasto fermo in officina, restando evidentemente salvo il diritto del controinteressato a prova contraria.

Diversamente e in ultima analisi, per quanto riguarda le ulteriori eventuali poste di danno in termini di danno emergente (spese sostenute), e di lucro cessante (mancato guadagno), essendo queste ricollegabili solo in via indiretta e non immediata alla sosta forzata, spetterà al proprietario fornirne prova specifica (Cassazione civile, Sezione III, Sentenza del 9 agosto 2011, n. 17135).

Avv. CHIARA VALENTE

Via Fabio Severo, 21 – 34133 TRIESTE

Tel. 040 7600477 – Fax. 0403478660

chiara.valente.it@gmail.com

chiara.valente@avvocatitriestepec.it

Fonte: Il danno da fermo tecnico
(www.StudioCataldi.it)”

A questo punto la domanda è, Come si quantifica?

Ovviamente ogni veicolo ha un diverso valore di fermo tecnico, dato dal valore di acquisto, dall’uso, dalle spese fisse annuali, dal lucro cessante in caso di veicoli commerciali, come meglio spiegato dall’avvocato.

Il camion in questo caso era uno Scania acquistato qualche anno prima per 80.000 €.

Utilizzando la tabella allegata il fermo tecnico vale 124 € al giorno

svalutazione camion

L’Italia spende più per le riparazioni rispetto all’acquisto di autovetture

E’ il quadro economico di settore che viene reso noto in questi giorni da Osservatorio Autopromotec: nel 2013 gli italiani hanno speso più in manutenzione e riparazioni rispetto all’acquisto di autovetture

La fotografia di un Paese dalla delicata situazione economica sta anche in questo: nel 2013, le spese per manutenzione e riparazione autoveicoli hanno superato quelle che sono state destinate all’acquisto di autovetture. Lo evidenzia l’Osservatorio Autopromotec sulla base di dati che vengono resi noti in questi giorni.
Più nel dettaglio, l’anno scorso gli italiani hanno speso per la manutenzione e le riparazioni delle loro autovetture 26.630 milioni di euro:superiore, infatti, ai 24.657 milioni di euro spesi per l’acquisto di autovetture. C’è da dire, inoltre, come evidenzia Osservatorio Autopromotec, che i dati sulla spesa per la manutenzione e le riparazioni di auto nel 2013 mettono in luce una ulteriore, anche se lieve (-1,07%), contrazione del fatturato delle officine auto, dopo il forte calo che si verificò nel 2012 (-10,55%) per il drastico aggravamento del quadro economico.

Il calo del fatturato delle officine nel 2012 e nel 2013 è la risultante di fattori che hanno impatti di segno opposto sull’attività. Da un lato, come emerge con grande chiarezza dai dati sui consumi di carburante, nel nostro Paese vi è stato un consistente calo del traffico, che ha comportato una minora usura delle autovetture. Dall’altro, per il crollo delle vendite di autovetture nuove derivante anche e soprattutto dal crollo della domanda di sostituzione, sono rimaste in esercizio molte auto ormai mature per la rottamazione con conseguente aumento della necessità di manutenzione. Quest’ultimo elemento ha parzialmente attenuato gli effetti del calo della capacità di spesa degli italiani e della diminuzione del traffico.
Il bilancio per il settore della manutenzione nel 2013 è comunque in rosso per il secondo anno consecutivo, ma secondo l’Osservatorio Autopromotec il 2014 potrebbe essere l’anno in cui la tendenza negativa si esaurirà.

CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE per stabilire il costo di esercizio di un veicolo

 Per “costo di esercizio del veicolo”, è inteso l’insieme delle spese che l’automobilista sostiene per l’uso del veicolo, più le quote di ammortamento (quota capitale e quota interessi) del capitale necessario all’acquisto del veicolo, ammortizzato in un determinato periodo d’uso espresso in Km (vita tecnica).

Il complesso delle spese d’uso più le quote d’ammortamento, riferito ad alcuni valori convenzionali standard di percorrenza media annua, fornisce l’ammontare complessivo del costo di esercizio di un veicolo espresso in “euro per Km”.

