Como, è morto ma vuole l’eredità
Fa testamento poi parte per Santo Domingo dove simula un incidente mortale. Tre indagati per un’ingegnosa truffa alle assicurazioni da quasi tre milioni di euro.
Assieme a loro è indagata Felicia Russo, 65 anni residente a Como, accusata del solo riciclaggio del denaro, assistita dal legale Dino Moralli. Tra gennaio e marzo 2012, Lima avrebbe stipulato quattro polizze assicurative: Genertel, con un premio da 600mila euro in caso di morte, Zurich per 820mila euro, Vittoria Assicurazioni per un milione e Poste Vita per 350mila. In tutte, Macchi figurava beneficiario in caso di morte. Contemporaneamente, Lima avrebbe redatto un regolare testamento, nel quale indicava Macchi come avente diritto di riscossione delle polizze in caso di sua morte.
Il 19 marzo 2012, dieci giorni dopo aver firmato l’ultimo contratto con le assicurazioni, lo stesso Lima risulta essersi imbarcato a Malpensa, diretto a La Romana, Repubblica di Santo Domingo, dove il 23 maggio, è stato dichiarato morto in un incidente stradale. Ad affermarlo, c’era una relazione di polizia, a firma del primo tenente, con tanto di verbale per la rimozione del cadavere, attestato di morte del medico legale, e certificato della successiva cremazione. Documenti che sono stati recapitati all’ambasciata italiana, da qui trasmessi in Italia e all’anagrafe di Como, che aveva proceduto a registrare la morte di Lima.
A fine luglio, Macchi avrebbe dunque avviato le procedure di riscossione delle quattro polizze,riuscendo a farsi liquidare il premio di Poste Vita, 350mila euro. Ma, nel frattempo, la polizia di Varese aveva identificato, e accertato l’esistenza in vita di Lima – rientrato in Italia utilizzando un passaporto falso – innescando così le indagini che avevano portato a ricostruire la truffa di cui sono ora accusati. La sola Russo, è invece accusata di riciclaggio, per aver fatto transitare sul suo conto corrente bancario il denaro riscosso da Macchi. Queste sono le ipotesi derivanti dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti, da cui ora gli indagati sono chiamati a difendersi.