Carburanti auto: a fine novembre gettito in calo di 1,04 miliardi

benzinaL’Italia conferma e consolida il suo record europeo per i prezzi della benzina e del gasolio auto e il merito è tutto del Fisco.

Da un’elaborazione del Centro Studi Promotor su dati della Direzione Energia della Commissione Europea emerge che al primo novembre il prezzo industriale della benzina (cioè la parte che va alla  produzione e alla distribuzione) era superiore alla media dei Paesi dell’Unione europea di 1,3 centesimi, ma, grazie a una componente fiscale superiore alla media UE di ben 27,5 centesimi, il prezzo alla pompa supera di 28,8 centesimi la media UE ed è naturalmente il più alto dell’Unione. Ancora maggiori i meriti del Fisco per il gasolio auto. Il prezzo industriale è identico alla media UE ed è solo grazie ad una componente fiscale di ben 27,5 centesimi superiore alla media che il nostro gasolio si porta in vetta alla classifica dei prezzi alla pompa.

Proprio per effetto della politica fiscale, oltre che delle difficoltà economiche, in Italia i consumi di carburanti auto calano anche in novembre: per la benzina la contrazione è del 6% e per il gasolio è del 4,1%, mentre nel consuntivo dei primi undici mesi si registrano cali del 5,1% per la benzina e del 3,1% per il gasolio. Il Centro Studi Promotor ha calcolato come di consueto sia la spesa complessiva degli italiani per benzina e gasolio auto che l’entità delle due componenti che la formano. Nei primi undici mesi dell’anno la spesa complessiva è stata di 58,168 miliardi con un calo del 6,3% sullo stesso periodo del 2012, la componente industriale è stata di 25,588 miliardi con un calo del 10%, mentre la componente fiscale è stata di 32,580 milioni con un calo del 3,1% e quindi con un minor gettito di 1,04 miliardi. L’eccesso di tassazione non giova dunque neppure al Fisco. L’economista americano Arthur Laffer lo aveva scritto molti anni fa, ma evidentemente in Italia chi doveva leggerlo non lo ha letto.

Fonte: Centro Studi Promotor

Auto: il crollo non si ferma più A gennaio vendite a -17,5%

I RISULTATI DEL PRIMO MESE 2013

Batoste pesanti per quasi tutti i costruttori

Fiat perde meno del mercato, i coreani avanzano

 vortice auto

MILANO- L’anno dell’automobile inizia come era finito. Con un altro pesante tonfo. Le vendite a gennaio sono calate del 17,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Quando già si era verificata una drastica contrazione del 17%. Segni di ripresa? Macché. Le auto immatricolate sono state 113.525.

I DATI MARCA PER MARCA

PERDONO TUTTI-Il gruppo Fiat apre il 2013 con 34.160 vetture, il 15,8 in meno di gennaio 2012, ma aumenta leggermente la quota di mercato superando i 30 punti percentuali e registra un buon successo per 500L con oltre 34 mila ordini raccolti. Batoste pesanti anche per Volkswagen, Psa Peugeot Citroen, Gm tiene un po’ meglio degli altri, Ford perde addirittura il 44%. Fra i pochi a crescere i coreani: Kia avanza del 30% superando le 3 mila unità.

«ACCANIMENTO FISCALE» Fra gli operatori di settore un grido comune: «Il mercato è schiacciato dalle tasse». Per Federauto, l’associazione dei concessionari, «solo con la manovra «Salva Italia» del 2012 gli autoveicoli hanno “donato” all’Erario oltre 5 miliardi di euro, fra aumenti di accise, superbollo e Iva». Aumenti che vanno cumulati a quelli del 2011, ricorda il presidente Filippo Pavan Bernacchi per il quale «i numeri di oggi sono il risultato dell’accanimento fiscale». Jacques Bousquet, presidente dell’ Unrae prevede il peggio: «Gennaio vale storicamente il 10% dell’immatricolato dell’anno, il consuntivo di questo mese proietterebbe a fine anno un risultato che non voglio nemmeno immaginare». «Non poteva essere diversamente» aggiunge poi «in assenza di interventi di alleggerimento dell’enorme pressione fiscale sulle famiglie e del credito alle imprese». Perché la crisi delle automobili -secondo un’analisi del Centro Studi Promotor- è persino peggiore di quella dell’economia reale: «Il livello di tassazione è ormai controproducente pure per il fisco», sostiene Gian Primo Quagliano spiegando che «gli ultimi dati sui consumi di carburante rivelano che nel dicembre scorso vi è stato un calo delle vendite di benzina e gasolio alle pompe di ben il 13,5% e questo andamento ha per la prima volta prodotto il cosiddetto effetto Laffer: il fortissimo rincaro della tassazione ha avuto infatti un impatto così negativo sui consumi che il gettito fiscale di dicembre, invece di aumentare, è calato di ben il 7,2% con una perdita secca per l’Erario di 229 milioni».

Daniele Sparisci
danielesparisci

1 febbraio 2013 | 19:10

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Corriere della Sera