Sono state convenzionalmente adottate le seguenti percorrenze medie annue:

  • Per le autovetture (e fuoristrada) a benzina: da un minimo di 5.000 ad un massimo di 50.000 Km annui, suddivise in fasce di 5.000 Km;
  • Per le autovetture (e fuoristrada) a gasolio: da un minimo di 10.000 ad un massimo di 100.000 Km annui, suddivise in fasce di 10.000 Km;
  • Per i ciclomotori e motocicli: da un minimo di 2.500 ad un massimo di 25.000 Km annui, suddivise in fasce di 2.500 Km.
  • Per gli autofurgoni: da un minimo di 20.000 ad un massimo di 90.000 Km annui, suddivise in fasce di 10.000 Km

Ai fini del calcolo dei costi chilometrici di esercizio le spese di gestione sono state suddivise in due gruppi fondamentali:

1. Costi annui non proporzionali alla percorrenza

2. Costi annui proporzionali alla percorrenza.

Sono compresi nel primo gruppo tutti i costi che in ogni caso l’automobilista deve sostenere, indipendentemente dal grado di utilizzazione del veicolo, mentre nel secondo sono compresi i costi che direttamente o indirettamente sono connessi al grado di utilizzazione del veicolo stesso.

COSTI ANNUI NON PROPORZIONALI ALLA PERCORRENZA

Sono composti da:

􀂉 Quota interessi sul capitale di acquisto:

Ammortamento economico del capitale d’acquisto (vedi paragrafo “Ammortamento”)

􀂉 Tassa automobilistica:

Gli importi della tassa automobilistica, come previsto dalla normativa vigente, fanno riferimento ai Kw o alla portata posseduti da ogni veicolo, ipotizzando il pagamento annuale in unica soluzione.

Per le autovetture e per i motoveicoli il dato relativo alla potenza motore (Kw), specificato generalmente nel libretto di circolazione di ogni veicolo, deve essere moltiplicato per un importo in euro che varia in funzione della categoria del veicolo.

Per gli autofurgoni il dato di riferimento è la portata utile: gli importi della tassa automobilistica variano a seconda della classe di portata utile alla quale il veicolo appartiene. Inoltre nel calcolo si fa riferimento alla zona tariffaria comprendente le seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Veneto, Marche e Piemonte.

􀂉 Assicurazione R.C.A.:

Essendo, ormai da anni, in vigore il sistema liberalizzato delle tariffe, i premi potranno differire, in misura anche sensibile, a seconda delle politiche tariffarie delle compagnie, delle zone territoriali, del sesso e dell’età dell’assicurato ecc…

Nel calcolo dei costi di esercizio, a titolo orientativo, sono state considerate per le autovetture e per i motoveicoli tariffe standard al netto degli oneri fiscali praticate per la zona di Roma, classe di merito 14 e per il massimale unico di € 800.000,00; per gli autofurgoni le tariffe si riferiscono alla zona di Roma, massimale unico di € 1.000.000,00 e senza alcuna franchigia.

Si precisa ancora che gli importi sono da considerare a titolo orientativo.

Qualora l’automobilista si trovi in situazioni diverse da quelle indicate, potrà agevolmente procedere ad un adeguamento dei costi sostituendo l’importo del premio RCA indicato nella tabella analitica con quello a proprio carico ed ottenere il nuovo costo di esercizio, con facili operazioni, come di seguito descritto:

• Dal totale costi non proporzionali: sottrarre l’importo del premio assicurativo considerato nel calcolo e sommare il valore effettivamente pagato; si otterrà il nuovo totale dei costi non proporzionali.

• Dividere l’importo così ottenuto per la percorrenza media annua relativa al proprio veicolo.

• Il valore così ottenuto, in euro/Km, va sommato al totale dei costi proporzionali alla percorrenza, ottenendo così il nuovo costo chilometrico personalizzato.

COSTI ANNUI PROPORZIONALI ALLA PERCORRENZA

Sono composti da:

􀂉 Quota “Ammortamento capitale”:

in euro per Km (vedi paragrafo “Ammortamento”)

􀂉 Carburante:

Per la stima dei consumi specifici di carburante si è tenuto conto dei consumi medi riportati nelle schede di omologazione dei veicoli, adeguando tale valutazione, in considerazione del fatto che essi sono determinati in particolari condizioni di messa a punto del veicolo.

Pertanto i consumi in litri per 100 km indicati per ogni autovettura sono stimati in base alla media dei valori a 90km/h, 120 km/h e ciclo urbano nel caso che il veicolo sia omologato secondo la normativa CEE 80/1268 o in base alla media dei valori di ciclo extraurbano ed urbano nel caso che il veicolo sia omologato secondo la normativa CEE 93/116.

I valori così ottenuti sono peggiorati del 22% circa nel primo caso e del 10% circa nel secondo.

Per il calcolo del costo del carburante in euro al Km si fa riferimento ai prezzi dei carburanti in vigore alla data di pubblicazione del CD-ROM. Sono considerati i valori mediani dei prezzi consigliati dalle principali società petrolifere, senza tenere conto dei previsti differenziali geografici.

