In arrivo la APP di Periti Auto

 mockup_2 Sono in fase avanzate le operazioni per diffondere la APP dei Periti Assicurativi. Conterrà la posizione sul territorio dei Periti Auto registrati che possono intervenire nell’immediatezza del sinistro per “cristallizzare” la situazione e la chiamata automatica di soccorso con l’invio del carro attrezzi o dell’ambulanza nel punto preciso in cui ce n’è bisogno rilevato in automatico dallo smartphone.

Ma vediamo nel dettaglio le funzionalità di questa nuova APP Android / Iphone.

In avvio l’app provvede subito a localizzare la persona, mostrando il livello di qualità di ricezione del segnale (Gps piu’ alto, Wifi medio, 3G meno preciso), anche con la precisione in metri con la quale si segnalerà la posizione dell’utente. Ci sono poi due pulsanti della stessa dimensione:

RICHIESTA INTERVENTO
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e  CHI SIAMO

premendo il pulsante “CHI SIAMO” si apre una pagina di spiegazioni sul servizio, chi ne e’ titolare, ed un disclaimer sulla privacy ed altre informazioni.

Premendo il pulsante dell’ intervento, viene richiesto all’utente se si tratta di sinistro o guasto. In caso di sinistro è data la possibilità, dopo la richiesta di soccorso se necessario, di aggiungere 4 foto georeferenziate ed inserire altre informazioni come ad esempio feriti, eventuali testimoni ecc ecc. e di chiedere se si desidera l’invio di un Perito Auto per “cristallizzare” il sinistro o semplicemente per un aiuto nella compilazione della CAI.

In caso di guasto si va direttamente all’invio di richiesta di soccorso.

La schermata della richiesta di soccorso richiederà :

nome e cognome della persona
targa del mezzo (pre-impostabili)

eventuali note descrittive (che vengono inviate al server per “apertura pratica”) ed un pulsante “invia segnalazione” alla pressione del quale è precompilato un sms da inviare ad un numero verde predefinito, con testo anch’esso predefinito, contenente i dati di localizzazione, nome cognome dell’utente e modello e targa del veicolo. Viene aggiunto anche il dato dell’ IMEI che identifica univocamente il telefonino.

In caso di sinistro, oltre all’ sms è previsto un invio al server delle foto, più i dati dell’utente, targa e tutti i dati inseriti dall’utente. In caso di mancanza di connettività, l’app sospende l’invio fino a che non sarà nuovamente disponibile una connessione ad internet.

E’ previsto, per semplificare la richiesta di soccorso in caso di emergenza,  il censimento della persona  che può inserire nome, cognome, targa del mezzo, da riproporre poi direttamente nella schermata di richiesta di soccorso.

mockup_1 Cari Colleghi Periti Auto, Investigatori, Accertatori, Ricostruttori, Avvocati, Periti R.E., Agenti di Assicurazione, Broker, Patrocinatori, Carrozzieri o di altre categorie legate al mondo dell’Infortunistica Stradale, se siete disponibili ad intervenire nell’immediatezza del sinistro per fare una rilevazione “light” (solo per sinistri senza feriti) con la compilazione della CAI, affrettatevi a registrarvi con gli orari e le zone di reperibilità e l’email, oltre al n° di telefonino ovviamente.

Scarica la App per Android https://play.google.com/store/apps/details?id=it.peritiauto.app

registrazione periti periti auto

registrazione-altre-categorie-periti-auto

Che cos’è l’AdBlue?

adblueAdBlue è il nome utilizzato a livello internazionale per definire un additivo sviluppato per i settori chimico e automobilistico.
Si tratta di una soluzione acquosa di urea* al 32,5% (minimo 31,8% – massimo 33,3%), ad elevatapurezza, che tramite riduzione chimica, trasforma gli ossidi di azoto in azoto (N2) e acqua (H2O) informa elementare gassosa .
Il contenuto in metalli vari non deve superare 0,2 mg/kg per ciascuno di essi, per non contaminare il catalizzatore. Questo esclude la possibilità di sostituire l’AdBlue con l’urea* impiegata in agricoltura.
La composizione e gli standard di qualità sono regolati dalla norma DIN 70070.
AdBlue è un prodotto sintetico, incolore, ed inodore; non è una sostanza pericolosa infatti non è infiammabile e non è tossica.

