Motor Show ANNULLATA L’EDIZIONE 2013

Motor Show

 

L’edizione 2013 del Motor Show di Bologna è stata annullata. Il principale salone dell’auto italiano, negli ultimi anni aveva già perso un po’ di attrattiva a causa delle numerosi defezioni tra le Case, costrette a tagliare i budget per far fronte alla crisi del settore automotive nel Vecchio Continente. La notizia, quindi, era già nell’aria da tempo.

Totale assenza delle Case. La società organizzatrice, GL events, ha scelto la sua pagina di Facebook per comunicare ufficialmente che la trentottesima edizione della manifestazione (che doveva svolgersi dal 7 al 15 dicembre) non avrà luogo per la totale diserzione delle Case, fulcro di un salone dell’automobile. “L’assenza del mercato – scrive l’agenzia sul social network – ci spinge ad annullare l’edizione 2013 del salone, sia per rispetto verso il pubblico del Motor Show sia per lavorare in modo produttivo e concreto ad eventi futuri che possano contare di nuovo sulla massiccia presenza del settore”.

Doccia fredda. La notizia rappresenta una doccia fredda per gli operatori che vedono nella manifestazione un’importante vetrina in grado di consentire la ripresa del mercato. La cancellazione del Motor Show non può che essere letto come un fatto, l’ennesimo in un contesto già cupo, estremamente negativo per tutto il comparto.

Roberto Barone

 

 

L’Europa lancia il progetto HeERO per promuovere l’eCall

Per promuovere il sistema eCall, obbligatorio dal 2015 sulle nuove auto, nove Paesi europei e 40 partner pubblici e privati hanno dato vita al progetto europeo HeERO. E l’ACI ha già presentato i risultati di un progetto pilota. Con la partecipazione del Presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, ieri alla manifestazione Smart Mobility Word tutti i protagonisti hanno illustarto quanto è stato fatto.

Roberto Maroni a Smart Mobility Word

Roberto Maroni a Smart Mobility Word

Salvare fino 2.500 vite umane ogni anno sulle strade d’Europa e risparmiare oltre 20 miliardi di euro di spesa sociale, riducendo fino al 50% i tempi di intervento dei servizi di emergenza a seguito di incidente: questi gli obiettivi del sistema eCall, obbligatorio dal 2015 su tutte le auto di nuova immatricolazione.
Per promuovere il sistema eCall e calibrarne la messa a punto, nove Paesi europei (Italia, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Germania, Grecia, Olanda, Romania e Svezia) con 40 partner pubblici e privati tra case automobilistiche, operatori automotive e operatori di telefonia mobile hanno dato vita al progetto europeo HeERO (Harmonised eCall European Pilot), cofinanziato dalla Commissione Europea.

Nel progetto HeERO sono schierati per il nostro Paese l’ACI insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione tecnologica nella Pubblica Amministrazione), Magneti Marelli, CRF Centro Ricerche Fiat, Telecom Italia e AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza – Piemonte).

Le potenzialità di HeERO sono state illustrate ieri a Torino in occasione della prima edizione di Smart Mobility World. In questo ambito ACI ha presentato i risultati di un progetto pilota per la sperimentazione del sistema eCall nel nostro Paese, il cui obiettivo è stato quello far emergere le criticità da risolvere per lo sviluppo su tutto il territorio nazionale del sistema. Il test ha visto impegnato nelle scorse settimane un campione di soci ACI Varese, ai quali è stato fornito gratuitamente il dispositivo eCall per simulare alcune situazioni di emergenza con l’attivazione manuale o automatica delle richieste di assistenza. La sperimentazione ha avuto pieno successo: il 90% delle richieste di soccorso è andato a buon fine con un tempo medio di comunicazione centrale operativa – vettura di 15-20 secondi. A Varese ACI ha testato in anteprima nazionale anche sistemi di bCall, in grado di gestire richieste di assistenza stradale a seguito di guasto meccanico. Il 74% di queste tipologie di chiamate si è completata in soli 11 secondi.