􀂉 Pneumatici:

I prezzi considerati sono quelli indicati nei listini delle principali aziende del settore, al momento del calcolo. I valori vengono in media ridotti del 15%, in relazione al normale sconto praticato dai rivenditori.

Per le autovetture la durata media di ciascun pneumatico è stimata pari a 35 mila Km, per i fuoristrada pari a 30 mila Km, per gli autofurgoni pari a 40 mila Km, mentre per i ciclomotori e motocicli è pari a 25 mila Km.

Tali durate rappresentano un dato medio di larga approssimazione.

Esse variano notevolmente in relazione a molteplici fattori e possono essere sensibilmente ridotte in caso d’impiego su strade con fondo in cattive condizioni, per velocità eccessiva, per errato sistema di guida, per scarsa cura nella manutenzione ecc..

􀂉 Manutenzione e riparazioni:

Sono comprese in tale gruppo le spese per operazioni di manutenzione “ordinaria” e “straordinaria” da effettuarsi nell’arco di vita del veicolo, al fine di mantenerlo in condizioni di piena efficienza.

Per quel che concerne le operazioni di manutenzione “ordinaria” s’è tenuto conto delle istruzioni del costruttore relative ai tagliandi periodici di manutenzione, mentre per ciò che concerne le operazioni di manutenzione “straordinaria” s’è tenuto conto di un insieme di operazioni che usualmente vanno effettuate dopo un certo periodo d’impiego del veicolo onde ristabilirne la piena efficienza; tra queste la revisione del sistema frenante, la sostituzione degli ammortizzatori, la revisione del gruppo frizione ecc.., nonché alcune spese di carrozzeria dovute all’uso cittadino dell’autovettura (piccoli tamponamenti, graffiature ecc.).

I costi sono stati calcolati considerando i “tempi di lavoro” necessari alle diverse operazioni come indicati nei “tempari” delle case costruttrici, valutati ad una tariffa media oraria (pari a € 25,82 + IVA), e il costo delle parti di ricambio.

Tenendo conto della periodicità, in termini di Km, con la quale le singole operazioni vanno eseguite, è calcolato il “costo in euro per Km delle spese per manutenzione e riparazioni”.

Il reperimento dei parametri di base viene effettuato con la collaborazione delle case automobilistiche e della DAT Italia s.p.a.

In mancanza di tali elementi per calcolare con ragionevole esattezza questa voce, il costo di manutenzione viene stimato sulla base di modelli di autovetture similari.

E’ da sottolineare che questo costo, una volta disponibili tutte le informazioni, potrà variare anche di molto rispetto alla stima iniziale.

Ricordiamo che in questa voce è stata inglobata il costo per lubrificanti, che fino al 2003 era calcolato come voce separata.

Dopo queste precisazioni relative alle modalità di calcolo, è opportuno sottolineare che i costi chilometrici riportati nelle tabelle, pur essendo stati determinati con la massima cura, hanno un valore indicativo in quanto calcolati sulla base di valori medi.

Tali costi, nella pratica, possono variare sensibilmente in relazione a molteplici fattori connessi con le particolari condizioni in cui si compie ogni tragitto, tra i quali segnaliamo lo stato del fondo stradale del percorso, le condizioni atmosferiche stagionali, l’intensità del traffico, lo stato di efficienza del veicolo, l’abilità nella guida ecc..

PERCORRENZE MEDIE ANNUALI

La percorrenza media annuale dei veicoli costituisce un fattore di rilevante importanza in quanto il costo complessivo d’esercizio varia in funzione di essa.

Per percorrenza media annuale si intende il numero di chilometri effettuati nel corso dell’anno dal veicolo, indipendentemente dall’uso, che può essere lavorativo o personale.

L’insieme dei “costi proporzionali alla percorrenza” (costi dei carburanti, pneumatici e spese per la manutenzione e le riparazioni) costituisce il costo calcolato unitariamente e basato sul grado d’impiego del veicolo, che espresso in euro per Km risulta costante; viceversa al variare della percorrenza media annua l’entità dei “costi non proporzionali alla percorrenza” si riduce: in definitiva più strada si pe rcorre in un anno, minore risulta l’ammontare del costo d’esercizio complessivo espresso in euro per Km, in quanto i costi fissi annui (quota interessi sul capitale d’acquisto, tassa di circolazione e assicurazione R.C.A.) si ripartiscono in un arco più ampio di Km.