Il principio di riduzione catalitica degli ossidi di azoto. L’AdBlue
La tecnologia SCR è impiegata fin dagli anni ’80 nelle centrali termiche e a carbone, sulle turbine a gas, nei motori diesel delle locomotive e sui grossi propulsori marini. In tutte queste applicazioni, la combustione viene ottimizzata nel duplice intento di ottenere il migliore rendimento e di abbattere direttamente le emissioni di particolato. Il post-trattamento si basa su un principio semplice: la reazione chimica dell’ammoniaca NH3 con gli ossidi di azoto NO e NO2, per produrre due componenti innocui come il vapore acqueo H2O e l’azoto N2. Le formule sono le seguenti:
NO + NO2 + 2 NH3 2 N2 + 3 H2O
E in presenza di ossigeno residuo nei gas di scarico:
4 NO + O2 + 4 NH3 4 N2 + 6 H2O
6 NO2 + 8 NH3 7 N2 + 12 H2O
Negli impianti di grandi dimensioni, l’ammoniaca è direttamente prelevata da serbatoi pressurizzati.
Sui veicoli stradali, la soluzione dell’ammoniaca pura è stata studiata ed infine scartata, a causa dei problemi di stoccaggio a bordo degli autocarri e presso i luoghi di rifornimento. La tecnica dell’urea normalizzata sotto forma di soluzione – l’AdBlue – è stata preferita per più ragioni: questo prodotto non rientra nella categoria delle sostanze pericolose, non vi sono pericoli in caso di perdite e il suo stoccaggio è facile sia a bordo dei veicoli che presso i trasportatori, malgrado alcuni vincoli imposti dalla sua cristallizzazione con temperature inferiori a -11°.

La distribuzione dell’AdBlue
Dato il rapido sviluppo prevedibile del numero di veicoli dotati di SCR, è in fase di consolidamento una rete di distribuzione per l’intero territorio europeo. I produttori di AdBlue sono in grado di realizzare un sistema di distribuzione diretta presso i trasportatori con grandi flotte di veicoli. Essi riforniranno anche le industrie petrolifere che hanno previsto di installare i distributori di AdBlue a fianco delle pompe di gasolio. Alcune stazioni sono già operative in Germania ed altre sono in corso in vari paesi Europei.
Per garantire ai clienti una distribuzione capillare e un livello di servizio adeguato da subito, Iveco si sta organizzando per fornire AdBlue alla propria rete di concessionarie attraverso la collaborazione con un importante partner internazionale.
L’accordo che si sta perfezionando prevede la distribuzione di AdBlue in tutta Europa con un livello di servizio che garantisce la fornitura del prodotto entro 48 ore dalla richiesta. Tale risultato sarà assicurato dalla presenza di circa 112 punti di distribuzione resi disponibili dal nostro fornitore e operativi in tutta Europa a partire dal 2006. Esisteranno tre diversi sistemi di distribuzione e stoccaggio: fusto da 10 litri con vuoto a perdere, contenitore da 1000 litri (IBC) con vuoto a rendere e contenitore da circa 4000 litri (MiniBulk) che sarà rifornito con prodotto sfuso.

(Nozioni tecniche di Iveco)

* UREA

Urea o carbamide è un composto organico con la formula chimica CO (NH2) 2. La molecola ha due gruppi NH2 uniti da un carbonile (C = O) gruppo funzionale.

L’ Urea svolge un ruolo importante nel metabolismo dei composti contenenti azoto, nell’industria ed anche negli negli animali. E’ la principale sostanza contenente azoto nelle urine dei mammiferi. È  incolore ed inodore, anche se l’ammoniaca che emana in presenza di acqua, evaporando, ha un forte odore. È altamente solubile in acqua e praticamente non tossico. Disciolto in acqua, non è né acido né alcalino. Il corpo lo usa in molti processi, il più importante dei quali è l’escrezione di azoto. L’ urea è ampiamente usato in fertilizzanti come fonte conveniente di azoto. L’urea è anche un’importante materia prima per l’industria chimica. La sintesi di questo composto organico di Friedrich Wöhler nel 1828 da un precursore inorganico è un passo importante nello sviluppo della chimica organica, come mostrato per la prima volta che una molecola presente in organismi viventi potrebbe essere sintetizzato in laboratorio senza materie prime biologiche (contraddicendo così una teoria largamente prevalente una volta, chiamato vitalismo).

