Un truffatore: “Così recuperiamo i soldi delle polizze”
L’arte dell’arrangiarsi che travalica la legalità ha la fantasia napoletana di chi, come Pasquale – 28 anni, commerciante ambulante, una moglie e un figlio di tre mesi a carico – si crogiola nella massima «avimmo a tirare a campà, qualche cosa ci dobbiamo pure inventà».
Ecco dunque il decalogo per aggirare le assicurazioni. Si parte dal falso incidente. «Molti proprio non pagano l’assicurazione, ma chi come me deve usare la macchina per lavoro non può farne a meno e quindi la paga. Però i soldi s’hanno da recuperare!». E il modo per rifarsi dei denari spesi «2 mila euro all’anno per la macchina e 1.200 per lo scooter» è simulare un incidente stradale per incassare un rimborso «che poi dividi con chi si è prestato alla sceneggiata. Certo però bisogna che hai la fortuna di romperti una gamba o un braccio, che so tipo a calcetto, per giustificare i danni. Sennò, se stai in salute, è meglio che ti butti sull’acquisto della classe di merito».
Per una mente onesta, il meccanismo suona farraginoso, ma funziona così come lo spiega Pasquale: «Praticamente devi trovare un assicuratore, come capita senza troppi problemi, che ti rilascia un falso certificato e poi cambi assicurazione così passi in un attimo dalla classe quattordicesima alla prima e paghi una polizza più bassa».
In altri termini, il falso attestato di rischio per cinque anni ti apre le porte a essere ritenuto meritevole di una classe più bassa e quindi decisamente più conveniente. «Così ti ripaghi quello che hai speso prima». Tra le truffe più diffuse c’è poi anche quella di raggirare anziani automobilisti: «Vedi un nonnetto che guida, gli prendi il numero di targa e poi dici che t’ha investito, anche se di striscio, ed è scappato via. Poi lo vai a trovare, magari con un amico così quello si spaventa di più, e gli fai firmare la lettera per avere la liquidazione dell’assicurazione. Certo al liquidatore gli devi allungare almeno una mancia da mille euro, sennò certo non t’aiuta».
Ma possibile che ci siano persone disposte a commettere una truffa del genere?«Signora, quanto vi credete che guadagna un liquidatore? Quello magari non arriva a 1.500 euro e voi di certo gli fate un favore a dargli la mazzetta».
Imbarazzo, vergogna o anche solo paura della legge non sono di casa nelle parole di questo giovane ambulante. «Signora, ma voi non avete idea di com’è Napoli. Se non ti fai furbo, ti fanno fesso. Come per le multe. E chi le paga qui le multe? Solo i fessi».
E com’è possibile? Se ti arriva una contravvenzione come fai a non saldarla?«Signò, è facilissimo. Mo’ ve lo spiego io».
La parola chiave, in questo caso, è «teste di legno». Dunque, le teste di legno sono persone nullatenenti a cui si intestano le automobili o gli scooter «così quando poi arrivano le multe, loro non le possono pagare proprio perché sono nullatenenti e tu sei salvo».
Di fronte alla nostra perplessità sull’illegalità del sistema, Pasquale non batte ciglio. «Io tengo famiglia, devo lavorare. E posso mica lavorare per pagare le multe. E come me, mille altre persone. Le teste di legno sono la nostra salvezza, gli intestiamo il libretto di circolazione ed è fatta. Da loro il Comune non potrà mai incassare neppure un euro».