Incidenti, niente paura da oggi arriva l’eCall

Incidenti, niente paura da oggi arriva l’eCall

 Il dispositivo è capace di avvertire automaticamente i soccorsi in caso di sinistro stradale, ed è sul punto di diventare legge. Dall’ottobre 2015 ogni autovettura dovrà averne uno all’uscita dalla catena di montaggio.

L’idea è stata partorita dalla Commissione Mercato Interno del Parlamento Europeo, che il 12 febbraio 2014 ha votato una modifica al progetto legislativo da tempo era all’ordine del giorno. La risoluzione è stata approvata con 34 voti favorevoli, due contrari e un’astensione e sarà ora sottoposta all’approvazione dell’aula parlamentare a Strasburgo nel corso dei lavori nell’ultima settimana di febbraio. Nel frattempo, la Commissione studierà la possibilità di estendere l’obbligo d’istallazione dell’eCall ad altre categorie di veicoli, come gli autobus e i mezzi commerciali.

Superato quest’utimo step, tutto sarà pronto, e le nostre strade saranno senz’altro più sicure. Sì perché, se l’iter andrà come previsto, dall’ottobre 2015 ogni autovettura dovrà essere obbligatoriamente dotata di un dispositivo eCall, capace di avvertire automaticamente i soccorsi in caso di incidente stradale. Verrà installato automaticamente su ogni vettura all’uscita dalla catena di montaggio e rappresenterà una vera e propria rivoluzione per il settore automotive, e anche per la sicurezza della società in generale.

Il sistema si attiva quando il sensore d’impatto dell’airbag entra in funzione e genera una chiamata al numero 112, comunicando l’esatta posizione del veicolo e del passeggero, eventualmente ferito, grazie al sistema di geolocalizzazione satellitare Galileo (GNSS),

il cosiddetto GPS europeo. Ma non è tutto. Il dispositivo può essere attivato anche manualmente, tramite un apposito pulsante, quando ad esempio si assiste a un incidente, senza restarne necessariamente coinvolti: la comunicazione con la centrale di soccorso può avvenire sia attraverso un mero scambio di dati, sia mediante una connessione vocale, che consentirà a un qualsiasi passeggero del veicolo di rispondere a domande sul proprio stato di salute, su quello degli altri passeggeri o di fornire dettagli sull’evento.

“Ho piena fiducia che a partire dall’ottobre 2015, tutti i nuovi modelli di auto disporranno del sistema – ha detto la relatrice del disegno di legge europeo Olga Sehnalova, parlamentare della Repubblica Ceca – che si stima possa contribuire a salvare migliaia di vite ogni anno”.

In Europa, secondo i dati del 2012, sono morte sulla strada circa 28mila persone, mentre i feriti hanno superato quota un milione e mezzo. Gli studi che hanno condotto l’eCall a divenire una priorità dell’UE, con la previsione di estenderlo in tempi brevi anche all’Islanda, alla Norvegia e alla Svizzera, prevedono che l’allertamento precoce delle autorità, relativamente a un sinistro e alla sua esatta localizzazione, consentirà di dimezzare la risposta dei servizi di emergenza nelle aree rurali e del 40% in quelle del reticolo urbano, salvando fino a 2.500 persone ogni anno e a ridurre la gravità delle ferite in decine di migliaia di casi. In caso di grave trauma, infatti, la risposta sanitaria nella prima ora, la cosiddetta golden hour (l’ora d’oro), consente di evitare la morte e di limitare enormemente i danni, offrendo migliori prospettive di recupero. Inoltre, lo scenario dell’incidente sarà ripristinato in tempi più brevi, riducendo il rischio di incidenti secondari (si pensi alle code o ai tamponamenti dovuti a curiosi) diminuendo i tempi di congestione e rallentamenti e riducendo anche il consumo di CO2. In termini finanziari, i costi economici derivanti dagli incidenti stradali ammontano a più di160 miliardi di euro ogni anno e, se tutti i veicoli fossero oggi equipaggiati con il sistema eCall, potrebbero venire risparmiati fino a 20 miliardi di euro all’anno anno.

“L’intera operazione – spiegano poi all’Asaps, associazione amici polizia stradale – non costerà ai cittadini europei nemmeno un centesimo, almeno da un punto di vista formale: il Parlamento Europeo ha infatti più volte ribadito il carattere di pubblica utilità del servizio e per questo dovrà essere accessibile gratuitamente a tutti gli automobilisti, i quali, vista la peculiarità del dispositivo, potranno contare anche su una protezione dei dati ad hoc: nessun veicolo potrà essere sottoposto a una sorveglianza costante e le informazioni inviate alla centrale 112 dovranno riguardare solo la modalità di attivazione, la categoria del veicolo da cui parte l’allarme, il tipo di carburante utilizzato, l’ora del sinistro, la sua esatta localizzazione e il senso di marcia, oltre al numero di cinture di sicurezza attivate”. di SARA FICOCELLI

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Intervista al dott. Stefano Re, nuovo direttore di UCI Ufficio Centrale Italiano (Carta Verde)

Mappa dei paesi in cui è operativo il servizio Carta Verde. Si segnala il recente ingresso del Montenegro come Bureau autonomo, la richiesta di ingresso da parte di Kazhakhstan (prevista per il 2014), di Armenia e Georgia (in fase di analisi), mentre rimane sempre sospesa la questione Kossovo, che ha tutte le carte in regola salvo il riconoscimento da parte dell’ONU quale Stato indipendente.