AdBlue (English)

AdBlue is a registered trademark for AUS32 (Aqueous Urea Solution 32.5%). It is a solution of high purity urea in demineralised water (32.5%) used as a supplementary operating fluid (reducing agent) in diesel-powered vehicles using selective catalytic reduction (SCR) to improve exhaust emissions. AUS32 is primarily produced in Europe by BASF and AMI, although many other companies manufacture their own similar solutions in varying quantities.

AUS32 is carried onboard the vehicle in a tank separate to the fuel system, and is sprayed into engine exhaust gases in a special catalytic converter. It is a thus a common misconception that AUS32 is a fuel additive, whereas in actual fact it remains totally separate from the fuel system. When properly circulated into the exhaust gases of an SCR-equipped vehicle, the oxides of nitrogen formed by combustion of diesel fuel are converted by a chemical reaction into their basic and non-polluting forms, nitrogen and water. A typical SCR system uses an amount of AUS32 equivalent to approximately 3 to 5% of the vehicle’s fuel consumption.

In order to ensure that the SCR system continues to work effectively, care must be taken to ensure the purity of the catalyst and the reducing agent. Even small amounts of contaminant can severely impact the performance of the SCR system. Manufacturing quality control for AUS32 solutions is governed by DIN standard 70070.

SCR systems using AdBlue are currently fitted to many trucks and buses manufactured by Mercedes-Benz, Volvo Trucks, DAF Trucks and Iveco, however, the use of AdBlue as a reducing agent in SCR systems is hindered by its relative unavailability. Schemes are underway in Europe, and to lesser extents in Australasia and North America, to improve the network of distributors for AdBlue and other SCR additives. As part of these schemes, internet-based tools have been developed to map the locations of AUS32 filling stations, reflecting plans for small-scale use of SCR systems in private vehicles, as well as corporate fleets.

LA GESTIONE DEL RUOLO DEI PERITI ASSICURATIVI E’ PASSATA A CONSAP SPA

Logo-Consap.pngI periti assicurativi devono far riferimento alla CONSAP dal primo di gennaio e non più all’ISVAP

Dal 1 gennaio 2013 ISVAP è stato chiuso e le gestioni sono passate al neocostituito IVASS e alla CONSAP. Il Ruolo Periti Assicurativi è passato a CONSAP S.p.a, mentre gli intermediari e le Compagnie sono passate sotto il controllo di IVASS.
Il Ruolo P.A. contiene gli estremi di ciascun perito iscritto (nome, cognome, data di nascita, numero e data di iscrizione, codice fiscale e sedi operative) ed è consultabile dal sito di consap www.consap.it . Nello stesso sito c’è la sezione informativa aggiornata per ogni perito o per aspirante tale.

Ruolo dei Periti Assicurativi

Il D.L. n. 95 del 6 luglio 2012 – convertito dalla Legge n.135 del 7 agosto 2012 – ha trasferito la tenuta del Ruolo Periti Assicurativi a Consap alla data di subentro dell’Ivass nelle funzioni precedentemente attribuite a Isvap.

Aspetti Generali

Il Ruolo (già Ruolo Nazionale dei periti assicurativi ex legge 17.2.1992 n. 166) è stato istituito con Decreto legislativo 7 settembre 2005 n. 209 (Codice delle Assicurazioni) e successivamente disciplinato dal regolamento Isvap (ora Ivass) n. 11 del 3 gennaio 2008, che ha stabilito le procedure di iscrizione, di cancellazione e reiscrizione dei periti assicurativi nonché le relative forme di pubblicità per il pubblico accesso al Ruolo. I periti iscritti nel ruolo di cui alla citata Legge 17 febbraio 1992 n.166 sono iscritti di diritto nel Ruolo ai sensi dell’art.344 del Codice delle Assicurazioni.

