Ivass, 219 siti fake nel 2021

Come una colonia di insetti insidiosi che sembra impossibile da debellare, così i siti irregolari continuano a infestare il web. Nel 2021 l’Ivass ne ha segnalati in totale ben 219.
Il dato, che è stato comunicato dall’Autorità di vigilanza su richiesta dell’Unione Nazionale Consumatori, è “esorbitante e allarmante, specie perché non corrisponde ai siti chiusi ma ai siti irregolari individuati,
e questo perché all’Ivass non è ancora stato dato un potere autonomo di oscurare e chiudere i siti fake senza dover ricorrere alla magistratura”, ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’associazione. Dona sottolinea come, invece, questo potere venga dato ad altre Authority, come la Consob, mettendo quindi in evidenza “un vuoto normativo incredibilmente non ancora colmato dal legislatore”.
Secondo il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, l’unico aspetto positivo è il rallentamento della crescita esponenziale dei siti fake individuati dall’Ivass: 50 siti nel 2017, 103 nel 2018, più del doppio, 168 nel 2019 (+63% sull’anno precedente), 241 nel 2020 (+43,5%), il record assoluto, 219 nel 2021.
Ma le segnalazioni, tuttavia, non si fermano: solo ieri l’Ivass ha individuato altri sette nuovi siti fake.
Beniamino Musto

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Roma, falsi certificati medico-legali Anche di morte. Sospesi funzionari Asl

I carabinieri del Nas hanno effettuato lunedì mattina 33 perquisizioni domiciliari e in uffici, anche di agenzie funebri. Fino ad ora sequestrata documentazione relativa a oltre 400 posizioni. Il sospetto che alcuni decessi siano stati anche per Covid

Roma, falsi certificati medico-legali Anche di morte. Sospesi funzionari Asl
Oltre 400 certificati per false visite medico legali su cadavere, mai eseguite, per confermare il decesso e anche le cause, consegnati dietro pagamento ai responsabili di alcune agenzie funebri della Capitale. E fra questi anche decessi che si sospetta possano essere avvenuti per Covid, comunque non per cause legate a reati. È solo una parte dell’immensa mole di documentazione contraffatta che il Nas dei carabinieri di Roma ha scoperto nel corso di un’indagine che lunedì mattina ha portato a trentatré perquisizioni di abitazioni e uffici e alla notifica del provvedimento di sospensione dal pubblico servizio per sei mesi nei confronti di due funzionari di una Asl capitolina che lavorano presso il Dipartimento di medicina legale.

Toccherà ai carabinieri, ora, capire dove possibile le cause esatte dei decessi, anche perché in molti casi le tumulazioni sono già avvenute. E anzi sembra proprio che il giro di falsi certificati, firmati a nome dei medici incaricati (da capire se alcuni di loro fossero consapevoli o ignari che il loro nome era finito su quei documenti), servisse proprio per accelerare pratiche che altrimenti, visto il periodo di emergenza coronavirus, avrebbero avuto un iter più lento. E l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato annuncia: «La vicenda oltre che essere grave, mette in cattiva luce lo sforzo che tutta la sanità regionale sta compiendo nel contrasto alla pandemia. I dipendenti Asl infedeli saranno immediatamente sospesi e avviate le procedure per il licenziamento. Le mele marce vanno allontanate e la Regione si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento».

I militari dell’Arma contestano ai due funzionari di Asl centrali della Capitale e ad altri indagati, a vario titolo, i reati di corruzione, falsità ideologica e materiale, truffa aggravata ai danni dello Stato. In particolare è stata accertata l’esistenza di una vera e propria banda che dietro pagamento di somme di denaro rilasciava anche falsi certificati a persone che volevano ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile oppure un aggravamento di una condizione già presente, con l’aumento delle percentuali, in modo di ottenere le relative pensioni. I certificati in questione riguardavano anche il riconoscimento della 104 per l’assistenza di familiari invalidi o gravemente malati. Ma dopo che le indagini sono cominciate proprio per scoprire il traffico di questo genere di certificati rilasciati nel corso del 2020, ecco che i carabinieri hanno scoperto il secondo filone, quello legato ai decessi.

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Napoli, finti incidenti per ottenere rimborsi: maxi truffa alle assicurazioni

Le indagini hanno svelato un vero e proprio sistema collaudato che, tramite la dichiarazione di falsi incidenti o di sinistri avvenuti in modo differente da quanto dichiarato, si faceva rimborsare dalle assicurazioni, truffano le maggiori compagnie italiane. Nove persone sono state arrestate.