Per tale motivo, e per adeguare il più possibile le tabelle ai casi concreti, per ciascun veicolo preso in esame sono stati indicati differenti costi chilometrici in corrispondenza di una percorrenza media annua variabile di 5 mila in 5 mila Km per le autovetture a benzina, di 10 mila in 10 mila Km per quelle a gasolio e per gli autofurgoni, e di 2.500 in 2.500 Km per i ciclomotori e i motocicli.

Comunque è opportuno rilevare che l’analisi dettagliata delle singole voci che concorrono alla formazione del costo d’esercizio, ed in particolare la loro suddivisione nelle due categorie principali di costi annui non proporzionali alla percorrenza e di costi proporzionali alla percorrenza, consente di ricavare, mediante un calcolo elementare, il costo chilometrico corrispondente a qualsiasi percorrenza media annua.

Tale costo si otterrà dividendo la somma dei costi non proporzionali per la percorrenza media annua che interessa e aggiungendo al valore ottenuto il costo proporzionale alla percorrenza già calcolato in €/Km.

AMMORTAMENTO

I dati relativi all’ammortamento del capitale investito nell’acquisto del veicolo, vengono distinti nelle loro componenti classiche: ” quota capitale” e “quota interessi“.

L’ammontare di tali quote fa riferimento al ripristino di una situazione iniziale per il recupero del capitale d’acquisto impiegato ad un conveniente saggio d’interesse dopo un determinato periodo d’uso del veicolo.

L’importo delle quote è calcolato secondo le seguenti formule:

1) Ammortamento tecnico: Q(At) = Q(Ac) + Q(i)

2) Quota ammortamento capitale: Q(Ac) = (V0 – Vn) / K

3) Quota interessi: Q(i) = (V0 + Vn) * i / 2

per cui si avrà:

Ammortamento tecnico: Q(At) = (V0 – Vn) / K + (V0 + Vn) * i / 2

in cui:

V0 = prezzo di listino + spese d’immatricolazione collaudo e trasporto, IVA compresa; escluso il valore del treno pneumatici.

Vn = valore residuo stimato pari al 20% di V0.

K = vita tecnica convenzionale massima ipotizzabile del veicolo.

i = saggio d’interesse pari alla media dei tassi applicati per le operazioni di finanziamento a medio termine.

La vita tecnica massima convenzionale è stabilita a seconda dell’alimentazione e della cilindrata: per le autovetture a benzina fino a 1.000 cc é stimata pari a 120.000 Km, per quelle da 1.001 a 1.500 cc é pari a 130.000 Km e per quelle oltre 1.500 cc é pari a 150.000 Km. Per le autovetture a gasolio fino a 1.500 cc é pari a 250.000 Km e per quelle oltre 1.500 cc é pari a 300.000 Km. Per gli autofurgoni la vita tecnica è ipotizzata in base alla p.u.: pari a 150.000 Km per portata utile fino a 1.000 Kg, pari a 200.000 Km per portata utile da 1.000 a 3.500 Kg. Per i ciclomotori la vita tecnica è pari a 40.000 Km, per i motocicli fino a 350 cc è pari a 60.000 Km e per quelli oltre 350 cc è pari a 80.000 Km

Aggiungiamo, infine, che per le autovetture fuori produzione il saggio d’interesse utilizzato per il calcolo della Q(i) rimane quello in vigore alla data dell’ultimo listino nel quale il modello risultava ancora presente.

Deducibilità dei costi di manutenzione degli automezzi dell’azienda

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La CTR della Puglia ha accolto l’opposizione di una società ad un avviso di accertamento in rettifica, relativo a IRPEG e ILOR, inerente a due attività: la prima, concernente l’estrazione, frantumazione e composizione di conglomerati cementizi, e la seconda, di riparazione di autoveicoli, Quest’ultima attività, come rilevato dalla Guardia di Finanza, è stata considerata dai giudici di merito “secondaria” dal momento che riguardava gli automezzi dell’azienda. L’Agenzia delle Entrate ha fatto ricorso in Cassazione assumendo che l’attività scoperta in relazione alla riparazione di una grande quantitativo di veicoli, è tutt’altro che secondaria: riguardava numerose imprese facente parti di un consorzio, con le quali la società aveva stipulato appositi contratti di manutenzione. La Suprema Corte – con l’ordinanza 27458/13 – ha accolto il motivo di ricorso dell’Agenzia delle Entrate affermando che “la deducibilità delle spese per la riparazione e manutenzione di automezzi destinati all’esercizio dell’impresa è subordinata alla dimostrazione, da parte del contribuente, della inerenza di tali spese a beni da cui derivano ricavi o altri proventi che concorrono a formare il reddito stesso, il che invece non avveniva nel caso in esame, atteso che i mezzi non solo non erano individuati, ma soprattutto non venivano indicati come quelli inerenti all’attività produttiva del reddito stesso”.