Informazioni e Procedure

A. Per il cittadino

Accedi all’applicazione per la consultazione del Ruolo

Consap, attraverso il ruolo dei periti assicurativi, detiene i dati dei soggetti (persone fisiche) abilitati a svolgere, in proprio, l’attività professionale volta all’accertamento e alla stima dei danni alle cose derivanti dalla circolazione, dal furto e dall’incendio dei veicoli a motore o dei natanti soggetti alla disciplina relativa all’assicurazione obbligatoria.

Sulla base delle comunicazioni effettuate dai periti, Consap assicura l’aggiornamento dei dati (nome e cognome, data di nascita, numero e data di iscrizione, codice fiscale, sedi operative) contenuti nel Ruolo, attraverso un’applicazione web presente sul sito aziendale. È possibile pertanto, consultare l’elenco degli iscritti al Ruolo secondo le seguenti chiavi di ricerca:

  • nome e cognome;
  • numero di iscrizione al Ruolo;
  • regione o provincia della sede operativa.

Accedi all’applicazione per la consultazione del Ruolo

B. Per i candidati al Ruolo

Al Ruolo dei periti assicurativi possono essere iscritti i soggetti che esercitano attività peritale in proprio e che abbiano effettuato il previsto tirocinio e superato la specifica prova di idoneità formalmente prevista al comma 3 dell’art. 158 del Codice delle Assicurazioni.

Per ottenere informazioni relativamente ai requisiti e alle modalità di iscrizione al ruolo e al tirocinio clicca qui.

Per visualizzare l’esito della prova di idoneità 2011 accedi all’area riservata dell’applicazione web.

C. Per gli iscritti al Ruolo

Per ottenere informazioni relativamente agli adempimenti, agli obblighi di comunicazione, alla cancellazione e alla reiscrizione, nonché sul tirocinio e sulla prova di idoneità clicca qui.

AUGURI – FEDERPERITI, quando una associazione di categoria fa concorrenza ai propri associati.

image001C’era una volta una associazione, o meglio una federazione di categoria, che raggruppava diverse associazioni di periti di varie città italiane prevalentemente del nord Italia.  Era nata alla fine degli anni 80,  anni in cui c’era il fermento originato dalla istituzione del Ruolo dei Periti Assicurativi. Tutti quelli che facevano perizie sulle auto da almeno 5 anni potevano accedere al neonato Ruolo senza esame ma usando titoli equipollenti. Gli altri dovevano fare il primo esame. Ci si riuniva, si facevano corsi, ci si organizzava in ogni città  e l’associazione “maggiormente rappresentativa” di allora, l’Aicis, dovette cedere un pò di spazio e di associati alla nuova associazione che si proponeva di essere anche un sindacato. Cosa che l’Aicis lasciava fare allo Snapis.

Quindi da un lato l’attività associativa, di crescita professionale, di aggregazione, di formazione e confronto. Dall’altro l’aspetto sindacale a tutela degli interessi economici e previdenziali degli iscritti. Si studiavano parcelle, si fissavano tariffe minime, si studiavano strategie per riuscire ad ottenere dalle compagnie assicurative qualcosa di più in termine di parcelle e regolamentazione dei rapporti.

Federperiti fu l’unica che non volle firmare la parcella Ania, perchè ritenuta troppo bassa, mentre le altre associazioni, ritenute dal legislatore “maggiormente rappresentative” della categoria accettarono, ritenendo quello un utile punto di partenza nella contrattazione sindacale, anche se poi questa scelta fu censurata dal garante della concorrenza e del mercato. Li il presidente Filippo Zaffarana ci vide lungo, scongiurando una multa che invece gli altri sottoscrittori presero.

Ci vide lungo anche quando capì che l’aggregazione di più periti poteva dar vita ad una forza commerciale notevole. Nacque così Bureau Italia s.r.l. affidata al perito Roberto Marino di Genova che in pochi mesi si aggiudicò le liquidazioni sinistri e le perizie di Sasa Assicuraziuoni (allora Gruppo IRI), di D’Eass Assicurazioni e di Debis, broker del gruppo Mercedes Benz Italia.

Cominciarono ad arrivare molti soldi nelle casse della società e come spesso capita molti conflitti di interesse, a seguito dei quali Bureau Italia si disgregò. Marino costituì la rete Stima s.r.l. che faceva lo stesso lavoro di Bureau Italia s.r.l. e Federperiti continuò la sua attività di Associazione e Sindacato.