Era una vera e propria associazione a delinquere, operante con un sistema collaudato che, però, è stato scoperto dalle forze dell’ordine. Questa mattina, agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione a nove mandati di custodia cautelare emessi dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura. L’attività investigativa ha infatti permesso di accertare, tramite intercettazioni telefoniche e acquisizioni di atti e documenti, l’esistenza di una associazione a delinquere dedita alla truffa delle compagnie assicurative italiane, nella provincia di Napoli, diretta dall’avvocato Gianluca Piccirillo del Foro di Napoli, legale specializzato nel trattare casi di sinistri stradali.

Nella fattispecie, gli inquirenti hanno notato che l’avvocato Piccirillo, quasi in maniera seriale, denunciava incidenti mai avvenuti, oppure verificatisi con modalità differenti da quelle dichiarate, al fine di ottenere dalle compagnie assicurative rimborsi che in realtà non gli spettavano. Per farlo, il legale si avvaleva di una serie di collaboratori fidati che lo aiutavano ad inscenare i sinistri posticci. Sugli atti processuali, poi, venivano apposte marche da bollo che le indagini hanno rivelato essere contraffatte.

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Se la telecamera a bordo fosse resa obbligatoria?

road scan rac
Un quarto degli automobilisti del Regno Unito pensa che le telecamere in auto debbano  essere obbligatorie Photo: RAC

Un aumento dei cosiddetti “incidenti falsi”,  le truffe alle assicurazioni ha portato ad un aumento degli automobilisti che utilizzando le telecamere in auto, con il 26% di rimborso, l’azione  per rendere obbligatoria la tecnologia che  la ricerca dal RAC (Royal Association Car) ha trovato.

Quasi il 39% dei conducenti stanno prendendo in considerazione il montaggio di una macchina fotografica in auto e il 71% degli automobilisti intervistati credono che contribuirebbero a ridurre i falsi risarcimenti delle assicurazione auto da incidenti stradali.

La pratica è diventata un’industria miliardi di sterline per i criminali d’ auto, con un aumento del 34% dei sinistri fasulli fatte lo scorso anno, secondo l’Associazione degli assicuratori britannici.

I reclami falsi aggiungono 90 £ l’anno al premio del automobilista medio.

traffico autostrada
Richieste danni per sinistri falsi  aggiungono circa 90 sterline l’anno al premio medio rc auto ‘ Credit: PA

Il capo degli affari esterni del RAC Pete Williams ha detto: “Finché sono utilizzate correttamente, le road scan  sono una preziosa testimonianza delle circostanze che si sono verificati intorno a un incidente e come tale possono contribuire a ridurre il costo dei sinistri e le  lesioni personali che, a loro volta, dovrebbe in ultima analisi, ridurre il costo di assicurazione.

“Fare diventare le telecamere in auto obbligatoria darebbe un costo iniziale, ma si potrebbe pagare con forme alternative e potrebbero tagliare i premi della nazione.”

Riproducevano incidenti stradali per ottenere indebitamente gli indennizzi: due persone denunciate dalla Stradale


Sono due residenti in Valle d’Aosta – Danni patrimoniali alle compagnie di assicurazione per 8mila Euro


AOSTA. Truffavano le compagnie di assicurazione mistificando la dinamica di incidenti stradali realmente avvenuti. Questa l’accusa rivolta a due persone residenti in Valle d’Aosta che la polizia stradale ha denunciato.

Le indagini, spiega la Questura, hanno permesso di appurare le tecniche utilizzate dagli indagati per procurarsi elementi di prova utili a riprodurre ad arte sinistri stradali avvenuti con modalità diverse rispetto alla realtà. In sostanzia, pur in presenza di incidenti del tutto autonomi, con il coinvolgimento di un altro veicolo e la compiacenza di altre persone, i due avrebbero ricevuto indebitamente degli indennizzi da parte delle compagnie di assicurazione per circa 8mila Euro.

L’indagine è tuttora in corso per accertare se lo stesso metodo è stato esteso ad altri incidenti stradali.