Il dott. Silvio Lovetti, da molti anni Direttore dell’UCI, Ufficio Centrale Italiano, ha terminato l’attività ed il dott. Stefano Re, funzionario dello stesso ente, ne ha assunto le mansioni.
Cos’è l’UCI è la prima domanda che nasce spontanea.
L’UCI è un ente nazionale che opera dal 1953 quale ufficio italiano per la gestione della Carta Verde. Le sue attività sono disciplinate per legge in concerto con gli altri uffici nazionali europei ed extraeuropei detti Bureaux.
L’ Ufficio Centrale Italiano, UCI, è l’Ufficio Nazionale di Assicurazione per l’Italia per i veicoli a motore in circolazione internazionale.
Costituito nel 1953, opera come Bureau per l’Italia nell’ambito del sistema della Carta Verde istituito in Europa dal Sottocomitato dei Trasporti su strada della Commissione per l’Europa dell’ONU.
L’attività dell’UCI è disciplinata dagli articoli 125 e 126 del decreto legislativo 7 settembre 2005, numero 209 (Codice delle assicurazioni private ).
L’UCI si occupa principalmente di gestire le problematiche relative al risarcimento dei danni causati sul territorio italiano da veicoli immatricolati o registrati in Stati esteri che circolano temporaneamente in Italia. L’UCI è anche responsabile degli incidenti provocati all’estero da veicoli italiani, in relazione ai quali è tenuto a rimborsare gli omologhi uffici esteri.
Tutto questo avviene appunto sulla base di convenzioni stipulate con gli omologhi Uffici Nazionali di Assicurazione (Bureaux) costituiti negli altri paesi aderenti al sistema della Carta Verde.
L’UCI è abilitato a provvedere al risarcimento dei danni causati da veicoli esteri che temporaneamente si trovano sul territorio italiano, nella Repubblica di San Marino e nella Città del Vaticano.
L’impegno comporta per l’UCI l’obbligo di liquidare i danni e di pagare agli aventi diritto i relativi risarcimenti. Ha sede a Milano ed occupa circa 30 persone.
Chi sono i soci di UCI?
Sono le compagnie di assicurazione che esercitano il ramo auto in Italia, sia Italiane che estere, purché autorizzate. Quelle che lo sono da anni e quelle che vogliono entrare nel mercato che chiedono di essere soci provvisori per un anno, sottoscrivendo 1000 quote per 510 €, sino al perfezionamento della pratica, dopo l’autorizzazione diventano di diritto soci di UCI.
Con tutti questi soci, alle riunioni ci sarà un sacco di gente?
Una volta era così, oggi con 7 gruppi assicurativi che coprono il 92% del mercato, non c’è neanche bisogno che andiamo a fare le riunioni in un altro locale.
Quanti sinistri gestisce UCI ogni anno?
Sono circa 50.000, affidati alle varie compagnie o società mandatarie delle compagnie estere. Solo circa 3.000 sono gestiti direttamente da UCI e sono quelli che hanno alcune problematiche di gestione. O sono causati da veicoli esteri non assicurati o sono stati restituiti dalle varie società mandatarie.
Come si diventa società mandataria di una compagnia estera?
Anzitutto è necessario sottoscrivere una convenzione con l’UCI, impegnandosi a rispettare le norme a cui è sottoposto l’UCI e fornendo delle qualifiche e garanzie. Va poi contattata direttamente una compagnia estera non rappresentata per proporre la propria candidatura e sottoscrivere con essa un contratto per la gestione dei sinistri avvenuti in Italia con tale compagnia estera non rappresentata. Poiché il mandatario dovrà anticipare i risarcimenti ai danneggiati per conto della Compagnia estera, il contratto dovrà prevedere delle garanzie di ritorno dei capitali.
Ottenuto il mandato di una compagnia estera, questa segnalerà al proprio Bureau nazionale l’intenzione di nominare un mandatario in Italia. Tale richiesta nomina verrà comunicata ad UCI, dopodiché si sottoscrive un accordo con UCI per accettare le regole della procedura ed UCI a quel punto accetterà la nomina dandone conferma al Bureau estero.
Inoltre, ma qui l’UCI non è coinvolto, si può diventare mandatari anche per i sinistri occorsi ad un assicurato italiano con una compagnia estera avvenuta all’estero. Questi ultimi sono i sinistri regolati dalla IV direttiva Auto della Comunità Europea.
Quali sono i paesi che riconoscono la Carta Verde sono scritti sulle varie carte verdi presenti in ognuna delle nostre auto. Ma i confini sono stabili?
No, si era partiti negli anni 60 con alcune delle nazioni europee e ora siamo arrivati a tutto il continente. Le nuove frontiere sono quelle dei paesi dell’ex Unione Sovietica e dei Balcani. Nel 2009 quando è entrata la Russia pensavamo che avendo oltre 150.000 di veicoli avremmo avuto un forte impatto. Fortunatamente l’incremento è stato solo di 2000 sinistri.
Qual è il corrispettivo che una compagnia paga per la gestione di un sinistro?
La tariffa è del 15% del valore liquidato con un minimo di 200 € ed un massimo di 3.500. Ma è possibile, in base ai volumi gestiti o altri parametri di valutazione, che le società mandatarie e le compagnie estere si accordino diversamente.
Date anche un servizio di informazione all’utenza?
Questa attività era demandata per legge all’ISVAP che con le nuove regolamentazioni sta cedendo l’incarico alla CONSAP che è diventato organismo di indennizzo per tutti i sinistri. Noi diamo informazioni solo per i sinistri che derivano dalla gestione della Carta Verde. Non dimentichiamo che il servizio Carta Verde è nato come servizio privato e non pubblico. Anche dopo il 69 con l’RCA obbligatoria, la Carta Verde era facoltativa. Veniva venduta solo in alcune agenzia convenzionate ed ai posti di frontiera. Poi è stato fatto un accordo con le associazioni delle compagnie ed infine è stato regolamentato per legge.
Sul nostro sito è possibile trovare ulteriori informazioni sull’UCI: www.ucimi.it