Affidabilità motori: le tedesche sono messe male

È quanto riporta uno studio dell’assicurazione inglese Warranty Direct. Honda e Toyota sarebbero le migliori.

Affidabilità motori: le tedesche sono messe male
LA FIAT SI DIFENDE BENE – La Warranty Direct con oltre 50.000 polizze all’attivo è il principale fornitore nel Regno Unito di garanzie aggiuntive. Pescando dal proprio database questa assicurazione ha classificato l’affidabilità dei motori delle principali case automobilistiche. Le sorprese, come spesso accade in questi casi, non sono mancate: tra le 10 peggiori case automobilistiche ben 5 sono tedesche. E, se la meno affidabile di tutte è risultata la defunta MG Rover, con un guasto al motore ogni 13 auto, l’Audi conquista un ben poco dignitoso secondo posto: ogni 27 vetture, una ha avuto un guasto più o meno grave. Segue la Mini (parte del gruppo BMW, ma fabbricata in UK, 1 guasto ogni 40), settima la BMW (1 ogni 45), nona la Volkswagen (1 ogni 52). Male anche Opel (1 ogni 41), Peugeot (1 ogni 44), Renault (1 ogni 46) e Mitsubishi (1 ogni 59).
MERCEDES PER L’ONORE – Sempre secondo la Warranty Direct la migliore in assuluto è la Honda, seguita dalla Toyota: rispettivamente ogni 344 e 171 vetture, una è vittima di guasti al motore. Terza la Mercedes con un tasso di 1 guasto ogni 119. Medaglia di legno per la Volvo (1 ogni 111), quinta la Jaguar (1 ogni 103), sesta piazza per la Lexus (1 ogni 101). La Fiat si classifica settima con un guasto ogni 85 vetture. Chiudono la top ten Ford (1 ogni 80), Nissan (1 ogni 76) e Land Rover (1 ogni 72). Nel diffondere questo studio, molto utile perché basato su dati reali del parco circolante, la Warranty Direct ha sottolineato come i costi di riparazione associati a guasti del motore possano raggiungere cifre esorbitanti e quindi è bene conoscere in anticipo le case che offrono una migliore affidabilità in questo senso per coloro che non sono più coperti da assicurazione.
Affidabilità motore: le 10 migliori secondo la Warranty Direct
1. Honda (tasso di guasti: 1 ogni 344)
2. Toyota (tasso di guasti: 1 ogni 171)
3. Mercedes-Benz (tasso di guasti: 1 ogni 119)
4. Volvo (tasso di guasti: 1 ogni 111)
5. Jaguar (tasso di guasti: 1 ogni 103)
6. Lexus (tasso di guasti: 1 ogni 101)
7. Fiat (tasso di guasti: 1 ogni 85)
8. Ford (tasso di guasti: 1 ogni 80)
9. Nissan (tasso di guasti: 1 ogni 76)
10. Land Rover (tasso di guasti: 1 ogni 72)
Affidabilità motore: le 10 peggiori secondo la Warranty Direct
1. MG Rover (tasso di guasti: 1 ogni 13)
2. Audi (tasso di guasti: 1 ogni 27)
3. Mini (tasso di guasti: 1 ogni 40)
4. Saab (tasso di guasti: 1 ogni 40)
5. Opel (tasso di guasti: 1 ogni 41)
6. Peugeot (tasso di guasti: 1 ogni 44)
7. BMW (tasso di guasti: 1 ogni 45)
8. Renault (tasso di guasti: 1 ogni 46)
9. Volkswagen (tasso di guasti: 1 ogni 52)
10. Mitsubishi (tasso di guasti: 1 ogni 59)

L’anno orribile dell’automobileil mercato torna ai livelli del 1979

Nel 2012 vendute poco di 1 un milione e 400 mila vetture.
Fiat perde 100 mila unità ma in Brasile fa il record

LA CRISI DEL SETTORE AUTO   unrae 2012

Nel 2012 vendute poco di 1 un milione e 400 mila vetture.
Fiat perde 100 mila unità ma in Brasile fa il record

MILANO- Indietro tutta di trentatre anni. Le vendite di auto in Italia tornano ai livelli del 1979: poco più di un milione e 400 mila unità, il 20% in meno del 2011 quando ne erano state immatricolate 1 un milione e 749 mila. A dicembre il calo è stato persino superiore rispetto ad altri mesi: -22%.

 

FIAT, DOLORI IN CASA E RECORD IN BRASILE-Per quanto riguarda il gruppo Fiat, le vendite in dicembre sono scese del 20,2% a 25.385 unità, mentre nell’intero 2012 il Lingotto ha immatricolato esattamente 100mila auto in meno, per una flessione del 19,4% a 414.925. Piccole consolazioni: la quota di mercato è salita al 29,26% in dicembre (dal 28,42% di un anno prima) e al 29,59% per l’intero 2012 (29,43% nel 2011); Panda e Punto si confermano ai primi due posti nella classifica dei modelli più popolari. Le soddisfazioni, invece, arrivano da altri paesi: in Brasile Fiat vende il doppio che in Italia. Nel 2012 ha immatricolato 838 mila veicoli (e ne ha prodotti 759 mila), il migliore risultato in 36 anni di attività. Rispetto al 2011 la crescita è dell’11%, la casa torinese così mantiene il primato interno . Giovedì arriveranno i dati della Chrysler, anche questi positivi sull’onda della ripresa americana.

 

GLI SCONTI NON FUNZIONANO– Ma torniamo all’Italia. A poco sono serviti sconti con importi spesso superiori ai 5 mila euro: più delle promozioni influiscono i rincari dei prezzi della benzina, dell’Rc Auto e gli aumenti delle imposte provinciali e dal primo gennaio pure quelli delle multe e dei pedaggi autostradali. «La crisi economica, la pressione fiscale sulle famiglie, le restrizioni al credito alle imprese hanno determinato una domanda totalmente anelastica rispetto alle straordinarie offerte» spiega Jacques Bosquet, presidente dell’Unrae. Altre conferme arrivano dagli acquisti delle famiglie: -22,9%, uno dei dati più bassi mai registrati.

«MERCATO FALSATO DALLE KM ZERO»- Secondo i concessionari poi la situazione è ancora più grave di quanto emerge dai dati: per Federauto «solo grazie a un massiccio intervento di chilometri zero dicembre si è riusciti a raggiungere quota 1,4 milioni». In dodici mesi – secondo i dealer- si sono perse 347.650 unità equivalenti a un fatturato di circa 7 miliardi di euro. E il 2013 non promette nulla di buono: per gli analisti è atteso un ulteriore calo, anche se in misura minore.

MALE ANCHE L’USATO– Ma i segnali non sono incoraggianti, va male anche l’usato: i passaggi di proprietà sono calati del 9,8.« Di solito quando il nuovo non tira il mercato dell’usato è in ripresa, ma nelle fasi veramente difficili quest’ultimo rallenta», spiega Gian Primo Quagliano direttore del centro studi Gl Events. Che non esclude qualche spiraglio di luce: «A partire da aprile-maggio potrebbe esserci un’inversione di tendenza: oggi l’automobile soffre di più dell’economia reale. Ma solo se ci sarà una politica economica meno punitiva ». Cioè se il prossimo governo metterà in atto un piano di rilancio, come quello richiesto dall’Anfia: «Rivedere provvedimenti troppo penalizzanti: come la riduzione della deducibilità del costo delle vetture aziendali, imposta sulle autovetture sportive e IPT».

Daniele Sparisci
danielesparisci

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