Usura e chilometraggio secondo Eurotax

www.peritiauto.itLe quotazioni del listino auto usate si riferiscono ad auto che non abbiano percorso più chilometri di quelli indicati nelle tabelle in basso (i valori variano secondo la cilindrata del motore e il tipo di alimentazione). Chilometraggi superiori comportano una maggiore svalutazione per usura, che tuttavia non tiene conto di eventuali costi per ripristinare meccanica e carrozzeria, da conteggiare a parte. Per ogni 3.000 km percorsi in più, la quotazione va diminuita dell’1,5% (fino a un massimo del 60%) , a meno che non si tratti di auto con percorrenze elevate, come i taxi e le auto per noleggio con conducente per le quali il limite non c’è. Viceversa, per ogni 5000 km in meno ripetto alla media, il prezzo si rivaluta dell’1%, fino a un massimo del 25%.
Benzina fino a 1100 cm3 1101-1500 cm3 1501-2500 cm3 oltre 2500 cm3
6 mesi 5.000 7.500 10.000 7.500
1 anno 10.000 15.000 20.000 15.000
1,5 anni 15.000 22.5000 30.000 22.5000
2 anni 20.000 30.000 40.000 30.000
2,5 anni 25.000 37.500 50.000 37.500
3 anni 30.000 45.000 57.500 45.000
3,5 anni 35.000 50.000 65.000 50.000
4 anni 40.000 55.000 72.500 55.000
4,5 anni 45.000 60.000 80.000 60.000
5 anni
55.000 70.000 95.000 70.000
6 anni 65.000 80.000 110.000 80.000
7 anni
75.000 90.000 120.000 90.000
2005 85.000 100.000 130.000 100.000
Diesel fino a 1450 cm3 1451-2200 cm3 2201-3200 cm3 oltre 3200 cm3
6 mesi 8.000 12.500 12.500 10.000
1 anno 16.000 25.000 25.000 20.000
1,5 anni 24.000 37.500 37.500 30.000
2 anni 32.000 50.000 50.000 40.000
2,5 anni) 40.000 60.000 60.000 50.000
3 anni 48.000 67.500 67.500 57.500
3,5 anni 56.000 75.000 75.000 65.000
4 anni 62.000 82.500 82.500 72.500
4,5 anni 68.000 90.000 90.000 80.000
5 anni
80.000 105.000 105.000 95.000
6 anni
90.000 120.000 120.000 110.000
7 anni
100.000 135.000 135.000 120.000
8 anni 110.000 150.000 150.000 130.000

Flotte aziendali: Danni dimezzati rispetto ai privati

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Più chilometri percorsi della media ma incidenti ridotti e polizze sotto controllo

Non solo il manager con l’auto aziendale a noleggio viaggia di più sulle quattro ruote rispetto all’automobilista medio, ma rimane anche meno coinvolto in incidenti gravi. Per questo le società di leasing spendono anche la metà in sinistri. E’ quanto emerge da una ricerca presentata dalla società specializzata in brokeraggio assicurativo Aon su elaborazione di dati Ania.

Quello che viene disegnato è un profilo assicurativo completamente diverso del cliente flotte rispetto a quello di un privato, ovvero un comune cittadino dotato di patente che circola normalmente sulle nostre strade e autostrade. Innanzitutto il manager che può contare sulla flotta in un anno percorre mediamente circa 31 mila chilometri, rispetto agli 11 mila del privato. Ma la cosa interessante è che chi guida una company car rimane anche meno coinvolto in infortuni. Appena il 6,5% è vittima di un incidente ogni 10 mila chilometri, rispetto al doppio (12,6%) di un qualsiasi altro retail.

Inoltre, solo il 14% dei conducenti di una macchina a noleggio a lungo termine coinvolti in un incidente subisce lesioni gravi, la metà di un privato (23%). Per questo, riassume Aon, facendo i conti risulta che anche il premio assicurativo finale dista parecchio tra i due utenti. Il costo medio per sinistro di un cliente flotte è di 2.120 euro, la metà esatta di quello che deve invece sborsare un privato: 4.337 euro.