Marco Camilli

Causavano incidenti agli autobus: risarcimenti, ci mangiavano in 31

Tre incidenti nell’estate 2012 sarebbero stati pilotati da due “registi”. L’organizzazione poteva contare anche su avvocati e medici compiacenti

Avevano indetto anche delle riunioni collettive per spiegare il copione ai loro attori. Prima lo schianto, poi il dolore simulato (o comunque ingigantito). Una truffa unica nel suo genere, se non altro per il numero di persone indagate: trentuno. Tra loro disoccupati, liberi professionisti e anche tre minorenni, portati anche loro dai genitori sull’autobus Actv che di lì a poco si sarebbe schiantato. Desiderosi magari di intascarsi qualche soldo in più. Per ora nessuna misura cautelare, ma gli accertamenti proseguono.

“ACCERTAMENTI SU ALTRI INCIDENTI” – VIDEO

I carabinieri del nucleo investigativo di Venezia, infatti, hanno ricostruito con certezza che tre incidenti nel giro di poco più di un mese tra luglio e agosto 2012 erano in verità stati pilotati. I feriti, poi, grazie a due studi medici privati compiacenti mestrini (in un caso con sede a Istrana) e a due avvocati, uno di Mestre e uno di Padova, riuscivano a dimostrare sedute di fisioterapia mai avvenute, o effettuate solo in parte. In questo modo le assicurazioni, risultate estranee alle indagini per ora, erano costrette a pagare risarcimenti ben più alti. Per i tre sinistri contestati sono stati sborsati quasi 200mila euro. Una cifra con cui hanno potuto mangiare tutti: gli ideatori del raggiro (un 44enne di Gioia del Colle che all’epoca dei fatti era domiciliato a Scorzè e un 39enne residente a Mira), gli “attori”, residenti tra Veneziano, Padovano e Trevigiano) e i professionisti.

 

Il primo incidente si verificò il 17 luglio 2012 a Marghera: si trattò di un investimento di un pedone. Il tutto architettato ad hoc all’insaputa degli autisti Actv. In quel caso furono due le persone che si fecero refertare al pronto soccorso per poi “aggravare” le proprie condizioni in un secondo momento. Lo spettacolino, poi, è continuato con una replica il 28 luglio, a undici giorni di distanza. In viale della Libertà, infatti, uno dei “promotori” della truffa tamponò un pullman Actv con la propria auto. Chi si trovava a bordo del mezzo pubblico sapeva che più o meno in quel punto si sarebbe verificato un incidente. Furono nove i feriti che “beneficiarono” del raggiro. Infine l’ultimo atto della “trilogia”: il 25 agosto uno dei due promotori (non quello del sinistro precedente) alla guida di un’auto presa a noleggio superò l’autobus di turno sul ponte della Liberta per poi rientrare subito sulla destra e frenare all’improvviso. Inevitabile per il pullman tamponare in pieno il veicolo. In quel caso (evidentemente la voce era circolata) furono ben quindici le persone che si fecero refertare per traumi come colpi di frusta o simili.  Erano gli stessi due promotori, ora indagati al pari delle altre persone coinvolte per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, a darsi da fare per fare proseliti. Incontrando sempre gente nuova pronta a intascarsi un lauto extra.

Palermo: Falsi incidenti per truffa assicurazioni, 81 indagati

Procura chiude inchiesta, danno per circa 500mila euro

Frode Assicurativa - Incidente ImcUna truffa da quasi mezzo milione di euro ai danni di diverse assicurazioni potrebbe costare il rinvio a giudizio a 81 persone a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Tra di loro anche gli avvocati E. C. e R. M.. Agli indagati si contesta a vario titolo la truffa e l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Geri Ferrara, un terreno nelle campagne di Partinico (Pa) era stato trasformato in una grande pista per fare scontrare le macchine. Centinaia i sinistri fasulli organizzati. Nel fascicolo dell’inchiesta ci sono i video e le foto che immortalano la costruzione ad arte dei finti incidenti per raggirare i controlli delle compagnie. La mente della banda sarebbe V. N., che si avvaleva della collaborazione di parenti e amici per organizzare le truffe alle assicurazioni. Una stessa macchina veniva utilizzata più volte, spesso cambiando la targa dopo averne denunciato il furto o lo smarrimento. Alcuni dei veicoli utilizzati per la truffa erano noleggiati: dopo il sinistro la banda le rimetteva a posto.

In un magazzino erano accatastate portiere, cofani, paraurti e altro materiale da adoperare all’occorrenza. L’appezzamento di terreno, poco distante dal centro abitato di Partinico, era protetto da alte mura di cinta. Decine gli automobilisti che hanno lucrato risarcimenti per in falsi sinistri. Coinvolti anche diversi periti assicurativi.