Poi un bel giorno Stima, diventata nel frattempo leader di mercato,  fece un’offerta ad Assimoco Assicurazioni per 75 € a perizia in ogni parte d’Italia in 48 ore dall’incarico, tutto compreso.

L’allora responsabile sinistri di Assimoco, intenzionato ad affidare le perizie sul territorio ad un’unica società che coordinasse e supervisionasse la parte tecnica e logistica della valutazione dei danni ad un unico interlocutore, comunicò di aver deciso di affidare l’incarico a Stima s.r.l.

Qualche giorno prima dell’incontro di definizione arrivò invece la comunicazione che un altra società aveva preso l’appalto per una cifra più bassa di circa il 10% di quella proposta.

Ci sta. E’ nella dinamica delle cose. Le gare si vincono e perdono. Si perdono e si vincono…. Ma chi è questo competitor??? E’ Federperiti gest ! Ma scusa non era una associazione di categoria? Un sindacato? Quelli che dicevano che le parcelle erano troppo basse? Che ci volevano la parcella e ma anche le spese di trasferta? Fu così che l’associazione diventò una società di servizi e gli interessi associativi e sindacali della categoria furono relegati in un secondo piano. O terzo….

Buon Natale a Tutti.

circolare federperiti direct line

Intervista al dott. Stefano Re, nuovo direttore di UCI Ufficio Centrale Italiano (Carta Verde)

Mappa dei paesi in cui è operativo il servizio Carta Verde. Si segnala il recente ingresso del Montenegro come Bureau autonomo, la richiesta di ingresso da parte di Kazhakhstan (prevista per il 2014), di Armenia e Georgia (in fase di analisi), mentre rimane sempre sospesa la questione Kossovo, che ha tutte le carte in regola salvo il riconoscimento da parte dell’ONU quale Stato indipendente.