Fonte: Il Mondo

L’anno orribile dell’automobileil mercato torna ai livelli del 1979

Nel 2012 vendute poco di 1 un milione e 400 mila vetture.
Fiat perde 100 mila unità ma in Brasile fa il record

LA CRISI DEL SETTORE AUTO   unrae 2012

Nel 2012 vendute poco di 1 un milione e 400 mila vetture.
Fiat perde 100 mila unità ma in Brasile fa il record

MILANO- Indietro tutta di trentatre anni. Le vendite di auto in Italia tornano ai livelli del 1979: poco più di un milione e 400 mila unità, il 20% in meno del 2011 quando ne erano state immatricolate 1 un milione e 749 mila. A dicembre il calo è stato persino superiore rispetto ad altri mesi: -22%.

 

FIAT, DOLORI IN CASA E RECORD IN BRASILE-Per quanto riguarda il gruppo Fiat, le vendite in dicembre sono scese del 20,2% a 25.385 unità, mentre nell’intero 2012 il Lingotto ha immatricolato esattamente 100mila auto in meno, per una flessione del 19,4% a 414.925. Piccole consolazioni: la quota di mercato è salita al 29,26% in dicembre (dal 28,42% di un anno prima) e al 29,59% per l’intero 2012 (29,43% nel 2011); Panda e Punto si confermano ai primi due posti nella classifica dei modelli più popolari. Le soddisfazioni, invece, arrivano da altri paesi: in Brasile Fiat vende il doppio che in Italia. Nel 2012 ha immatricolato 838 mila veicoli (e ne ha prodotti 759 mila), il migliore risultato in 36 anni di attività. Rispetto al 2011 la crescita è dell’11%, la casa torinese così mantiene il primato interno . Giovedì arriveranno i dati della Chrysler, anche questi positivi sull’onda della ripresa americana.

 

GLI SCONTI NON FUNZIONANO– Ma torniamo all’Italia. A poco sono serviti sconti con importi spesso superiori ai 5 mila euro: più delle promozioni influiscono i rincari dei prezzi della benzina, dell’Rc Auto e gli aumenti delle imposte provinciali e dal primo gennaio pure quelli delle multe e dei pedaggi autostradali. «La crisi economica, la pressione fiscale sulle famiglie, le restrizioni al credito alle imprese hanno determinato una domanda totalmente anelastica rispetto alle straordinarie offerte» spiega Jacques Bosquet, presidente dell’Unrae. Altre conferme arrivano dagli acquisti delle famiglie: -22,9%, uno dei dati più bassi mai registrati.

«MERCATO FALSATO DALLE KM ZERO»- Secondo i concessionari poi la situazione è ancora più grave di quanto emerge dai dati: per Federauto «solo grazie a un massiccio intervento di chilometri zero dicembre si è riusciti a raggiungere quota 1,4 milioni». In dodici mesi – secondo i dealer- si sono perse 347.650 unità equivalenti a un fatturato di circa 7 miliardi di euro. E il 2013 non promette nulla di buono: per gli analisti è atteso un ulteriore calo, anche se in misura minore.

MALE ANCHE L’USATO– Ma i segnali non sono incoraggianti, va male anche l’usato: i passaggi di proprietà sono calati del 9,8.« Di solito quando il nuovo non tira il mercato dell’usato è in ripresa, ma nelle fasi veramente difficili quest’ultimo rallenta», spiega Gian Primo Quagliano direttore del centro studi Gl Events. Che non esclude qualche spiraglio di luce: «A partire da aprile-maggio potrebbe esserci un’inversione di tendenza: oggi l’automobile soffre di più dell’economia reale. Ma solo se ci sarà una politica economica meno punitiva ». Cioè se il prossimo governo metterà in atto un piano di rilancio, come quello richiesto dall’Anfia: «Rivedere provvedimenti troppo penalizzanti: come la riduzione della deducibilità del costo delle vetture aziendali, imposta sulle autovetture sportive e IPT».

Daniele Sparisci
danielesparisci

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