Nel mirino della banda dei finti incidenti sono finite, tra le altre, le compagnie Hdi, Fondiaria-Sai, Generali, Cattolica, Sara e Direct Line.

Fonte: ANSA (Articolo originale)

CATANIA Truffe ad assicurazioni Arrestati due vigili e oltre 50 indagati

Due ispettori della polizia municipale, Salvatore Saeli, 55 anni, e Attilio Mazzara, 52 anni, e una guardia particolare giurata, Giuseppe Santo Privitera, 49 anni, arrestati dalla polizia stradale nell’ambito di un’inchiesta sul truffe ai danni di compagnie di assicurazioni con incidenti stradali presentati in modo da diverso da come si erano verificati.Altre 53 persone sono indagate

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(AGI)(AGI)

Catania – L’indagine è iniziata nel 2012 in seguito a una segnalazione trasmessa alla Procura della Repubblica dallla polizia municipale circa una serie di presunte anomalie nelle pratiche relative ad alcuni incidenti stradali per i quali i rilievi erano stati compiuti da Saeli e Mazzara. In almeno 20 sinistri tra aprile e ottobre del 2011 gli atti sono risultati redatti sempre da un singolo appartenente della polizia municipale e che in molti casi risultava libero dal servizio o mentre era in congedo o in malattia. In tutti gli incidenti erano segnalati feriti, per i quali però non risultavano mai interventi di ambulanze ma solo referti, sempre del pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi. Nei rapporti, poi, mancavano i rilievi planimetrici completi. I sinistri venivano trattati per le procedure risarcitorie dei due avvocati sospesi. La truffa consisteva non nel denunciare falsi incidenti ma nel presentare come più gravi eventi effettivamente accaduti, modificandone artificiosamente la dinamica, i protagonisti e i luoghi in modo da assicurarsi ii risarcimenti da parte delle assicurazioni. (AGI) Due ispettori della polizia municipale di Catania, Salvatore Saeli, 55 anni, e Attilio Mazzara, 52 anni, e una guardia particolare giurata, Giuseppe Santo Privitera, 49 anni, sono stati arrestati da agenti della polizia stradale nell’ambito di un’inchiesta sul truffe ai danni di compagnie di assicurazioni con incidenti stradali presentati in modo da diverso da come si erano verificati. Il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ha disposto anche l’interdizione dall’esercizio della professione forense per due mesi degli avvocati Girolamo Graziano Miraldi e Rosario Mauro Privitera. Altre 53 persone sono indagate. L’indagine è iniziata nel 2012 in seguito a una segnalazione trasmessa alla procura della Repubblica dalla polizia municipale circa una serie di presunte anomalie nelle pratiche relative ad alcuni incidenti stradali per i quali i rilievi erano stati compiuti da Saeli e Mazzara.

Falsi incidenti: oltre 400 indagati

Un’inchiesta in quattro tronconi che coinvolge medici, fisioterapisti e carrozzieri di tutto l’Agro

I 153 indagati nella maxi inchiesta sui sinistri fasulli dello studio Guerritore rappresentano la quinta fase in ordine di tempo di un’articolata serie di operazioni investigative coordinate dalla procura di Nocera Inferiore tra il 2009 e il 2012. I carabinieri di Angri e di Nocera Inferiore arrivarono all’attuale indagine, la più importante, dopo precedenti quattro tranches. Nel caso in questione, un intero studio legale, capeggiato dall’avvocato Raffaele Guerritore, è al centro del meccanismo truffaldino, con undici provvedimenti tra interdizioni e divieti.

Il primo gruppo di 161 indagati aveva come epicentro l’avvocato angrese G.F., promotore di ottantuno falsi sinistri, poi c’erano i “ruoli” del carrozziere Gaetano Vitolo, che rilasciava false fatture per incidenti mai avvenuti, del medici Antonio Capuozzo, di Marano, e del fisioterapistaGiovanni Cesarano, responsabili di falso. Il secondo troncone, con 105 indagati, ruotava invece intorno alla figura dell’avvocato di Sant’Egidio, Michele Avino, e con lui il carrozziere Giuseppe Desiderio, titolare di una carrozzeria inesistente utilizzata per emettere false fatturazioni, il medico ortopedico di Pagani, Franco Aufiero, ritenuto responsabile di falso, i procacciatori Memore Testa e Gennaro Sicignano e il carrozziereGaetano Vitolo. Il terzo filone comprendeva 58 indagati e verteva sulla figura dell’avvocato nocerino Pietro Coppola, ideatore dei sinistri in trenta diversi capi d’accusa, con i procacciatori Giovanni Battista BattipagliaBartolomeo Attianese e Luigi Mosca e il carrozziere Salvatore Adamo, che emetteva fatture false per simulare riparazioni in realtà mai avvenute.