Il dott. Silvio Lovetti, da molti anni Direttore dell’UCI, Ufficio Centrale Italiano, ha terminato l’attività ed il dott. Stefano Re, funzionario dello stesso ente, ne ha assunto le mansioni.
Cos’è l’UCI è la prima domanda che nasce spontanea.
L’UCI è un ente nazionale che opera dal 1953 quale ufficio italiano per la gestione della Carta Verde. Le sue attività sono disciplinate per legge in concerto con gli altri uffici nazionali europei ed extraeuropei detti Bureaux.
L’ Ufficio Centrale Italiano, UCI, è l’Ufficio Nazionale di Assicurazione per l’Italia per i veicoli a motore in circolazione internazionale.
Costituito nel 1953, opera come Bureau per l’Italia nell’ambito del sistema della Carta Verde istituito in Europa dal Sottocomitato dei Trasporti su strada della Commissione per l’Europa dell’ONU.
L’attività dell’UCI è disciplinata dagli articoli 125 e 126 del decreto legislativo 7 settembre 2005, numero 209 (Codice delle assicurazioni private ).
L’UCI si occupa principalmente di gestire le problematiche relative al risarcimento dei danni causati sul territorio italiano da veicoli immatricolati o registrati in Stati esteri che circolano temporaneamente in Italia. L’UCI è anche responsabile degli incidenti provocati all’estero da veicoli italiani, in relazione ai quali è tenuto a rimborsare gli omologhi uffici esteri.
Tutto questo avviene appunto sulla base di convenzioni stipulate con gli omologhi Uffici Nazionali di Assicurazione (Bureaux) costituiti negli altri paesi aderenti al sistema della Carta Verde.
L’UCI è abilitato a provvedere al risarcimento dei danni causati da veicoli esteri che temporaneamente si trovano sul territorio italiano, nella Repubblica di San Marino e nella Città del Vaticano.
L’impegno comporta per l’UCI l’obbligo di liquidare i danni e di pagare agli aventi diritto i relativi risarcimenti. Ha sede a Milano ed occupa circa 30 persone.
Chi sono i soci di UCI?
Sono le compagnie di assicurazione che esercitano il ramo auto in Italia, sia Italiane che estere, purché autorizzate. Quelle che lo sono da anni e quelle che vogliono entrare nel mercato che chiedono di essere soci provvisori per un anno, sottoscrivendo 1000 quote per 510 €, sino al perfezionamento della pratica, dopo l’autorizzazione diventano di diritto soci di UCI.
Con tutti questi soci, alle riunioni ci sarà un sacco di gente?
Una volta era così, oggi con 7 gruppi assicurativi che coprono il 92% del mercato, non c’è neanche bisogno che andiamo a fare le riunioni in un altro locale.
Quanti sinistri gestisce UCI ogni anno?
Sono circa 50.000, affidati alle varie compagnie o società mandatarie delle compagnie estere. Solo circa 3.000 sono gestiti direttamente da UCI e sono quelli che hanno alcune problematiche di gestione. O sono causati da veicoli esteri non assicurati o sono stati restituiti dalle varie società mandatarie.
Come si diventa società mandataria di una compagnia estera?
Anzitutto è necessario sottoscrivere una convenzione con l’UCI, impegnandosi a rispettare le norme a cui è sottoposto l’UCI e fornendo delle qualifiche e garanzie. Va poi contattata direttamente una compagnia estera non rappresentata per proporre la propria candidatura e sottoscrivere con essa un contratto per la gestione dei sinistri avvenuti in Italia con tale compagnia estera non rappresentata. Poiché il mandatario dovrà anticipare i risarcimenti ai danneggiati per conto della Compagnia estera, il contratto dovrà prevedere delle garanzie di ritorno dei capitali.
Ottenuto il mandato di una compagnia estera, questa segnalerà al proprio Bureau nazionale l’intenzione di nominare un mandatario in Italia. Tale richiesta nomina verrà comunicata ad UCI, dopodiché si sottoscrive un accordo con UCI per accettare le regole della procedura ed UCI a quel punto accetterà la nomina dandone conferma al Bureau estero.
Inoltre, ma qui l’UCI non è coinvolto, si può diventare mandatari anche per i sinistri occorsi ad un assicurato italiano con una compagnia estera avvenuta all’estero. Questi ultimi sono i sinistri regolati dalla IV direttiva Auto della Comunità Europea.
Quali sono i paesi che riconoscono la Carta Verde sono scritti sulle varie carte verdi presenti in ognuna delle nostre auto. Ma i confini sono stabili?
No, si era partiti negli anni 60 con alcune delle nazioni europee e ora siamo arrivati a tutto il continente. Le nuove frontiere sono quelle dei paesi dell’ex Unione Sovietica e dei Balcani. Nel 2009 quando è entrata la Russia pensavamo che avendo oltre 150.000 di veicoli avremmo avuto un forte impatto. Fortunatamente l’incremento è stato solo di 2000 sinistri.
Qual è il corrispettivo che una compagnia paga per la gestione di un sinistro?
La tariffa è del 15% del valore liquidato con un minimo di 200 € ed un massimo di 3.500. Ma è possibile, in base ai volumi gestiti o altri parametri di valutazione, che le società mandatarie e le compagnie estere si accordino diversamente.
Date anche un servizio di informazione all’utenza?
Questa attività era demandata per legge all’ISVAP che con le nuove regolamentazioni sta cedendo l’incarico alla CONSAP che è diventato organismo di indennizzo per tutti i sinistri. Noi diamo informazioni solo per i sinistri che derivano dalla gestione della Carta Verde. Non dimentichiamo che il servizio Carta Verde è nato come servizio privato e non pubblico. Anche dopo il 69 con l’RCA obbligatoria, la Carta Verde era facoltativa. Veniva venduta solo in alcune agenzia convenzionate ed ai posti di frontiera. Poi è stato fatto un accordo con le associazioni delle compagnie ed infine è stato regolamentato per legge.
Sul nostro sito è possibile trovare ulteriori informazioni sull’UCI: www.ucimi.it