Fonte: http://fiscopiu.it/news/deducibilit-dei-costi-di-manutenzione-degli-automezzi-dell-azienda

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing

Oggi le auto elettriche sono meno dell’1% del mercato. Nulla rispetto agli investimenti che l’industria sta sostenendo in un settore in profonda crisi. Ma è sorprendente sapereche in un passato lontano, nel 1900, il 34% della auto circolanti tra New york, Boston e Chicago erano elettriche! Cosa è successo allora? David Kirsch, professore associato dell’Università del Maryland nel suo libro “The Electric Vehicle and the Burden History” illustra una teoria tanto semplice quanto vera anche nei nostri giorni. Un’industria potente ha “soppresso” la tecnologia elettrica in favore di un’altra (a benzina in questo caso), spostando massicci investimenti in quella direzione e sviluppando i motori a combustione.

Il libro spiega come anche ai nostri giorni, le tecnologie che si diffondono non sono sempre necessariamente le “migliori”, ma sono quelle che hanno dietro maggiori forze (politiche, economiche o culturali), che modellano i comportamenti (o in taluni casi vengono modellati dalle abitudini). Torniamo all’auto elettrica, ai primi del ’900 quel prodotto era più semplice da guidare, non emettevano fumi inquinanti e richiedevano molte meno manutenzione, percorrendo per lo più piccole distanze (ideale per le ridotte

source: electricauto.org

autonomie). Ma le sorprese non finiscono. La compagnia elettrica (The electric vehicle company) dell’epoca era anche il più grosso produttore e possessore di auto degli Stati Uniti. Infatti già allora i veicoli erano per lo più forniti sotto forma di noleggio, a breve (poche ore) o per settimane o mesi. Quindi oltre 100 anni fa il mercato aveva già sviluppato forme di car sharing elettrico. E c’è voluto oltre un secolo per accorgersi che, forse, era un sistema intelligente per la mobilità nelle città. Purtroppo, le lobby industriali di allora (anche le regole non scritte del mercato esistevano già)  in pochi anni hanno portato la compagnia alla bancarotta ed ecco comparse le case automobilistiche che in breve tempo hanno sviluppato prodotti più economici e performanti. E tutti ci siamo semplicemente abituati a questo concetto di automobile.

Questa analisi evidenzia il concetto di Socio-tecnologia, cioè come le innovazioni tecnologiche in realtà siano soggette a diretto influenzamento da parte di variabili sociologiche e culturali, apparentemente irrazionali. L’auto elettrica non è l’unico caso. Lo storico americano Ruth Schwartz Cowan scrisse un saggio dove dimostrò la diffusione di massa dei frigoriferi elettrici in funzione delle enormi somme investite da parte di GE (General Electric), mentre esistevano in commercio anche frigoriferi a gas altrettanto performanti e silenziosi. Anche i sistemi di riciclo dei rifiuti sono soggette a queste dinamiche. Le tecnologie per il riuso del vetro, metalli e carta, esiste dal 1960, ma solo negli ultimi anni la gente realmente fa la raccolta differenziata. E non certo per soldi, ma perchè ha maturato la consapevolezza di un problema ambientale e, lentamente, adatta i propri comportamenti.

Ma ora come si può andare avanti.. o forse meglio dire..tornare indietro? In assenza della macchina del tempo, la via più

source: 20somethingfinance.com

efficace per il prof Kirsch è quella di avvicinare i consumatori alle nuove tecnologie rendendole sempre più simili a quanto di consuetudinario. Sarà difficile fare il “salto” completo verso l’auto elettrica al 100% mentre molto più facilmente si potrà avvicinare il pubblico alle auto ibride, che nell’accezione comune si presentano a tutti gli effetti come auto tradizionali  con qualche tecnologia in più. Forse per questo, in attesa dei numeri di mercato, gli investimenti delle case auto sempre di più si indirizzano verso gli ibridi. A meno che qualche mega lobby di nuove tecnologie (a idrogeno o ad aria compressa ad esempio) non decida di ripetere la storia.

(thanks to Maggie Koerth-Baker – BoingBoing)

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing.

http://greenvalueblog.wordpress.com/2012/10/03/la-vera-storia-dellauto-elettrica-quando-nel-1900-circolavano-a-new-york-in-car-sharing/