PER INFO
Heero

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing

Oggi le auto elettriche sono meno dell’1% del mercato. Nulla rispetto agli investimenti che l’industria sta sostenendo in un settore in profonda crisi. Ma è sorprendente sapereche in un passato lontano, nel 1900, il 34% della auto circolanti tra New york, Boston e Chicago erano elettriche! Cosa è successo allora? David Kirsch, professore associato dell’Università del Maryland nel suo libro “The Electric Vehicle and the Burden History” illustra una teoria tanto semplice quanto vera anche nei nostri giorni. Un’industria potente ha “soppresso” la tecnologia elettrica in favore di un’altra (a benzina in questo caso), spostando massicci investimenti in quella direzione e sviluppando i motori a combustione.

Il libro spiega come anche ai nostri giorni, le tecnologie che si diffondono non sono sempre necessariamente le “migliori”, ma sono quelle che hanno dietro maggiori forze (politiche, economiche o culturali), che modellano i comportamenti (o in taluni casi vengono modellati dalle abitudini). Torniamo all’auto elettrica, ai primi del ’900 quel prodotto era più semplice da guidare, non emettevano fumi inquinanti e richiedevano molte meno manutenzione, percorrendo per lo più piccole distanze (ideale per le ridotte

source: electricauto.org

autonomie). Ma le sorprese non finiscono. La compagnia elettrica (The electric vehicle company) dell’epoca era anche il più grosso produttore e possessore di auto degli Stati Uniti. Infatti già allora i veicoli erano per lo più forniti sotto forma di noleggio, a breve (poche ore) o per settimane o mesi. Quindi oltre 100 anni fa il mercato aveva già sviluppato forme di car sharing elettrico. E c’è voluto oltre un secolo per accorgersi che, forse, era un sistema intelligente per la mobilità nelle città. Purtroppo, le lobby industriali di allora (anche le regole non scritte del mercato esistevano già)  in pochi anni hanno portato la compagnia alla bancarotta ed ecco comparse le case automobilistiche che in breve tempo hanno sviluppato prodotti più economici e performanti. E tutti ci siamo semplicemente abituati a questo concetto di automobile.

Questa analisi evidenzia il concetto di Socio-tecnologia, cioè come le innovazioni tecnologiche in realtà siano soggette a diretto influenzamento da parte di variabili sociologiche e culturali, apparentemente irrazionali. L’auto elettrica non è l’unico caso. Lo storico americano Ruth Schwartz Cowan scrisse un saggio dove dimostrò la diffusione di massa dei frigoriferi elettrici in funzione delle enormi somme investite da parte di GE (General Electric), mentre esistevano in commercio anche frigoriferi a gas altrettanto performanti e silenziosi. Anche i sistemi di riciclo dei rifiuti sono soggette a queste dinamiche. Le tecnologie per il riuso del vetro, metalli e carta, esiste dal 1960, ma solo negli ultimi anni la gente realmente fa la raccolta differenziata. E non certo per soldi, ma perchè ha maturato la consapevolezza di un problema ambientale e, lentamente, adatta i propri comportamenti.

Ma ora come si può andare avanti.. o forse meglio dire..tornare indietro? In assenza della macchina del tempo, la via più

source: 20somethingfinance.com

efficace per il prof Kirsch è quella di avvicinare i consumatori alle nuove tecnologie rendendole sempre più simili a quanto di consuetudinario. Sarà difficile fare il “salto” completo verso l’auto elettrica al 100% mentre molto più facilmente si potrà avvicinare il pubblico alle auto ibride, che nell’accezione comune si presentano a tutti gli effetti come auto tradizionali  con qualche tecnologia in più. Forse per questo, in attesa dei numeri di mercato, gli investimenti delle case auto sempre di più si indirizzano verso gli ibridi. A meno che qualche mega lobby di nuove tecnologie (a idrogeno o ad aria compressa ad esempio) non decida di ripetere la storia.

(thanks to Maggie Koerth-Baker – BoingBoing)

La vera storia dell’auto elettrica. Quando nel 1900 circolavano a New york in car sharing.

http://greenvalueblog.wordpress.com/2012/10/03/la-vera-storia-dellauto-elettrica-quando-nel-1900-circolavano-a-new-york-in-car-sharing/