PERITO ASSICURATIVO – Profilo professionale

Il “Codice delle assicurazioni private” (capo IV)[2] abroga definitivamente questa Legge e dal 4 gennaio 2008 è disponibile presso l’ISPAV – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo – il Ruolo dei Periti Assicurativi. Le persone iscritte nel vecchio Ruolo sono iscritte di diritto a quello attuale.
Il perito assicurativo lavora nella maggior parte dei casi nel campo delle polizze auto. Ha il compito di accertare e stimare i danni subiti dagli autoveicoli e, successivamente, di predisporre una relazione descrittiva per conto della Compagnia assicurativa per la quale lavora o in nome dell’assicurato che si è rivolto a lui.
Si tratta quindi di un professionista che, in qualità di esperto, stabilisce i costi di ripristino delle cose danneggiate per conto di un privato, di una società, di un’autorità o di qualsiasi altro mandante.
La valutazione del perito serve alla Compagnia assicurativa per stabilire l’indennizzo da corrispondere al danneggiato. Il privato invece la utilizza per valutare la congruità della proposta di risarcimento stabilita dalla sua Compagnia.
Deve quindi individuare le dinamiche per le quali sono stati causati dei danni e identificarne la corrispondenza valutando lo stato dell’oggetto danneggiato. Svolge inoltre perizie su riparazioni già effettuate o stima il valore delle riparazioni da eseguire, valutandone poi il livello e la qualità.
È suo compito anche esaminare i rischi assicurabili, condurre studi statistici ed emettere e presentare l’eventuale difesa dei suoi rapporti di perizia.
Un’ulteriore attività, strettamente collegata alle precedenti, è la ricostruzione dell’incidente stradale in campo giudiziario, su richiesta del magistrato o delle parti coinvolte.
Il perito pratica quindi la sua professione in totale indipendenza, assumendosi la completa responsabilità degli atti svolti.
Non possono iscriversi al Ruolo le persone iscritte nel Registro degli Intermediari di assicurazione e di riassicurazione, i pubblici dipendenti e chi esercita direttamente o indirettamente l’attività di riparatore di veicoli o di natanti.

Formazione

Il titolo di studio richiesto per esercitare questa professione è il diploma di scuola media superiore di secondo grado, a indirizzo tecnico, o il diploma di laurea.
La riforma dell’istruzione[3], a opera del Ministro Gelmini, prevede la possibilità di iscriversi a un Istituto Tecnico – Settore Tecnologico – Indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia, il cui percorso scolastico si articola in due bienni e un quinto anno finale, che termina con l’esame di Stato.
Maggiori informazioni sulla riforma della scuola secondaria di secondo grado sono reperibili sul sito curato da MIUR e Agenzia Scuola http://archivio.pubblica.istruzione.it/riforma_superiori/nuovesuperiori/index.html.
Per contattare direttamente le scuole della propria zona e ottenere informazioni più dettagliate sulle eventuali sperimentazioni avviate, si può consultare il link Cerca scuola creato dal Ministerohttp://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola.
Il percorso scolastico può poi proseguire a livello universitario con il conseguimento di una laurea di primo livello (triennale).
Per quanto riguarda la formazione universitaria, l’offerta formativa è piuttosto varia e le denominazioni dei corsi di laurea sono attribuite direttamente dalle università, per cui risulta difficile elencare tutti i corsi attivati dalle varie Facoltà. È consigliabile, quindi, rivolgersi direttamente alle segreterie delle università per ottenere informazioni specifiche o visitare il sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca http://www.miur.it.
Possono risultare utili nella formazione di un perito assicurativo la laurea di primo livello in Ingegneria civile e ambientale(classe L07) o quella in Ingegneria industriale (classe L09).

Le associazioni di categoria AICIS (http://www.aicis.it), IRSA (http://www.irsa.it), SICESA (http://www.sicesa.it/corso.html) e SNAPIS (http://snapis.it) organizzano corsi di preparazione all’esame di idoneità e corsi di perfezionamento e aggiornamento per chi già opera nel settore.

Accesso alla professione

Il Codice delle assicurazioni private stabilisce che l’attività professionale del perito assicurativo non possa essere esercitata da chi non sia iscritto al Ruolo. I requisiti necessari, stabiliti dall’articolo 158, sono:

  • essere cittadino italiano o di uno degli Stati membri della UE o straniero residente nel territorio della Repubblica Italiana;
  • godere dei diritti civili;
  • non aver riportato condanne penali;
  • essere in possesso di diploma di scuola secondaria di secondo grado di indirizzo tecnico o di laurea;
  • aver svolto tirocinio di durata biennale presso un perito abilitato;
  • aver superato una prova d’idoneità mediante esame scritto e orale.

