L’Ania: in Umbria un sinistro su dieci è “fasullo”, via alle verifiche
È la risposta allo spinoso fenomeno delle truffe assicurative rc auto, spesso semplici raggiri realizzati nei confronti delle imprese di assicurazioni – sia durante l’iter contrattuale sia nella fase di gestione del sinistro – che generano danni economici alle imprese stesse. A livello nazionale – l’ultimo dato disponibile risale al 2012 – il 14,1% dei sinistri denunciati è esposto a rischio frode. In Umbria tale percentuale scende al 10%, la più bassa tra le regioni del Centro, dove l’incidenza media è del 13,1%, con le Marche che raggiungono la quota più elevata (16,8%) seguite da Lazio (13,4%) e Toscana (11,4%).
Ma l’Umbria è la regione del Centro Nord in cui si è dato maggior seguito ad ulteriori accertamenti in casi sospetti, proprio per contrastare i comportamenti fraudolenti nel ramo rc auto. Dai dati raccolti dall’Ania (Associazione nazionale delle imprese assicuratrici) pubblicati in questi giorni, infatti, risulta che nella nostra regione il 36% di tutti questi sinistri a rischio frode sono stati soggetti ad approfondimento, contro una media che si ferma al 23,6% nell’Italia settentrionale e al 30,6% in quella centrale. Il dato medio nazionale sale, invece, sale a quota 32,6%, in quanto risente dell’alta incidenza dei sinistri a rischio frode dell’Italia Meridionale, dove quasi un quarto dei sinistri denunciati è risultato sospetto contro il 10,8% dell’Italia settentrionale, l’area del Paese in cui si registrano in percentuale meno incidenti a rischio frode.
Eppure circa la metà dei sinistri denunciati si sono verificati proprio al Nord, il 22,5% nel Centro, il 19% nel Sud del Paese, e solo poco più del 9% in Sicilia e Sardegna. A livello regionale, l’incidenza più bassa di casi sospetti (9,2%) si rileva in Liguria, quella più alta in Campania, dove si supera il 29%.
Se si osserva, poi, la tipologia dei sinistri a rischio frode, vediamo che in Umbria le pratiche sospette con le lesioni personali presentano un’incidenza del 23,2%, oltre il doppio rispetto a quelle con danni materiali, che si fermano al 10%. La tendenza della nostra regione è in linea con quanto avviene sia livello nazionale (13,9% contro 28%) sia nelle diverse aree del Paese, in quanto i casi con lesioni personali sono sempre circa il doppio di quelli con i danni alle cose. Resta il fatto – e questo è un dato positivo – che l’incidenza degli incidenti con danni fisici – pur rimanendo tra le più elevate in Europa, nel nostro Paese è in calo, anche se in alcune province raggiungono valori record fino al 35% rispetto alla media nazionale, che è del 19,2%. Anche l’Umbria supera tale media, con una percentuale che raggiunge il 21% in provincia di Terni per scendere al 19,5% in quella di Perugia, ma in entrambe le province si assiste ad un calo a 2 cifre, nell’ordine del’11,5% e del 12% tra il 2011 e il 2012.
Ora i risultati dell’attività di sorveglianza raccolti dall’Ania. Vediamo che nonostante la percentuale dei controlli “accessori” sia così alta, a seguito di questa attività nella nostra regione ben il 30,2% dei sinistri oggetto di approfondimento è stato chiuso senza un seguito, mentre per l’1,5% è stata presentata una denuncia-querela. È andata decisamente peggio, ad esempio, in Toscana, dove i sinistri per i quali sono state presentate denunce o querele hanno raggiunto il 4,6% (la media del Centro è del 2,6%) o in Piemonte con il 4,2% (la media del Nord è del 2,5%). Il record va però ancora una volta va al Meridione, con una percentuale di sinistri “fasulli” per i quali sono state presentate denunce o querele che sale al 5,1%, per raggiungere il livello massimo in Campania, che detiene il record con il 5,4% di casi denunciati. E questo è solo quello che viene alla luce, perchè stando ai risultati di una ricerca effettuata da Boston Consulting Group, in Italia risulta una percentuale di frodi non rilevata che è circa i doppio di quella degli altri Paesi europei che si aggiunge alla percentuale di sinistri che vengono ufficialmente accertati.
Dal canto suo, l’Ania, che si è riunita lo scorso 2 luglio a Roma per l’assemblea annuale, dopo aver respinto come «infondate» le accuse dell’Ivass (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), relative ai costi assicurativi, che risulterebbero tra i più alti in Europa, ha chiesto un intervento su più fronti, per contrastare il fenomeno, a partire da un maggiore impulso all’attività di sorveglianza dell’Istituto stesso, che dovrebbe vedere potenziato il ruolo investigativo, fino al fatto di dotare tutti i veicoli di scatola nera, cosa che già oggi permette di usufruire di sconti sulla polizza e che sarebbe un metodo efficace al fine di evitare dubbi relativi al sinistro, la possibilità di false dichiarazioni e quindi di frodi sul rimborso. Da rivedere anche i tempi entro i quali va presentata la richiesta di risarcimento: oggi il termine è di due anni, e i dati mostrano palesemente la coincidenza tra un numero notevole di posticipi ingiustificati dell’avanzamento della richieste.