Il quarto gruppo contava 135 indagati capeggiati dal pregiudicato di Angri Luigi Carpentieri, 48 anni, con precedenti specifici, residente a Rossano Calabro ma di fatto domiciliato ad Angri, ritenuto promotore del sistema, presente anche nell’inchiesta attuale; poi l’avvocato Pasquale Serafino, di Striano, anche lui ricomparso nell’affaire Guerritore, il legale Roberto Lambiase, di Roccapiemonte, e di nuovo il dottor Antonio Capuozzo.

L’ultima indagine culminata nei 153 avvisi di garanzia ricostruisce gli incidenti stradali falsi o ingigantiti per ottenere risarcimenti dalle compagnie di assicurazioni, partiti dalle perquisizione delle forze dell’ordine nel 2010 nello studio dell’avvocato Raffaele Guerritore, con il contestato ruolo del radiologo Costabile D’Agosto e dell’infermiere Saverio Croce, entrambi interdetti dalla professione per due mesi, impegnati a far risultare da falsi certificati false lesioni da ripagare a cura delle ignare compagnie assicurative.

L’indagine è rimasta sospesa dopo il trasferimento del primo pm che curò le attività investigative, dottoressaElena Guarino, ora alla procura di Salerno: quattro anni dai riscontri, due dal deposito informative. E un anno e passa per la richiesta cautelare accordata in parte dal gip Giovanna Pacifico.

Alfonso T. Guerritore

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Falsi incidenti chiesto processo per 87 persone

procura bari BARI – La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 87 persone, tra medici, avvocati e presunte vittime di incidenti stradali, accusate di truffa ai danni di compagnie assicurative. Rischiano il processo i quattro medici Roberto Settembre, all’epoca dei fatti in servizio presso il reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale Di Venere di Bari, Michele Gesmundo, Fabio Basalisco e Francesco Saponieri, periti di parte incaricati di redigere certificati medici attestanti – secondo l’accusa – false patologie derivanti dai sinistri.

Chiesto il processo per i due avvocati Michael Gisonda e Maria Schima, incaricati di curare le pratiche per il risarcimento danni. Le indagini coordinate dal pm Francesco Bretone hanno accertato oltre 40 episodi di falsi incidenti in alcuni comuni della provincia di Bari, in particolari a Binetto, Toritto, Grumo Appula e Modugno. In alcuni casi si tratta di cadute accidentali causate da buche nell’asfalto. Nel procedimento si sono costituite parti civili le 15 compagnie assicurative truffate e il Comune di Grumo Appula. L’udienza preliminare per i rinvii a giudizio si concluderà il 3 aprile.

Incidenti stradali Puglia in testa È boom di falsi sinistri

Spetta alla Puglia la maglia nera per il maggior numero di incidenti stradali con feriti. Lo racconta la relazione dell’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania) in una relazione pubblicata il 25 giugno 2013 sulla situazione degli ultimi anni vissuti dalle compagnie in Italia. Nella classifica nazionale sul numero di «sinistri con lesioni » avvenuti tra il 2009 e il 2011, le province pugliesi occupano addirittura le prime quattro posizioni: al vertice c’è la provincia di Taranto, seguita da quella brindisina, poi la provincia di Foggia e al quarto posto quella di Lecce. Bari si piazza al nono posto, mentre la Bat è 11esima.

Stando ai numeri si potrebbe dedurre che nelle strade pugliesi il rischio di essere coinvolti in incidenti è decisamente più alto che in altre province d’Italia. In realtà su questo dato incide pesantemente il fenomeno degli incidenti falsi. Sinistri fasulli studiati molto spesso tavolino per ottenere i rimborsi dalle compagnie. Un illecito che negli anni ha raggiunto livelli incredibili e che, soprattutto, è diventato il business preferito di vere e proprie holding del malaffare. A testimoniarlo, ad esempio, ci sono le numerose inchieste che a Taranto hanno coinvolto circa 500 persone tra automobilisti, periti, medici e avvocati. Organizzazioni, insomma, che secondo le indagini condotte dalla squadra di polizia giudiziaria della Polizia Stradale di Taranto si sono dedicate «stabilmente alle truffe ai danni delle società di assicurazioni». C’era chi reperiva le auto, chi si occupava delle pratiche legali, chi si interessava delle diagnosi e chi, infine, provvedeva a liquidare il danno.