Lo svolgimento del tirocinio biennale previsto prima dell’esame è finalizzato all’acquisizione della pratica professionale che riguarda l’attività del perito. Il tirocinante deve partecipare alla perizia, assicurando la massima riservatezza sulle notizie acquisite nello svolgimento del tirocinio, e il perito, all’interno della perizia stessa, dà atto della partecipazione del tirocinante allo svolgimento del lavoro.
Al tirocinante non è consentita la redazione autonoma di perizie, né lo svolgimento autonomo di singoli atti, relativi alle perizie stesse.
L’esame viene indetto una volta all’anno e il bando è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Il programma verte su nozioni giuridiche e tecniche, elementi di topografia e di fotografia, veicoli a motore ed elementi di estimo.
Le modalità per l’iscrizione nel Ruolo Nazionale dei Periti Assicurativi e per lo svolgimento della relativa prova di idoneità sono definite dal provvedimento ISVAP 26 giugno 2001 n. 1897[4].
Una volta superato l’esame d’idoneità, la domanda di iscrizione al Ruolo deve essere presentata all’ISPAV[5].
La maggior parte dei periti collabora, in rapporto libero-professionale, con le Compagnie assicurative. Solo una piccola parte opera su committenze dei tribunali e di privati, in qualità di consulente tecnico. Non esiste comunque incompatibilità tra le diverse prestazioni.

[1] Legge 17 febbraio 1992, n. 166 “Istituzione e funzionamento del ruolo nazionale dei periti assicurativi per l’accertamento e la stima dei danni ai veicoli a motore ed ai natanti soggetti alla disciplina della legge 24 dicembre 1969, n. 990, derivanti dalla circolazione, dal furto e dall’incendio degli stessi”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27/02/1992.
[2] Decreto Legislativo 7 settembre 2005, n. 209 “Codice delle assicurazioni private” (aggiornato con le modifiche apportate dal decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito in Legge 2 aprile 2007, n. 40, dal D.Lgs. 6 novembre 2007, n. 198, dal D.Lgs. 29 febbraio 2008, n. 56 e dal D.Lgs. 3 giugno 2008, n. 97), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 239 del 13/10/2005 – Supplemento Ordinario n. 163.
[3] La riforma è stata attuata a partire dall’anno scolastico 2010/2011.
[4] Provvedimento ISVAP 26 giugno 2001, n. 1897 “Modalità per l’iscrizione nel ruolo nazionale dei periti assicurativi e per lo svolgimento della relativa prova di idoneità di cui la legge 17 febbraio 1992, n. 166”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 156 del 07/07/2001.
[5] Regolamento ISVAP 3 gennaio 2008 n. 11, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 37 del 13/02/2008.

Riferimenti utili

Riportiamo di seguito gli indirizzi delle principali associazioni di categoria, operanti sul territorio nazionale, a cui è possibile rivolgersi per avere informazioni più dettagliate sulla professione di perito assicurativo e sulla normativa vigente in materia:

  • AICIS – Associazione Italiana Consulenti Infortunistica Stradale – via Piranesi 29/31- 20137 Milano – tel. 027381850 fax 06233202889
    http://www.aicis.it – E-mail: segreteria@aicis.it
  • ANIA – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici – via della Frezza 70 – 00186 Roma – tel. 06326881 fax 063227135
    http://www.ania.it – E-mail: info@ania.it
  • IRSA – Istituto per la Ricerca e lo Sviluppo delle Assicurazioni – corso di Porta Romana 68 – 20122 Milano – tel. 0277870506
    http://www.irsa.it – E-mail: info@irsa.it
  • ISVAP – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo – via del Quirinale 21 – 00187 Roma – tel. 06421331 (centralino) fax 0642133206
    http://www.isvap.it – E-mail: scrivi@isvap.it
  • SNAPIS – Sindacato Nazionale Autonomo Periti Infortunistica Stradale – via dei Nocchieri 139 – 00054 Fiumicino (RM) – tel. 0665029588 fax 066583322
    http://snapis.it – E-mail: info@snapis.it
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