Un sistema che, di fatto, ha messo in ginocchio le compagnie che hanno dovuto alzare i prezzi delle tariffe che nel capoluogo ionico, ad esempio, sono mediamente doppie rispetto al resto d’Italia. Dopo l’intervento della magistratura, il fenomeno, sembra decisamente in calo, ma le tariffe restano comunque alte, perché gli automobilisti meno abbienti hanno scelto di circolare senza copertura e i danni causati da veicoli non assicurati vengono risarciti dal Fondo vittime della strada che attinge a sua volta dalle compagnie che, infine, si rifanno sugli automobilisti. Un cane che si morde la coda, insomma, e alleggerisce le tasche dei cittadini onesti.

di FRANCESCO CASULA 

Roma, l’ex perito che truffava l’assicurazione con falsi incidenti

 ROMA – Truffavano l’assicurazione con falsi incidenti stradali. A capo dell’organizzazione che aveva la sua base operativa in un appartamento al Tuscolano, ci sarebbe stato, come riporta il Messaggero, Fabio Casale, 47 anni, di professione imprenditore ed ex perito assicurativo ora impegnato con alcune società di sua proprietà nello smaltimento di rifiuti speciali.

Complessivamente, secondo l’accusa, il sistema avrebbe fruttato loro almeno 300mila euro quasi tutti ai danni dell’assicuazione Uniqa di Udine.

Coinvolti anche la moglie e la sorella, una impiegata e la madre di quest’ultima oltre ad altre persone. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Filippi, si è protratta per oltre un anno di investigazioni, coordinata dal Sost. Proc. Dott.ssa P. Filippi, ed ha sgominato una associazione per delinquere finalizzata alle truffe in danno delle assicurazioni, ed particolare in danno della società Uniqa spa, con sede in Udine. Le indagini che si sono avvalse anche do accertamenti bancari e perquisizioni, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 40 persone, coinvolte a vario titolo. La documentazione sequestrata, comprende dati, sempre relativi a sinistri stradali, che attualmente sono al vaglio degli investigatori.

Dal 2010 il gruppo, con base operativa in zona Tuscolano a Roma, aveva organizzato una serie di incidenti stradali falsi, allegando alle richieste di risarcimento documentazione artefatta, come moduli di contestazione amichevole sinistri, documentazione medica e fatture di carrozzerie. Per non presentarsi dai periti della controparte assicurativa, inoltre, più di una volta avevano denunciato il furto delle loro autovetture.

L’attività ha portato all’esecuzione, da parte dei carabinieri, di cinque provvedimenti restrittivi della libertà personale, di cui uno alla custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico, per tutti coinvolti. Restano indagate altre 40 persone. Altri incidenti stradali sono al vaglio degli inquirenti.

Falsi incidenti, truffe alle assicurazioni: 14 condanne ad Alcamo

 

 

ALCAMO (TP). Con l’accusa di aver truffato compagnie assicurative, simulando incidenti stradali e documentando false patologie post traumatiche, quattordici persone di Alcamo, tra cui medici, liberi professionisti, falsi testimoni ed il titolare di un centro di fisioterapia, sono stati condannati dal Tribunale di Trapani a pene che oscillano tra uno e sei anni di reclusione. Il procedimento è stato avviato a seguito di un’indagine condotta nel 2009 dalla Polstrada di Trapani.

Falsi incidenti stradali, 400 indagati.

(ANSA) – NAPOLI – Un’organizzazione specializzata in truffe alle assicurazioni per falsi incidenti stradali è stata scoperta dai Carabinieri e della Guardia di Finanza di Nola che, in un blitz scattato all’alba, hanno eseguito diverse misure cautelari. Le persone indagate sono oltre 400 persone; anche numerosi medici e avvocati, interdetti dall’esercizio della professione. Sono stati sequestrati studi medici, ville, auto di lusso e conti correnti. Centinaia i falsi incidenti per rimborsi per un milione e mezzo.